Commentario del 01.07.2016

IN PRIMA PAGINA
In evidenza il via libera Ue allo scudo pubblico da 150 mld per le banche (Corriere e tutti). "Lo scudo col buco" titola il Fatto, e per il capoeconomista del Fmi, Obstfeld al Corriere "non solo credito, all'Italia serve un piano Paese". Dopo Brexit, Borse ancora in rialzo, ma Deutsche Bank cede ai minimi da 30 anni (Sole). Dopo l'analisi del Fondo Monetario sull'istituto tedesco, per Libero "La Germania ha il cancro". Per quanto riguarda le banche, spazio anche alla scelta del nuovo Ceo di Unicredit: è Mustier, il primo ceo non italiano (Sole). Politica italiana, sondaggio Demos per Repubblica evidenzia il sorpasso M5S sul Pd, mentre prosegue lo scontro sull'Italicum con i 5Stelle che chiudono: "Non si cambia più" (Corriere). Attacco di Grillo: "Il PD bara". Negli esteri in primo piano l'Inghilterra, con il passo indietro di Johnson – fermato dal fuoco amico (Corriere) - dai conservatori, May favorita come premier (Messaggero). Ma si continua anche a parlare di Turchia, col ministro Gentiloni che alla Stampa apre al "Sì" ad Istanbul nell'Unione.

ITALIA-ECONOMIA
Via libera Ue allo "scudo" da 150 mld  per le banche: approvata la richiesta "precauzionale" dell'Italia a sostegno della liquidità fino a fine anno. Strumento da usare in caso di scenari avversi (Sole p.2). "E' importante perché non occorre chiedere un permesso preventivo. Adesso se piove abbiamo un ombrello, ma speriamo di non doverlo usare" commenta il sottosegretario Baretta alla Stampa (p.3). Patuelli (Abi) a Repubblica (p.9) "E' un buon segnale di dialogo, anche se bisogna aspettare la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per dare una valutazione". Ora la partita più difficile sarà mettere a punto in tempi rapidi operazioni di rafforzamento patrimoniale, commenta Repubblica (in prima e p.9). Per Bastasin (Sole in prima e p.3) è un segnale di ragionevolezza nel dialogo tra Roma e le istituzioni europee. Le condizioni degli istituti italiani – prosegue Bastasin – è un problema nazionale ma di rilevanza europea, e il livello di crediti deteriorati è un problema di policy europea. Intanto per sostenere gli istituti italiani Atlante si fa in due (Sole p.2): nuova Sgr, per Npl e ricapitalizzazioni, finanziata da risorse fresche. Il capoeconomista del Fmi, Obstfeld, intervistato da Fubini (Corriere in prima e p.7): "Non solo credito, l'Italia ha bisogno di varare subito un piano Paese. Ma è difficile sostenere la domanda come misure fiscali e bonus: considerando il livello del debito, se non si allarga la base fiscale, non c'è spazio in bilancio per farlo". Intanto i dati Istat evidenziano l'accentuarsi della deflazione spinta dall'energia (Sole in prima e p.17 e altri). I prezzi di giugno (+0,1% mensile, e -0,4% annuale) confermano la fragilità dell'economia italiana, con i consumi che stentano a decollare e la produzione che non entra in piena ripresa. Per il Corriere (p.7) i dati Istat segnalano il miglioramento dei conti pubblici, con il rapporto deficit-Pil che fa registrare il dato più basso da 16 anni (4,3%), buone notizie anche per lo Stato dall'indebitamento netto delle Pa in rapporto al Pil (4,7%, in miglioramento dello 0,5% rispetto allo stesso trimestre 2015). Guardando all'economia italiana, De Bortoli sul Corriere (in prima e p.24) evidenzia la questione di fondo dell'economia italiana: se non si investe con tassi di interesse vicini allo zero, quando si farà mai?

