Commentario del 8.07.2016

IN PRIMA PAGINA
Ancora banche in primo piano. Sugli aiuti agli istituti decide la Corte (Corriere), per il Messaggero è lite a Bruxelles sul salva-banche. La Bce avverte: "Ue valuti il sostegno pubblico" (Sole). Intanto arriva il piano Mps per gli Npl: obiettivo cessione-lampo (Sole). In politica è il vertice Renzi-Mattarella ad attirare le attenzioni. Tensione per i numeri al Senato (Messaggero). Il premier: "Ho i numeri, vado avanti" (Sole). Ma avverte: "Se cado voto anticipato prima del referendum" (Stampa), ma Mattarella dice no (QN). Foglio: "Subito elezioni contro il partito della graticola". E la consultazione referendaria slitta al 6 novembre, aperture sullo spacchettamento dei quesiti.  Su tutti i quotidiani il debutto della Raggi da sindaca della Capitale. "Prima sfida sui rifiuti" (Messaggero).

POLITICA
Ieri vertice Renzi-Mattarella. "Ho i numeri al Senato" assicura il premier (Repubblica in prima e p.10), ma dopo il caso Ncd potrebbe avere problemi di numeri a Palazzo Madama, per questo la prova di martedì sul Ddl enti locali è attesa con ansia (Corriere p.11). "Se sarà crisi toccherà a me dare le carte" ha detto Renzi, che, in caso di caduta, sarebbe pronto al voto anticipato, prima del referendum (Stampa). Per Palmerini (Sole p.17) ieri c'è stata una marcia indietro sulle minacce di crisi di Governo: non perché non sussistano le tensioni ma perché queste non trovano un'alternativa. E' Cerasa sul Foglio (p.1) a prospettare un piano B da "all-in" per il premier: voto anticipato, creando un incidente parlamentare per dimostrare che la maggioranza non c'è più, far votare in direzione Pd l'indisponibilità ad appoggiare qualsiasi altro governo, mettere Mattarella di fronte alla possibilità di creare un governo di scopo solo a patto di creare una scissione tra i dem, rinviare a dopo le elezioni il referendum costituzionale e presentarsi all'assemblea Pd a luglio con il programma elettorale per il prossimo governo. Per il Corriere (p.11), però, Renzi è convinto che la tensione rientrerà, rinfrancato dal ricompattarsi di Ncd (Stampa p.6). Ma Formigoni (Ncd) al Mattino (in prima e p.2): "Non saremo tanto irresponsabili da far cadere il governo ora. Ma riteniamo esaurito il patto riformista che ci lega al governo. A meno che non si stipuli un patto di fine legislatura è opportuno che Ncd esca dal governo e dia un appoggio esterno". Cicchitto sull'UNità (p.7): "Se c'è una cosa che non funziona da nessun punto di vista è l'ipotesi di un'uscita dal governo di Ncd per passare a un appoggio esterno". Anche Berlusconi frena i ribelli centristi: la partita si gioca dopo il voto sulla Costituzione (Messaggero p.7): Fi pronta a far parte di un eventuale governo di grande coalizione per rifare l'Italicum (Giornale p.6). "La scelta migliore è quella del governissimo anche con Fi, altrimenti dobbiamo continuare ad appoggiare il governo che c'è ora" spiega al QN (p.11) Albertini (Ncd). Intanto si fanno insistenti le voci di uno slittamento del voto: data fissata per il 6 novembre, dopo la Stabilità (Stampa in prima e p.7), con il premier che apre anche allo spacchettamento (Messaggero p.6). Dem in affanno per raccogliere le ultime 100mila firme per il referendum, ma i sondaggi tornano a vedere il "Si" in vantaggio (QN p.13). Giacomelli, a Repubblica (p.11): "Se vince il "No" le Camere sarebbero delegittimate, elezioni inevitabili".

