Commentario del 30.07.2016

IN PRIMA PAGINA
Banche italiane in primo piano per gli stress test dell'Eba: ok a Banco, Ubi e Unicredit. Intesa Sanpaolo prima tra i big europei. Mps bocciata, ma la Bce approva il piano di salvataggio (Sole). Dalle banche al lavoro: a giugno salgono gli occupati (+71mila). Renzi: merito del Jobs Act (Sole). Ma sono per lo più lavoratori autonomi: occupati a costo zero (Corriere). Sugli statali torna la ministro Madia: "Aumenti solo agli stipendi bassi" (Stampa). Sulle pensioni trovato l'accordo (Repubblica): 2 miliardi per "minime" e uscite anticipate (Messaggero). Ma se ne riparla a settembre. Sulla Stampa intervista a Caltagirone: "Più estero per crescere". Sul Corriere gli scenari politici e le grandi manovre per l'Italicum bis. Per il Giornale Grasso sogna il ribaltone: sostituire Renzi grazie ai grillini. Dall'estero. Il Papa ad Auschwitz: "Dov'è Dio se ci sono fame, terrorismo, rifugiati?" (Sole). Gli imam francesi: "Domani a messa" (Sole). I vescovi italiani: "Gesto enorme". (Stampa). Libero: non credete a questa balla. Intanto la Francia stoppa fondi stranieri per le moschee. (Corriere). Siria, bombe sull'ospedale dei bambini (Sole e tutti). Sul Fatto i reparti italiani in Iraq e in Libia nella guerra all'Isis. Ma il Parlamento non ne sa nulla.

ITALIA-ECONOMIA
Stress test Eba positivi per le banche italiane meno che per Mps, ma dalla Bce arriva il via libera al piano di salvataggio di Mediobanca e JP Morgan (Sole, Stampa, Corriere, Messaggero in apertura e su tutti). Il Sole (in prima e a p.3): l'esito degli stress, conferma che il sistema dei big del credito italiano è solido, ma risolto il caso Mps bisogna affrontare quelli ancora aperti.Resti (Bocconi) al Corriere (p.3): "Ora i mercati smettano di speculare sul peggio". Dalle banche al lavoro: a giugno 71 mila occupati in più, 329 mila in più da giugno 2015 (Sole p.11). Risale anche la disoccupazione (11,6%) ma calano gli inattivi. Renzi: effetto positivo del Jobs Act (Repubblica p.22). Di Vico sul Corriere (in prima e a p.22): crescita dell'occupazione legata al lavoro autonomo, senza incentivi generosi. La Furlan ad Avvenire (p.7): "Il segno più è positivo ma bisogna verificare se la tendenza si conferma e approfondirne la genesi. L'esplosione dell'utilizzo dei voucher segnala abusi e nasconde lavoro nero. Buona l'intenzione di tracciarne l'uso ma non basta: va ridimensionato l'ambito di utilizzo dei voucher". Dal lavoro privato a quello pubblico. La Madia alla Stampa (p.11): "Nel pubblico impiego aumenti solo per i redditi bassi. Dopo 7 anni di crisi pesante se non ci sono risorse sufficienti per tutti ha diritto prima chi ha sofferto di più". La ministro ribadisce il taglio delle partecipate: "Ne cancelleremo migliaia, liberando risorse per i cittadini". Sulla "razionalizzazione delle società pubbliche" è impegnato anche Calenda, con la consulenza di Bondi e degli americani di Arthur Little (Repubblica p.22).
Sulla Stampa (p.19) parla Francesco Gaetano Caltagirone: "Per crescere ancora più Europa e meno Italia". Con l'acquisizione degli asset belgi di Heiderlberg Cement e l'ingresso in Suez Caltagirone ha ridisegnato il suo impero, dandogli un'impronta sempre più internazionale. "A Roma bisogna ripristinare i meccanismi di mercato. Se nei prossimi anni non rilancerà la produzione di ricchezza avrà problemi seri. Moneta cattiva caccia moneta buona. Gli imprenditori buoni se ne andranno. Non possiamo pensare che faccia tutto la Procura". Ma promuove Renzi: "Sulle banche si sta muovendo con decisione. E con questo governo di nuovo esistiamo in Europa".

