Commentario del 22.10.2019

IN PRIMA PAGINA
Manovra. Governo, c'è posta per te: l'Ue scrive all'Italia di non stravolgere le misure già decise (Repubblica). Su evasione, contanti e Pos, le misure slittano: la spunta Di Maio, tregua armata con Conte (Corriere, Sole e Stampa). Fisco, Conte accontenta Di Maio (Messaggero). L'appello del premier: "Serve più credibilità" (Corriere).
Economia. Grazie Draghi, ma dopo di lui si rischia delle divisioni (Repubblica). Le imprese cercano un milione di lavoratori e non li trovano (Libero).
Giustizia. Il giorno più nero per gli evasori: accordo sulla legge Bonafede (Fatto). Conte e il suocero rischiano la galera: con le manette agli evasori sarebbero guai (Giornale e Libero). "Processi lenti? Sì, ma è colpa dei magistrati" (Tempo). Domani Conte "a processo" per gli 007. Ma pure il dem Pittella deve dare spiegazioni (Verità).
Politica interna. Voto in Umbria: Tesei e Bianconi, le due ricette contro. "Ma sia un voto di testa, non di pancia" (Messaggero). Dalla 'buona scuola' allo 'sblocca-Italia' le riforme di Renzi e i grillini: seicento decreti dimenticati (Giornale). SciopeRoma (QN).
Esteri. Brexit, dai Comuni no a un nuovo voto sull'intesa con la Ue (Sole, Giornale e altri). Siria, Pompeo avverte Erdogan: "Usa pronti all'azione militare" (Stampa). Frutta marcia e sassi: in Siria tutti contro il ritiro delle forze Usa (Fatto).
Altre notizie. Fiumi esondati, frane e caldo: lo strano autunno al Nord (Corriere). Incendio doloso alla Cavallerizza, le fiamme nel cuore barocco di Torino (Stampa e tutti).

ECONOMIA
Tregua armata nella maggioranza sulla manovra dopo la tensione tra Conte e l'inedito asse Di Maio-Renzi (Sole prima e p. 3 e altri). Ieri il premier ha visto prima il leader del M5s ("Luigi, ho letto cose brutte". "Giuseppe non ci siamo capiti", Fatto p. 3) e poi, uno ad uno, i rappresentanti dei partiti della coalizione giallo-rossa: Cinque Stelle, Pd, Italia Viva e Leu. "Basta risse", l'appello di Franceschini per i Dem. Da Palazzo Chigi il premier Conte ribadisce un concetto chiaro agli alleati: "Serve più credibilità" (Corriere p 3). L'Ue, intanto, ha mandato una lettera in cui chiede chiarimenti sulle misure approvate lunedì scorso e non ancora messe nero su bianco dall'esecutivo. "Attenti a non stravolgere in Parlamento le misure già decise" (Repubblica prima e p. 3). Entro domani la risposta del governo, che prima dovrà sciogliere almeno qualcuno dei nodi. Tra le certezze maturate nelle ultime ore spicca il trasferimento della digital tax, sempre sotto i riflettori di Bruxelles, dal decreto fiscale al disegno di legge di bilancio. Un'intesa di massima ci sarebbe sull'idea di modificare le multe per chi rifiuti l'uso del pos (insieme a un abbassamento delle commissioni) e sull'inasprimento del carcere agli evasori oltre i 100mila euro: da 4 a 8 anni. Partita aperta invece sulla flat tax.
Dopo 8 anni, Draghi dice addio alla Bca. Su Repubblica (prima e p. 6) un primo piano sulle tappe del suo mandato, come ha salvato la moneta unica: dalla discesa dei tassi, al bazooka, fino al rinnovo del quantitative easing del settembre scorso. Dal 1° novembre poteri in mano a Lagarde che eredita tre sfide difficili, a cominciare dalla fase di rallentamento dell'eurozona in materia di occupazione.
Confcommercio taglia le stime: "Nel 2020 il Pil sarà fermo a +0,3%" (Giornale p. 6). Il presidente Sangalli. "Il Paese adesso deve sbloccare i cantieri e puntare sulla logistica. Lotta al contante? Servono incentivi".
Caso Alitalia, il governo concede 40 giorni a Fs-Atlantia (Repubblica p. 22 e tutti). Il ministro Patuanelli, dopo aver letto la lettera giunta ieri dai commissari straordinari che da quasi 30 mesi stanno gestendo l'agonia della linea aerea, ha perso la pazienza: basta rinvii, soprattutto dopo la mancata presentazione dell'offerta vincolante da parte di Atlantia, Fs e Delta. Si chiude il primo dicembre, ma con un quadro che dovrà essere chiarito entro la prossima settimana. Per il ministro "Fs e Atlantia sono distoniche" (Giornale p. 6).

