Commentario del 2.10.18

IN PRIMA PAGINA
Allarme Ue, scontro con l'Italia. Juncker: rischiamo la fine dell'euro (Repubblica). Bruxelles attacca la manovra, spread a 283, banche in caduta (Sole). Il Def praticamente non c'è, scrive Repubblica e Tria scappa dal vertice Ue (Tempo). Cambia la manovra: senza crescita stop a reddito e pensioni. Sul Messaggero la trincea del Tesoro per salvare i conti. La Verità attacca Gentiloni: ha lasciato un buco di 16 miliardi. Giornale e Libero attaccano sul reddito di cittadinanza: andrà anche ai rom. Sulla Stampa il parere dei giovani: "Reddito giusto, ma alla fine premierà i furbi".
Genova, su Messaggero e QN l'ultima gaffe di Casalino: "Ferragosto rovinato". Si scusa ma non molla (Giornale). Su Repubblica la nomina del commissario impantanata nel conflitto di interessi. Sul Fatto le email e le chat cancellate dai manager di Autostrade.
Sicurezza, il decreto Salvini cambia: i migranti condannati non saranno espulsi (Messaggero). Politica, nel Pd ora Renzi vuole lanciare Minniti contro Zingaretti (Fatto).
Dall'estero: commercio, intesa in extremis tra Usa e Canada per il Nafta bis (Sole). Vittoria per Trump. E ora l'Ue ripensi l'approccio a Donald (Stampa). Indonesia, l'allarme tsunami non è arrivato, è un'ecatombe (Corriere). Catalogna, un anno dopo niente indipendenza ma crescita record (Sole).
Su tutti il Nobel per la medicina alle cure contro il cancro di Honjo e Allison (Corriere): il Nobel della speranza (QN). Su tutti anche l'addio a Charles Aznavour, l'ultimo grande chansonnier. "Simbolo universale col cuore in Armenia" (Corriere). Sulla Verità intrighi e rese dei conti in casa della Juve. La vera storia del licenziamento di Marotta.

