Commentario del 28.09.2015

IN PRIMA PAGINA
Siria e Catalogna in evidenza su tutti i quotidiani. "Prime bombe francesi" (Corriere) ma sui "Raid anti Isis, no di Renzi" (QN): Hollande bombarda ma il premier italiano avverte, "non ripetiamo l'errore libico". Oggi l'incontro Putin-Obama ma "Mosca attacca la politica Usa" (Stampa). Alle elezioni regionali in Catalogna vincono i partiti separatisti con il 50% dei voti. Uno "strappo a metà" (Messaggero) visto che non raggiungono la maggioranza assoluta ma il leader conferma che il progetto secessionista prosegue. Stangata a Rajoy, affluenza record con il 77% alle urne. Su tutti i quotidiani, l'addio a Pietro Ingrao "coscienza critica della sinistra" (Repubblica), Napolitano alla Stampa: "uomo d'altri tempi, mai interessi personali".

ECONOMIA
"Corsa a ostacoli per il Fiscal Compact" (Sole p.2): migliorano i conti pubblici, grazie alla congiuntura favorevole migliorano le prospettive di crescita e secondo il governo nel 2016 il trend del debito si inverte per arrivare al 123,7% sul Pil nel 2018. Ma è allarme per Regioni e Comuni: con il pareggio di bilancio per le autonomie locali, "investimenti a rischio blocco" (Sole p.3). Nel Def, infatti, per le infrastrutture stimato un calo del 10% nei prossimi 4 anni e la spesa in conto capitale è quasi azzerata nei preventivi. Sui conti pubblici, il Corriere (p.17) segnala "il pasticcio dell'Imu, evasione ed errori: buco da 6,5 miliardi". La base imponibile ridotta del 30% rispetto alle attese a fine 2013. Sottratti al Fisco 9,8 miliardi in due anni. Secondo il Fatto (p.18) c'è la "mina degli 80 euro che rischia di far esplodere" i conti pubblici. Sull'economia del Paese, "i dati positivi non mancano" anche secondo Silvestrini (Cna) intervistato da A&F (p.37): "Jobs act, sgravi, eco bonus, siamo ripartiti ma non basta". Con la legge di Stabilità è necessario uno sforzo sulla tassazione delle imprese. Cauto anche Sangalli (Confcommercio) intervistato dal Corriere (p.8): "Attenzione alla fiducia, per tante famiglie e imprese la ripresa non è ancora arrivata". Sulla crescita "prudenza è d'obbligo per tre motivi": la crescita "non è ancora solida né diffusa", le imprese dei settori Confcommercio "continuano a soffrire" e, infine, c'è la questione Sud. La soluzione? "Tagliare la spesa pubblica improduttiva e abbassare le tasse, a partire da una riduzione generalizzazione dell'Irpef già nella Stabilità". Intanto nella manovra arriva una "nuova stretta sui giochi" (Messaggero p.11): 800 milioni di tasse in più. E spunta il balzello di 2500 euro per agenzia e di 200 euro a macchinetta a carico dei gestori. E sulle pensioni flessibili la linea del governo resta: "niente pasticci, scelta permanente" (QN (p.16), ma resta da trovare un miliardo e mezzo.
Il Corriere (p.24) intervista Furlan (Cisl) che replica alla "società post-sindacale" descritta ieri da Di Vico sulle colonne del quotidiano: "Non saremo mai una società post-sindacale, la mediazione fra le parti non può essere sostituita dalla legge o dal paternalismo fai da te". Sulla riforma dei contratti: "C'è ancora spazio per un accordo con tutti. Noi intanto ci muoviamo per conto nostro. Porteremo il 70% delle nostre risorse, sia umane sia economiche, sul territorio per potenziare la contrattazione di secondo livello".
Su A&F (prima e p.2) le strategie di Alitalia, "Hogan vuole un colpo d'ala, nuovo ad e più deleghe a Montezemolo".

