Commentario del 04.03.2022

PRIME PAGINE
Ucraina, tregua per chi fugge (Messaggero). Per Avvenire è "uno spiraglio di umanità", ma il Fatto scrive: "Mandano via la gente per la battaglia finale". Mosca concede i corridoi umanitari ma non frena la guerra totale (Repubblica). Putin affonda la tregua (Corriere). "Il corridoio della paura" titola il Manifesto. Giornale: tregua sotto la tempesta. "In fuga dalla morte" (Repubblica): già oltre un mln gli ucraini fuggiti in 8 giorni. Valdis Dombrovskis al Corriere: "Invasione barbarica, va fermata". Intanto, sulla Russia l'ombra del default (Sole, MF). Sale il gas in Occidente, ma l'economia russa è già fuori gioco (Giornale). Libero segnala: ogni giorno paghiamo 180 carri armati a Putin con l'acquisto di gas.
Il fronte di guerra. "Il peggio deve ancora venire" secondo il Foglio. La Stampa segnala l'inferno di Kharkiv, mentre Visetti su Repubblica sottolinea il fronte Sud: i russi puntano a Odessa. Nel porto si combatte anche la battaglia navale: affondato cargo estone (Messaggero).
Italia-Economia. Catasto, crisi sfiorata (Repubblica e tutti). Strappo di Lega e Fi (Corriere). Maggioranza spaccata sulla riforma: Fi, Lega con FdI, governo salvo per un voto (Stampa). Il centrodestra: crisi usata per tassare la casa (Libero).

ECONOMIA
Il tema della riforma del Catasto su Repubblica (p.26 e tutti). I deputati del Carroccio: "No ad aumenti di tasse, da oggi mani libere". Giornale (p.17) evidenzia: "crisi sfiorata sul nuovo catasto, il centrodestra teme la stangata fiscale – Confedilizia intravede il rischio della patrimoniale. Fi ha sempre agito per salvaguardare da ingiusti interventi fiscali, la casa - sottolinea la capogruppo al Senato, Bernini". E di italiani in ansia con la casa che è sempre sotto attacco, parla Susca su Giornale (prima e p.17): "due anni di pandemia e una settimana di scontri in Ucraina hanno generato un'economia di guerra per gli italiani – scrive - l'Istat certifica che un simile livello di inflazione (al 5,7% su base annua), non si registrava da novembre 1995 - a ciò si somma l'aumento delle tariffe di luce e gas, in tale contesto, possedere un immobile è quanto di più lontano ci sia dal concetto di rendita e di ricchezza". Anche Sole (p.13) Casa, riforma solo "statistica" ma c'è l'incognita valori di mercato, la riforma vuole affiancare ai dati di oggi, rendite attualizzate ai livelli reali. Intanto la prossima settimana andranno in votazione più di 400 emendamenti su Irpef e flat tax. Stampa (p.21) annuncia: il prossimo scontro, sugli appalti.
Gas e petrolio record, alle imprese costerà ottanta mld, chiuso un gasdotto che vale il 10% dell'import in Europa. Il gigante del greggio russo, Lukoil: "Basta guerra". Gas e petrolio continuano a bucare record e a rincarare, per miliardi, la bolletta energetica italiana. Martedì Confindustria stimava 51 mld di costi per le aziende associate quest'anno, ieri Confcommercio ha ipotizzato costi energetici 2022 di quasi 30 mld "per le imprese terziarie di commercio, ricettività e ristorazione" (Repubblica p.16, Stampa p.11 e altri). Stampa (p.14) parla di "Putin Tax", i prezzi schizzano ancora, Gazprom ferma un gasdotto, le associazioni: "in Italia stangata da oltre 80 mld". Lunedì l'incontro Draghi-Von der Leyen, la benzina vola oltre i due euro al litro (Messaggero p.11). Stampa (p.18) evidenzia la raffica degli aumenti: dal mais al petrolio, per le aziende il conto più salato, i consumatori: "il governo non può rimanere fermo".
Guerra (ma non solo): grano alle stelle, stangata su pane, pasta e merendine (QN p.11), l'Italia importa il 64% del fabbisogno, il 6% viene da Russia e Ucraina, i consumatori: "Attenti a chi specula". La proposta dell'Aie (Libero p.3): non essendoci misure ad effetto immediato, l'idea dell'Agenzia per ridurre la nostra dipendenza è quella di spegnere i termosifoni.  
Intanto il presidente Mattarella si riduce di nuovo lo stipendio, come fece 7 anni fa (Messaggero p.14 e tutti): riduzione di circa 60 mila euro.
Lavoro. Frenano i nuovi occupati, timori su export e turismo (Repubblica p.38, e altri): secondo l'Istat, l'occupazione rallenta la sua corsa a gennaio, restando sui livelli di dicembre. Situazione ancora difficile per giovani e donne, scendono disoccupati e occupati a termine, salgono gli inattivi, soprattutto donne.
Scuola di digitale, già iscritti ai corsi 325 mila statali, segnala Messaggero (p.18): oltre 2 mila amministrazioni hanno aderito al programma Syllabus.
"Non occorre una legge per regolare lo smart working dopo la fine del periodo di emergenza, che scade il 31 marzo", a sostenerlo è Stirpe di Confindustria - ci saranno comparti dove lo smart working potrà essere più utilizzato come i servizi" (Sole p.16).