ITALIA-ECONOMIA
Il governo prevede il boom del pil ma sui mercati nessuno concorda (Sole). Lo spread vola a 283, le Borse guardano alla scure del rating (Sole). All'Eurogruppo di Lussemburgo va in scena lo scontro tra i ministri Ue e Roma. Juncker: "Dobbiamo evitare che l'Italia reclami trattamenti speciali che, se concessi a tutti, porterebbero alla fine dell'euro" (Repubblica). Di Maio attacca ancora la Ue e parla di terrorismo dello spread". Salvini irride Juncker: "Nessuno si beve più le sue minacce, il nostro è un Paese sovrano" (Stampa). E il governo fa muro: sul 2,4% per ora nessuna modifica (Sole). Tria torna sotto tiro (MF): ieri il ministro ha lasciato il Lussemburgo, oggi non sarà all'Ecofin alla riunione dei 28 ministri europei. E' dovuto rientrare a Roma dove il Def è ancora per aria. Il Corriere parla di missione non riuscita. "Tutto questo per una manovra che praticamente non c'è ancora", scrive Tito su Repubblica: la nota di aggiornamento del Def fino a ieri non esisteva. E molte delle cifre sventolate dal "balcone" di Palazzo Chigi sono tornate in discussione. Sul Sole la "singolare" coincidenza: Def senza tabelle, unico precedente nel 2011, quando il governo Berlusconi-Tremonti non indicò le grande del bilancio per l'anno successivo. 50 giorni dopo, col spread a 575 punti, a Palazzo Chigi arrivò Monti. Per il Corriere risalgono le "azioni" di Savona, con i 5Stelle che puntano su di lui: "Magari fosse al Tesoro". Mattarella convoca il premier Conte al Quirinale e chiede conto del braccio di ferro (Stampa): l'incontro sarebbe dovuto restare riservato ma poi la voce si è sparsa e Palazzo Chigi ha confermato, parlando di "scambio in un clima sereno e costruttivo". Ma secondo la Stampa il colloquio non è stato affatto di routine. Sul Foglio parla Daniele Pesco, il senatore 5Stelle presidente della Commissione Bilancio: "E' il momento di essere coerenti e affidabili: dobbiamo da un lato tranquillizzare gli investitori che ci osservano con molta attenzione, dall'altro rendere il più produttivi possibili gli investimenti. Altrimenti vale quello che ha detto Tria: si dovrà intervenire con tagli sulla spesa".
Fa discutere il reddito di cittadinanza. Giornale e Libero attaccano il governo: l'assegno andrà anhe ai 5mila rom che vivono nei campi nomadi. Polito, sul Corriere, ironizza sulle modalità scelte dal governo per pagare il reddito di cittadinanza: debutta lo Stato-bancomat. Il reddito arriverà infatti via card, scrive Repubblica: bancomat, carte di credito e debito, paypal, attraverso un "pin di cittadinanza" che pescherà i soldi da un "borsellino elettronico" per attingere a una serie di spese tutte tracciate. Lo Stato pagherà direttamente il venditore al momento degli acquisti. Su QN parla Mimmo Parisi, il superconsulente scelto da Di Maio per cambiare i centri per l'impiego. Pugliese, vive negli Usa da 26 anni: ha riformato i job center del Mississippi. "Se ci sono riuscito in Mississippi creando 50 mila nuovi posti di lavoro in otto anni, credo si possa fare anche in Italia. Cercherò di cambiare la percezione che gli italiani hanno di queste strutture. E cambierò il metodo di lavoro". Parisi lavorerà sui data base: "Saranno due: uno per i lavoratori, che avranno profili dettagliatissimi e uno per le imprese. Poi incroceremo i dati, affinché si valuti la compatibilità tra un particolare lavoratore e una particolare impresa". Quanto agli addetti dei centri per l'impiego "saranno i responsabili dei piani di sviluppo professionale dei lavoratori". In cinque anni, stima Parisi, "si potrà arrivare dalle attuali 3% di assunzioni al 50-60%. Basta investire nel capitale umano e i risultati arrivano".
Disoccupati sotto il 10%, ma più inattivi (Sole, Messaggero e tutti). Ad agosto tasso di disoccupazione al 9,7%, al minimo da gennaio 2012, e il tasso di occupazione più alto dal 1977, pari al 59%, in virtù dei 312mila nuovi assunti da inizio anno. Ma è record storico anche per i contratti precari, che balzano a quota 3,14 milioni: in cinque anni sono cresciuti di 1 milione. Crescono di ben 46mila unità anche gli inattivi, giovani scoraggiati che non cercano lavoro. Il tasso dei giovani senza lavoro sale al 31%. Di Maio: "Non mi interessano molto questi dati. C'è ancora troppo precariato e sfruttamento, c'è ancora tanto da fare per creare lavoro stabile". Incontrando i sindacati Di Maio ha promesso il ripristino degli ammortizzatori sociali con norme ad hoc nel decreto emergenza.

