Commentario del 08.07.2022

PRIME PAGINE
Boris Johnson, l'ora della resa (Corriere). Cade il premier populista (Repubblica). Bye bye Boris Johnsom: "Lascio, io frenato dal gregge" (Stampa). Il Giornale: Occidente più debole, Russia e Cina godono. Putin minaccia: "In Ucraina è solo l'inizio". Al G20 gelo Lavrov-Blinken (Stampa).
Italia-Politica. Dl Aiuti, fiducia alla Camera, al Senato incognita 5S (Repubblica, Messaggero). Il M5S non vuole votare la fiducia in Senato (Fatto).
Italia-Economia. Sindacati, sì al piano Orlando sul lavoro, ma è scontro sul cuneo fiscale (Stampa). Statali, la svolta del merito: approvati nuovi criteri per scelta e promozioni nella Pa (Messaggero). Superbonus, boom anche a giugno (Sole).
Covid. Ema e i vaccini: "Subito quarta dose per gli over 60" (Repubblica, Stampa).

ECONOMIA
Lavoro, i sindacati aprono a Orlando: sì al piano sul lavoro povero, ma è scontro sul cuneo fiscale (Stampa p.6). L'idea di stabilire un salario legale per tutti (al Senato c'è un ddl che fissa una retribuzione di 9 euro l'ora) non piace ai sindacati, lascia freddi gli imprenditori e in Parlamento il centrodestra è contrario. Quindi, meglio valorizzare la contrattazione. Cgil, Cisl e Uil hanno già aperto a questa ipotesi, così come i ministri della Lega e di Forza Italia. Confindustria sostiene di non essere interessata alla partita del salario minimo e punta sul taglio del cuneo fiscale, che per Bonomi deve essere di 16 miliardi e tutto a favore delle imprese. Uno scenario che Landini, Sbarra e Bombardieri non vogliono prendere in considerazione. Il presidente di Federmeccanica Visentin alla Stampa (p.6): "Dobbiamo ripartire dalla proposta di Confindustria di tagliare il cuneo fiscale dell'8%. In questo modo i lavoratori recupererebbero una mensilità e coprirebbero l'aumento
dell'inflazione. Non ci sono alternative. La risposta non è nei bonus".
Statali, la svolta del merito: il Messaggero (in prima e p.9) segnala le nuove linee guida che prevedono la valutazione, oltre alle conoscenze, di abilità e motivazioni. Il ministro Brunetta: "Basta turnover automatici, faremo entrare nuove professionalità". Tra i profili ricercati ci sono gli esperti di e-procurement, transizione verde e digitale.
Pnrr, la ministra Bellanova alla Stampa (p.12) spiega: "Ci sono difficoltà che rischiano di rendere meno efficaci le opportunità legate al Pnrr. Bisogna assolutamente intervenire là dove si creano colli di bottiglia e questo è un lavoro che è stato già avviato. Non possiamo permetterci il lusso di mancare questa sfida. Dopo il piano Marshall, il Pnrr rappresenta l'intervento  più straordinario di cui può godere il nostro Paese".

POLITICA
Fiducia, ok alla Camera per il Dl Aiuti, ma ora è incognita per il comportamento del M5S in Senato. I grillini chiedono "garanzie per votare sì" (Repubblica p.6 e tutti). L'ex viceministro 5S Buffagni alla Stampa (p.11): "Restiamo insieme a Draghi se risponde su bollette e bonus". L'idea del M5S – secondo Repubblica (p.7) – sarebbe quella di lasciare il governo a settembre. Ma il Quirinale non vuole salti nel buio e non è più un tabù l'ipotesi del Draghi bis. Anche Letta apre al Draghi bis: "Se i 5S lasciano, ci penseremo" (Stampa p.11). Il M5S diviso in due anime: da una parte le colombe – da Crippa a Dadone – che spingono per restare; dall'altra i falchi – da Ricciardi a Taverna – che guidano la fronda (Messaggero p.5). Ora Draghi teme l'instabilità permanente e di restare in ostaggio (Giornale p.8): il premier teme uno strappo di Conte a settembre, alla vigilia della legge di Bilancio. Nel Pd restano le tensioni sull'alleanza con il M5S. Bonaccini a Repubblica (p.9): "Nessuna alleanza con chi apre una crisi al buio. I 5S non tornino al populismo".
Intanto Salvini alza il tiro su Ius Scholae e cannabis: Salvini provoca il governo e riunisce la Lega (Stampa p.10). "Lega a visto aperto": Salvini – secondo il Corriere (p.10) – lancia la nuova fase di pressione sull'esecutivo.

ESTERI
Borisexit: in primo piano le dimissioni di Johnson: "Lascio, il gregge mi ha frenato" (Repubblica p.2-3 e tutti). Travolto da scandali e rivolta interna al suo stesso partito, il premier alla fine cede. Ora la base Tory vuole Wallace, il candidato riluttante. Il ministro della Difesa, ex soldato e duro anti-putiniano, è in pole per la successione. Tra i favoriti anche Truss (Esteri), Javid, il rimpiazzo Zahawi e l'astro nascente Mordaunt. Elisabetta si tiene fuori dalla politica.
Intanto, anche Biden è in bilico – scrive Repubblica -: se perde a novembre non si ricandiderà. I democratici spiegano: la sconfitta alle midterm affosserebbe un secondo mandato. In lizza per il 2024 i governatori di California, Illinois e New Jersey.  Il Giornale (in prima e p.4) scrive: con l'Occidente più debole, Cina e Russia esultano. Putin avverte l'Occidente: "Non abbiamo ancora iniziato" (Corriere p.14, Messaggero p.11 e tutti). Il presidente alla Duma lancia un messaggio di forza e si scaglia contro la comunità internazionale: "Provate a batterci sul campo. In Ucraina non abbiamo ancora cominciato a fare le cose sul serio. La guerra è colpa dell'Occidente che dovrebbe aver capito di aver perso fin dall'inizio".
Nel corso del G20 di Bali si registra il gelo tra Blinken e Lavrov. Parte la sfida sulle alleanze (Stampa p.20, Corriere p.14). Via al vertice in Indonesia: sul tavolo crisi alimentare ed energetica. A Bali riappare il ministro degli Esteri Lavrov, che ha detto: "Ampliamo la cooperazione con la Cina per fronteggiare gli Stati Uniti. Impediremo all'America e ai suoi Paesi satelliti di contenere il nostro sviluppo". La replica del segretario di Stato americano: "L'affronto della Russia all'ordine internazionale non può andare avanti".
Nel frattempo La Stampa (p.18-19) ragiona sul soppio gioco di Erdogan: alleato dell'Occidente, ma fa affari con la Russia e vuole mediare in Ucraina.

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