Commentario del 30.07.2022

PRIME PAGINE
Verso il voto. M5S, Grillo licenzia le stelle (Repubblica e tutti). I 5 stelle azzerano gli eletti (Corriere). Il fondatore vince sui due mandati: schiaffo a Conte e Travaglio (Giornale). Comanda Grillo: a casa tutti i big (QN). Grillo riduce i 5S (Messaggero). Conte al Fatto: "Il Polo giusto dei 5S è aperto alla società civile". Intanto Calenda svuota Fi. Gelmini: "Avanti con Draghi" (Stampa).
Il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere: il centrodestra molto avanti. Testa a testa Meloni-Letta.
Il Giornale apre con la campagna contro il centrodestra: "Insalata russa con bufale". Libero in esclusiva: per gli 007 Letta uomo di Putin.
Italia-Economia. Crescita, Italia al top in Europa (+4,6%9. Ma fare la spesa costa come nel 1984 (Sole). Italia locomotiva d'Europa: nel 2022 Pil a +3,4% (Messaggero). "Eppur si cresce" titola Avvenire. L'Italia smentisce i gufi – scrive il Giornale -: cresce più della Germania. Pesa però l'inflazione: dai fagiolini al pane, inflazione senza freni, ma a sorpresa sale il Pil (Stampa).
Esteri. Accuse Mosca-Kiev sulla strage nel carcere (Corriere).
Cronaca. Migrante ucciso in strada a bastonate (Repubblica).

ECONOMIA
Italia locomotiva d'Europa: nel 2022 Pil a +3,4% (Messaggero in prima e p.7 e tutti). L'Istat registra il sesto semestre positivo consecutivo per il Pil, con le imprese che trainano lo sviluppo. "Gufi smentiti" scrive il Giornale (p.8). Il Pil italiano supera i livelli pre-Covid (Repubblica p.22): dopo un primo trimestre pallido (+0,1%). nel secondo l'Italia registra una crescita dell'1%, oltre le attese. Solo Svezia e Spagna fanno meglio, mentre la Germania è a zero. Manacorda su Repubblica (p.27) invita alla calma nell'analisi dei dati del Pil: si tratta di una sorpresa e non del segno di una tendenza consolidata o destinata a consolidarsi. Tanto più che il governo è stato buttato giù e ora il futuro politico del Paese è quanto mai incerto. I dati positivi di un Pil che da aprile a giugno sale dell'l% rispetto al trimestre precedente e del 4,6% se paragonato a un anno prima hanno già in sé il segno di una certa precarietà. Un punto di Pil – scrive Manacorda - non fa primavera, economicamente parlando. La Borsa reagisce bene alla notizia e guadagna il 2,1%, mentre lo spread scende a 233, dopo un avvio a 244 punti base. Le prospettive sul terzo trimestre continuano ad essere positive, ma la tempesta si sposta ad autunno e alla prima parte del 2023 a causa dei timori per la crisi del gas. Il sottosegretario all'Economia, Federico Freni, al Messaggero (p.7) dice: "Adesso la ripresa va sostenuta con riforme strutturali e sostenibili. Con la riduzione dell'1% del cuneo fiscale facciamo un primo passo concreto per i lavoratori. E ai pensionati anticiperemo la rivalutazione degli assegni prevista per gennaio. Ma le misure cardine sono lo sconto delle accise sulla benzina e lo sconto sulle bollette attraverso l'azzeramento degli oneri di sistema". Al Corriere (p.11) il leader della Cgil, Maurizio Landini, avverte: "La crescita del Pil è una buona notizia, perchè significa che ci sono più entrate del previsto, che è giusto redistribuire, partendo da lavoratori e pensionati. Ma questa crescita continua a creare occupazione precaria. Siamo favorevoli alle mosse del governo con il decreto aiuti: il taglio del cuneo fiscale e la rivalutazione delle pensioni devono però diventare strutturali con la legge di Bilancio". Continua a pesare però l'inflazione sul potere d'acquisto degli italiani: nonostante il rallentamento di luglio (+0,4% su base mensile), la spesa resta ai massimi dal 1984 (Sole p.4). A luglio alimentari e prodotti della casa registrano un aumento del 9,1% (Repubblica p.22 e tutti). L'industriale del pomodoro, Francesco Mutti, alla Stampa (p.2) avverte: "Saremo costretti ad alzare ancora i prezzi, il governo tagli l'Iva per difendere i consumi".

