Commentario del 31.03.2022

PRIME PAGINE
Senza pace (Stampa). La mediazione di Draghi (Repubblica). Appello di
pace (Messaggero). Gelo di Mosca sulla tregua (Corriere). Draghi
telefona a Putin: "La chiamo per parlare di pace" (Sole). "Putin darà
ordine al mondo" (Tempo). I russi si ritirano anche da Chernobyl (QN).
Conte frena la spesa militare e ora la deriva bellica mette Letta sotto
assedio nel Pd (Notizia). La croce russa (Manifesto). Una bomba da
400mila euro sotto la sedia di Conte (Libero). Il grande bluff
(Giornale). Con Putin si parla con le armi (Foglio). Giù le armi
(Fatto). Negoziato senza tregua (Avvenire). Sondaggio Ghisleri: Sei
italiani su dieci dicono no a più armi (Stampa).
Elettricità e gas, prezzi giù del 10% dopo un anno e mezzo di rincari
(Messaggero). Pmi già alla canna del gas (MF). L'inflazione ora spaventa
l'Europa: Spagna +9,8%, Germania +7,3% (Sole).
Covid, l'emergenza è davvero finita ecco cosa cambia (con due rimpianti)
(Giornale). Smobilita anche il Cts l'emergenza è finita via Figliuolo,
c'è Petroni (Stampa).

ECONOMIA
Un po' di sollievo in bolletta, metano e luce giù del 10% (Repubblica
p.15 e tutti). Dopo 18 mesi di aumenti, le bollette di luce e gas,
nonostante le turbolenze causate dalla guerra, iniziano a scendere. Da
domani una famiglia tipo con contratto di tutela pagherà il 10,2% in
meno per l'elettricità ed il 10% in meno il gas (Stampa p.13). Arera
sblocca gli sconti su luce e gas dal 1° aprile. Bollette, arrivano i
tagli ma il conto resta salato - segnala Messaggero (p.11) mentre Libero
(prima e p.8) evidenzia, "le bollette calano del 10% ma il 15% non le
paga più".
La crisi dell'energia spaventa e gli italiani riducono i consumi
(Messaggero p.11): la stragrande maggioranza degli italiani, tre su
quattro, teme per il proprio futuro. Così tanto da ridurre i consumi al
lumicino e rivedere i programmi di spesa, da un'indagine Ipsos. Caro
energia, pmi sotto stress (MF p.2), secondo Cerved, sui settori esposti
ai rincari, i ritardi interessano quasi metà dello scaduto a fine 2021.
Lite nel governo sugli incentivi per le auto meno inquinanti, Giorgetti
attacca Franco e Giovannini (Stampa p.20, Messaggero p.20): il ministro
dello Sviluppo da Torino, "siamo in ritardo, auspico l'arrivo in
settimana". Il Tesoro: "Partita più complessa, decisivo spingere sulla
transizione". Il decreto attende l'ok di Mef, Mims e Mite.
Zaia, governatore del Veneto, al Corriere (p.13) lancia l''allarme per
l'aumento dei prezzi delle materie prime: "Spero che si continui a
verificare la fondatezza degli aumenti, scandaloso che gli enti
regolatori non si accordino per evitare quanto accade sui prezzi".
Pagamenti in rubli, Mosca frena, primo fronte interno per Putin
(Corriere p.12, Repubblica p.14 e altri): lo stop di due figure chiave,
la banchiera centrale Nabiullina e il vicepremier Novak, sul rifiuto di
accettare i soldi in euro o in dollari. Roma ai russi: "rispetteremo i
contratti in vigore". Alla fine, il dittatore russo ha dovuto prendere
tempo sulla scadenza di oggi che aveva indicato: non ci sarà per il
momento, alcun blocco delle forniture di gas all'Europa se i governi
dell'Unione continueranno a rifiutarsi di pagare in rubli. Intanto, sul
gas, piani d'allarme a Berlino e Vienna (Corriere p.13): in Germania e
Austria scatta la misura precauzionale, in Italia già dichiarata un mese
fa. Intanto l'inflazione continua a correre in Europa: con una crescita
mensile del 3%, in marzo l'indice dei prezzi al consumo in Spagna è
balzato al 9,8% annuo, record dal 1985. In Germania il tasso è al top
dalla riunificazione: +7,3%. La presidente Bce, Lagarde: "L'Europa entra
in una fase difficile" (Sole prima e p.2).