ITALIA-POLITICA
Il Def spinge Carroccio e 5S: la popolarità del governo sale al 47% (Messaggero p.4): l'indagine Swg segnala l'aumento del gradimento del governo grazie alle anticipazioni sulla manovra. La Lega, nelle intenzioni di voto, sale al 32,2% (+0,2%) e il M5S al 29,8% (+1,2%). Sale anche FdI (+0,3%) al 4%. Scendono le opposizioni: -0,6% per il Pd al 15,7%, -1% per Fi al 7,3%.
Decreto sicurezza e diritto d'asilo, modifiche del Viminale per evitare bocciature (Corriere p.5, Fatto p.5 e tutti): stop alla sospensione immediata della procedura per il riconoscimento della protezione internazionale in caso di iscrizione al registro degli indagati. Per espellere un richiedente, ora la procedura prevede una convocazione e un'audizione per il richiedente sottoposto a procedimento penale. Procedura almeno in apparenza più garantista (Fatto). "Ma la sostanza non cambia" assicura Salvini (QN e altri).  "Revoca della cittadinanza agli stranieri che delinquono, prima gli italiani e sovranismo sono tutte nostre parole d'ordine – dice il segretario di CasaPound, Di Stefano, a Libero (p.6) -. Salvini sta facendo bene, ma ora deve tenere fede alle promesse e cacciare 500 mila clandestini, facendo accordi bilaterali con le nazioni di provenienza".
Pd, Renzi punta su Minniti come candidato "alternativo" a Zingaretti (Fatto in prima e p.6): da metà agosto l'ex premier sta corteggiando l'ex ministro dell'Interno, ma Minniti per ora non conferma. Se decidesse di scendere in campo, anche Gentiloni potrebbe appoggiarlo. Ma anche Martina sarebbe pronto a ricandidarsi: il Reggente intende provarci (Libero p.6). Delrio ad Avvenire (in prima e p.7) dice: "Noi abbiamo giocato una partita, ma la nostra stagione è finita. Non mi candido a guidare il Pd, ma al cento per cento sosterrò un gruppo dirigente nuovo. Dobbiamo fare un'opposizione durissima perché questa manovra rischia di spingere l'Italia nel baratro. Durissima perché le scelte di Lega e M5S porteranno un disastro sui conti".

ESTERI
Trump riscrive il Nafta: patto con Messico e Canada sui commerci. Momento storico: sulla Stampa e tutti l'accordo raggiunto in extremis dal rappresentante del Commercio americano Lighthizer e il ministro degli Esteri canadese Freelnd, con la mediazione del presidente messicano Obrador. Valore dell'intesa 1.200 mld di dollari. La firma a novembre, al G20 d'Argentina. Trump: "Operazione storica, un accordo meraviglioso". Poi il monito all'Europa: "Senza un'intesa con la Ue imporremo dazi sulle auto". Il nuovo accordo ridà ossigeno ai mercati e Wall Street torna a correre.
Afghanistan e Iraq: ritiro col contagocce dei soldati italiani (Stampa): cento militari in meno a Kabul nel prossimo anno (su 900 presenti), 50 in meno in Iraq (su 500). I 50 non saranno rimpiazzati a Mosul dove i soldati vigilano sul cantiere della Trevi al lavoro sulla diga.
Libia, l'Italia prepara la conferenza di Sciacca e "sfiducia" l'ambasciatore Perrone (Stampa): il diplomatico persona "non gradita" dal generale Haftar, Roma deve rimpiazzarlo in fretta per non lasciare scoperta Tripoli, specie ora che la Francia ha appena presentato le sue credenziali al governo Serraj. "Serve un'intesa tra Roma e Parigi – dice alla Stampa il vice ministro degli Esteri tedesco Annen – La Germania è disposta a impegnarsi perché i Paesi europei parlino con una voce sola". E sul voto in Libia dice: "La situazione resta fragile, senza elezioni non si può stare ma prima di votare occorre riflettere su quando sia il momento giusto".
Sul Sole la Catalogna un anno dopo il referendum secessionista: la regione separatista cresce ancora e più della Spagna. L'economia spagnola e quella catalana hanno superato la crisi politica senza troppi danni. Infondata la paura che l'instabilità potesse colpire l'economia catalana e contagiare Spagna ed Europa. Resta però da trovare una soluzione politica alla crisi. Ieri l'ex governatore Puidgemont, riparato a Bruxelles, ha rilanciato la sfida: "Vogliamo la Catalogna Repubblica indipendente e vogliamo il riconoscimento internazionale". Il premier Sanchez si è dimostrato molto più morbido di Rajoy e ha proposto un nuovo statuto regionale con maggiore autonomia, opponendosi però a ogni deriva secessionista.

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