Commentario del 13.09.2015


IN PRIMA PAGINA
L'abbraccio tra Flavia Pennetta e Roberta Vinci al termine della storica finale degli Us Open campeggia su tutte le prime pagine dei quotidiani, buona parte dei quali dedicano le aperture proprio alla grande giornata di sport per l'Italia. "Pennetta trionfa. Poi annuncio shock: 'lascio il tennis" (Repubblica), "Pennetta vince il derby italiano. 'E' un sogno, io mi fermo qui" (Corriere), "A Pennetta il derby azzurro d'America" (Stampa), "I campioni siamo noi" (Gazzetta dello Sport). Su tutti i quotidiani, le polemiche politiche per la decisione del premier Renzi di recarsi a NY ad assistere alla finale. Per Salvini "una vergogna". "A Renzi piace vincere facile" (Giornale), "Doppio Fallo" (Tempo), "Voleè di Stato" (Libero). Ampio spazio anche alla svolta 'rossa' del Labour inglese con la vittoria di Jeremy Corbin che diventa il nuovo leader, archiviando l'eredità di Blair: "Vince un (altro) ribelle antisistema" (Corriere), "Svolta Labour, vince Corbyn il Rosso" (Repubblica), "Terremoto Labour, l'anti-Blair Corbyn è il nuovo leader" (Stampa), "Così va in fumo l'eredità Blair" (Messaggero): il 66 enne deputato ha vinto le primarie con il 59,5% dei voti. Per la politica interna, ancora in primo piano la riforma del Senato: "Pd bloccato tra mediazione e veti" (Corriere), "Riforme, prove di dialogo" (QN) ma D'Alema non esclude la scissione. Novità anche sul versante economico in vista della legge di Stabilità: "Pil, il governo alza le stime e blinda i tagli alle tasse" (Messaggero), "Visco, ripresa meglio del previsto" (Stampa). Sul tema dei contratti, Camusso in un'intervista alla Stampa respinge la sfida di Squinzi: "Non si toccano".

POLITICA
Su tutti i quotidiani le polemiche per il viaggio di Renzi a NY per la storica finale degli Us Open tra Vinci e Pennetta. Per Salvini "una vergogna" ma il premier parla di "Giornata storica". All'attacco soprattutto Giornale, Libero e Tempo. Il tema politico del giorno, comunque, è ancora la riforma del Senato. "Ritocchi all'articolo 2. Il no di Guerini. D'Alema attacca ed evoca la scissione" (Corriere p.5): l'ex premier annuncia che "se Cuperlo darà battaglia dentro o altrove" darà una mano. Ma il dissidente Gotor, intervistato dal Corriere (p.5), apre: "per la prima volta c'è un segnale di dialogo. L'obiettivo è l'unita dei dem. Lo stop dei vertici? Resta una buona giornata". "Approviamo il testo, poi una legge ordinaria per scegliere i senatori" propone Delrio in un'altra intervista al Corriere (p.8). Nei dem "è guerra di nervi" secondo il Messaggero (p.8) che racconta prima dell'apertura di Tonini ai dissisenti e poi del successivo altolà di Guerini. "Sorpreso dall'offerta, così l'unità è possibile, deluso da Finocchiaro": su Repubblica (p.11) Vannino Chiti, altro dissidente, definisce l'apertura di Tonini "una bella sorpresa" e spiega che con la proposta della minoranza "ci sarebbero due schede, una per i consiglieri regionali e una per i senatori". "Grave strappo modificare l'articolo 2" commenta invece il capogruppo Zanda, in un'intervista ad Avvenire (p.10) nella quale specifica che "il 95% della riforma è condivisa" e invita a "non arroccarsi sulla grammatica costituzionale". Zanda apre anche sulle unioni civili: "Si può cambiare, possibile specificare i diritti senza riferimenti al matrimonio. L'utero in affitto è vietato".
In due sondaggi pubblicati da Corriere (p.6) e QN (p.6) emerge che gli italiani sono favorevoli alla riforma del Senato: secondo Pagnoncelli "il bicameralismo va superato per due italiani su tre" anche se "il 73% vuole il Senato elettivo", per Noto "agli italiani basta una sola Camera" e con "l'Italicum tornano le coalizioni con un listone filo-governativo in vantaggio ma Sel è decisiva".
Nel centrodestra, secondo il Messaggero (p.9) proseguono le prove d'intesa tra Lega e Fi "ma Salvini frena: non è fondamentale" e gli azzurri avvertono: "siamo noi il perno della coalizione e il lader resta Berlusconi". Per Repubblica (p.13), invece, dopo il sondaggio choc di ieri, il Cav avrebbe deciso di smarcarsi dalla Lega e di andare al congresso Ppe a Madrid: "basta rincorrere Salvini. Riprendiamoci i voti moderati". Replica il leghista: "Silvio ha le idee confuse". Brunetta (FI) preferisce attaccare Ncd: "Alfano si fa male da solo, FI non complotta ma vuole larghe intese. Noi all'11%? Perché Berlusconi è fuori dalla politica, ha subito la violenza Severino, ma tornerà".
Sul Corriere (p.9) retroscena sul M5S: "un posto a Casaleggio nello statuto. L'idea per rafforzare la guida". Nel nuovo documento, inseriti due garanti al posto del solo 'presidente' Grillo.

