Commentario del 30.10.2018

IN PRIMA PAGINA
S&P aiuta spread e borsa (MF). L'avvertimento di Goldman Sachs: il governo cade a giugno (Giornale).
Grande tensione sulle grandi opere (Avvenire). No Tav, scontro Lega-5S. E rischia il decreto sicurezza (Corriere). Il M5S dichiara guerra alla Tav, rabbia di imprese e sindacati (Repubblica). Stop M5S, la Lega si sfila (Messaggero). Torino vota lo stop all'Alta Velocità, la piazza protesta: "Una vergogna" (Stampa). Caos M5S: meritiamo i forconi, per recuperare fermano la Tav (Giornale). Di Maio, scaricato dai suoi, ritornerà in ginocchio da Salvini (Libero). L'appello di Berlusconi a Salvini sul Giornale: "Ora mollali". Il Fatto torna sull'inchiesta Consip: tutti nei guai tranne il bugiardo. Il Pm: a processo Lotti e Del Sette. Tiziano Renzi è da archiviare (Repubblica).
Ampzio spazio all'allerta maltempo, vittime e feriti per il crollo degli alberi (Corriere). Roma chiusa per vento (Messaggero). Il Viminale: "Chiudere tutte le scuole" (Giornale).
Germania, Merkel, perdute le elezioni in Assia: "Non mi candiderò più dal 2021" (Sole e tutti). Senza di lei un'Europa più divisa (Repubblica). Terremoto prima delle Europee (Giornale). Weber (Ppe) al Messaggero: "Nuova fase, ora un tavolo Ue rilanci l'Italia".
Alitali dalle Ferrovie fumata grigia sul dossier (MF). Mazzoncini a Repubblica: "L'acquisto di Alitalia avventura pericolosa per le Ferrovie". In cda Fs arriva il Progetto Az (Sole).Soldi e sport, Giorgetti svuota il Coni di Malagò e se ne fa un altro (Fatto).
Serie A: l'Inter batte la Lazio e raggiunge il Napoli (Corriere e altri).

ECONOMIA
Le ultime limature di Conte e Tria: manovra pronta, va alla Camera (Corriere p.10). Tria insiste per ridurre il deficit anche solo al 2,3%, nuovo no di Salvini e Di Maio (Stampa p.4). Intanto, previsto un tesoretto da 4 mld, la mossa di Conte e Tria: accantonati fondi per fronteggiare possibili emergenze (Messaggero p.7). Fondi ad hoc per quota 100 e reddito di cittadinanza, lo spread resta sotto i 300 punti. Banche ok, pagelle positive agli "stress test" di venerdì. Intanto Tria studia un altro salva-banche (MF p.2): il premier ha chiesto possibili interventi sul credito. Summit tra il premier e il titolare del Mef: il dossier credito sul tavolo del governo (Sole p.8). Il sottosegretario leghista alle Infrastrutture, Siri, al Corriere (p.11): "Banche? Al momento non ci sono condizioni così sfavorevoli da dover pensare a un provvedimento. Ma il sistema bancario è parte integrante del Paese e va salvaguardato". Poi aggiunge: "Per il reddito di cittadinanza serve qualche mese in più, mentre per quota 100 l'obiettivo è febbraio". Intanto, le misure del governo che arrivano domani in Parlamento prevedono un pacchetto per il Sud, terre gratis per il terzo figlio, flat tax per le ripetizioni dei professori (Messaggero p.4 e tutti). La manovra è chiusa, la lite sulle pensioni no, il Carroccio è contrario a qualsiasi taglio sugli assegni previdenziali alti, se maturati con sistema contributivo (Repubblica p.12). Il testo in Ragioneria con molti dubbi, Conte rinvia la partenza per l'India per mediare tra Tesoro e ministro Toninelli che pretende la regia sugli investimenti.
Nel rapporto con l'Ue, il capogruppo Ppe Weber al Messaggero (p.11): "E' naturale che siano gli italiani a scrivere la leggi di bilancio e non Bruxelles. Ma si metta fine alle accuse reciproche e si torni a lavorare insieme e dialogare. Autorità italiane e Ue lavorino insieme per concordare un piano di investimenti: l'Italia ha i numeri per fare crescita e creare ricchezza".

