Commentario del 23.07.2022

PRIME PAGINE
Politica. Manovre e scintille tra i partiti (Corriere). Meloni vede Berlusconi: non si discutono le regole sulla leadership. Scontro M5S-Pd.
Ora Meloni fa pesare i sondaggi e chiede più collegi uninominali (Messaggero). Meloni: "Pronti a governare (Stampa). "L'agenda di Draghi fa vincere Meloni" (Fatto). Il Pd va al centro, c'è spazio per il terzo polo M5S-Progressisti. Silvio già in campo, Letta stoppa Renzi (Qn). Trame e trucchetti, così la sinistra punta al pareggio (Giornale)
Economia. Dl Aiuti, spunta la proroga del bonus 200 euro (Messaggero). Allo studio anche il taglio dell'Iva sui beni alimentari. Il prezzo della crisi (Repubblica). Il governo con meno poteri deve ridurre il decreto aiuti a 3 miliardi. La sinistra ha distrutto il ceto medio (Libero)
Esteri. Grano, disgelo Mosca-Kiev (Messaggero). Firmati a Instanbul gli accordi (separati) per far partire le navi da tre porti ucraini.  La pace del grano (Stampa).

ECONOMIA
Il grido dell'Italia tradita: "I più fragili pagano la crisi" (Repubblica p.2-3). Dalla Chiesa alle associazioni del terzo settore, appelli ai partiti per la responsabilità: "In autunno situazione esplosiva". Zuppi: "No a tatticismi incomprensibili e risposte ideologiche". Profondo scontento tra gli industriali del Nord. Tra taglio Iva e bonus salari rischiano però di saltare gli aiuti alle famiglie. Per il governo sicura solo la proroga degli sconti in bolletta da 3 miliardi di euro. Per interventi più corposi Draghi vuole il sì di tutti i partiti. Per il Corriere (p.5) sì alle scadenze legate al Pnrr, no a patti sul gas: ecco il perimetro del governo. Nella gestione ordinaria l'esecutivo ha un mandato leggermente più ampio per garantire la continuità amministrativa necessaria per ricevere i fondi Ue. Il Messaggero (p.3-4) bonus 200 euro rinnovato e sconti per le imprese: c'è l'ipotesi taglio dell'Iva. Prende corpo il nuovo decreto Aiuti, il varo previsto entro la fine del mese. Sono necessari almeno dieci miliardi ma il Tesoro cerca ulteriori coperture.  Gli Aiuti dimezzati, titola invece la Stampa (p.6). Dopo le dimissioni di Draghi il decreto agosto passa da dieci a tre miliardi, in attesa che i partiti trovino l'accordo sul bonus 200 euro o sul taglio dell'Iva.
Intanto la Borsa promuove la Bce ma l'inflazione vola al 7,3%: ora l'Ue teme la recessione (Stampa p.14). Rendimenti dei Btp ancora alti, però in lieve regresso dopo un mese di corsa per la crisi politica. Le previsioni di Francoforte: prezzi oltre il 3 per cento nel 2023. Indice Pmi invece ai minimi da 25 mesi. Rogoff, ex capo dell'Fmi: "Senza Draghi l'Italia è vulnerabile, Lagarde la aiuti o lo spread esploderà". Tensione sullo spread, torna a 238 punti, titola sul tema il Corriere (p.13). La difesa dello scudo di Francoforte. Quasi piatta la Borsa di Milano, ma le banche spiccano tra i titoli con le quotazioni in calo.
La Stampa (p.15) parla di stangata sui mutui. Il rialzo dei tassi cambia un mercato che correva da anni: condizioni più dure e incertezza in vista di possibili nuovi aumenti.

