Commentario del 31.10.2018

IN PRIMA PAGINA
Frena il Pil, crescita zero (Repubblica). Italia ferma, l'Ue la incalza (MF): "il vostro debito è incompatibile" (Stampa). Mossa di Conte e Tria per evitare la procedura: deficit reale al 2% (Sole). Lo spread torna a 312, va male l'asta dei Btp (Giornale). Tra politica e finanza la nuova Alitalia: Ferrovie fa l'offerta ma per andare avanti chiede l'ingresso di un partner (MF). No di Cdp, Eni e Leonardo (Sole). Tra politica e giustizia la "svolta manettara" di 5 Stelle: cancellata la prescrizione (Giornale). Tra politica e tv le nomine Rai: Carboni al Tg1, Sangiuliano al Tg2, Paterniti al Tg3 (Sole). Il governo si è preso tutta la Rai (Repubblica). Per il Fatto torna la lottizzazione: i tg a 5S, Lega e sinistra. Il Giornale: il Tg1 a un comunista. Libero: il nostro vicedirettore al Tg2: evviva.
Dall'estero. Negli Usa Trump cala l'asso in vista del voto: "Basta ius soli" (Giornale). In Brasile Battisti è già fuggito: a casa sua non c'è più nessuno (Giornale).
Il maltempo fa 12 morti (Sole). In apertura su QN la paura per Venezia: a rischio i mosaici di San Marco (Repubblica). Sulla Stampa la Liguria come dopo uno tsunami: a Rapallo le barche arrivano in piazza. Sul Sole il conto dei danni: due miliardi per nubifragi, frane e crolli.
In cronaca, in prima pagina su tutti il ritrovamento di ossa nella Nunziatura apostolica in Vaticano: si riapre il caso Orlandi. Sul Messaggero l'addio a Desirée e lo strazio della madre: "Dovevo aiutarti". Politici in fuga. Il Giornale: che tristezza.

ITALIA-ECONOMIA
Crescita zero nel terzo trimestre, pesa la frenata dell'industria (Sole). Giù l'export mondiale e la fiducia degli imprenditori. L'Italia finisce in stagnazione (Repubblica). Effetto negativo anche sul 2019: difficile crescere dell'1,5% senza misure pro-imprese (Sole). Gli analisti confermano i rischi al ribasso sul 2019. Montanino (Confindustria): "Il pil crescerà ben al di sotto dell'1%. Il tema vero è cosa succede il prossimo anno:l'effetto trascinamento sul 2019 peggiora e la manovra non avrà effetti espansivi rilevanti". Conte, da New Dheli, minimizza: "E' uno stop congiunturale, riguarda l'intero quadro dell'economia europea, per questo abbiamo deciso una manovra espansiva". Di Maio accusa il Pd: "Colpa della manovra del 2017". Salvini se la prende con i governi precedenti "che obbedivano a Bruxelles: un motivo di più per tirare avanti". La frenata del pil complica il lavoro di Tria (Corriere). Italia ferma, l'Ue l'incalza, il titolo d'apertura di MF. Su tutti i giornali la nuova lettera dalla Commissione Europea a Roma (Corriere): manovra incompatibile con il calo del debito pubblico. L'Italia scivola verso la procedura per debito eccessivo. Lunedì all'Eurogruppo il confronto tra governo e Juncker. Ufficialmente il governo conferma l'immutabilità della manovra, scrive il Sole, ma Conte e Tria sosterranno che il disavanzo reale si ferma al 2% per effetto del gettito della crescita e dilatando i tempi (e quindi le spese) su pensioni e reddito di cittadinanza. Per Fubini (Corriere) lo stop della crescita chiude le scorciatoie sui conti con Bruxelles: l'effetto recessivo delle scelte di bilancio è arrivato prima e più forte del presunto effetto espansivo. In queste condizioni è difficile che l'economia cresca tanto nel 2019 da ridurre il debito. Né basterà ritardare di un paio di mesi i programmi di spesa. Su Repubblica l'affanno del Tesoro, stretto tra i dati Istat e il nuovo richiamo della Ue: "Ci stanno accerchiando".
 "Basta alibi, se le cose non vanno la colpa non può essere di quelli che sono venuti prima – l'affondo di Boccia (Confindustria) – Il governo si prenda le sue responsabilità" (Repubblica). "La previsione Istat non sorprende – dice al Corriere Francesco Pugliese, ad di Conad – In questa fase è in aumento il timore per il futuro: aumenta l'invidia sociale, i consumi calano e gli italiani decidono di mettere da parte risparmi per un domani incerto".
Intanto lo schiaffo del pil affonda i BTp. Lo spread torna a 312 punti (Sole),  volano i rendimenti del Btp (MF). Nell'asta di ieri il Tesoro ha pagato 689 milioni di interessi in più rispetto a febbraio. Sulla Stampa gli sviluppi all'Istat, ancora senza presidente. Una poltrona per tre: Giancarlo Blangiardo, sostenuto dalla Lega; Maurizio Vichi, appoggiato dai Cinque Stelle; Elisabetta Carfagna, senza sponsor politici ma con un curriculum "pesante".

