Commentario del 15.10.2019

PRIME PAGINE
Manovra in primo piano con le tensioni nella maggioranza. Non c'è accordo, scontro Di Maio-Renzi (Stampa). Rissa sui conti, manovra rinviata (Messaggero). Tetto ai contanti, ma nel governo è lite sulle misure (Corriere). Da Quota 100 al cuneo, lite M5S con Pd e Iv (Sole). Tasse pesanti su plastica, diesele e sigaretti. Lite sui contanti (QN). Giornale: la stangata è servita.
Sempre in primio piano le notizie che riguardano la Siria. Assad-Edrogan verso la guerra, no Ue all'embargo (Stampa). "Europa vergognati" titola Repubblica. Sulla Turchia la Ue è un fantasma. E Di Maio annuncia un (finto) embargo (Verità).
Tonra in evidenza anche la questione catalana. Spagna: 100 anni di prigione a 9 leader catalani, rabbia a Barcellona (Stampa e tutti). Sentenze pesanti per i leader catalani, e a Barcellona torna la rivolta (Repubblica).
Brexit, la Regina: Brexit a fine mese (Messaggero).

ECONOMIA
Caos manovra, si rinvia (Messaggero p.2 e tutti). Tra 5S, Pd e Italia Viva è lite su tutto. Il Cdm slitta a oggi, dl fiscale la prossima settimana. Nel Cdm di stasera verrà approvato solo il documento programmatico di bilancio che deve andare alla Ue.  Scontro su Quota 100 e cuneo fiscale: i 5S vorrebbero estendere le misure di taglio dei costi del personale anche alle imprese, mentre i renziano propongono di abolire le pensioni anticipate. Conte irritato: "Per me la manovra è del governo ed è di tutti. Invece mi sembra che tutti stiano pensando ai propri orticelli" (Stampa p.4). Intanto, è in arrivo la tassa sugli imballaggi in plastica e la detrazione per chi paga con la carta (Repubblica p.8). Il "superbonus" per chi paga con le carte è una misura che vuole intestarsi il premier (Stampa p.4). Nel frattempo, sono in arrivo tasse su sigaretti, giochi e plastica: 20 cent in più per le "buionde", imposte del 15 al 23% sulle vincite, mentre salta per ora la stretta su diesel e bibite. "Pronta la manovra pagata dal popolo" attacca Giornale (in prima e p.2-3): solo le briciole e inutili mancette alle imprese, la crescita resta un miraggio. Pronto il Bilancio – scrive ancora il Giornale (p.4) – tutto tasse che affosserà famiglie e pmi. E Libero (in prima e p.3) rincara: governo di straccioni, doveva salvare l'Italia ma la affosserà. Intanto, sulle pensioni, spunta la rivalutazione degli assegni attraverso "l'indicizzazione fino a 2mila euro" (Stampa p.5): nell'incontro tra esecutivo e sindacati la proposta di aumentare gli assegni in base all'andamento dell'inflazione, mentre viene confermata la volontà di smontare Quota 100, la Fornerà verrà ridiscussa in modo drastico. L'economista consigliere di Palazzo Chigi, Brambilla, al Corriere (p.4): "Quota 100 scade il 31 dicembre 2021. Se nel frattempo non si prendono provvedimenti, dal primo gennaio 2022 non si potrà più andare in pensione a 62 anni d'età, avendo 38 anni di contributi, ma bisognerà aspettare fino a 67 anni e due mesi. Uno "scalone" improvviso, sarebbe bene pensarci per tempo". Sul cuneo fiscale invece, Repubblica (p.9) segnala l'arrivo di 40 euro in più al mese ai redditi bassi, un aumento che scatterà nel mese di luglio 2020. Ma gli effetti sul potere d'acquisto dei lavoratori dipendenti, e quindi sui consumi, potrebbero essere limitati. Mille euro l'anno in più per 4,5 mln di lavoratori (Sole p.5): estensione a 35mila euro di reddito delle misure. Proposto anche un mini aumento di 40-50 euro annui per chi è sotto il 26.600 euro. La Furlan (Cisl) a Italia Oggi torna a segnalare le priorità dei sindacati: "La nostra piattaforma non è cambiata, perché non sono cambiati i bisogni veri del Paese e dei cittadini, e i percorsi che noi avevamo indicato sono sempre gli stessi: una vera riduzione delle tasse per i lavoratori e i pensionati, affrontare il dramma della disoccupazione dei giovani ed i problemi degli anziani, il divario crescente tra nord e sud, le tante opere infrastrutturali ancora bloccate, le risorse per rinnovare tutti i contratti pubblici".