POLITICA
La corsa al voto: subito alta tensione tra liti e vertici (Corriere p.2-3). Meloni incontra Berlusconi, sul tavolo le regole per la leadership. Attacco di Conte al Pd, ma i dem replicano: l'alleanza non c'è più. Draghiani ferventi, interessati o immaginari: la sfida sul "brand" e i partiti divisi. Un po' tutti adesso rivendicano di averlo sostenuto con lealtà, anche chi ha contribuito a determinarne la caduta.
"Governa chi vince alle urne, con Vox ho sbagliato i toni e su Kiev non cambio idea", così Giorgia Meloni, a tuttotondo, nella sua intervista su Stampa (p.2-3). La leader di FdI: "In politica estera sono atlantista, sì alle armi all'Ucraina". Poi ammonisce: "Il programma della coalizione sia realistico". Per lei prove di disgelo con Silvio, ma lo scoglio sarà Salvini: sul tavolo liste e leadership. Anche Repubblica (p.4) parla di centrodestra al voto unito ma diviso: l'incognita è il leader. Salvini in linea con Meloni ma FI frena: "Presto per le regole".
Per i dem invece è la fine del campo largo, scrive il Messaggero (p.7-8). L'addio difficile al M5S: alleati nelle Regioni, separati alle Politiche. Letta cerca i moderati, ma Calenda non cede: meglio andare da soli. Il piano di Di Maio invece è una lista insieme ai sindaci e accordo con i dem. L'asse del ministro con Sala e Pizzarotti: no ai populisti, uniti per l'agenda Draghi. Radicamento nel territorio e niente nomi nel simbolo: "Non sarà un partito personale". Le parole di Di Maio trovano spazio su Repubblica (p.7): "Partita aperta per le forze responsabili, il nuovo governo riprenda l'agenda Draghi".  Di Maio parla anche a Stampa (p.7) e attacca: "Conte ha perso undici milioni di voti e ha regalato il potere alla destra". Sempre su Stampa (p.8) anche le parole di Provenzano: "Dal M5S un errore imperdonabile, il Pd ora è a vocazione maggioritaria". Per il Giornale (p.3-4) la sinistra parte con i trucchetti per tentare il pari con il centrodestra. Alchimie elettorali al Senato, le strategie di Letta che si affida anche agli slogan. Baraonda al centro: Cangini va con Calenda che lancia accuse al Pd. Tra peones, big e sedicenti big parte la caccia ai seggi ridotti, scrive Repubblica (p.9). La riforma costituzionale taglia del 30% i parlamentari e le elezioni ravvicinate scatenano la concorrenza nei partiti. Per il M5S pesa anche il vincolo del doppio mandato. Nel Pd invece 27 candidature in bilico. Secondo Renzi intanto: "Serve un polo del buonsenso per bloccare i sovranisti" (Stampa p.10). E definisce le dimissioni di Draghi "un autogol per il Paese".

ESTERI
Sul grano il primo patto dal giorno dell'invasione. L'Onu: "Speranza di pace. Evitato l'incubo fame" (Repubblica p.12-13, Stampa p.16-17, Corriere p.14, Messaggero p.10). A Istanbul la mediazione della Turchia e dell'Onu ha raggiunto il risultato: il protocollo siglato da Mosca e Kiev sbloccherà più di 20 milioni di tonnellate di cereali dai porti ucraini che potrebbe contribuire a evitare una crisi alimentare globale e a frenare l'impennata dei prezzi del cibo. Accordo sottoscritto ieri dal ministro della Difesa Shoigu per la Russia e dal ministro delle infrastrutture Kubrakov per l'Ucraina – alternatisi al tavolo senza incontrarsi, segno di diffidenza tra le parti - ma che rappresenta comunque un passaggio storico, improbabile fino a qualche settimana fa. Non c'è un cessate il fuoco: è un test di fiducia. Guterres: "Intesa inedita tra Paesi in conflitto. Un faro di speranza". Zelensky: "Ci fidiamo dell'Onu perché sia garantito il rispetto dell'accordo ed evitate provocazioni". La mediazione Onu prevede che le navi di Kiev attraversino il Mar Nero in sicurezza. I prezzi ai livelli pre-invasione.
Anche l'Italia dice no ai tagli sul gas: è il tutti contro tutti (Stampa p.18). Si allarga il fronte che si oppone alla riduzione del 15% dei consumi. La Commissione insiste ma un'intesa al vertice di martedì è esclusa. Troppi Paesi contrari, troppe divergenze tra delegazioni. L'Italia che guida il fronte dei Paesi mediterranei che si oppongono alla proposta della von der Leyen, tanto che Cingolani ha deciso di scrivere una lettera a Bruxelles per certificare il "no" italiano ai punti-chiave della proposta: "Il razionamento non sia obbligatorio".
Per Trump l'accusa più infamante: "Fu complice dell'assalto al Congresso" (Repubblica p.14, Corriere p.16, Messaggero p.11). Nuove testimonianze confermano che per 187 minuti incitò i violenti anziché tentare di fermarli, accusa più infamante possibile, considerando che il presidente degli Stati Uniti è anche comandante in capo delle forze armate: "Dereliction of duty", cioè inadempienza ai doveri della sua carica. In sostanza complicità con gli assalitori più violenti del Congresso, che diventa tradimento davanti a chi quel giorno perse la vita per difendere la democrazia americana. Accusa lanciata nell'ultima audizione della Commissione d'inchiesta della Camera.

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