POLITICA
M5S, Conte cede a Grillo sul doppio mandato. Addio ai veterani (Repubblica p.4 e tutti). Da Fico a Taverna, da Crimi a Dadone e Toninelli: dovrano rinunciare a candidarsi in Parlamento. Secondo Repubblica è la decapitazione di un pezzo dei 5S, quello storico, che finora guidava le dinamiche interne. Conte, intervistato dal Fatto (in prima e pp.2-3) nega gli attriti: "Io e Grillo abbiamo sempre ragionato assieme anche su eventuali deroghe alla regola per salvaguardare l'esperienza di alcuni portavoce. Di certo si tratta di una regola fondativa: ne capisco la filosofia e comprendo la posizione di Grillo, che è il custode dei principi". Poi Conte guarda alla campagna elettorale: "Per il sistema mediatico noi siamo diventati il nemico pubblico numero uno. Abbiamo pestato troppi piedi a interessi economici enormi. La nostra campagna è già pronta e sarà all'insegna dell'agenda sociale che abbiamo anticipato nei 9 punti dati anche a Draghi, per una vera transizione ecologica e non annacquata nel bla bla delle dichiarazioni politiche. Metteremo al centro i giovani, le donne, i ceti medi impoveriti, le partite Iva". Intanto molti esponenti storici non potranno ricandirsi. Roberta Lombardi al Corriere (p.2): "Sono sempre stata convinta che la politica debba essere intesa come un servizio civile a tempo determinato, poi è ovvio che man mano che acquisisci competenze e conoscenza ti rendi conto che è anche importante non disperderle". Fico, a colloquio con Repubblica (p.5), spiega: "E' la regola del doppio mandato a renderci credibili. Ora farò campagna elettorale". Ma la vittoria di Grillo sul doppio mandato non pacifica il M5S, scrive Massimo Franco sul Corriere (p.5). Intanto, altri esponenti lasciano il Movimento: il ministro D'Incà e il capogruppo Crippa vanno verso il centrosinistra.
Gelmini e Carfagna, dopo aver lasciato Fi, entrano in Azione (Corriere p.6 e tutti). Le due ex esponenti di Forza Italia deluse, salgono sul carro di Calenda (Stampa p.4). "Avanti con il metodo Draghi, la mia una scelta di coerenza" dice la Gelmini alla Stampa (p.5). Il leader di Azione – secondo Repubblica (p.6) – si prepara a dire sì a Letta. Calenda porta a sinistra le ministre ex forziste (Giornale p.5). Ma per il Corriere (p.7) Calenda sarebbe intenzionato ad aspettare ancora sul patto con il Pd, con le due ministre ex Fi che spingono per il no ad un accordo con i dem.
In vista dell'appuntamento elettorale del 25 settembre, il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere (in prima e p.9) vede il testa a testa tra FdI e Pd per il primo posto. Sono entrambi appaiati al 23%, ma il centrodestra domina come coalizione. Intanto, arriva l'avvertimento della Meloni agli alleati: "Mettiamo sul tavolo solo programmi seri" (Messaggero p.2 e altri). La presidente di Fratelli d'Italia dà l'altolà alle promesse di Salvini e Berlusconi in vista degli incontri che, a partire da lunedì, serviranno per definire le proposte comuni. Intervistata dal QN (p.4), la Meloni parla già dei suoi possibili primi provvedimenti: "Il punto primo è quello di sostenere l'economia reale, il lavoro e chi crea ricchezza e vuole assumere, innanzitutto togliendo vincoli, lacci e lacciuoli che non sono necessari e utili. Dobbiamo avere poche regole, rigorose e chiare. E non disturbare chi lavora,  perché uno Stato giusto capisce che la ricchezza la creano le imprese e i lavoratori e non i decreti. L'Italia è un Paese dove diminuiscono i diritti e aumentano le persone in difficoltà. Ma la soluzione non è quella del Reddito di cittadinanza: una misura stupida, controproducente e diseducativa, che disincentiva al lavoro". Proseguono intanto le indiscrezioni sulle ingerenze russe. Mentre il Copasir lancia l'allarme in vista del voto, Berlusconi smentisce colloqui con i russi (Sole p.7). Dopo i rumors di contatti tra esponenti di Mosca e uomini della Lega sulla caduta del governo Draghi, anche Berlusconi nel mirino per i colloqui con l'ambasciatore russo. Per il Giornale (in prima e p.2) è una campagna contro il centrodestra: un'insalata russa con bufale. Libero (p.2) le definisce "tutte favole del Pd per recuperare voti" e poi rilancia: i numeri dicono che è il Pd il partito più filo russo. Al Parlamento europeo i dem, riporta Libero, hanno votato il 22% delle volto per misure favorevoli a Putin.