POLITICA
"Contro i 75 milioni di emendamenti l'arma della 'ghigliottina totale'" (Corriere p.13 e altri): Grasso preme per la mediazione ma potrebbe non ammettere in blocco le richieste mentre Calderoli nicchia e non è detto che mantenga tutti gli emendamenti. Su tutti i quotidiani l'ottimismo del ministro Boschi che dalla festa di Scelta Civica però ammette: "non sarà una passeggiata di salute". La minoranza dem infatti torna già alla carica. Chiti sul Corriere (p.12) chiede di "intervenire subito sulle norme transitorie e sull'elezione del presidente. Per noi necessario che anche la prima volta i senatori siano scelti dai cittadini. Per il Colle va allargata la platea". Ma il capogruppo Pd al Senato, Zanda, mostra tranquillità: "L'intesa nel Pd terrà. Con le riforme Italia più forte. Il punto di equilibrio sull'art.2 è molto serio e resisterà anche ai voti segreti. Con Grasso anche opinioni diverse ma noi leali e rispettosi a differenza di altri". Sulle riforme Renzi sostiene che stiamo stupendo il mondo e intanto Alfano annuncia una verifica di governo nel 2016 (Repubblica p.17).
Aria tesa nel centrodestra con "Berlusconi scommette su Milano: eccomi, rientro sulla scena politica" (Corriere p.15 e altri) e annuncia per questa settimana il nome del candidato sindaco che secondo Repubblica (p.16) sarà Paolo Del Debbio. Da Atreju però Meloni (FdI) insiste con l'ex premier - "la strada è quella delle primarie" - e soprattutto Salvini intervistato da QN (p.15) già stoppa il Cav: "Sarà la Lega a dettare la linea. Su Milano dobbiamo trattare. Silvio e io ci incontreremo presto. Ancor più netta la versione della Stampa (p.12) secondo cui Salvini avrebbe confidato ieri ai fedelissimi che "Berlusconi ha fatto il suo tempo, può fare il padre nobile, dare consigli, ma non può dare patenti politiche". "Silvio si rassegni, è finito. Si faccia da parte" aggiunge Fitto in un'intervista a Repubblica (p.16) lanciando le primarie: "saranno gli elettori a scegliere il prossimo leader del centrodestra".
Su Repubblica (p.19) lo scontro Pd-Ncd che mette a rischio la nuova prescrizione anti-corruzione: i centristri voteranno contro il testo che allunga i termini dei processi.
Su tutti i quotidiani il ricordo dello storico esponente Pci, Ingrao "il poeta eretico fra il popolo e le istituzioni" (Corriere p.10). "Avevamo le stesse passioni, lasciate per gettarci nella politica. Una persona di assoluta limpidezza morale, mai un interesse personale": il ricordo di Napolitano in un'intervista a Calabresi sulla Stampa (p.27).  

EUROPA
Siria, i caccia francesi bombardano l'Isis (Corriere o,5 e tutti): Hollande annuncia le prime azioni ma per l'orientalista francese, Olivier Roy, a Repubblica (p.8): "I raid non bastano, l'Ue non ha alleati sul terreno". Per il generale Jean a QN (p.4) "quello francese è un intervento non sposta" mentre l'esperto di jihadismo, Thomson, al Corriere (p.5) parla di "atto di legittima difesa che convince il pubblico ma alza rischio attentati". Renzi contrario ai blitz: "Evitiamo una nuova Libia" (Repubblica p.6 e tutti) ma per la Stampa (p.7) il premier, nel quartiere generale Onu, appoggia la Russia per tornare protagonista in Libia cercando maggiore autonomia nel Mediterraneo. Intanto tra intelligence, raid e aiuti ai ribelli, ogni Paese fa la sua guerra (Stampa p.4) e anche per il Corriere (p.6) il fronte non è unito: "Gli Usa puntano su aerei, forze speciali e aiuti mentre la Russia si allea con Iran e Israele. Tutti uniti contro l'Is ma tutti avversari". Per Jean QN (p.4) "servirebbe un intervento composto da due divisioni americane, integrate da forze europee, giordane e irachene, ma Obama non metterà gli scarponi sul terreno mentre la Russia ha forze per fare la differenza ma l'azione di Putin è negozionale verso una successione morbida ad Assad" ma per Lawrence Korb, veterano della politica estera Usa "Contro il Califfato va bene anche Assad ma guai a mandare truppe occidentali" (Messaggero p.4). Gli Usa intanto chiedono aiuto a Roma: "Parlate con Mosca e Teheran" (Stampa p.7): pressione per convincere le parti ai cooperare.Oggi faccia a faccia Putin-Obama all'Onu: Rampini (Repubblica p.6) parla di "risiko sul futuro di Assad per il difficile disgelo". Putin sfida gli States: "Senza di  noi vincerà l'Is", per la Stampa (p.6) la vera partita per Mosca è mettere in secondo piano l'Ucraina e per l'ex ambasciatore Usa all'Onu, Bolton "Obama sbaglia in Siria e il Cremlino ne approfitterà" (Repubblica p.8).
Spagna, alle elezioni regionali in Catalogna vincono i separatisti e ora si "vede" la secessione: maggioranza ma si resterebbe sotto quota 50% (Corriere in prima e p.2 e tutti). Lepri sul Corriere (in prima e p.37) parla di pericoli per tutta l'Ue "che non può permettersi fratture come questa". Per Campi (Messaggero in prima e p.14) è "uno schiaffo con messaggio all'Ue" mentre per Caracciolo (Repubblica in prima e p.31) "una separazione ridisegnerebbe rapporti di forza anche fuori Ue".

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