Commentario del 30.10.2019

PRIME PAGINE
Riunione della maggioranza dopo il voto in Umbria: rischio voto, tregua sulla manovra (Messaggero). Meno tasse sulla manovra (Corriere): accordo al vertice per il ritorno della cedolare secca al 10%. Ma aumentano le tasse su sigarette e lotterie (Repubblica). Restano palstic e sugar tax (Sole). Giornale parla di "governo perdi e tassa": via alla manovra che stanga le imprese e regala mance per recuperare voti. Intanto arriva l'allarme Ocse (Sole): investimenti esteri frenati dalla guerra dei dazi (-20%).
Dopo le tensioni nell'esecutivo, Palazzo Chigi avverte: se cadiamo si torna a elezioni senza taglio dei parlamentari (Messaggero). E dal Quirinale arriva fanno sapere0: fate pace o si vota. Intanto, tra i grillini parte il processo a Di Maio (Stampa). Libero torna all'attacco: Conte, Di Maio e Zingaretti volevano uccidere Salvini, invece sono morti loro.
Immigrazione: Italia verso la resa sul patto con la Libia. Tripoli alza un muro anti-Ong (Repubblica). Libero attacca l'esecutivo: governano contro la gente, altri 200 migranti in porto. E Giornale aggiunge: altri porti aperti, arrivano tutti.
Brexit, Corbyn dice sì: elezioni anticipate (Repubblica). Londra voterà il 12 dicembre (Sole).
Esteri-Libano: Paese stremato dalla proteste, il premier Hariri si dimette (Corriere).
Su tutti le possibili nozze Fca-Peugeot (Sole e tutti): nascerebbe il colosso dell'auto da oltre 40 mld.

ECONOMIA
Manovra, c'è l'accordo: prima intesa nel vertice di maggioranza: la cedolare affiti resta al 10%, per ora restano plastic e sugar tax, nelle bozze del testo nuove clausole congela-spesa (Sole in prima e p.6 e tutti). Ridimensionata, su pressione del M5S, la stretta sulla flat tax per le partite Iva, mentre viene fermato l'aumento di tasse sulle sigarette elettroniche, aumenta invece la tassa sulla fortuna. Ora Renzi punta sul blocco della tassa sulla plastica. Confermati i 600 mln per la famiglia (su tutti). "Piena intesa politica sulla manovra" fanno sapere dalla maggioranza, anche se oggi servirà una verifica in Aula per mettere a punto i dettagli del testo che dovrebbe arrivare in Senato tra giovedì e venerdì. Per Franco (Corriere p.3) è un tentativo degli alleati di contenere di danni, si cerca un simulacro di unità concentrandosi sui provvedimenti della legge di Bilancio. Intanto, arrivano le prime aperture da Bruxelles, con Dombrovskis che spiega: "Abbiamo alcune preoccupazioni, ma non pensiamo alla bocciatura" (Stampa p.7 e tutti). Il sottosegretario 5S all'Economia Baretta al Corriere (p.2) dice: "La manovra di bilancio ha un impiano che nei suoi assi portanti non può e non deve essere toccato: lo stop all'aumento dell'Iva, il cuneo fiscale, gli investimenti. Dopodiche i miglioramenti sono sempre possibili, adesso come in Parlamento". Intanto, il premier Conte chiede "più" coesione ai partiti e annuncia il lavoro per una legge delega di riforma complessiva sia dell'Irpef che dell'Iva, da approvare all'inizio dell'anno prossimo, per avere un regime fiscale completamente nuovo nel giro di 12 mesi (Corriere p.3). Per Repubblica (p.2) la proposta di Conte serve a dare un segnale di stabilità per garantire una prospettiva politica di lungo respiro.