POLITICA
Alta tensione tra il Pd e Italia Viva. Prodi: mi ricordano il mio governo (Corriere p. 6). L'ex premier è preoccupato per le liti: "E' un rischio se la visibilità diventa l'obiettivo". Il capogruppo Pd al Senato, Marcucci: "Difficile pensare ai 5Stelle come alleati strategici, il Pd non deve più agire di rimessa. E basta liti tra noi e Renzi".
Secondo Rosato, vicepresidente della Camera "non siamo noi a volere le elezioni, chiedete a Zingaretti" dice nell'intervista a Repubblica (p.11). E sulle opposizioni, ha una sua idea: "Il centrodestra non c'è più, c'è solo la destra".
Sul voto di domenica in Umbria, invece, ieri forum al Messaggero (prima e p. 7) con la Tesei e Bianconi una contro l'altro. "Ora l'Umbria deve scegliere con la testa non con la pancia" dicono i due contendenti. La senatrice: "La sinistra non ha mai pensato allo sviluppo, regione bloccata". L'imprenditore. "Non sono una cavia nel laboratorio dell'alleanza Pd-M5S. Obiettivi? Sanità e meritocrazia". E nel duello televisivo, la Tesei e Bianconi ribadiscono un concetto che li trova concordi: "Non è un test su di noi" (Fatto p. 8).
Centrodestra, si riparte: "Coalizione degli italiani" (Giornale p. 9). L'alleanza alla prova delle elezioni in Umbria. Salvini punge: "Per quanto Mattarella zitto?". L'ex vicepremier Salvini avvisa il capo dello Stato: "In caso di crisi, questa volta si voti" (Stampa p. 2). Ripartono gli attacchi del Capitano, con due obiettivi: mettere a nudo i contrasti nel governo e spianare la via delle urne se dovesse saltare Conte. Ma il Colle non si fa trascinare nella rissa. Ma all'interno di Forza Italia è rivolta anti-Salvini: "Svendiamo la nostra storia" (Messaggero p. 11). Con l'intesa tra Berlusconi e il capo leghista, in tanti temono di non essere più ricandidati. Molti parlamentari tentati da Italia Viva, ma Gelmini e Bernini sicure: l'opa di Renzi fallirà.
Venerdì sciopero generale a Roma: esplode la protesta delle partecipate (Sole p. 8 e altri). Il possibile impatto dello sciopero sulla città si misura anche nell'appello dell'Ama, la municipalizzata dei rifiuti, che invita per quella giornata i cittadini a non buttare l'immondizia nei cassonetti, posticipando il conferimento al giorno successivo. "Uno sciopero così non c'era mai stato, è il primo. Sotto la giunta Marino ci fu uno sciopero dei dipendenti comunali", avverte il segretario della Uil del Lazio Alberto Civica.

ESTERI
Siria, tregua in scadenza, e da Ankara avvertono: "Non ci sarà nessuna proroga". La zona di sicurezza dovrà essere evacuata entro questa sera. Erdogan polemizza: "Tutto l'occidente si è schierato con i terroristi" . Intanto i curdi siriani hanno protestato contro il ritiro delle truppe americane dal nord-est del Paese, lanciando patate al passaggio di un convoglio vicino a Qamishli: "Gli americani stanno scappando come topi, vergognatevi!". (Messaggero p.13). Proprio gli USA però intanto prendono posizione contro Ankara: "Noi preferiamo la pace alla guerra, ma se un'azione militare dovesse diventare necessaria dovete sapere che il presidente Trump è pienamente pronto ad intraprenderla"(Stampa p.6, Corriere p.12 e altri). Questo l'avvertimento lanciato ieri dal segretario di Stato americano Pompeo. Repubblica (p.15), racconta la storia di Hervin, l'attivista curda uccisa lo scorso 12 ottobre in un agguato, e lo fa attraverso le parole di Suad, sua madre: "L'ho sentita morire al telefono. Mi ha chiamato, non riusciva a parlare. C'erano voci di uomini, poi una raffica di mitra".
Brexit, lo schiaffo dello "speaker". Titola così il Corriere (p.10). John Bercow, ha rifiutato di mettere ai voti in Parlamento, come richiesto dal governo, l'accordo concluso la scorsa settimana da Johnson a Bruxelles.Lo stesso Bercow ha poi dichiarato di "essere pronto a stracciare il libro delle regole pur di ogni tentativo illegale del primo ministro di arrivare alla Brexit entro il 31 ottobre". Il premier britannico però non sembra essersi perso d'animo e oggi presenterà ai deputati l'intero pacchetto legislativo della Brexit, ma ha bisogno dell'approvazione in due giorni per uscire dall'Europa entro il 31 ottobre (Messaggero p.12, Stampa p.6 e altri).  
Cile, continuano i disordini (Repubblica p.12, Stampa p.7). Nelle strade di Santiago studenti contro soldati: "Siamo in guerra". Settimo giorno di protesta e scenario apocalittico, violenza a catena che al momento non sembra lasciare una via d'uscita possibile a questa crisi. Il rincaro dei biglietti e, in generale, del costo della vita, è però solo la punta dell'iceberg. Le proteste riguardano sanità, scuola pubblica, scandali per corruzione e quel vuoto incolmabile tra "elitè" e cittadini. Intanto l'ex presidentessa Bachelet, ora Alto Commissario dell'Onu per i Diritti Umani, ha denunciato l'uso eccessivo della forza da parte delle autorità, ha richiesto un'indagine indipendente sulle morti avvenute nel fine settimana.

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