Commentario del 6.10.18

IN PRIMA PAGINA
Manovra, su Corriere e tutti il no dell'Europa. Bruxelles boccia il deficit al 2,4%. "Grave preoccupazione sui conti" (Repubblica). Allacciate le cinture (Tempo). Muro del governo sul limite del 2,4%: "Non scendiamo" (Corriere). Libero: la manovra ci rovina. La Verità: luci e ombre nel Def. Sulla Stampa i tagli in arrivo per 7 miliardi. Sul Messaggero le misure della pace fiscale. MF in allarme per le banche sotto attacco. Sul Sole la proposta shock di Fratelli d'Italia su Bankitalia: "Passi allo Stato per 156 mila euro" (Sole). Sul Fatto le mire della Lega sulle Fondazioni bancarie.
Lega ormai vicina al 34% e M5S in calo, secondo il sondaggio del Corriere.
Dall'estero. La Germania accelera i rimpatri di migranti verso l'Italia (Repubblica). Negli Usa disoccupazione al minimo storico. E le aziende si rubano il personale (Sole).
In cronaca, il maltempo al Sud fa ancora vittime: madre e figlio annegano in auto (Messaggero). Inascoltata l'allerta della Protezione civile (Avvenire).
Il Nobel per la pace a chi combatte gli abusi di guerra (Corriere): il riconoscimento al ginecologo Mukwege e all'attivista Murad. Una vita contro gli stupri di guerra (Messaggero).
Ronaldo accusato di stupro, la polizia di Las Vegas cerca le prove (Stampa), il titolo della Juve crolla in Borsa (Mattino). Ora a Cr7 non basterà una rovesciata (Fatto). Ronaldo, ultima vittima dell'industria dello stupro (Verità).