POLITICA
Tensioni nella maggioranza dopo il voto in Umbria. L'avvertimento del Quirinale: fate pace o si vota (Repubblica in apertura e 3). In caso di crisi, Mattarella esclude altri esecutivi ed è pronto alle urne, che farebbero slittare il voto sulla legge che taglia i parlamentari e la sua entrata in vigore. Ed è lo stesso Conte ad avvertire gli alleati: "Se cado, ok del Colle a votare subito senza taglio dei parlamentari" (Messaggero p.4). E ora le forze della maggioranza cercano di abbassare i toni, con Renzi che offre la sponda al premier: "Ha un futuro, va aiutato da tutti". Dal fronte dem cresce il pressing nei confronti del premier perchè dia uno stop alle liti nel governo (Messaggero p.4). Zingaretti invia un messaggio in codice agli alleati: "Se si vota, noi primo partito della maggioranza" (Corriere p.8). E il vice segretario dem Orlando alla Stampa (p.3) spiega: "I continui ultimatum logorano governo e Pd. Se è così, meglio le urne, anche se il voto non è uno scenario auspicabile neanche per noi. Il voto in Umbria dice che si è determinata una polarizzazione tra Lega e Pd. Se il governo non funzionasse e il Pd si logorasse, si creerebbe lo scenario più favorevole al Pd". Per questo resta forte la volontà tra i dem di proseguire l'avventura con i 5S. "Stiamo uniti o si rischia grosso" è l'avvertimento dem a Di Maio (Messaggero p.3). Il ministro Boccia al Corriere (p.8): "Per fronteggiare la deriva nazionalista e sovranista della destra serve quell'alleanza sociale di cui parlo dal 2013. Di Maio deve crederci, gli chiedo il coraggio di affrontare insieme i temi sociali e il tempo necessario a costruire una prospettiva. L'alleanza nazionale non è in discussione, se affronta di petto i problemi degli italiani. Ma se i 5S si impauriscono alla prima a elezione in cui vanno male, le tensioni di creano ed è un errore". Ma da Di Maio arriva la chiusura: in Emilia e Calabria corriamo da soli (su tutti). Ma nel Movimento è polemica su Di Maio. Tutti contro il leader e spunta il documento per cambiare statuto (Stampa p.2). Si fa largo la proposta di dare più poteri all'assemblea per toglierli al leader, che ora non è più difeso neppure da Grillo. Il fronte degli oppositori interni chiede che la leadership "sia contendibile" (Corriere p.6). E il deputato Gallo al Corriere (p.6): "Non mi interessa la questione della leadership. Bisogna tenere aperto il dialogo con il Pd e con le civiche per le prossime Regionali, ma in Umbria è stato fatto tutto troppo in fretta, non c'erano le condizioni per stare insieme senza prima decidere cosa fare insieme".
Nel frattempo, nel Pd si ragiona su un possibile congresso. E Giornale (p.4) si chiede: quanto durano Zingaretti e Di Maio? Il segretario dem è "al capolinea", con i renziani che preparano la scalata. Mentre Di Maio è sempre più in bilico. Libero (in prima e p.2-3) evidenzia come Di Maio, Conte e Zingaretti si stiano scavando la fossa da soli: volevano uccidere Salvini, invece sono morti loro. Hanno passato settimane a vantarsi di aver fatto fuori "il grande nemico" senza affrontare nessun problema e gli elettori li hanno puniti. Secondo Libero, non sono i ricchi a votare la Lega, ma opera, poveri, donne e giovani. E ora Salvini lancia la campagna per l'Emilia (Stampa p.4): primo comizio a Bologna il 14 novembre. Il governatore dem dell'Emilia, Stefano Bonaccini, a Repubblica (p.2): "Salvini si rassegni, in Regione non si decide sul premier. I grillini non sprechino l'occasione". Ma la candidata leghista in Emilia, Lucia Bergonzoni, alla Stampa (p.4) replica: "Il Pd può fare tutti gli accordi che vuole con i 5S, ma gli elettori non sono stupidi. Gli elettori grillini non votano Bonaccini perché hanno smesso di votare il Pd proprio a causa di Bonaccini".

ESTERI
Brexit, Corbyn cede sul voto: elezioni anticipate a metà dicembre (Messaggero p.10 e tutti) Escluso il "no deal", il laburista dice si alle urne anticipate. Elezioni previste per il 12 dicembre. Se i conservatori non otterranno la maggioranza, può perfino riaprirsi l'uscita dall'Ue. Stampa (p.12) intervista Barnier, negoziatore europeo: "Con Londra vogliamo avere una partnership con zero dazi, ma c'è poco tempo per negoziare. Brexit è una lezione per i populisti, ora non vogliono lasciare l'Ue. Se la Brexit si farà davvero? Credo che la volontà espressa vada in questo senso".
Russiagate, dagli Usa avvertimento a Conte, e intanto il Copasir apre un nuovo fronte (Corriere p.11 e altri). Ieri il comitato ha aperto formalmente anche il fascicolo sul possibile conflitto di interessi per il "caso Fiber". Vecchione al Copasir, ma gli Usa smentiscono ancora Conte (Repubblica p.9). Per il direttore del Dis tre ore di audizione segreta. Ha ripetuto la versione del premier: "Niente prove a Barr". Intanto il procuratore di Trump rilancia: "Da Roma informazioni utili per l'indagine sull'Fbi di Obama".
Siria, la tregua vacilla. Scontri al confine tra Erdogan e Assad (Stampa p.10). Miliziani sunniti attaccano i soldati di Damasco: sono sei le vittime. L'annuncio di Mosca: "I curdi si sono ritirati dalla zona di sicurezza". Intanto, dopo l'uccisione di Al Baghdadi, arriva un nuovo colpo all'Isis (Giornale p.12 e altri): secondo un tweet di Trump, il raid conclusosi con la morte del Califfo avrebbe consentito anche l'eliminazione del suo successore designato. 
Libano, proteste e caos. Il popolo in piazza attaccato da Hezbollah, e il premier Hariri si dimette. (Corriere p.12 e tutti). Paese sull'orlo del collasso (Messaggero p.10). "Raggiunto un punto morto, serve uno shock per superare questa crisi" dice il dimissionario Hariri (Repubblica p.15).
Migranti, verso la resa sul patto Italia-Libia (Repubblica p.6 e altri). Fra tre giorni il rinnovo automatico dell'intesa con il Paese dove migliaia di migranti restano ammassati in centri lager. L'ultima mossa del governo di Al Serraj per bloccare le navi umanitarie: "Prima di fare i salvataggi, chiedete il permesso". Intanto arriva il via libera per lo sbarco della Ocean Viking dopo 11 giorni in mare: saranno Francia e Germania ad accogliere settanta migranti. La nave attraccherà a Pozzallo: sono 104 in tutto le persone a bordo. Il Giornale: "Altri porti aperti, arrivano tutti".  Salvini attacc, accusando l'esecutivo di una "ennesima calata di braghe".

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