ITALIA-POLITICA
"Una Lega lepenista rischia di perdere il Nord. Parisi mi incuriosisce, avanti con le primarie": in un'intervista a Repubblica (p.15) Maroni entra in prima persona nel dibattito sulle prospettive del centrodestra riaperto dall'entrata in campo di Stefano Parisi e dalle divisioni in seno alla Lega. "Quando Salvini dice no alle ammucchiate condivido. Ma aprire al Sud è anche un rischio: si depotenzia il messaggio nordista". Altra stoccata a Salvini sulla leadership: "Ha coraggio ma se si vota nel 2017 o nel 2018 non si può andare da soli. Servono le primarie". E su Berlusconi: "E' ancora combattivo: mi ha fatto vedere un sondaggio in cui il centrodestra unito è avanti di un punto rispetto a Renzi". Sul Corriere (p.17) parla Salvini: "Non vado alla convention di Parisi. Per ora sento poche idee e confuse". Impensabile anche che in caso di vittoria del no Renzi resti. Di parere opposto Bersani: "Se vincesse il No al referendum non accadrebbe nulla, sarebbe giusto che Renzi restasse al suo posto". Ma molto dipende dall'atteggiamento che terrà il premier. In ogni caso "la gente non mangia pane e referendum, ci sono altri problemi" (Messaggero p.10 e tutti).  Sul Giornale (p.11) l'Osservatorio di Mannheimer sul referendum dà gli italiani incerti ma il No avanti. Al momento con 45% di indecisi, voterà no il 23% e sì il 14%. Indeciso metà Pd; dubbiosi pure gli elettori di Lega, M5S e FI. Per Verderami, con Renzi che si sente sempre più accerchiato l'unica cosa certa è che il referendum si porterà appresso un nuovo governo: simile all'attuale e con lo stesso premier se vincerà il sì; diverso per natura e per guida se vincerà il no. Il tema è come aggregare le forze di sistema nella sfida alle forze anti-sistema. Ed è qui che entra in gioco la riforma dell'Italicum.  Per il Giornale (in prima e a p.11) in caso di crollo di Renzi dopo referendum c'è il presidente del Senato Grasso che si prepara a prenderne il posto, non perdendo occasione per accreditarsi con il M5S.

EUROPA
Francia ancora nella bufera per l'emergenza terrorismo. Il premier Valls, in un'intervista a Le Monde, parla di battaglia per sconfiggere il terrorismo di matrice islamista che riguarderà "un'intera generazione" e annuncia lo stop ai finanziamenti esteri per le moschee (Corriere p8): "Gli imam devono essere formati in Francia". Poi ammette il fallimento delle misure di sicurezza: "Braccialetto elettronico? Inutile" (Repubblica p.6 e tutti). Francia in affanno anche per l'economia: con una crescita zero, dimezza il pil dell'eurozona del secondo trimestre (+0,3%) (Sole p.9). Un rallentamento che non preoccupa eccessivamente gli osservatori, che temono piuttosto ripercussioni peggiori nel secondo semestre per via delle conseguenze del Brexit e degli attentati terroristici in Francia e Germania. Anche il Pil Usa sotto le attese, con un aumento annuo dell'1,2% contro il 2,6% atteso. "Solo una frenata temporanea" per il Sole (p.9). Su Libero in apertura, Repubblica p.23 e altri il rapporto interno del Fmi che mette sotto accusa Fmi e Trojka per la gestione della crisi greca: "Sulla Grecia non credibili e succubi dell'Europa". Risultato: previsioni e ricette sballate hanno aggravato la crisi greca invece di alleviarla.

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