POLITICA
Catasto, crisi sfiorata: sulla riforma il governo si salva per un solo voto in commissione. Lega e Fi votano con l'opposizione di FdI. Secondo il Corriere (p.25), se fosse arrivato uno stop, il premier sarebbe salito al Colle. Il Messaggero (p.14) segnala la posizione di Fi: Berlusconi si riallinea con il Carroccio, ma rischia la rottura con i suoi ministri. Sul fisco i forzisti non tradiscono il centrodestra ma così sfumano le ipotesi di "maggioranza Ursula". Per la prima volta Forza Italia vota contro Draghi nonostante la telefonata premier-Berlusconi: comincia – secondo Barbara Fiammeri sul Sole (p.13) – una fase drammatica di instabilità. Gasparri a Libero (p.16) spiega la linea di Fi: "Non siamo disposti a deleghe che possano aprire equivoci e quindi al rischio di una generalizzata imposizione fiscale". "Spero che questo incidente, non di poco conto, si chiuda qui - dice al Corriere (p.24) il deputato di Iv, Marattin - possiamo andare avanti, ma dobbiamo aggiustare il metodo di lavoro". Dopo lo strappo sulla riforma del catasto, Lega e Draghi alla resa dei conti (Stampa p.21). Le prossime settimane saranno un test continuo. Si affronteranno le tre riforme che Draghi considera vitali, perché incardinate all'interno del Pnrr: concorrenza, appalti e giustizia. L'incidente sul catasto, anche se annunciato, rischia di creare una frattura nella maggioranza che non agevola l'iter della delega fiscale e i rapporti tra i partiti. Al Senato, è stallo sulla legge delega sugli appalti. Dopo quanto accaduto ieri - segnala il Messaggero (p.14) -, la Lega fa sapere di ritenersi con "le mani libere" sul resto del provvedimento e Salvini difende l'operato dei suoi chiedendo a Draghi un nuovo incontro perché "in un momento così drammatico è quanto mai necessario evitare forzature". In risposta al Carroccio, il premier detta la linea: avanti comunque con chi vota le riforme (Repubblica p.27). Sull'agenda Draghi è pronto a mediare ma non a fermarsi, anche a costo di proseguire con una maggioranza diversa da quella attuale.
In Senato scatta il boicottaggio bipartisan per far dimettere il 5S, Petrocelli (Repubblica p.19): il presidente della Commissione Esteri del Senato ha votato contro la risoluzione per la concessione di armi all'Ucraina. "Il presidente grillino sta con Putin" titola Libero (p.11).