ECONOMIA
"Pil, il governo alza le stime di crescita, il taglio delle tasse adesso è blindato" (Messaggero p.6): pronta la revisione del Def, per il 2016 si profila l'aumento dell'1,6%. E Padoan conferma: "tasse giù" (Repubblica p.28), priorità Tasi, Sud e sgravi-assunzioni. Sul rientro dei capitali "a fine mese l'ultima finestra" annuncia il ministro (Corriere p.27). Per il Secolo XIX (prima e p.2) il governo "trova cinque miliardi per abolire Tasi e Imu": confermata la manovra da 25 miliardi ed è a buon punto la trattativa con Bruxelles per avere più flessibilità. Secondo il Sole (p.4) per le imprese ci sarà un pacchetto da un miliardo e sull'Ires prende quota il mini-taglio limitato a Sud e piccole imprese da 350 milioni. Repubblica (p.29) riporta anche i dati del consorzio del Pos che indicano più spese con il Bancomat nel primo semestre: "nuovo segno di ripresa". Ieri è intervenuto anche il governatore Bankitalia, Visco: "consolidare la crescita con riforme" (Sole p.2 e altri). "La revisione al rialzo delle stime sul Pil era scontata" ha spiegato Visto che ha definito "importante anche il dato sui consumi". Verso la manovra, il governo ha anche altri dossier aperti (Sole p.4) dal lavoro alla sanità passando per la spending: allo studio, tra le altre cose, un prolungamento selettivo della decontribuzione i cui beneficiari dovrebbero essere il sud e le donne. Su tutti i quotidiani anche i dati sulle assunzioni nella scuola. "Il posto lontano da casa non spaventa i prof solo 244 dicono di no" (Repubblica p.20): accetta oltre il 97%. Sul Sole (p.4) il decreto sui passaggi del personale delle Province ad altri Enti della Pa: "a fine anno le liste per la mobilità", ma spunta il rischio di "stipendi ridotti ai dipendenti che si trasferiscono" (Messaggero p.7). Sul Giornale (p.8) e altri, i dati della Cgia di Mestre: "tasse patrimoniali da record. Una stangata da 48 miliardi".

EUROPA
"L'integrazione europea è l'unico antidoto ai populismi" spiega Laura Boldrini al Corriere (in prima e p.10) commentando l'intesa siglata tra i presidenti di quattro Parlamenti con la quale si spinge ad azioni comuni su immigrati e crisi. "L'integrazione è la risposta alle persone e a chi vuole disgregare l'Ue – spiega ancora il presidente della Camera -. In questo mondo globalizzato nessun Paesi può tutelare da solo in modo efficace i propri interessi per esempio in economia, flussi migratori, energia etc. La soluzione non è il ritorno al nazionalismo". Domani vertice Ue sull'immigrazione: si lavora ad un sistema di sconti sul deficit per chi accoglie ma Padoan frena: "la Commissione valuterà in che senso le risorse impiegate dagli Stati possano essere riconsiderate, e questo è tutto da vedere". Mentre Moscovici ha confermato che la Commissione avvierà uno studio sul costo dell'accoglienza per i Paesi membri (Repubblica p.15). Norbert Rottgen, presidente della Commissione Esteri del Parlamento tedesco al Messaggero (p.10): "Dobbiamo superare l'emergenza, altrimenti ci saranno gravi danni per l'Ue" e secondo Alesina e Giavazzi, che firmano l'editoriale del Corriere (in prima e p.35) "il modello di accoglienza devono essere gli Usa dove la convivenza multietnica funziona molto bene". Resta sulla linea dura l'Ungheria: Orbàn prepara una barriera lungo la ferrovia per bloccare i profughi (su tutti) e dall'Austria arriva l'accusa del premier Fayman che definisce "nazisti" i metodi ungheresi. "Senza accoglienza perdiamo umanità. Ma l'Ue ha capito troppo tardi" commenta lo scrittore, Nobel nel 1986, Wole Soyinka su Repubblica (p.19). Il tema migranti è sempre più legato alla situazione in Libia e Siria. Secondo Romano Prodi (Messaggero in prima e p.20) "solo l'accordo Russia-Usa salverà la Siria, dove serve preparare la soluzione per il dopo Assad evitando gli errori commessi in Libia e Iraq" intanto Russia, Francia e Belgio preparano l'offensiva contro l'Is con Mosca che ribadisce: "Non c'è alternativa ad Assad" (Messaggero p.12).

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