POLITICA
Decreto Ucraina in aula senza impegno sulle armi: rientra la fronda
grillina (Messaggero p.8 e tutti). Stamattina in Senato la fiducia sul
testo: neutralizzato l'ordine del giorno di FdI, che voterà no. Il Pd
media dopo lo scontro con il M5S sulle spese militari: "Entro il 2028
spesa al 2% del Pil". Conte apre (Repubblica p.12 e tutti). Decisivo il
colloquio tra Letta e Draghi, ma è il "lodo-Guerini", come lo definisce
il Giornale (p.10), a salvare la maggioranza: il ministro ha annunciato
un percorso più graduale per arrivare in sei anni all'obiettivo di spesa
del 2%. La "classica mediazione democristiana" da parte del ministro
della Difesa – secondo Sorgi (Stampa p.15) – è stata cruciale per
evitare di arrivare al punto di rottura, anche se restano forti le
tensioni tra il M5S e l'esecutivo. Il sottosegretario agli Affari Ue
Amendola ad Avvenire (p.8): "Nessuno – né il Pd né tantomeno il governo
– vuole una corsa al riarmo. Dopo decenni di ritardi, abbiamo dato vita
nell'ultimo Consiglio europeo a un progetto di politica estera e di
difesa comune. È un cambio di prospettiva a cui l'Italia non può
mancare". Ricciardi, vicepresidente M5S, alla Stampa (p.14) dice: "Siamo
lieti ci sia una retromarcia rispetto all'accelerazione degli ultimi
giorni, in cui si volevano trovare 13 miliardi da stanziare in due anni,
ma c'è ancora molta strada da fare. È un bene che il Pd sia tornato sui
suoi passi e sia arrivato alla posizione che noi abbiamo avuto fin
dall'inizio". Ma restano le tensioni: nel M5S è ancora bagarre tra Conte
e l'ala più "governista", e si profilano le espulsioni per chi – come
Vito Petrocelli, ma non solo – oggi non voterà la fiducia al governo sul
decreto Ucraina (Corriere p.17). Ma la questione delle spese militari ha
prodotto anche una frattura tra Letta e Conte, segnala la Stampa (p.15):
accuse reciproche tra i due leader e alleanza a rischio, con i dem che
sospettano che i 5S vogliano votare a giugno. Secondo il Messaggero
(p.8) Conte, così come Salvini, sarebbe tentato dalle urne per frenare
il crollo che si registra nei sondaggi. Una nuova rilevazione della
Ghisleri sulla Stampa (in prima e p.17) vede FdI crescere ancora: primo
partito con il 21,3%. In calo di oltre un punto il Pd al 20,9%, mentre
recupera lo 0,3% la Lega al 16,1%. Ulteriore calo dello 0,4% per il M5S
al 13%. Il sondaggio vede anche gli italiani contrari all'aumento della
spesa militare: sei su dieci dicono no, solo il 27% si dice favorevole a
destinare il 2% del Pil. Anche i sondaggi del Fatto (in prima e p.2)
vedono gli italiani contrari all'aumento della spesa in armi: 3 su 4 non
sono d'accordo. Ma il presidente del Comitato militare Ue, il generale
Graziano, alla Stampa (p.16): "Giusto aumentare la spese militare,
l'invasione russa è una sveglia: mettiamo le basi per armi che
funzioneranno nei prossimi 40 anni".
Covid, da domani fine dell'emergenza: stop alla quarantena per i
contatti stretti, test quotidiani solo per i sanitari. E il generale
Petroni prenderà il posto di Figliuolo (Corriere p.27 e tutti). Al via
il ritorno alla normalità, con un altro militare che gestirà le
vaccinazioni (Stampa p.18).

ESTERI
"Nessuna svolta", Mosca stronca il dialogo e piovono altre bombe su Kiev
(Corriere p.2-3 e tutti). Le truppe non ripiegano, resta la pressione
sulla capitale. Il ministro degli Esteri russo: "Donbass e Crimea nodi
risolti". Ma arriva lo stop ucraino: la nostra sovranità deve essere
ripristinata. Serhiy Leshchenko, consigliere del presidente Zelensky:
"L'Italia avrà un ruolo cruciale. Se Mosca attacca, significa che anche
voi, assieme agli altri Paesi garanti, sarete in guerra? Si stanno
discutendo i protocolli segreti per mettere a punto la questione". Ieri
telefonata tra Draghi e Putin, lo Zar: "ora con Kiev si inizia a
ragionare" (Repubblica p.2-3). Il premier sente per un'ora il leader
russo: "Parliamo di pace". La replica: prima non ci capivamo. Roma
informa gli alleati, previsti nuovi contatti. Sul gas Mosca cede: potete
pagarlo in Euro. Il Messaggero (p.4) racconta l'orrore a Mariupol:
stuprata a morte davanti al figlio, bombe anche sulla croce rossa. Kiev:
"Donna abusata per giorni. Al piccolo di sei anni i capelli sono
diventati grigi". I russi sparano razzi anche sugli uffici Ue, ma poi
offrono un parziale cessate il fuoco. Secondo il Foglio (prima) "con
Putin si parla con le armi".
Stampa (p.4) sulla figura di Erdogan, parla di "metamorfosi del Sultano
che rovescia la Storia". Le sanzioni inflitte a Mosca dai Paesi
occidentali per lui sono un affare, l'ennesimo. Ma che sia diventato il
negoziatore è il segno di una nuova e inattesa fase politica. Il
ministro Lavrov rilancia l'alleanza: "Noi e la Cina amici senza limiti
per un nuovo ordine" (Repubblica p.6). Il ministro degli Esteri vola a
Pechino: "Parliamo con una sola voce". E arriva il patto: "Continueremo
a coordinarci in politica estera, illegali le sanzioni". Al Cremlino
però è la resa dei conti: "Putin male informato dai suoi, hanno paura di
dirgli la verità". Secondo gli 007 statunitensi: "Solo adesso Mosca ha
capito la situazione, è scontro con i generali". E nel Paese continua a
crescere il dissenso: raccolte un milione e 200mila firme, la Russia che
è contro la guerra. Si moltiplicano gli appelli e le petizioni per
chiedere la fine del conflitto.

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