Commentario de 10.07.2016

IN PRIMA PAGINA
Usa ancora in primo piano, dopo l'uccisione di un altro afro americano dalla polizia a Houston. Obama: "Non siamo divisi ma troppa violenza" (Repubblica). Sul fronte interno dominano la crisi delle banche e l'apertura di Renzi sull'Italicum: "Il Parlamento lo cambi" (Repubblica). Di Maio al Corriere: "Vogliono solo salvarsi le poltrone". Su QN il sondaggio Ipr: Renzi e Pd in calo, Cinque Stelle a quota 30%. Giornale e Libero: Renzi è usa e getta, ora lo scarica pure De Benedetti. Sul Messaggero il sondaggio Swg: gli italiani non votano più i partiti ma i temi e sono contro Ue, tasse e sprechi. Libero rilancia: fuori dall'euro c'è lavoro. Sulla Stampa la mappa delle banche a rischio: servono fusioni e riforme. Il Sole dà l'accordo in sede Ue alla stretta finale. Patuelli (Abi) alla Stampa: "L'Italia è stata tirchia con noi". De Bortoli: troppi errori sulle banche. Sul Messaggero la proposta di Prodi per aiutare banche e famiglie. Spazio anche al vertice Nato di Varsavia: missione in Afghanistan prolungata al 2020 (Corriere), missione Nato anche contro gli scafisti nel Mediterraneo (Messaggero) ma il nodo restano i rapporti con la Russia, con 4000 i soldati schierati nei Paesi Baltici. Caracciolo a QN: "Si rischia una guerra non voluta".

ITALIA-POLITICA
Renzi apre a modifiche sull'Italicum: ""E' una buona legge ma non apro più bocca: se ne occupi il Parlamento" (Stampa p.12 e su tutti). Dopo "i due sberloni di De Benedetti" (Libero in prima e a p.6) e la conta dei parlamentari dem favorevoli a rivedere la legge elettorale, si apre "la prima crepa" sul muro dell'Italicum (Fatto p.4). Martina alla Stampa (p.12): "Cambiare la legge elettorale non è un tabù. Ma la premessa per riaprire il discorso è votare sì alle riforme". Stronca invece la modifica dell'Italicum Di Maio, che al Corriere (p.15) dice: "Una follia bloccare il Paese solo per salvarsi le poltrone: per noi l'Italicum va abolito, non modificato". Da Di Maio messaggio anche alla classe dirigente del Paese: "De Benedetti è diffidente verso di me come potenziale premier? Un complimento. Ma la giunta di Roma è un messaggio alle eccellenze italiane: non cerchiamo persone schierate col Movimento. Chi vuole darci una mano venga: mettiamo insieme capacità, competenze, onestà". Giornale e Libero sottolineano la stroncatura di De Benedetti a Renzi: "è il segnale che chi lo ha sostenuto lo sta mollando" (Giornale p.2). Chiamparino a Repubblica (p.10): "In un anno e mezzo il Pd è passato da partito del rinnovamento al partito dell'establishment: non si parli solo di riforme elettorali". Su QN (p.8) il sondaggio Ipr: la fiducia in Renzi cala ancora, ora al 32%, con Di Maio al 28%. Tra i partiti Pd e M5S pari al 30%, Lega al 13%, Fi all'8,5%, Fdi al 5,3%. In caso di ballottaggio Renzi-Di Maio il M5S vincerebbe di 5 punti. Dall'Italicum al referendum costituzionale. Renzi: "Il voto può dare risultati sorprendenti ma io conto nelle capacità degli italiani di sapere cosa si vota" (Stampa p.12). Quanto allo spacchettamento dei requisiti Renzi si rimette alla Cassazione. Repubblica (p.11) parla di cinque quesiti: la tesi dei Radicali ormai ha fatto breccia, Renzi ne avrebbe parlato con Mattarella incassando la "neutralità" del Capo dello Stato. Forza Italia minaccia barricate. Di Maio: "Spacchettare sarebbe da miserabili" (Corriere p.15).

