Commentario del 29.10.2018

IN PRIMA PAGINA
In primo piano la questione banche e il piano anti-spread (Corriere). Patto nel governo (Messaggero). Vertice Salvini-Di Maio, anche per caos nel governo sulle grandi opere. Conte si scusa: "Colpa mia il sì al Tap" (Repubblica). Sul sì al gasdotto, rivolta M5S: appello a Conte (Messaggero). Gli elettori bruciano la bandiera dei 5S: "Dimettetevi" (Libero). Di Maio chiede aiuto a Salvini: "Blocco dei lavori o implodiamo" (Stampa). Intanto, su Repubblica parla Paolo Foietta, commissario Tav, che parla dell'Alta velocità Torino-Lione: "Toninelli mai visto. Costerà più lo stop che finire l'opera".
Dagli esteri, spazio al colpo alla Merkel, crollo Cdu e Spd nel voto in Assia. Boom dei Verdi (Messaggero). La fanno nera e verde, Merkel ancora ko (Libero). Destini paralleli di Merkel e Spd (Corriere).
In primo piano anche il voto in Brasile: Bolsonaro sbanca, il Paese svolta a destra (Messaggero). Bolsonaro vince e ci rimanda subito Battisti (Giornale).

ECONOMIA
Tra le tensioni sulle banche e l'asta dei Bot, il mercato giudica la manovra (Repubblica p.6). Governo verso la resa sul deficit: la soglia del 2,4% non è più un dogma, ipotesi limatura per convincere la Ue (Giornale p.5). "Abbassare il deficit forse non basta, ma potrebbe servire dare un messaggio di chiarezza sul rapporto con l'Europa - dice il ministro Tria al Foglio (p.5) -. Non vedo tutto questo pessimismo, è una discussione sui decimali quella che si sta portando avanti. Bisogna mantenere la lucidità dei giudizi e abbassare i toni". Poi Tria parla dello spread: "Un tasso di differenziale così alto non possiamo sopportarlo molto a lungo. Draghi non è stato inopportuno a dirlo, come un banchiere centrale deve fare. Lo spread non dipende dal 2,4% di deficit, ma dall'incertezza politica, che non si riesce a fugare. I fondamentali economici non giustificano questo differenziale col Bund tedesco, né lo giustificano le misure previste in manovra".  Poi sulla crescita, il titolare del Mef spiega: "Il livello di crescita è stata individuato attraverso un modello econometrico efficiente del Tesoro, nessuno si è inventato i numeri. L'Europa sta perdendo di vista le ragioni dello stare insieme".
Intanto, stress test e Btp in scadenza: nuovo allarme per le banche (A&F p.20). Il 2 novembre l'Eba comunicherà i risultati delle prove sulla tenuta del patrimonio degli istituti in caso di "scenari avversi". Focus sulla liquidità di Intesa, Unicredit e più ancora per le altre, mentre lo spread alto inizia a intaccare crediti e redditività. Secondo gli analisti, con lo spread a 388 punti solo i primi 5 gruppi non corrono rischi (Messaggero p.2). Patto nel governo per il salva-banche (Messaggero in prima e p.2): "Nessuna banca sarà in difficoltà" assicurano Salvini e Di Maio. L'intesa tra i due vicepremier apre ad un rafforzamento del fondo salva-banche come piano anti-spread. Palazzo Chigi e Tesoro studiano una rete di sicurezza per vigiliare sulle banche: Conte ha chiesto un piano con diversi scenari e tipi di intervento (Corriere p.5). Tria al Foglio: "Un governo deve intervenire, in un modo o nell'altro, di fronte a possibili difficoltà degli istituti. Ma certo, ora, non posso anticipare nulla. Non sono preoccupato per la capitalizzazione delle banche, ma guardo attentamente a ciò che accade. Al momento non ci sono pericoli di fronte allo stress test, ma questo tasso di spread non è sostenibile". Contro la crisi, si fanno ipotesi di fusioni o di utilizzo dei 15 mld del vecchio fondo di salvataggio (Messaggero p.2).
Spread e tensioni sui mercati legati anche ad un possibile progetto di Italexit, che il governo ha però smentito. "Un piano B per l'uscita dall'euro serve, siamo noi i veri europeisti" dice alla Verità (p.13) Antonio Maria Rinaldi, allievo del ministro Savona. "Non sono né di destra né di sinistra, ma sovranista: voglio tutelare gli interessi degli italiani. E un piano B serve: come disse una volta Savona, nessuno pensa che un progettista di navi sbagli a prevedere scialuppe di salvataggio. Allo stesso modo, serve un'alternativa se l'euro dovesse crollare". "Questa Europa farebbe bene a tacere – dice alla Verità (p.7) l'economista Fitoussi -. La Commissione Ue ha fatto per anni politiche sbagliate e ora si lamenta se la gente le vota contro. Il governo italiano continui a fare ciò che ha promesso: l'austerità produce solo danni".

