Commentario del 19.10.2019

PRIME PAGINE
Fuoco amico su Conte: il premier assediato dalla coppia Di Maio-Renzi su contanti e quota 100 (Repubblica, Stampa e tutti). Conte: penso al Paese (Avvenire). Manovra, M5S all'attacco: "Senza di noi non si fa niente. Subito vertice di maggioranza". Ok di Renzi, ma via quota 100 (Messaggero).  Confindustria, Rossi, sulla manovra: "L'Italia non riparte, salvo intese. Sul taglio al cuneo poco coraggio" (Sole).
Opposizione, Salvini porta in piazza la sua destra, Berlusconi lo incorona (Repubblica e altri). Tra aperture e veleni, centrodestra in piazza (Giornale). Delirio Grillo: niente voto agli anziani (Giornale, Avvenire e altri).
Eurozona, l'ex ministro Tria sul Sole: "In Eurozona serve un fondo investimenti".
Esteri. Bombardamenti senza tregua in Siria: viaggio nell'ospedale dei bimbi curdi: "Queste ferite non si curano" (Repubblica). Erdogan: restiamo nel nord della Siria, alta tensione diplomatica con l'Italia (Messaggero). La rabbia catalana paralizza Barcellona (Messaggero). Cinquecentomila catalani bloccano Barcellona (Repubblica). Tassa su WhatsApp, Libano in piazza (Stampa). Brexit, il giorno della verità a Westminster (Stampa).
Dazi. Partiti i dazi Usa: è allarme rosso per il parmigiano (Stampa).

ECONOMIA
Tensioni nella maggioranza sulla manovra. Fuoco amico di M5S e Italia Viva.  I grillini chiedono modifiche su contanti, Pos e partite Iva, mentre i renziani restano contro Quota 100 (Repubblica p.2 e tutti). Ma il premier chiude: "Avanti contro l'evasione". Il ministro dell'Economia, Gualtieri: "La manovra non si modifica" (Sole p.3). Il titolare del Mef definisce "fisiologiche" le tensioni, intanto i conti della manovra vedono salire da 14,4 a 16 mld il deficit necessario, mentre il conto delle coperture delle misure già trovate si ferma a 13,5 mld, il 45% del totale necessario. Intanto, il viceministro dell'Economia, Misiani, al Corriere (p.8) dice: "Alzare la voce non serve a nessuno. La manovra è stata approvata da tutti, in Cdm, e gli ultimatum lasciano il tempo che trovano. Se la si vuole migliorare, l'unico modo serio è analizzare le criticità e provare a risolverle". Mentre M5S e Leu difendono autonomi e piccole imprese - "non sono loro il vero problema" - , Repubblica (p.4) attacca parlando di "colpevoli evasioni". I dati smentiscono le prese di posizione di M5S e Leu, lavoratori autonomi e piccoli imprenditori in media evadono il 69,9% dell'Irpef dovuta, mentre le società non pagano il 23,8% dell'Ires. Perciò – scrive Repubblica – diventa difficile sostenere che l'evasione riguarda principalmente le grandi imprese.  La lotta al contante e all'evasione è necessaria – scrive Masciandaro sul Sole (p.5) -, anche se per i nostri governanti la lotta al contante è sempre stata un tabù. Giornale (p.6) spiega perchè la manovra non piace a nessuno: per imprese e tecnici non serve alla crescita, sulla casa colpisce le famiglie povere. E arriva un nuovo allarme sul debito da parte del Fondo monetario internazionale. Ma Avvenire (p.6) segnala: al meeting del Fmi l'Italia, fortunatamente, non è più protagonista, anche se resta l'allarme sul debito pubblico, sul quale serve un piano realistico.