ECONOMIA
Banche e aiuti pubblici nei salvataggi in primo piano. "La Ue valuti il sostegno pubblico" dice il vicepresidente Bce, Vitor Constancio, e anche il vicepresidente della Commissione, Dombrovskis, aveva aperto alle richieste italiane di flessibilità (su tutti). Ma Dijsselbloem gela l'Italia: "Rispettare il bail in" (su tutti): il presidente dell'Eurogruppo frena sul burden sharing (Sole p.2). Italia che, secondo il Sole (p.2), sarebbe pronta ad un meccanismo di ricapitalizzazione che rispetti l'articolo 32 della direttiva sul bail-in. "Se vogliamo uscire dalla crisi, le banche vanno aiutate" dice al Corriere (p.5) Carlo Pesenti (Ex vicepresidente Confindustria), che polemizza con la gestione europea della vicenda: "Mi pare che l'approccio numerico sia il meno adatto". Le lungaggini burocratiche affossano il fattore "tempo", che è cruciale per la soluzione di mercato, commenta Bufacchi sul Sole (p.2). Il nodo principale tra Bruxelles e Roma resta quello riguardante gli obbligazionisti subordinati di Siena. Intanto arriva la sponda di Draghi al governo per vincere la resistenza di Siena: "Il taglio dei subordinati può provocare panico" dice il presidente della Bce (Stampa p.3). Sole (p.3) sottolinea anche il nodo della garanzia pubblica a tempo sulla ricapitalizzazione. Intanto Mps verso la cessione lampo degli Npl: si punta a chiudere in due settimane, l'obiettivo è cedere ad Atlante oltre 10 mln. "Stiamo lavorando per individuare una soluzione strutturale e definitiva dei crediti in sicurezza" dice in una nota l'ad di Mps, Viola (su tutti). A preparare la struttura per gli Npl di Mps è Quaestio, la Sgr si dota dei servicer e assume manager dell'istituto senese (Sole p.3). Caso Mps simile a quello delle banche greche – scrive MF (in prima e p.5) -. Gli istituti ellenici hanno fatto ricorso a iniezioni di capitale precauzionali per colmare le richieste basate sullo scenario avverso dello stress test Bce. Non basta una soluzione, serve un modello – avverte il Sole (p.3) -. Pensare che dal confronto tra Roma e Bruxelles dipenda solo il futuro di Mps sarebbe riduttivo, in ballo c'è la stabilità di tutto il settore, per questo serve uno schema che faccia sapere agli investitori che, in caso di necessità, gli Npl si possono vendere e che c'è un meccanismo di sicurezza che può essere attivato. E Giugliano su Repubblica (p.15) si concentra sui 200 mld di sofferenze lorde che "zavorrano" i conti delle banche italiane, dietro i quali ci sono soprattutto aziende del settore edilizio e immobiliare. Riolfi sul Sole (p.5) prospetta una soluzione "americana" per le banche italiane: se da Bruxelles tardano le risposte risolutive, il governo italiano potrebbe essere costretto a forzare le regole comunitarie in virtù di "circostanze eccezionali" previste dal Trattato e dovrebbe fare come il governo americano nel 2009: creare una grande bad bank in cui mettere le sofferenze e garantire la ricapitalizzazione ove servisse. L'Italia subirebbe un procedimento d'infrazione che non converrebbe nemmeno all'Europa. Ma siccome non siamo in regime di Omt, non per questo verrebbe meno il sostegno della Bce sui nostri titoli pubblici.

EUROPA
Deficit e salvataggi bancari in primo piano anche per altri Paesi Ue, non solo per l'Italia. "UE boccia Spagna e Portogallo, ma le sanzioni possono attendere" (Stampa p.4 e tutti). La Commissione definisce "eccessivo" il deficit di Madrid e Lisbona ma chiude alle sanzioni e rinvia alla decisione dell'Ecofin. Per il Corriere (p.2) la Ue è morbida con Spagna e Portogallo. I Paesi del Nord Europa premono per una punizione, mentre Italia e Francia sono contrarie. Per il Sole (p.7) si va verso sanzioni pari a zero: al di la della multa, la commissione deve proporre al consiglio di sospendere una parte dei fondi strutturali Europei, la sanzione è nei fatti sospesa per alcuni mesi, che possono essere usati per correggere la situazione. Da Lisbona il presidente Antonio Costa teme un sentimento antieuropeo in caso di ammende, mentre da Madrid il ministro delle Finanze Luis de Guindos dichiara di essere assolutamente convinto che non vi saranno sanzioni contro la Spagna.
"La nostra guerra contro il Daesh": sull'Unità (in prima e p.14) l'intervento del Ministro Gentiloni, che torna sulla strage di Dacca, ricordando gli italiani morti. "Certo che siamo noi i bersagli, lo siamo in quanto italiani, lo siamo in quanto occidentali, lo siamo in quando difensori delle nostre società. Questa deve essere un'occasione per valutare le caratteristiche della risposta dell'Italia, che deve essere una risposta di unità del Governo, del Parlamento, delle istituzioni e delle forze sociali. Quando uccidono 9 connazionali l'Italia risponde unita. A prescindere da chi abbia compiuto l'attacco, l'ha fatto in nome del sedicente Stato islamico. Quindi, abbattere questo simbolo resta l'obiettivo fondamentale del governo. "L'Italia è inerme davanti al terrorismo: troppo tagli alla Difesa" attacca Pasquale Preziosa, ex capo di Stato maggiore dell'Aereonatica al Giornale (p.14).

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