Commentario del 31.10.2019

PRIME PAGINE
Manovra, misure e tensioni (Corriere). Accordo fatto: partite Iva senza paletti (Fatto). Le nuove tasse della manovra (Messaggero). Salute, contanti, fumo: questi tassano tutto (Verità). Gualtieri-Costa, le ricette sulla plastic tax: "Economia circolare, sfida da cogliere" (Messaggero). Il ministro Speranza: "Basta tagli e Sanità più accessibile" (Avvenire).
Politica. Migranti e informazione: tra Pd e Di Maio è scontro a tutto campo (Stampa). L'intervento di Zingaretti sul Corriere: "Il Pd va rifondato: basta egoismi e conflitti" (Corriere). Restano le tensioni nel M5S: vogliono cacciare Di Maio (Libero).  Mozione Segre, il centrodestra si astiene: è bufera (Corriere e altri). Repubblica parla di "tradimento della destra". Intanto, Carfagna e Toti verso l'addio a Berlusconi (Stampa). E la Lega prepara la calata su Roma (Tempo).
Accordi con la Libia verso il rinnovo, Repubblica parla di "passo piccolo piccolo".
Fca-Peugeot, la fusione calda: oggi l'annuncio (Repubblica, Stampa e tutti).

ECONOMIA
Manovra, superbonus per chi paga con le carte: "Stimiamo – ha detto il ministro Gualtieri – che verranno rimborsati 100-200 euro a consumatore" (Repubblica p.11). La lotta al contante fa parte della battaglia contro l'evasione, a sostegno della quale parte l'evasometro: un algoritmo che creerà liste di presunti evasori, ma senza svelare i nomi. Il Fisco dovrà chiedere il via libera alla Magistratura per conoscere l'identità del contribuente infedele (Messaggero p.3). Nel frattempo, spuntano altri aggravi di tasse, come la stangata sulle auto aziendali, ma anche le nuove tasse sul "fumo fai da te": prezzo delle cartine su del 25%. "Auto, bollette, fumo e concessionarie: tutte le nuove imposte" titola il Messaggero (p.2), sintetizzando le misure. "Questi tassano tutto" attacca la Verità. "Solo tasse, spesa e giustizialismo sociale" dice la Gelmini (Fi) al Giornale (p.5). Intanto, è stato trovato l'accordo sulle partite Iva: invariata la tassa piatta del 15% per gli autonomi con reddito dichiarato fino a 65mila euro. Mentre sul taglio del cuneo fiscale c'è l'accordo: 3 mld di minori tasse sulle buste paga dei dipendenti nel 2020, 6 mld nel 2021 (Stampa p.5). Le stime del Mef indicano una "quarantina di euro" a partire da maggio o giugno, il doppio dei venti stimati nella prima riunione con i sindacati. "Il vertice di maggioranza è stato produttivo, abbiamo chiuso la manovra – spiega la ministra renziana Bellanova al Messaggero (p.2) -. In Parlamento proporremo modifiche su Quota 100, come avevamo annunciato". L'ex ministro Visco alla Stampa (p.5): "Non è una finanziaria di svolta e non poteva esserlo. Hanno fatto un governo per evitare gli aumenti Iva, hanno finito i soldi e hanno potuto fare interventi a margine non del tutto trascurabili. Non si possono fare miracoli". Intanto, l'ultima lite nella maggioranza è su Radio Radicale: trovato il compromesso sugli 8 mln di finanziamento, poi nel 2020 ci sarà una gara. Ed è tensione sui fondi all'editoria (su tutti). Intanto, sulla Sanità il ministro Speranza ad Avvenire (in prima e p.6) assicura: "E' arrivato il momento di affermare che la stagione dei tagli alla Sanità è definitivamente chiusa e che ogni euro messo in salute non è una semplice spesa ma un investimento sulla qualità della vita delle persone".