ITALIA-ECONOMIA
Bruxelles boccia il deficit al 2,4% (Repubblica): "Seria preoccupazione per il Def" (Corriere). Tria: timori infondati (Messaggero). In primo piano su tutti la lettera della Commissione europea a Tria sulla manovra in gestazione. Dombrvskis e Moscovici si dicono preoccupati per la "deviazione significativa del percorso raccomandato" dal Consiglio dei governi all'Italia. Un ammonimento informale che però apre a un "dialogo costruttivo". Il governo fa muro sul 2,4% ma Giorgetti lavora sulla trattativa (Corriere). La lettera arriva al termine di un'altra giornata ad altissima tensione tra Juncker e Salvini. Al presidente della Commissione europea che aveva messo in guardia Salvini da "dover raccogliere un mucchio di macerie", il vice premier ha ribattuto che "le uniche macerie che dovrò raccogliere sono quelle del bel sogno europeo distrutto da gente come Juncker".
"In Europa c'è chi fa già la campagna elettorale" dice il viceministro Garavaglia alla Stampa. "Per noi conta solo il giudizio dei mercati. Non dobbiamo cercare 20 miliardi ma quattro decimali di pil, cioè 8 miliardi". Garavaglia parla anche col Messaggero: "Siamo consapevoli di aver deviato ma con la crescita torneremo nei parametri europei. Per far ripartire il pil puntiamo tutto sullo sviluppo. Serve una svolta vera e durevole. Con lo sblocco degli investimenti e più infrastrutture convinceremo Bruxelles che le nostre stime sono ragionevoli".
Il Sole parla di una manovra salita a 36-40 miliardi: ma è caccia ad altri 5 miliardi per trovare le coperture. Tra le ultime ipotesi c'è quella di uno stop ai ticket sanitari, fermo restando la sterilizzazione delle clausole Iva da 12,4 mld nel 2019. Altri 21,5 mld serviranno per le misure di Lega e M5S, 1,5 mld per sostenere la crescita e 2,5 mld per le spese indifferibili. Torna la scommessa sulle privatizzazioni: obiettivo 10 mld. La Stampa, sul fronte coperture, parla di tagli ai ministeri e agli sconti fiscali per una manovra stimata in 40 mld. .
Ma per il Messaggero c'è un asse Colle-Bce-Bankitalia per cambiare la manovra: il Quirinale prova a ridimensionare il peso dell'incontro tra Mattarella e Draghi ma il segnale di allarme sulla tenuta dei conti resta alto. Conte "consapevole dei rischi", Salvini più duro, Di Maio rassicura: "Non sarò il commissario liquidatore dell'Italia e non intendo sfidare Bruxelles".
Sulla Stampa il mea culpa di Padoan – "Noi troppo timidi sul reddito di cittadinanza" – e l'affondo su Tria: "Con le ultime scelte ha indebolito la sua reputazione". Quanto al giudizio delle agenzie di rating "mi auguro che non ci siano mutamenti del rating. Il rischio vero sarebbe un downgrade, a quel punto reagirebbero i mercati". E su Italexit dice: "Vorrei chiede a Salvini e Di Maio che si dichiarino in modo netto e irreversibile per l'euro".
Repubblica parla di un piano B del governo nel caso di nuova tempesta sui mercati: se lo spread dovesse salire a 400 punti si rivedrebbe al ribasso il deficit fissato al 2,4%, cambiando le misure non dal governo ma in Parlamento. Allarme anche per il giudizio delle agenzie di rating (Corriere): l'aumento di deficit espone l'Italia al rischio bocciatura e i titoli di Stato al rating "spazzatura". Bocciatura che farebbe volare lo spread facendo scivolare l'Italia verso il baratro finanziario.
Sul Corriere la missione di Fico a Bruxelles per fare da mediatore: vedrà Juncker e Moscovici. "Ma l'austerity va superata". Il presidente della Camera difenderà la linea dell'esecutivo ma non i toni più aggressivi.
Spazio anche al pacchetto fiscale del governo. Repubblica parla di condono per decreto: niente sanzioni e more, si pagherà in cinque anni. Sarà una sorta di rottamazione ter, per condonare tutti i debiti con il fisco dal 2000 a fine 2017 notificati con cartella esattoriale. Obiettivo: raccogliere 11 mld in cinque anni. Nella bozza comprese anche le liti pendenti, ma il testo non è ancora definito. Prevista anche la fattura elettronica obbligatoria dal primo luglio 2019 e la lotteria con gli scontrini fiscali dal 2020.
Sul fronte pensioni, confermata la revisione della "Fornero": si esce dal lavoro a quota 100, con 62 anni di età e 38 di contributi. Quanto alla pensione di cittadinanza, il tetto di 780 euro scende per chi ha l'abitazione.
In manovra niente risorse invece per il rinnovo del contratto degli statali e per le assunzioni nella pa: i sindacati in allarme chiedono un incontro al ministro Bongiorno (Messaggero).