ESTERI
Dalla caduta di Draghi raddoppiati gli sbarchi di migranti dalla Libia (Repubblica p.12). In aumento i flussi dalla Cirenaica. L'Onu: "La zona è controllata dalla Wagner". Mosca è coinvolta nel patto sul petrolio tra Haftar e il premier Dbeibah. Negli ultimi 14 giorni, da quando la crisi italiana è cominciata, gli sbarchi di migranti nel nostro paese sono stati 7.365, il 20% circa del numero complessivo da inizio anno.
Zelensky compare a Odessa: "L'Onu ci dia l'ok per le navi" (Corriere p.13, Repubblica e Stampa p.14, Messaggero p.8,). 10 sono pronte a partire. Il presidente si è presentato al porto di Chernomorsk, uno dei tre, insieme a Odessa e Pivdennyi, coinvolti nell'intesa, dove sarebbero 17 le navi già cariche. Lavrov e Blinken al telefono per 25 minuti sullo scambio dei prigionieri Griner-Bout. Hanno anche discusso del blocco navale russo che impedisce agli ucraini di esportare il grano (e che in teoria dovrebbe essere finito dopo un accordo firmato una settimana fa a Istanbul), nonché dell'annessione di territori ucraini. Mosca frena: "Prima dovete toglierci le sanzioni".
Colpito il carcere dei detenuti di Azov, 53 morti. Scambio di accuse tra Kiev e Mosca. Blinken-Lavrov, prima telefonata (Repubblica e Stampa p.14, Messaggero p.8, Corriere p.12). Per i russi: "Sono razzi Usa". Kiev: "Crimine di guerra russo. Con le bombe hanno sedato una rivolta. Strage per coprire le torture". Dei soldati sono stati filmati mentre mutilano i nemici prima di ucciderli. Sul web c'è perfino qualcuno che fa il tifo.
Orbán e il metodo del libro. Come l'amico delle destre italiane silenzia gli oppositori (Repubblica p.13). Ungheria, media censurati e avversari schedati: in Parlamento c'è un testo con le schede personali di chi prende la parola per rinfacciargli dichiarazioni del passato, accusarlo di vicinanza all'ex premier o di essere emissario di Soros o un burocrate di Bruxelles, e venire screditato. L'opposizione non ha voce per chi critica il premier.
L'America torna verde (Stampa p.20). Intesa bipartisan al Senato: al via un piano da 385 miliardi per ridurre le emissioni di Co2. Per Biden è il primo successo in politica interna: "L'agenda intrapresa dall'America avrà ripercussioni su molte capitali nel mondo intero", decisivo il senatore repubblicano Manchin le cui resistenze si sono ridotte. Per i senatori "questo pacchetto di norme cambierà per sempre l'economia Usa".

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