Commentario del 18.07.2016

IN PRIMA PAGINA
Esteri ancora in primo piano, a partire dagli Usa, per altri tre agenti uccisi. Trump contro Obama: "Servono legge e ordine" (Repubblica). Obama: "Restiamo uniti, faremo giustizia" (Corriere). In Turchia è l'ora della repressione: migliaia di militari e giudici agli arresti (Corriere). Erdogan: "L'America dietro i golpisti". Si rafforza l'asse con Putin. Kerry alla Stampa: "Bene il golpe sventato ma ora nessuna repressione". Da Nizza poche speranze di ritrovare vivi 5 italiani (Stampa). Francia scossa dalle polemiche sull'attentato. Valls a Repubblica: "L'Is attaccherà ancora ma la Francia unita vincerà questa guerra". Su Libero parla Alfano: "Agenti armati anche fuori servizio, Imam italiani e patti Stato-Islam". C'è un piano anche per gestire meglio gli immigrati: nuove quote di accoglienza e più fondi per i Comuni (Stampa). Sul Sole la giustizia civile in affanno: tre anni per un processo. Su CorrierEconomia riapre il cantiere Italia. Ghezzi (Fs): "Così faremo viaggiare la crescita". Su Repubblica il rapporto Bankitalia sui premi a pioggia agli statali. Sulla Stampa effetti imprevisti della crisi internazionale: troppi turisti in Italia, le città vogliono il numero chiuso.

ITALIA-POLITICA
"L'immigrazione è una bomba, poliziotti super armati sempre": su Libero (in apertura e a p.2) parla il ministro Alfano. Sulla gestione dell'immigrazione "la partita è delicata: i profughi vanno accolti tutti ma i mancati rimpatri sono un punto debole della Ue e alimentano il razzismo. Sull'accoglienza l'Europa rischia il collasso". Per Alfano serve un accordo con la Libia per fermare gli arrivi e accordi bilaterali con in Paesi d'origine per bloccare le partenze". Quanto al rischio attentati: "Dopo Nizza abbiamo rafforzato la sicurezza su tutti gli obiettivi e blinderemo tutti i possibili luoghi-bersaglio. Gli agenti sono invitati a portare l'arma di ordinanza sempre, anche fuori dall'orario di servizio. Se l'abbiamo scampata è perché abbiamo fatto un lavoro di prevenzione straordinario". Sulla Stampa (p.10) il piano di Alfano per affrontare l'emergenza dei Comuni: 3 migranti ogni mille abitanti e per i Comuni che aderiranno 50 centesimi per ospite e sblocco delle assunzioni.
Oggi alle 10 riunione a Palazzo Chigi sul terrorismo convocata da Renzi ma la Lega non ci sarà: "Inutile passerella, non condividiamo il buonismo complice di Renzi e del governo" (Fatto p.3 e altri).
Il referendum potrebbe slittare a fine novembre: per la Stampa (p.13) è l'ipotesi a cui si lavora nel Pd per sfruttare in senso favorevole a Renzi il voto americano e da mettere in sicurezza la legge di Stabilità col voto di almeno una delle Camere. Assodato che il governo userà la finanziaria come "propulsore" del referendum, magari annunciando misure forti su pensioni o fisco. Domani invece è atteso il "Bersanellum", la proposta di modifica dell'Italicum della minoranza Pd: un maggioritario "atipico", che non prevede ballottaggio. Discussione aperta fra i partiti, ma Renzi sta alla finestra; fredda anche la Boschi; interesse da parte di FI "ma non ci infiliamo nella lotta tra fazioni del Pd".

ITALIA-ECONOMIA
Borse alla prova del colpo di Stato (Messaggero p.7): attesa per la reazione dei mercati alla crisi turca, anche per i legami commerciali tra Italia e Ankara. Altro fattore di instabilità le banche, con la crisi del Mps e più in generale il problema delle sofferenze ancora in cerca di soluzioni. Sulla Stampa (p.18) la trattativa sui tavoli europei di Padoan con la commissaria Vestager e il ministro tedesco Schaeuble per avere deroghe all'applicazione dei bail in: obiettivo, preservare dalla crisi i risparmiatori con obbligazioni subordinate. Quanto al soccorso di Mps, il governo sarebbe pronto a sottoscrivere un aumento di capitale fino a 3 mld. Per il Corriere (p.23) su Mps sno pronte a scendere in campo anche le banche straniere, sia sul dossier aumento di capitale che sulle sofferenze, con lo Stato solo a fare da garante. Sul Corriere (p.23) il rapporto del Fmi sulle banche italiane: c'è la convinzione che il sistema bancario italiano nel suo complesso, e non solo questa o quella azienda, stia diventando uno dei problemi più urgenti dell'area euro. Su CorrierEconomia (in prima e a p.4 e 5) tutte le partite aperte.
Sul Sole (in apertura e a p.2 e 3) la giustizia civile in affanno: tre anni per un processo. Pesano l'arretrato e le carenze nell'organico. Sempre sul Sole (in prima e a p.5) la battuta d'arresto dell'Italia su fusioni e acquisizioni: nel primo semestre dell'anno incassati in tutti 31 mld di dollari, meno della metà del 2015. Ma il private equity registra un balzo del 60%.
Sul Sole (p.9) il ritorno dei ricavi delle imprese italiane sopra i livelli pre-crisi, grazie a un +2,7% registrato nel 2015 rispetto all'anno precedente. Sulla Stampa (p.16) un altro effetto, stavolta positivo, della crisi internazionale: il boom del turismo, con gli italiani che preferiscono restare in Italia e gli stranieri che arrivano con percentuali record. Ma sono troppi, e ora le città vogliono il numero chiuso.

EUROPA
"L'America dietro i golpisti": il j'accuse di Erdogan all'indomani del golpe in primo piano su tutti i giornali. Con gli Usa tensione alle stelle, sponda da Putin: in agosto un incontro tra i due ex nemici (Stampa in prima e a p.6). Kerry alla Stampa (p.7): "Bene il golpe sventato ma ora nessuna repressione". Ma in Turchia è l'ora del pugno di ferro, con Erdogan che evoca la pena capitale. Nel mirino del governo non solo ufficiali e magistrati ma anche giornalisti, imprenditori, professionisti, manager (Corriere p.8, Repubblica p.11). L'ex ministro Bagis a Repubblica (p.10): "Non è stato un finto golpe, volevano uccidere il presidente". Per il Messaggero (p.8) dopo il tentato golpe c'è il rischio di una frenata nella guerra all'Isis. Intanto in Francia è l'ora delle indagini e delle recriminazioni. "Il killer poteva essere fermato?" si chiede il Corriere (p.12) anche alla luce di quanto emerge sui legami e i movimenti di Bouhlel (Corriere p.14, Repubblica p.6). Il premier Valls a Repubblica (p.7): "L'Is attaccherà ancora ma la Francia unita vincerà questa guerra". Ma Sarkozy attacca il governo Hollande: "In 18 mesi non è stato fatto nulla" (Stampa p.9).


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