Commentario del 23.10.2019

PRIME PAGINE
Manovra. Manette agli evasori, stretta sulle sanzioni e confisca più facile (Sole). Bonafede spiega la riforma: "Così colpiremo gli evasori" (Corriere). Il Tesoro all'Europa: dalla lotta all'evasione soltanto tre miliardi (Stampa). Fisco e rimborsi spese, si comincia da luglio. Conte: la Ue ha capito (Messaggero). E blinda la manovra: no ai ricatti (QN). Balle in contanti (Giornale). Dal letame nascono le tasse (Libero). Zingaretti: "Pretendo un governo più leale" (Repubblica).
Salvini in Umbria, la campagna casa per casa (Corriere). Renzi si aggira in Senato a caccia di azzurri delusi (Tempo). Vitalizi: la carica dei 772 (Fatto). Sondaggio Swg: Salvini in testa, la Meloni conta più di Fdi, Pd e 5Stelle stanno soffrendo. Renzi sale poco, Conte al suo minimo (MF).
Non era mafia Capitale (Messaggero). "Mafia Capitale non fu mafia": accusa smontata (Corriere, Stampa e tutti). La Cassazione azzera le sentenze sull'inchiesta di Roma: solo banditi e corruttori (Repubblica). Pure Buzzi e Carminati ne escono ridimensionati (Tempo). Babbo Renzi e signora: altri guai in vista (Notizia Giornale). I genitori di Renzi rischiano un altro processo a Firenze (Fatto). Accusati di aver evaso 200 mila euro (Verità).

ECONOMIA
Manovra, Ue morbida con Roma: Bruxelles chiede chiarimenti sul piano economico italiano, che – scrive la Commissione - "non rispetta il target di riduzione del debito per il 2020" (Corriere p.2 e tutti). Moscovici parla però di confronto "sereno" con l'Italia, intanto il premier rassicura l'Ue: "La manovra non sarà stravolta" (Repubblica p.2). Da Palazzo Chigi, pronti a rispondere alla Commissione, dicono: "L'Europa ha capito e sulla flessibilità ci dà ragione" (Messaggero p.8). Intanto, sulle manette agli evasori, è stretta sulle sanzioni e confisca più facile (Sole in prima e p.2). Il ministro della Giustizia Bonafede al Corriere (p.3): "E' una svolta epocale, questa riforma è uno dei tasselli della lotta all'evasione fiscale, fra i più importanti. I cittadini devono sapere che lo Stato fa pagare il dovuto a tutti, e ciò consentirà a tutti di pagare meno. I grandi evasori sono parassiti". Zingaretti a Repubblica (in prima e p.2): "Non bisogna avere paura di chiamare "furto" l'evasione prevedendo pene adeguate per chi ruba tanto. Ma la lotta non si fa con i provvedimenti a effetto, che vanno sui giornali per 48 ore e poi non cambia nulla". Ma Libero (p.4) attacca: il carcere per gli evasori c'è già, ma è vuoto. La nuova legge è inutile. La Stampa (p.3) evidenzia però il dimezzamento della lotta all'evasione in manovra: solo 3 mld di entrare rispetto agli oltre 7 inizialmente inseriti nella nota di aggiornamento al Def. Per ridurre l'evasione si punta sui pagamenti con carte: il premier punta sull'azzeramento delle commissioni sui Pos e alla diffusione dei pagamenti digitali (Corriere p.5). Sui piccoli acquisti, infatti, il Pos costa l'1%, si studia la soluzione con le banche (Repubblica p.4). Gli italiani però restano primi in Europa per uso dei contanti, nonostante l'aumento di utilizzo delle carte, come evidenziato dal rapporto Censis-Aipb (Sole in prima e p.3). Libero (p.5) segnala: i 5S sbagliano su tutto, il contante ci ha salvato dalla grande crisi. E sull'intenzione del governo di spingere i pagamenti digitali, Giornale (in prima e p.2-3) attacca: Confesercenti lancia l'allarme sulla possibile batosta per le famiglie dalla lotta alle banconote, le banche fanno muro sulle commissioni sul bancomat. Intanto, sulla manovra, arriva l'attacco dell'economista Daniel Gros, che alla Stampa (p.3) spiega: "Il governo non ha avuto il coraggio di imprese una svolta, ma si è limitato a contenere i danni. Non c'è una riduzione del deficit, per questo non dobbiamo meravigliarci della lettera della Commissione Ue".