ITALIA-POLITICA
Fronda grillina sul Dl sicurezza, stop M5S alla Tav e affondo leghista su Roma: maggioranza a rischio. C'è un'aria strana sul governo, staccare la spina non è un tabù (Giornale p.3). Franco sul Corriere (p.13) sottolinea le contraddizioni quotidiane: su Tav, condono, sicurezza e reddito  il M5S e la Lega esprimono due culture e due governi diversi. Conflitti salvati solo dal contratto.
Mentre prosegue la rissa M5S-Lega sullo stop alla Tav in Piemonte (Repubblica e tutti), preoccupano le tensioni nel M5S sul dl sicurezza, caro a Salvini: "Chi non vota sì andrà fuori" assicurano i vertici grillini (su tutti). Lega e 5S pronti a blindare il decreto in Senato con la fiducia. "Votiamo no anche con la fiducia" dicono i dissidenti 5S. In 4 a rischio espulsione (Corriere p.9). Di Maio teme il voto segreto (Stampa p.3). Fronte critico guidato da De Falco, che al Corriere spiega: "Vogliono farmi un processo? Non me ne frega niente. Di Maio mi ha scritto dicendomi di non far cadere il governo, ma pensate che possa cadere per De Falco?". Poi il senatore 5S spiega: "Il problema non è Salvini, siamo noi, che siamo gli azionisti di maggioranza e non ci facciamo valere". Altra voce critica quella di Mantero, che a Repubblica (p.8) spiega: "Non voterò il dl, se M5S non mi vuole torno a casa. Da Di Maio un ricatto morale che non accetto". Per il Giornale (p.2) Di Maio è ostaggio della fronda e al Senato i numeri sono a rischio, ma Salvini resta fiducioso, visto che il dl dovrebbe incassare il sì di FdI.
La Meloni al Messaggero (p.4) spiega: "Da sempre pronti ad aiutare la Lega su questo tema, ma l'atteggiamento al Senato del Carroccio è incomprensibile".
Nuove tensioni tra i grillini anche sul caso rimborsi: restituzioni dei parlamentari ferme dall'estate (Repubblica p.8). Se i 5S andassero in affanno – scrive il Giornale – a Salvini non dispiacerebbe. 
Già partita l'offensiva leghista sulla Capitale. Salvini e la strategia per prendere Roma: una donna in corsa (Corriere p.8). I leghisti in Campidoglio chiedono le dimissioni della sindaca Raggi, non per l'attesa sentenza sul caso delle nomine "ma – dice il capogruppo Politi – per i disastri che sta facendo alla città". Ma Salvini frena i suoi: "Aspettiamo la sentenza". Poi assicura: "Aiuterò la sindaca sulla sicurezza" (Messaggero p.7). Per l'eventuale corsa al Campidoglio, i nomi sono quelli di Saltamartini, Bongiorno e Meloni (Corriere p.8). "Io sono pronta per le europee. Su Roma si vedrà quando si dovesse presentare concretamente l'occasione del voto – dice la Meloni al Messaggero -. Non sono convinta che la Raggi scapperà a gambe levate".
Rai, c'è l'accordo sui direttori dei Tg, ma è scontro sulle reti (Messaggero p.10 e tutti). Carboni, da caporedattore, fa il "salto" al Tg1 in quota M5S. "Il mio Tg1 sarà vecchia scuola" annuncia Carboni alla Stampa (p.11). Sangiuliano al Tg2 e Paterniti al Tg3 (su tutti). Oggi in cda le prime designazioni, ok anche a Mazzà al Gr, da sciogliere il nodo RaiSport. Pd in trincea: "E' un governo piligatutto, nomine senza alcun piano editoriale, è solo occupazione del potere". Intanto, sulle reti è ancora caos: scontro tra Salvini e l'ad Salini sulla guida di Rai2 a Casimiro Lieto, autore del programma della Isoardi (Repubblica p.12 e altri). In corsa per Rai1 Freccero (Corriere p.13).
Martina formalizza le dimissioni: il Pd va al congresso (Sole p.21). Messaggero (p.8) evoca l'ultima manovra tra Martina e Minniti: patto anti-Zingaretti per le primarie. Gentiloni alla Kermesse del Foglio: "In un periodo breve, di soli 5 mesi, il nuovo governo ha cambiato il quadro in cui il nostro Paese si colloca. Il nostro paese è più isolato, meno sicuro e più povero. Abbiamo bisogno un centrosinistra patriottico che promuova la crescita felice e non la decrescita".