POLITICA
"Il governo cade entro giugno": sul Giornale (in prima e p.5) lo studio di Goldman Sachs secondo cui l'esecutivo italiano non supererà le Europee della prossima primavera e verrà sostituito da un governo "più coerente".
Intanto, grande tensione sulle grandi opere (Avvenire e tutti). A Torino passa la mozione No Tav, Appendino accerchiata ma Di Maio respira (Stampa p.2): il vicepremier annuncia un incontro con la sindaca e il ministro Toninelli. "Fermiamo la Tav", bagarre a Torino: il voto M5S fa infuriare imprese e Lega (Corriere p.6). Con lo stop ai lavori dell'Alta Velocità l'Italia dovrà pagare 2,5 mld (Messaggero p.9). Industriali, politici, sindacati: si risveglia il partito del Tav (Fatto p.8). Gallina (Confindustria Torino) al Giornale: "Una marcia dei 100mila per dire sì alle grandi opere. I 5S si arroccano su ideologie strampalate, spero che la Lega mantenga le promesse". Dal Carroccio nessuna sponda all'alleato, i grillini sperano in Parigi per un rinvio (Messaggero p.8). Il Carriccio "morde" su grandi opere e voto a Roma. Ma dal Terzo Valico alle Pedemontane, Libero (p.6) evidenzia tutti i no alle grandi opere. Repubblica (p.7) evidenzia il sospetto sullo scambio di cantieri tra M5S e Lega: Salvini non alza i toni contro l'alta alla Tav e forse i grillini non ostacoleranno Terzio Valico e Pedemontana.
Intanto cresce la polemica interna al Movimento. La senatrice grillina Fattori in un in intervento su Libero (p.2): "I nostri elettori dovrebbero inseguirci con i forconi. Immaginate se avessimo detto cosa avremmo davvero fatto con Tap, Ilva, alleanze etc". "Vietato cedere": ora Di maio pensa alle espulsioni (Fatto p.8). Il capo M5S avverte i dissidenti in Senato e insiste nel no alla Tav.  Di Maio si sente sotto attacco: vuole la "testuggine romana" e minaccia sanzioni per i ribelli perchè "non possiamo permetterci cedimenti" (Corriere p.7). Ma crescono le tensioni, con i dissidenti del Movimento in rivolta: ora sono a rischio i numeri per il decreto sicurezza, con i ribelli – guidati da De Falco – pronti a votare no (Corriere p.8). Ipotezi fiducia (Repubblica p.10), ma i dl Sicurezza non si ferma, la fronda grillina nemmeno (Fatto p.11): bocciati gli emendamenti di Nugnes & Co, la maggioranza va dritta sul dl Salvini, ma il Pd spera nei voti segreti in aula per spaccare il M5S.
Secondo Libero (p.3) per il M5S il peggio deve ancora venire e Di Maio può attaccarsi solo a Salvini: il leader del Carroccio, che non può mollare l'alleato perchè l'alternativa è peggio, è il suo unico appoggio. Per Franco (Corriere p.9) Di Maio teme gli attacchi dall'interno. "Se salta Di Maio salta il governo e si va al voto, non ci sono piani B" dice il sottosegretario al Mit Siri al Corriere (p.11). Berlusconi avverte Salvini: "E' un ultimatum, rompi con i 5S o addio all'alleanza. Dateci – dice all'indirizzo dei leghisti – una data certa entro la quale romperete il patto coi grillini o sarà difficile stare insieme". E Corriere (p.13) evidenzia i dubbi di Berlusconi che avverte: "Non so se alle elezioni posso stare con Salvini". Ma non ci sarà lo strappo: la Lega si tiene i grillini perchè al momento è "meglio stare insieme" visto che "le alternative sono peggiori" (Libero p.4). Il governatore leghista Fontana al Corriere (p.6): "Noi e M5S abbiamo visioni diverse, sono contento della mia attuale coalizione di centrodestra. La Tav è fondamentale, merci e persone devono poter circolare alla stessa velocità con cui viaggiano nel resto d'Europa".

ESTERI
"Basta politica" L'addio della Merkel lungo 3 anni (Avvenire p. 9 e tutti). Decisione annunciata dopo il crollo della Cdu nelle elezioni regionali di domenica nell'Assia (-10 punti) e 18 anni vissuti da leader. "Ma non mi ricandiderò: non sono nata per fare la Cancelliera a vita" (Corriere prima e p. 14) confermando che l'attuale segretario generale, Annegret Kramp-Karrenbauer (alias Akk) e il ministro della Sanità, Jens Spahn, "si sono già candidati a succederle al vertice del partito". Ma c'è anche chi chiede le dimissioni subito da cancelliera (Messaggero p. 10). Pragmatica, forse noiosa, ma capace di scelte importanti, scrive Valentini nel suo commento (Corriere p. 15). Per Bolaffi, su Repubblica (prima e p. 33) senza la Merkel ci sarà un'Europa più divisa: il suo addio alla Cdu segna il tramonto della Grande Coalizione e apre la strada ai paesi della democrazia illiberale. Fabbri sul Giornale (p. 10) ricorda "la ragazza dell'Est" che scalzò il mentore Kohl per diventare la donna pià potente del mondo, imponendosi nel vuoto politco di quella Germania. Manfred Weber al Messaggero (p. 11): "Il Ppe recupererà i voti perduti, un tavolo Ue per rilanciar el'Italia". Per il candidato leader dei popolari europei, la Merkel "ha aperto la porta al futuro: orgoglioso di avere l'appoggio di Orban e Kurz".
Daniel Cohn-Bendit, l'eurodeputato verde, che alla fine dell'estate ha rifiutato di entrare nel governo francese di Macron, al Corriere dice: "Il fatto che non siripresenti dopo la sconfitta in Assia significa che avremo una lotta molto dura al congresso della Cdu di dicembre". Conseguenze per l'Europa? "È presto per dirlo – sottolinea Cohn-Bendit - è vero che Macron sperava nella sponda di Merkel per rilanciare la Ue, ma dobbiamo vedere adesso chi prende la direzione della Cdu". Secondo Antonio Villafranca (Ispi) "ha infranto la regola che vieta alla Cdu di cedere a destra". Ora è caccia al sostituto, una successione "impossibile" (Avvenire p. 9). Jeans Spahn, attuale ministro della salute, è considerato tra le alternative più credibili, mentre nella Spd crescono le ambizioni di Olaf Scholz.

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