ITALIA-POLITICA
Cinque Stelle in discesa, al 28,5%, la Lega si rafforza e sfiora il 34%. Sul Corriere il sondaggio di Pagnoncelli conferma la solida prevalenza della Lega, frutto della "preponderante presenza di Salvini sui media e la capacità di centrare argomenti di vasto impatto": dopo i migranti le pensioni a quota 100 e l'attacco all'Europa. Cinque Stelle in affanno per la gestione del caso di Genova e per il reddito di cittadinanza. Stabile il Pd al 17,1%, FI cala al 7,8%, Fdi al 2,4%. Resta altissimo il consenso al governo (57%) e al premier Conte, che col 60% batte anche Salvini (51%) e Di Maio (46%). Berlusconi in allarme: "Salvini ha deluso il Nord, spero che non si allei con M5S" (Messaggero). "Si rischia la deriva autoritaria" (Corriere). Intervenendo alla kermesse di Milano organizzata dalla Gelmini Berlusconi prova di nuovo a spaccare Lega e M5S ma per la prima volta esplicita i timori che aleggiano nel centrodestra, un'alleanza tra Lega e M5S anche politica, presentandosi insieme alle prossime elezioni. "Mi auguro che andando avanti Salvini si renda conto che non è possibile sommare il nostro programma con il loro". Gelmini alMessaggero: "E' ora di tirare fuori l'orgoglio azzurro: c'è una Italia che non cede al populismo di Di Maio e che non crede nel sovranismo della Lega". 
Pd verso primarie affollate e manca ancora il candidato di Renzi (Repubblica e altri): a Zingaretti si è aggiunto Richetti ma potrebbero candidarsi anche Damiano, Serracchiani e Boccia. Sul Messaggero anticipazioni del libro di Calenda: "Ecco la mia sfida alla paura". Dall'ex ministro critiche a Renzi e stoccata al Pd, "stanza di interessi e rancori". Fitto il calendario del partito: il 13 e 14 ottobre Zingaretti riunisce i suoi a Roma con "Piazza grande". Il 19, 20 e 21 Renzi riunisce i suoi alla Leopolda a Firenze. Il Pd terrà il suo forum nazionale dal 26 al 28 ottobre. Primarie (forse) il 3 febbraio 2019.
Anche la Cgil al voto: la Camusso spingerà Landini verso la segreteria, serve una Cgil pop per allargare la base. Lunedì l'investitura. Si va verso una corsa a due, tra l'ex leader della Fiom e Colla, appoggiato dai pensionati. Politicamente, Colla è tra quelli che guardano al Pd, Landini invece promette "conflitto e contrattazione", pronto a confrontarsi col M5S e a fronteggiare la Lega.
Su tutti il caso di Verona, il voto anti-aborto del consiglio comunale promosso dalla Lega e votato anche dalla capogruppo del Pd. Martina: la 194 non si tocca. Orlando chiede l'espulsione della consigliera comunale Carla Padovani. "Non mi aspettavo tanto clamore – si difende – su questi temi vale il voto di coscienza e comunque il partito non ha una linea chiara in proposito".
Sul Fatto la giravolta della Col diretti: bagno di folla per Salvini tra gli stand dell'associazione che ha appoggiato Renzi fino alla fine. Ora le giubbe giallo-verdi si consegnano armi e bagagli al "Capitano". Moncalvo: "Il nostro obiettivo è indirizzare i governi, qualsiasi sia il loro colore politico".

ESTERI
Disoccupazione Usa al minimo storico (Sole prima e p. 16 e tutti). A settembre il tasso è scivolato  al 3,7% dal 3,9%, il più basso dal 1969, ma la media mensile, positiva ormai da 86 mesi, quest'anno ha raggiunto quota 211.000, superando di slancio le 182.000 buste paga del 2017: a far da traino settori cruciali quali il manifatturiero, l'edilizia e la sanità, e la Pa. E le aziende si rubano il personale (Sole e tutti). Riotta, sulla Stampa (prima e p. 25) parla di cura-Trump, anche alla luce del nuovo patto commerciale con Messico e Canada. Ora il banco di prova diventa la consultazione elettorale di novembre, con l'ala dura dei democratici che proverà ad aprire il processo istituzionale contro Trump e alcuni repubblicani proveranno a capire se sia il caso o meno di sfidarlo alle primarie.
Berlino accelera i rimpatri verso l'Italia (Repubblica prima e p. 2). Linea dura della Germania che, senza attendere l'accordo bilaterale, ha già inviato decine di lettere ai profughi "dublinanti" avvisandoli che saranno riportati nel Paese d'ingresso in Europa. Pronti i primi charter: il 9 e il 19 ottobre le date scelte. Ma dal Viminale dicono "no all'uso di charter: sarebbe un problema politico e diplomatico".
La conferenza sulla Libia, caos nei Servizi (Repubblica). Fissata la data: il 12 e il 13 novembre a Palermo, ma i vertici dei Servizi segreti hanno messo le mani avanti: "Siamo in scadenza e non possiamo occuparci di una partita così delicata" dice Alberto Manenti direttore dell'Aise, che aggiunge: "Da mesi si sa che il mio mandato è terminato, oggi nessuno mi considererebbe un interlocutore affidabile e in queste condizioni non sono in grado di agire". D'accordo con Manenti anche Alessandro Pansa numero uno del Dis (anche lui "in uscita), al quale petta il coordinamento di tutte le attività di intelligence e il raccordo con la Farnesina e Presidenza del Consiglio.

©riproduzione riservata






Nessun commento:

Posta un commento