Commentario del 12.07.2016

IN PRIMA PAGINA
Banche ancora in primo piano, aspettando l'intesa a Bruxelles. Renzi: accordo vicino (Corriere). Ma l'Eurogruppo avverte Roma: "Rispettate le regole". Sulla Stampa chi pagherà per i conti di Mps: azionisti e grandi investitori. Sul Corriere Renzi a tutto campo: "Niente spacchettamenti, il referendum non è à la carte. Di Maio? Non credo sarà il mio successore". D'Alema in campo contro il referendum: "Votiamo No o l'Italia finirà ai Cinque Stelle" (Fatto). Orlando a QN: "Attenti, se cade Renzi va in crisi anche il Pd". Sul fronte interno Roma in prima pagina per l'invasione dei topi. Rifiuti prima grana per la Raggi (Giornale). A Milano il bivacco dei profughi sotto la Mela di Pistoletto (Corriere). Dall'estero, l'ascesa di Theresa May a Downing Street: "Addio Europa" (Stampa). Obiettivo: "Fare di Brexit un'occasione di successo" (Repubblica). Negli Usa è l'ora del dolore: Obama e Bush insieme a Dallas, Trump attacca, ancora morti. Woody Allen a Repubblica: "Nati con la schiavitù, ne paghiamo il prezzo". In Vaticano è l'ora dei laici e delle donne: i nuovi portavoce del Papa (Repubblica e tutti).

ITALIA-ECONOMIA
"Sulle banche accordo vicino" dice Renzi a margine delle trattative in corso a Bruxelles tra governo italiano e Commissione Ue sulla crisi di Mps. E al Corriere (p.2) dice: "La questione del credito riguarda molti istituti del continente. Rispetto ai problemi di alcune realtà italiane assicuriamo la tranquillità: vogliamo che risparmiatori e correntisti siano al sicuro. Poi, certo, le banche italiane devono fondersi". Ma l'Eurogruppo avverte: "Rispettate le regole" (Stampa p.2). Dijsseelbloem: "Ci opporremo alla ricapitalizzazione delle banche con soldi pubblici perché è una misura che colpisce i contribuenti e aumenta il debito". E sulla situazione italiana "La crisi delle banche non è acuta, c'è tempo per trovare una soluzione". Padoan incassa la solidarietà di Parigi  e tratta con l'Europa un pacchetto di aiuti entro il 29 luglio (Corriere p.10) a tutela dei risparmiatori. Due sono infatti i nodi da sciogliere: la platea degli investitori da salvaguardare e i tempi in cui chiudere l'accordo, prima cioè dei risultati degli stress test sulle banche in difficoltà. Per la Stampa (p.3) per Mps alla fine pagheranno azionisti e grandi investitori. Il tema ha anche una forte valenza politica: Renzi deve salvare gli obbligazionisti per non perdere consensi e ripetere l'esperienza Banca Etruria. La Germania tace: per Repubblica (p.10) la strategia è mandare Roma in avanscoperta avendo da risolvere in casa il problema della Deutsche Bank e delle Bremer Landesbank. Il Fmi apre al sostegno pubblico alle banche in crisi: "Il bail in ammette eccezioni". Ma poi taglia la crescita dell'Italia a meno dell'1%. Un taglio che riflette l'impatto su investimenti e crescita della volatilità sui mercati seguita alla Brexit (Repubblica p.11 e altri). Segno meno anche per la produzione industriale, per la prima volta nel 2016 (a maggio –0,6% rispetto al 2015). E si tratta di rilevazioni pre-Brexit: "Lo scenario successivo potrebbe accentuare la cautela delle azione nelle decisioni su produzione e nuovi investimenti" dice Paolo Mameli (Intesa Sanpaolo), che prevede un rallentamento del Pil dello 0,2%. "Il punto è che sta rallentando la Germania, e cominciamo a vederne le conseguenze" dice l'economista Sandro Trento. Ma il Centro Studi di Confindustria prevede un rimbalzo della produzione industriale a giugno dello 0,6% (Repubblica p.20 e su tutti).

ITALIA-POLITICA
Renzi a tutto campo sul Corriere (in apertura e a p.2 e 3) intervistato da Severgnini. "Non ho paura del voto dei cittadini, il referendum italiano è un'altra cosa rispetto a quello inglese: sono 30 anni che si dice che dobbiamo fare le riforme". Poi boccia lo spacchettamento - "Non sta in piedi" – e la personalizzazione del referendum: "Non apro più bocca sul mio futuro". E sul dopo Renzi: "Arriverà un successore, certo, mi auguro che sia in un arco di tempo non immediato. Ma non penso che saranno i 5Stelle". Renzi difende i successi elettorali incassati: "Sono andato al governo non per un accordo di palazzo ma perché il governo di prima non stava facendo più niente". Ma ora è lui nel mirino di altri big del partito. D'Alema: "Votiamo no o l'Italia finirà ai Cinque Stelle" (Fatto p.3). Orlando a QN (p.13): "Se cade Renzi affonda anche il Pd. Riportiamo il referendum nel suo alveo, il voto ci ha detto che ci sono pezzi di società colpiti dalla crisi. Diamo segnali forti su questo nella prossima Stabilità". Intanto sul referendum la Cisl si schiera decisamente per il "sì", allargando le distanze con la Cgil (Corriere p.3). "Serve una svolta profonda in politica economica, in Europa e nel Paese – dice all'Unità – per incanalare questa nuova politica serve stabilità. Personalizzando il referendum si va all'instabilità, un danno per il Paese". Sul referendum, il Corriere (p.5) evoca lo spettro di una vittoria di misura del sì sul no: per Renzi – profetizzano i vicini a Franceschini – sarebbe il prologo della sconfitta alle Politiche.


EUROPA
Effetto Brexit, dopo 26 anni a Londra comanda un'altra donna (Fatto in prima e a p.16 e su tutti). E' Theresa May, ministra degli Interni, che dopo l'abbandono della ministra Andrea Leadsom, domani dovrebbe fare il suo ingresso al numero 10 di Downing Street. Una donna, scrive Repubblica (p.3) "noiosa ma ambiziosa", che unisce al rigore della Thatcher il realismo della Merkel. "Adesso dovremo fare tre cose – ha detto ieri davanti a Westminster – Brexit, e sarà un successo; unire un Paese diviso e costruire insieme una Gran Bretagna migliore per tutti". Nessun accenno su tempi e modi di uscita della Ue. Per La Stampa (p.8) la May non farà nulla fino a quando non avrà in mano un piano serio con cui negoziare la via d'uscita per Londra, dovendosi dividere tra due fronti: quello di Bruxelles, dove può contare su una Merkel prudente e morbida, e quello di Westminster, terreno igno e scivoloso. La Brexit può partire – scrive Repubblica p.4 – ma tra Londra e l'Ue adesso comincia un negoziato feroce. Daniel Gros (Ceps) a Repubblica (p.4): "Ora è più difficile una soluzione modello Norvegia". La nuova leader dei Tories è infatti contraria alla libera circolazione dei lavoratori. Intanto in Germania arriva il rapporto della Polizia sui fatti di Colonia dell'ultimo Capodanno: 1200 le donne vittime di aggressioni sessuali in strada, 2000 gli aggressori, 120 gli indagati, solo 4 le condanne (Corriere p.15). Inasprita la legislazione sui crimini sessuali e sull'espulsione degli stranieri che commettono reati.

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