POLITICA
"Governo sotto stress, fuoco amico su Conte" titola Repubblica (in apertura e p.2-3): assedio di 5S e Italia Viva sulla manovra. Grillini e renziani vogliono un vertice, ma Conte dice: "Avanti contro l'evasione". Renzi ha aperto ieri la Leopolda: "Con noi dovrete fare i conti". E attacca le nuove micro tasse (su tutti). Intanto, il renziano Marattin al Corriere (p.9) avverte: "I balzelli vanno eliminati. Speriamo di non arrivare al voto di fiducia senza correttivi, ma la tenuta del governo non è in discussione". Preoccupazioni nel Pd, con Zingaretti e Franceschini che avvertono: "Così si mette a rischio il governo". Giornale (p.7) parla di "governo già in bilico" con i grillini che mollano Conte, bollando come "devastanti" le misure inserite nella manovra. "Tenaglia di Renzi e Di Maio su Conte" titola Avvenire (p.6). "Sono sbalordito dal fuoco amico": Zingaretti richiama gli alleati (Stampa p.2). Mentre il premier si sfoga: "Vogliono indebolirmi perchè ho troppo consenso". Verderami sul Corriere (in prima e p.5) segnala come Zingaretti e Conte, se si accorgessero che l'obiettivo della coppia Renzi-Di Maio fosse indebolire il governo per provare un cambio di premiership in primavera, giocherebbero d'anticipo e staccherebbe primo la spina. Nel M5S, Di Maio spiega la sfida a Conte: "Ormai fa sponda con il Pd, ma i voti li abbiamo noi" (Repubblica p.3). L'avvertimento del capo 5S: "Senza di noi non si fa niente". E per il Messaggero (p.2) torna l'asse con Renzi. Di Maio riunisce i suoi ministri e li sprona alla battaglia, ma non tutti i parlamentari lo seguono (Repubblica p.3). Nelle chat interne, deputati 5S divisi: noi con Palazzo Chigi (Messaggero p.2). Palmerini sul Sole (p.2): l'unico antidoto per la tenuta del governo è almeno avere l'obiettivo di declinare l'esperimento politico in maniera più strutturale e, dove possibile, anche sui territori. Per Franco (Corriere (p.5) le tensioni nella maggioranza possono rappresentare nuova linfa per Salvini, il quale spera in un suicidio politico nella maggioranza.
Centrodestra, oggi la manifestazione a Roma. Tra aperture e veleni, i tre alleati in piazza (Giornale in apertura). Via alla kermesse romana, ma la piazza turba gli alleati (Giornale p.3). La Lega divora il centrodestra, sul palco solo le sue bandiere (Repubblica p.15). Meloni amareggiata per l'assenza del simbolo del suo partito e spiega: "Così sono ospite in casa altrui" (Stampa p.5). Forza Italia si spacca. Berlusconi con Salvini: "Non sono per niente contento della Carfagna". L'ex Cav però spiega: "Noi liberali e cristiani, non siamo la Lega". Poi chiude le polemiche: "Se Salvini ha il 30% giusto che sia il leader. Bisogna andare in piazza. Lì ci sarà l'Italia vera, concreta, che lavora contro l'ideologia comunista" (Giornale p.2). Ma Brunetta, nell'intervista a Repubblica (p.15), dice: "Caro Silvio sbagli, questa piazza non appartiene a Fi. Penso che quel centrodestra che un anno fa avrebbe potuto andare al governo non esista più".
Polemiche per l'uscita di Grillo contro il voto agli anziani (su tutti). Il fondatore M5S provoca ed è polemica (Messaggero p.9). Grillo-choc propone di togliere il voto agli anziani, sul suo blog ha scritto: "Non pensano alle ricadute delle decisioni politiche sulle future generazioni" (Avvenire p.7). La Stampa (p.6) commenta: se la caccia ai giovani toglie il voto agli anziani, una proposta che arriva dopo quella di portare alle urne anche i sedicenni. Per il Giornale (p.10) è l'ultimo delirio del comico. Salvini attacca: "Da ricovero". Meloni chiede l'intervento del Colle. E il premier Conte ironizza: "Facciamo dei sondaggi e vediamo" (Messaggero p.9).

ESTERI
Spagna, mezzo milione di catalani bloccano Barcellona (Repubblica prima e p.10-11 e altri). Scatta lo sciopero generale dopo la dura condanna di nove esponenti indipendentisti. Il corteo si trasforma in guerriglia. Chiusa la Sagrada Familia e rinviata la partita contro il Real Madrid. E' il quinto giorno di violenze: 62 feriti e 41 arrestati.
Siria, la tregua vacilla già, la pace è appesa ad un filo (Avvenire prima e p.12). La denuncia arriva direttamente dai curdi: "La tregua è stata violata". Accuse reciproche per la ripresa delle ostilità. Erdogan insiste: "Ritiratevi o riparte l'offensiva". Intanto Merkel, Macron e Johnson invitano il leader turco ad un incontro "per dialogare". Repubblica (p.6) racconta il retroscena: "Brucio, aiutatemi", l'urlo di Mohammed, 13 anni, un ragazzo sfigurato da una un'arma turca.
Repubblica (p.13) intervista l'ex ministro Minniti, secondo cui "il ritiro americano dalla Siria del nord è un azzardo senza precedenti e la rottura di qualsiasi principio alla base delle relazioni internazionali", aggiungendo che "la comunità internazionale ha chiesto ai curdi di combattere contro lo Stato Islamico e ora sembra abbia dimenticato tutto. Questa guerra di aggressione della Turchia va fermata subito".
Brexit, voto decisivo ma un emendamento può far saltare tutto (Messaggero p.12 e altri). Per far passare l'intesa con l'Ue, Johnson spera in 35 parlamentari indecisi. Mossa degli oppositori per ritardare la data del divorzio. Oggi i deputati britannici dovranno dire sì o no all'accordo. Se ci sarà la maggioranza (320 voti), Londra uscirà in modo ordinato dall'Ue il 31 ottobre; altrimenti si apriranno altri scenari (Stampa p. 10).

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