POLITICA
"Federare gli alleati? Farò la mia parte": Conte ad Avellino tra gli ex Dc gioca a fare il nuovo Prodi (Stampa p.7), ma il premier dice no a chi gli dice "ormai sei uno dei nostri". A Conte la laurea di democristiano ad honorem, scrive Repubblica (p.12). In un'atmosfera vintage, il messaggio di Conte è chiaro, è l'esortazione ai cattolici a "uscire dal torpore nel quale sono caduti", è l'appello ad "animare di nuovo la vita sociale e politica dopo decenni di ritiro dalla politica", è la richiesta di "ragionare" sulla loro "unità" attraverso una "rinnovata democrazia dei cristiani", che è lo stesso acronimo della Dc – scrive Verderami sul Corriere (p.8) -. Più tardi il premier proverà a confutare l'interpretazione, dirà che "io non esorto la rinascita di un partito cattolico". Ma anche la smentita è un elemento vintage. Conte è il leader dei grillini (e anche del Pd), ma si vergogna di dirlo (Libero p.5): si dice imparizale, ma la festa pentastellata lo ha consacrato leader. E a sinistra la sfida finale per la guida è tra lui e Renzi. Attese stoccate nei confronti del premier stasera nel faccia a faccia Renzi-Salvini a "Porta a Porta": duello senza regole né claque, i due sono decisi a mettere in difficoltà il capo del governo. Pd e M5S in allarme: fanno gioco di sponda (Messaggero p.6). I due matteo a confronto, entrambi a caccia di una legittimazione da parte del nemico (QN p.6).
Centrodestra, Salvini prova a dare la spallata al governo. Silvio teme i fischi (Stampa p.6): sabato in piazza a Roma ci sarà anche il leader di Fi.

ESTERI
Siria, Assad- Erdogan verso la guerra, no Ue all'embargo (Stampa prima e p.8-9 e tutti). La Repubblica (prima), attacca: "Europa vergognati", aggiungendo: "La Ue condanna Erdogan ma solo a parole. Il nostro governo blocca le vendite di armi ma solo per il futuro, intanto le truppe turche avanzano sulla città simbolo Kobane. l'esercito siriano entra nei territori curdi". Gli Usa annunciano sanzioni (Messaggero p.8), arrivano dazi sull'acciaio, chiedendo anche una risposta della Nato. La tensione che si respira in Europa tocca anche lo sport: l'Uefa, oltre ad aprire fascicoli a livello disciplinare per i calciatori, medita di spostare la finale di Champions League, prevista il 30 maggio ad Instambul.
Spagna: Barcellona in rivolta (Corriere in prima e p. 12 e altri). Termina con una raffica di condanne il tentativo di secessione di Barcellona del 2017. 9 leader separatisti sono stati giudicati colpevoli di sedizione e malversazione di fondi pubblici. Pene tra i 9 e i 13 anni. Ieri migliaia di persone si sono radunate nella simbolica Plaza De Catalunya per protestare contro le sentenze della Corte Suprema. Sul Corriere (p.12), interviste a Fernando Grande Marlaska, ministro dell'Interno del Regno di Spagna e Pere Aragonès, vicepresidente della Catalogna. Il primo commenta cosi sul possibile ritorno alla violenza: "Spero ci sia ragionevolezza, la Spagna è una democrazia che difende il diritto alla critica ed a manifestare". Di diverso tenore invece le parole di  Aragonès: "Indignato per una sentenza politica che condanna le idee e non gli atti, Madrid ha sempre scelto via unilaterale. Ancora violenza? Credo di no, ma probabile ci siano disordini".

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