POLITICA
"Io di certo non voglio votare": Zingaretti, intervistato da Repubblica (in prima e p.2), parla della situazione nella maggioranza di governo. "Pretendo che si governi bene e lealmente – dice -. La si smetta con la ricerca ossessiva di polemiche e visibilità, noi al governo restiamo solo finchè produce risultati utili al Paese". Poi lancia la stoccata agli alleati: "Da quando è partito il governo penso solo a fargli produrre risultati. Piuttosto, ho la sensazione che altri che il governo lo volevano di più non si preoccupino abbastanza di fare altrettanto". Ma da Renzi arriva una nuova sfide: "Conte resta o lascia? Si va alle elezioni nel 2023, il premier dica se vuole rimanere sul treno o scendere" (Messaggero p.9). Ma dem e grillini fanno muro: "Se l'esecutivo cade, si va alle elezioni". Intanto, la renziana Bellanova a Repubblica (p.7) rilancia: "E' bene che Conte garantisca a tutti gli alleati pari difnità. La sorte del governo dipende da quello che fa. Noi con coraggio abbiamo voluto che questo governo nascesse e siamo responsabili. Non abbiamo voluto e non vogliamo consegnare il Paese al sovranismo". Prova a spiegare le continue tensioni di questi giorni Verderami, che sul Corriere (p.8) scrive: tutti i leader — di maggioranza e opposizione — sono a caccia di una personale rivincita, siccome l'attuale Parlamento è diventato il "Parlamento degli sconfitti": c'è infatti chi ha perso le elezioni e chi ha perso dopo averle vinte. Renzi e Zingaretti, per esempio, cercano il riscatto separatamente ora che si sono divisi. Entrambi scorgono l'occasione del riscatto, grazie al fallimento del governo giallo-verde di Salvini e Di Maio. Anche loro però ritengono di avere una seconda occasione: il leader della Lega è in cima nei sondaggi ma è fuori dal governo, dove vorrebbe tornare; il capo dei grillini ha quasi dimezzato i suoi consensi ma è dentro il governo, dove vorrebbe restare. Tutti sono ammaccati, tutti però pensano di avere un'altra chance.
Il ministro Bonafede al Corriere: "Questa è una maggioranza nella quale si discute e ci si confronta, ma che poi al momento di prendere decisioni anche coraggiose, come quella contenuta nel
mio pacchetto, si trova un accordo e si va avanti".
Intanto, domenica il test delle regionali in Umbria: campagna casa per casa di Salvini, Assis è la Fort Alamo di Pd e 5S (Corriere p.11). Voto locale ma con tante conseguenze nazionali, scrive Palmerini sul Sole (p.7). "Abbiamo perso molti Comuni, ci sono stati degli scandali, ma se ci fossimo presentati divisi non avremmo nemmeno giocato la partita – dice Zingaretti a Repubblica -. Si vota per la Regione. Se qualcuno vuol dare altre valenze al voto è per ragioni strumentali". E per Libero (p.6) i giallorossi sentono già aria di sconfitta in Umbria, ecco perchè dem e 5S mettono le mani avanti, negando i risvolti nazionali.
Russiagate, la strada stretta di Conte. Con gli Usa solo uno scambio di notizie (Repubblica p.6 e altri). Oggi il premier sarà ascoltato dal Copasir, pronto a negare che siano stati forniti agli alleati documenti riservati sull'attività di intelligence dei governi di Renzi e Gentiloni. "Poi mi sentirò più libero di parlare", ha dett Conte, ma restano alcuni punti su cui dovrà fornire risposte.

ESTERI
Siria, scende in campo Putin: via libera all'occupazione turca, pattuglie miste nella safe zone. (Corriere p.17, Messaggero p.13, Repubblica p.13, Stampa p.10 e tutti). Vertice decisivo a Sochi tra Erdogan e Putin, concesse altre 150 ore di tregua, via i curdi dal confine, firmato un accordo su dieci diversi punti. "La Siria deve deve essere liberata dalla presenza illegale di stranieri" ha detto Putin, intanto Mosca appoggia gli sforzi pacifici per arrivare alla creazione del "Comitato Costituzionale", che dovrebbe nascere a Ginevra. Questa struttura sarà incaricata di gestire il dopoguerra. L'intesa rappresenta una garanzia per i curdi: l'integrità territoriale siriana viene riconosciuta da tutti, così come l'appartenenza dei curdi al paese. Quindi fine del sogno di un Kurdistan indipendente e, tutt'al più, nascita di una regione con una qualche autonomia. Il tutto sotto il controllo della superpotenza euroasiatica.
Brexit, primo si al piano Johnson, ma nessuna uscita entro il 31 ottobre(Corriere p.16, Repubblica p.19, Stampa p.11). Il premier britannico è riuscito a far approvare il suo accordo, ma con ogni probabilità dovrà rinunciare a farlo entro il 31 ottobre, e ha annunciato che "metterà in pausa" il processo di ratifica parlamentare per consultarsi con gli europei su come procedere. Da oggi il testo potrebbe essere subissato di emendamenti, che rischiano di stravolgerlo ed affossarlo.
Oslo nel terrore. (Messaggero p.15, Corriere p.15 e altri). Neonazi si lancia contro la folla con l'ambulanza, ci sono molti feriti.
Cile, quinto giorno di prosteste di massa, ed il bilancio dei morti sale a 15 le vittime ( Stampa p.8). Secondo Repubblica (p.17) il presidente Piñera avrebbe offerto le dimissioni di tre ministri , non abbastanza però da far fermare le proteste.

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