ITALIA-POLITICA
In primo piano il sondaggio Demos per Repubblica (in prima e p.2): i 5 stelle sorpassano il Pd, e con l'Italicum batterebbero i dem al ballottaggio di oltre 10 punti. Renzi (40%) perde lo scettro sul leader più gradito, superato da Di Maio (41%). Evidente il crollo delle destra: Lega e Fi, da sole, non raggiungono il 12%. Quadro politico reso incerto dalle discussioni sulle riforme. Sull'Italicum (che entra in vigore oggi) arriva il dietrofront M5S, che blinda la legge, accusando Renzi di essere "un baro" (su tutti). "Siete opportunisti"la replica dem. "Il sistema di voto è ottimo, garantisce governabilità e aiuta a capire chi si assume la responsabilità" dice Delrio al Corriere (in prima e p.8). Il tiro alla fune sull'Italicum – scrive Folli su Repubblica (p.7) – è tutto tranne che imprevisto. Il premier apre a possibili modifiche per attenuare il fronte del "No" alla riforma costituzionale, ma è ad un bivio: mantenere la legge com'è sarebbe un segnale di coerenza, ma rischia di regalare un vantaggio competitivo al M5S. Forte il legame tra le due riforme. "Quello costituzionale non è un referendum su Renzi o sul governo, ma per avere un sistema efficiente che renda reali i valori della prima parte della Costituzione – dice Delrio al Corriere -. Ma è chiaro che se non passano riforme strategiche come queste, un governo serio non può che prenderne atto". Di diverso avviso l'ex premier, Letta, all'Espresso (p.18): "Un errore personalizzarlo, rischia di provocare altre ripercussioni". Intanto, si ragiona su un Nazareno-bis. Per Vederami (Corriere in prima e p.10) Berlusconi deve decidere se partecipare al progetto trasversale di spallata al premier al referendum, o seguire il consiglio di Confalonieri, che ieri sulla Stampa gli ha proposto una linea coerente con il suo profilo: basta tresche con il fronte populista e sostegno alle riforme. Merlo sul Foglio (in prima e p.6) parla di tentazione in Fi di appeasement con Renzi. E Cerasa, nell'editoriale del Foglio, lancia il motto: "Un'estate al Nazareno, oh, oh!". Collaborare, riformare, disinnescare le mine anti sistema le parole chiave di Fi, che punterebbe poi a giocarsi la partita da posizioni riformiste e non populiste. Ma per il Sole (p.12) Fi avrebbe detto no al Nazareno-bis, e starebbe guardando al dopo-Renzi. Per il Messaggero (p.9) Fi, per il momento tira dritto per il "No" di ottobre, ma c'è un piano B: costituire un nuovo soggetto politico e accordarsi con Renzi sul cambio dell'Italicum.

EUROPA
"Si all'ingresso di Ankara: isolarla è da masochisti": così Gentiloni alla Stampa (prima e p. 7). "La Turchia è sotto attacco, sostenerla nel processo di avvicinamento all'Unione non è un gesto formale, ma sottolinea la consapevolezza che il suo isolamento sarebbe masochista. Dieci anni di porte chiuse non hanno aiutato: ora ci sono due fatti positivi, l'intesa sui migranti e il disgelo di Ankara verso Mosca".  A far da contraltare alle parole di Gentiloni è Libero (p. 7) "Europa folle: vuole far entrare la Turchia": Borgonovo sottolinea come "approfittando della commozione per l'attentato, Erdogan batte cassa a Bruxelles.
Intanto in Ue tiene banco Brexit. Gentiloni: "Bisogna rispettare la scelta degli elettori inglesi e reagire allo choc. La decisione inglese attribuisce più responsabilità ai tre grandi Paesi fondatori. Se Londra vuole il mercato unico, deve accettare i principi Ue". Secondo l'analista americano, Ian Bremmer, intervistato dal Corriere (p. 5) "la Brexit potrebbe rivelarsi la più grande minaccia all'ordine mondiale post-bellico che abbiamo visto finora". In sintonia con Bremmer, il senior fellow del Think Tank di Washington Atlantic Council Anders Aslund secondo il quale "il voto sulla Brexit è il peggior disastro che abbia mai colpito l'Unione europea (Sole p. 28). Sul Messaggero (prima e p. 4 e su tutti) le novità sulla politica inglese. Johnson: non sarò premier. Ora favorita la May. Battaglia tra i conservatori, scende in campo anche il ministro Gove. Il conservatore Rory Stewart a Repubblica (p.13): "Basta tentennamenti, dobbiamo ascoltare le richieste della gente. Il nostro dibattito è tutto interno, invece il nuovo governo dovrà passare molto tempo in Europa". E nel Labour spunta la Eagle come candidata anti-Corbyn. 

©riproduzione riservata



Nessun commento:

Posta un commento