ITALIA-ECONOMIA
Banche italiane, a Bruxelles trattativa alla stretta finale (Sole in apertura e a p.3): lo scoglio sono gli aiuti di Stato. Si tratta su una condivisione soft dei rischi, attraverso la ricapitalizzazione preventiva e la sospensione del bail in. Il nodo resta quello del contributo ai salvataggi di azionisti e obbligazionisti, che il governo vorrebbe evitare. Renzi: "Sugli aiuti alle banche abbiamo il sostegno della Ue" (Stampa p.2). Ma le discussioni continuano e la debolezza del presidente della Commissione Ue Juncker non aiuta. Per il Messaggero (p.4) in realtà il premier avrebbe messo in guardia Juncker e Merkel sul rischio che corre l'Italia e, a cascata, l'Unione. Taddei (Pd) al Corriere (p.11): "Serve una soluzione di sistema: per le banche italiane non ci sarà alcun veto europeo perché lo Stato può intervenire nel capitale delle banche in difficoltà sospendendo il bail in e le conseguenze negative per gli obbligazionisti quando è a rischio la stabilità finanziaria del sistema". Sulla Stampa (in apertura e a p.3) la mappa delle banche a rischio stilata dalla Uil: Mps, Veneto Banca, Carige e Creval schiacciati dalle sofferenze. Chi rischia di più è Montepaschi ma la metà dei 360 mld di crediti deteriorati pesa sui bilanci di Intesa e Unicrediti. Per il Sole (p.2) più di 50 mld di crediti deteriorati sono pronti a finire sul mercato. Patuelli (Abi) alla Stampa (p.3): "Spero che si trovi un accordo con la Ue, aiuti pubblici solo come misura estrema. Ma l'Italia fin qui è stato il Paese più tirchio con le banche". E sul cumulo delle sofferenze dice: "Non è solo un problema delle banche ma anche delle imprese: un milione le aziende in difficoltà con i prestiti. Per curare il nostro capitalismo l'Italia deve attrarre più capitali esteri e la Brexit è un'occasione da cogliere". De Bortoli, sul Corriere (in prima e a p.24): il fuoco di fila di eccezioni sul bail in andava sollevato per tempo, sui problemi delle banche l'Italia ha dormito troppo a lungo e anche la governance degli istituti italiani non è stata impeccabile. "Una riflessione aperta e sincera non guasterebbe". Sul Messaggero (in prima e a p.18) la proposta di Prodi per aiutare banche e famiglie, strette tra mutui e sofferenze: convertire la rata del mutuo in un canone annuo di affitto da 2000 euro e creare un fondo pubblico che compri dalle banche il credito inevaso. Intanto la prossima settimana il consiglio dei Ministri dovrebbe sbloccare i decreti attuativi della riforma Madia sui tagli delle partecipate pubbliche e sullo sblocca.opere, che taglia fino a 50% dei tempi della burocrazia su grandi opere, insediamenti produttivi e l'avvio di attività imprenditoriali (Messaggero p.17). Su Libero (p.5) l'allarme di Confesercenti: bus, acqua e asili, nel 2016 tutto più caro.

EUROPA
Nel Mediterraneo per contrastare l'immigrazione, nel Baltico per il contenimento della Russia, in Afghanistan per scalzare il terrorismo internazionale: sono i tre fronti aperti della Nato, ieri riunita a Varsavia. In primo piano su tutti la scelta di restare in Afghanistan ben oltre il 2016 per supportare le forze di sicurezza locali contro il terrorismo: Italia tra le nazioni guida, insieme a Germania e Turchia (Sole p.9). Quattromila uomini a rotazione saranno impegnati in Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia a difesa dei confini con la Russia. Riaffermato anche il sostegno a Kiev e il mantenimento delle sanzioni alla Russia. Sul Messaggero (p.7) in evidenza "Sea Guardian", la nuova operazione navale sul Mediterraneo chiesta da Roma, con aerei da ricognizione in Iraq e Siria. Da Obama, al suo ultimo tour europeo da presidente, la conferma "dell'impegno costante degli Usa per la sicurezza e la difesa dell'Europa". Renzi: "Italia punto di riferimento importante". Ma la dissoluzione dell'Europa, stretta tra Brexit e populismi, mette a rischio l'alleanza, scrive l'analista americano Robert Kaplan sulla Stampa (p.9). E poi c'è il tema della Russia. Caracciolo a QN (p.11): "La Nato rischia una guerra non voluta. Troppi militari davanti alla Russia, con Putin bisogna dialogare". Per Parsi (Sole in prima e a p.9) la scelta di dislocare truppe Nato ai confini baltici è un messaggio chiaro contro l'aggressività di Putin, che l'Alleanza considera di nuovo una minaccia. Per Massolo, che interviene sulla Stampa (p.21) Putin vuole un'Europa più fragile e la Brexit è stato un "bonus insperato".

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