ESTERI
"Toglierò la cittadinanza per nascita": sul Corriere e tutti l'ultimo affondo anti-migranti di Trump, in tempo per le elezioni di mid-term. Il presidente piccona il 14esimo emendamento della Costituzione americana, che riconosce come cittadini Usa tutte le persone nate o naturalizzate nel Paese. "Siamo l'unico Paese al mondo così stupido da consentire una cosa del genere. Ho intenzione di cancellare tutto ciò con un ordine esecutivo. Lo posso fare, è nei miei poteri".
La Casa Bianca prepara l'ultimo round di dazi alla Cina «se non ci sarà l'accordo sul commercio», dichiara il presidente Trump (Sole). In vista del meeting tra Trump e Xi Jinping al G20 di fine novembre in Argentina la Casa Bianca si sta preparando al piano B nel caso in cui l'incontro dovesse fallire: un nuovo round di dazi doganali nonostante le critiche arrivano dalle aziende americane e il nervosismo dei mercati finanziari. La guerra commerciale produce effetti negativi sull'economia cinese. La crescita rallenta, la banca centrale porta lo yuan ai minimi da dieci anni rispetto al dollaro (MF). Una potente arma in mano ai cinesi se la guerra con gli Usa dovesse continuare è quella del turismo, anche se negli ultimi mesi gli arrivi di cinesi negli Usa sono crollati. Il boicottaggio statale dei viaggi dei cinesi in America potrebbe costare molto caro a Washington. Intanto il pil americano cresce più del 3%, miglior risultato dal 2005 (Sole).
Dilemma Cdu per il dopo Merkel (Sole). Il 6 dicembre congresso ad Amburgo. In lizza l'erede Kramp-Karrenbauer e due candidati di rottura: Spahn e Merz. La nomina del nuovo leader avrà effetti sul governo tedesco e sulla Ue. C'è una corrente della Cdu che chiede una svolta radicale, ma non è chiaro se voglia rischiare una linea agli antipodi della cancelliera. Il passo indietro della Cancelliera potrebbe rappresentare un vantaggio per il presidente francese Macron, scrive il Giornale. Quanto all'Italia, potremmo addirittura rimpiangerla, scrive il Giornale: non perché il suo agire politico sia stato ideale ma perché chi ne prenderà il posto alla Cdu sarà sicuramente più duro con noi.

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