POLITICA
Tensioni tra Salvini e Di Maio: quattro ore di vertice, poi la tregua con la mediazione di Conte (Corriere p.4). "Dobbiamo ripartire dal contratto" hanno convenuto alla fine i due vicepremier. Salvini smentisce ipotesi di rottura: "Siamo positivi e lavoriamo come Lega e M5S in sintonia per la crescita e il cambiamento dell'Italia". Ma i motivi di tensione restano tanti, dalle banche alla Bce, dal decreto fiscale a quello sulla sicurezza, ma anche sulle grandi opere come Tav e Tap. Su grandi opere e banche Salvini si smarca da Di Maio: "Bisogna fare quel che serve" (Repubblica p.3).
In Puglia i No-Tap bruciano le bandiere del M5S dopo il via libera ai lavori al gasdotto, ma il premier ai cittadini di Meledugno dice: "Date la colpa a me" (Corriere p.8). Il premier in soccorso di Di Maio "L'opera va realizzata, i costi per lo Stato sarebbero enormi" (Repubblica p.4). Ma i parlamentari dissidenti spiegano: "Non ci sono penali". Per il Fatto (p.2) il rischio risarcimento c'è, i 20 mld sono solo una stima.  Messaggero (p.4) segnala la presenza di un accordo che implicherebbe 40 mld di costo per l'uscita dal progetto Tap, ma Repubblica (p.4) riporta un documento ufficiale del Mise che smentisce l'esistenza di "penali segrete". I cittadini pugliesi chiedono le dimissioni di ministri e parlamentari del M5S, che avevano promesso lo stop ai cantieri. "Sono gli ultimi a poter chiedere le mie dimissioni – dice la ministra per il Sud, Lezzi -. Il M5S non ha dato nessun via libera, il dossier è stato gestito dal governo precedente" (Stampa p.3 e altri).
Polemiche anche sulla Tav. Lo stop ai lavori divide il governo e Torino, operai in piazza per il sì (Repubblica p.2). Dopo il diktat di Di Maio, il M5S oggi vota per schierare il Comune contro l'Alta Velocità. Industriali, artigiani e commercianti in protesta: "Così si uccide la città". Torino diventa anti-M5S (Stampa p.2): oggi voto in Consiglio comunale mentre le categorie produttive si mobilitano. "Blocco dei lavori o implodiamo" è la richiesta di aiuto di Di Maio a Salvini. Ma il leghista Molinari alla Stampa (p.2) dice: "Quel progetto è strategico e va terminato. Non è la mia posizione ma quella di tutta la Lega. Potremmo valutare di modificare i tempi, ma non è in discussione la realizzazione". A Repubblica (p.2) parla il direttore dell'Osservatorio sulla Torino-Lione, Foietta: "Il governo ha paura delle cose che potrei raccontare se mi ricevesse. Sono farciti di preconcetti che la sola idea di sentire come stanno le cose suscita nel governo una terribile preoccupazione. Da mesi non ricevo alcuna risposta, la mia è una denuncia politica. IL blocco della Tav è il frutto di un accordo con la Lega che non vuole fermare Tap, Terzo Valico e opere che interessano il Lombardo-Veneto". Poi il commissario Foietta aggiunge: "Non ci sono penali, ma il costo per il Paese è di 4 mld, mentre per avere l'opera ne servono 2,9".
Tensioni nella maggioranza anche per le nomine Rai: veti incrociati tra Lega e M5S su Tg1 e RaiUno (Stampa p.5). Via alla lottizzazione gialloverde: Lega e M5S si litigano gli ultimi posti (Repubblica p.7). Atteso oggi l'accordo sulle direzioni.
Pd, Martina si dimette e prepara la corsa: "Il Pd vada oltre i suoi confini" (Corriere p.9 e altri). Segretario uscente pronto a candidarsi alle primarie. Ipotesi congresso a febbraio.

ESTERI
Germania sempre più Verde, in Assia altro schiaffo a Merkel (Repubblica, p.12). Dopo l'exploit bavarese, Gruenen al 19,6%. Cdu e Spd perdono entrambi il 10% dei voti. Il risultato in Assia indebolisce Merkel (Corriere della sera, p.13). In forte progressione l'estrema destra di Afd. Il governo si regge su due partiti che stanno registrando continue cadute alle elezioni regionali. Spd paga la decisione di non stare all'opposizione. Golpe per archiviare la Cancelliera (Giornale, p.14). Il salasso della Csu in Baviera e della Cdu in Assia frutto del malcontento nell'elettorato di centrodestra dopo l'arrivo di un milione di immigrati. Batosta nel Land di Francoforte, l'Spd minaccia lo strappo: "Lo stato del governo è inaccettabile, la coalizione trovi un modo ragionevole di lavorare" (Stampa, p.9). Vola l'AfD, adesso rappresentata in tutti i parlamenti regionali tedeschi.
Conferenza sulla Libia, pronto il piano dell'Onu (Repubblica, p.15). Conte, sostenuto dalla Russia, incontra il generale Haftar per convincerlo a partecipare. Un caso il "congelamento" dell'ambasciatore Perrone. Visita "segreta" di Haftar a Roma con la mediazione del Cairo (Corriere della sera, p.11). Haftar a Conte: "Stabilizziamo la Libia" (Messaggero, p.11). Il generale a sorpresa a Roma: chiede il ritorno di Perrone, l'ambasciatore italiano che aveva attaccato pubblicamente. Il leader conferma la presenza al vertice di Palermo. Roma scommette sui quattro leader libici per salvare il vertice (Stampa, p.10). Dopo Haftar e Sarraj arriveranno Saleh, presidente del Parlamento di Tobruk e Mishri, capo dell'Alto consiglio di Stato di Tripoli.
Il Brasile sceglie l'Uomo Nero, è Bolsonaro il nuovo presidente (Repubblica, p.8). Il candidato dell'estrema destra vince il ballottaggio contro il socialista Haddad. Ex militare, xenofobo, razzista e nostalgico della dittatura: con lui trionfa ancora una volta il populismo. Linguaggio scorretto e zero in economia, l'ascesa del «Capitano» a colpi di fake news (Corriere della sera, p.11). L'Italia presto riavrà Battisti (Giornale, p. 15). Bolsonaro manterrà la promessa. Estradizione già concessa anche se bloccata dall'ex presidente Lula.

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