POLITICA
Dem-5S, duello sull'alleanza (Corriere p.2). Dal fronte Pd si continua a puntare su una visione di futuro che tenga insieme l'asse, oppure l'alleanza salta. Ma Di Maio conferma che nelle prossime regioni che andranno al voto il Movimento andrà da solo. E' l'Emilia-Romagna la linea del Piave del governo: "Se perdiamo, salta tutto" è l'opinione diffusa. E il Corriere (p.6) segnala il bivio cruciale sulla via Emilia, dove la Lega è il primo partito. Salvini al Gazzettino: "E' ora che l'Emilia-Romagna si liberi del passato. E' una terra capace di produrre una buona qualità della vita grazie allo spirito d'iniziativa e alla coesione sociale. Questo accade malgrado il sistema di potere della sinistra in Regione si sia fatto sempre più miope ed autoreferenziale". Il capogruppo dem alla Camera Delrio al QN (p.8): "Il Pd non insegue nessuno, anche se siamo pronti ad accogliere i contributi di chiunque. Possiamo permetterci di dire che abbiamo una proposta forte per questa Regione, chi vorrà arricchirla sarà ben accetto". Ma sull'alleanza con il Movimento, Delrio spiega: "Ci siamo alleati a livello nazionale per riparare ai disastri delle chiacchiere di Salvini, è stata un'alleanza per salvare il Paese dall'aumento dell'Iva, per mettere più soldi in tasca a lavoratori e famiglie con figli, per avviare un'agenda sostenibile ed ecologica. Si governa insieme non perchè si è uguali, me con un'agenda di obiettivi comuni. Ma se non si fanno le cose, cosa si sta a fare al governo?". Intanto Zingaretti pensa a un nuovo congresso del Pd, l'apertura del segretario è un avviso al M5S: potrebbe alimentare le incognite sul futuro del governo o – evidenzia il Messaggero (p.9) – tramutarsi in una forte arma di pressione nei confronti dei grillini qualora sul piatto venisse messo il voto anticipato. Zingaretti spiega in una lettera al Corriere (in prima e p.3) la sua visione: la destra ha colto l'inquietudine degli italiani, il centrosinistra non è stato in grado di fare altrettanto anche a causa di una storia di conflitti, separazioni ed egoismi. Per questo a Bologna a novembre apriremo – scrive il segretario dem – un grande confronto politico e culturale su come pensiamo gli anni 20 del nuovo secolo. Per questo stiamo rimettendo mano in modo radicale allo statuto e alla forma partito, per ricostruire una comunità aperta, coinvolgendo le forze migliori della società.
L'alleanza di governo, intanto, sconta le tensioni interne al M5S. Di Maio sfida il Pd e i dissidenti interni chiedendo più durezza nei confronti dei migranti e stoppando i progetti di intese locali (Stampa p.6). Fronda interna in pressing sul leader, tre senatori pronti a passare al Gruppo Misto: sono Lezzi, Trizzino e Grassi. E anche Di Battista si sfila (Messaggero p.9). Secondo Verderami (Corriere p.5) nel M5S si è chiuso un ciclo, e Di Maio lavora a un nuovo progetto. L'idea è che il passato non tornerà, la "terza via potrebbe partire in primavere". Il suo obiettivo – segnala Verderami – è drenare quanto più possibile del voto identitario ed evitare di restare incastrato in una nuova formula del centrosinistra, di cui non sarebbe che una costola.

ESTERI
Libia, il governo ha deciso che il Memorandum del febbraio 2017, non sarà prorogato automaticamente alla scadenza del 2 novembre (Stampa p.8 e altri). Il ministro degli Esteri Di Maio ha annunciato l'intenzione di convocare la  commissione congiunta italo-libica per "modificare in meglio" l'intesa, si lavorerà sui centri di detenzione che secondo lo stesso Di Maio "devono essere più umani". Di Maio ha poi puntato su "un ulteriore coinvolgimento" delle Nazioni Unite "per migliorare l'assistenza ai migranti salvati in mare". Ma 25 esponenti della maggioranza hanno chiesto la "sospensione immediata degli accordi" (Repubblica p.6, Stampa p.8). Repubblica intervista l'ex ministro Minniti: "Non mi pento del patto sulla Libia, ma bisogna cambiarlo. Alla Libia dobbiamo dire che non la lasciamo sola, ma che saremo molto più esigenti". Minniti ha poi aggiunto: "Non possiamo abbandonarla a se stessa, ignorando il destino dei migranti. La tutela dei diritti umani e la programmazione di un'immigrazione regolare impongono la ripresa di un'iniziativa concertata europea".  Intanto arriva la mossa del governo in Europa per aprire i centri Ue a Tripoli (Repubblica p.7). Il piano è dirottare 9 mld del bilancio per accogliere in Libia e gestire i corridoi umanitari. Nel frattempo Giornale (p.7) attacca: Conte si arrende alla Merkel. La Germania ci rimanda 50 irregolari al mese.
Tensione Usa-Turchia su Armeni e Siria (Messaggero p.13). Approvata una risoluzione che riconosce il genocidio armeno e un'altra che chiede al presidente americano Trump di imporre sanzioni alla Turchia e ai suoi dirigenti per l'offensiva nella Siria settentrionale (Giornale p.12). Erdogan è furioso: "Il più grande insulto alla nostra nazione".
Brexit su Repubblica (p.14) il focus sulle elezioni di dicembre: "Quattro sfidanti per un Regno".Se dal voto del 12 dicembre dovesse uscire un altro Parlamento bloccato, la Brexit potrebbe davvero avere esiti imprevedibili: con un secondo referendum. Nelle urne, Johnson è il grande favorito.
Troppa violenza, il Cile si arrende. Cancellati i summit internazionali (Stampa p.13). Santiago non ospiterà più il vertice dell'Apec sui dazi e la conferenza dell'Onu sul clima. Intanto in Cile le proteste continuano e la popolazione chiede le dimissioni di  Piñera.

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