ESTERI
Sì al corridoio umanitario: l'ultima via di fuga (Corriere p.2-3 e tutti). Il secondo giro di negoziati produce un minimo risultato: permettere agli stranieri e (forse) a donne e bambini di uscire dalle città. In campo per l'Onu l'italiano Filippo Grandi. Anche ieri però altri morti. Bombardamento alla centrale nucleare di Zaporizhzhya, la più grande d'Europa. L'allarme nella notte: "I russi hanno colpito l'impianto, è scoppiato un incendio". Lo Zar (sotto pressione) promette soldi ai militari, ma i petrolieri incalzano: stop alla guerra (Messaggero p.3). Putin in tv prova a compattare l'esercito: "Eroi che lottano contro i nazisti". Ma il colosso Lukoil gli manda un messaggio. Nel Paese intanto cresce il dissenso, ma anche la repressione: chiusa anche l'ultima radio libera. Si rischiano pene fino a 15 anni per notizie "non gradite".
Sono circa un milione le persone in fuga dall'inferno della guerra: "Via per non morire" (Repubblica p.2), intanto i russi stringono l'assedio su Kiev: bombe sulla periferia. Schierati missili e artiglieria nel tentativo di accelerare la capitolazione. Secondo Libero (p.2) comprando energia ogni giorno paghiamo 180 carri armati all'esercito di Putin. Malgrado il blocco provocato dalle sanzioni Vladimir può ancora contare sui proventi del gas a cui la Ue non può rinunciare: con quei soldi lo Zar compra i suoi armamenti. La resistenza di un popolo, titola invece il Giornale (p.6). La foto simbolo della lotta ucraina, Zelensky: "Abbiamo da perdere solo la nostra libertà". A Kiev come nell'assedio di Sarajevo, gli ucraini resisteranno, sottolinea anche la Stampa (p.7). La città è deserta, muoversi è difficile perché manca il carburante. I soldati hanno minato i ponti, controllano ogni angolo, anche la metro. Repubblica (p.14) racconta il retroscena della consegna segreta dei razzi anti-carro che spaventano i russi. Le forniture militari degli alleati di Kiev entrano dal confine polacco in piccoli camion. Che fare? Si chiede invece il Giornale (p.7). Secondo il Wall Street Journal "cresce la pressione sui leader occidentali affinché facciano qualcosa in più per l'Ucraina, ma diminuiscono le opzioni". I negoziati non daranno frutti e la diplomazia è bloccata. Putin non si fermerà, per questo l'Europa, gli Usa e la Nato devono prepararsi a una guerra. Che potrà essere solo difensiva. Il Corriere (p.13) traccia un profilo del ministro degli Esteri, Lavrov: equilibrista, zelante, capace di mentire. La sua linea diplomatica è stata sconfitta. Erede della grande scuola sovietica, in "carriera" da quando aveva 22 anni. Ha guidato da 30 anni tutte le crisi, non quest'ultima.
"Questa è l'ora dell'Europa: con fermezza e coraggio fare di tutto per i negoziati", così Enzo Amendola al Corriere (p.17). Il sottosegretario a Palazzo Chigi: "sanzioni dure e pragmatismo per affrontare la crisi. Massima solidarietà per chiunque fugga dalla guerra".
Sui quotidiani spazio anche alla situazione in Libia, dove è cortocircuito: due governi paralleli e rischio di guerra civile (Repubblica p.25 e altri). Il Messaggero (p.15) segnala il rapimento di due ministri prima dell'insediamento. Paese nel caos: andavano a Tobruk per il giuramento del nuovo governo Bashagha. Sono i titolari degli Esteri e della Cultura. Il premier parla di "atto vile" e chiede "immediata liberazione"

@riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento