Commentario del 7.07.2016

IN PRIMA PAGINA
Gli arresti per appalti a Expo (Stampa e tutti), la mina Ncd per il governo (Repubblica), e l'attacco di Renzi sulle banche (Corriere) le notizie in apertura. "Soldi finiti ai clan mafiosi" sostiene la Procura di Milano, e Cantone alla Stampa: "Non mi pento per Milano capitale morale, il potere opaco è a Roma". Sulla questione Mps, Renzi contro Berlino: "Colpa dei vostri derivati" (Repubblica) ma sui risparmiatori  assicura: "Sono tutelati". Apertura Ue sugli aiuti, mentre Mps fa un balzo in Borsa (Corriere), vicina la doppia soluzione di mercato sull'istituto senese (Sole). Il premier deve fare i conti con la fronda Ncd. Alfano, dopo l'inchiesta sugli appalti, assicura "non lascerò" (Corriere), ma per il Giornale Ncd e mezzo Pd mollano il ministro dell'Interno. "Colpiscono Alfano, puntano Renzi" titola Libero, secondo cui le intercettazioni rischiano di far cadere un altro governo. Negli esteri, l'inchiesta che condanna Blair per la guerra in Iraq: "Era sbagliata".

ITALIA-ECONOMIA
Tiene banco la questione Mps. Ieri rimbalzo del titolo (+6%). Renzi ha rassicurato i correntisti - "totalmente al sicuro" -, ha auspicato una "soluzione di mercato" e ha invitato le autorità Ue a concentrarsi sulle esposizioni sui derivati di banche di altri Paesi (su tutti). Serve una soluzione di sistema, superando lo schema che prevede di valutare caso per caso, commenta Bufacchi sul Sole (p.5). Per l'istituto senese pronta la doppia soluzione di mercato: oggi in cda il piano da 10 mld sugli Npl, sul tavolo cartolarizzazioni e Atlante, con Cdp pronta a intervenire pro quota nel rifinanziamento del fondo. Intanto il governo tratta sulla garanzia per l'aumento. Cessione delle sofferenze e aumento di capitale è il piano in due mosse per Mps anche secondo Marro (Corriere p.5), per il quale l'intervento pubblico sarebbe previsto solo nell'ipotesi di estrema difficoltà. "E' giusto che il governo italiano metta in campo tutti gli strumenti di protezione perchè non esiste un'economia solida senza un sistema bancario solido" dice il Ceo di Jp Morgan, Jamie Dimon, al Sole (in prima e p.7). "L'intervento pubblico nelle banche senza burden sharing non è consentito dalle norme Ue, ma un accordo per mitigare queste regole in circostanze particolari può meritare" aggiunge Dimon. Il ministro Calenda al Messaggero (p.5): "L'Italia non ha mai chiesto la sospensione o la cancellazione di regole europee, soprattutto non l'ha mai chiesto relativamente a singoli casi. Il ragionamento con Bruxelles sulle banche è all'interno delle regole, che già prevedono  in alcuni casi particolari la possibilità di agire. Poi si possono fare anche le battaglie per cambiare le norme o adattarle ai momenti storici". Per Fubini (Corriere p.3) nella trattativa con l'Ue, al governo italiano è preclusa ogni azione di forza. Il compromesso si troverà, ma l'ultimo scoglio riguarda la tutela degli obbligazionisti. Nodo Ue sui bond subordinati evidenziato dal Sole (p.5), che prospetta uno schema-tipo che prevederebbe l'utilizzo dei bond con la garanzia pubblica e lo Stato sull'inoptato, una strategia che faciliterebbe la discesa in campo di Atlante 2 sugli Npl. Il fondo si allea con Credito Fondiario per la raccolta sugli Npl, visto che i grandi istituti hanno confermato di non voler partecipare a nuove iniziative. "Atlante è la soluzione modello e va sviluppato, avviando veicoli che investano ciascuno in una categoria di crediti tra loro omogenei: così aumenteranno di valore e saranno più attraenti per gli investitori specializzati – dice Gros-Pietro (Intesa Sanpaolo) a Repubblica (in prima e p.15) -. Atlante andrà certamente potenziato con i fondi di nuovi investitori – spiega - ma Intesa Sanpaolo vi ha investito 845 milioni e non contribuirà con nuove risorse". "E' ora che l'Ue riconosca l'esistenza e le dimensioni delle crisi delle proprie banche e agisca di conseguenza – commenta Merli nell'editoriale del Sole (in prima e p.5) -. Chi si illude di essere isolato dal contagio rischia di aggravare la situazione. Può darsi che la trattativa Roma-Bruxelles apra uno spiraglio a una ricapitalizzazione temporanea delle banche italiane, ma è una soluzione tampone".

ITALIA-POLITICA
In primo piano le inchieste e la stabilità del governo: dopo gli arresti nella Capitale che rischiano di essere una mina per l'esecutivo, arresti anche a Milano per gli appalti a Expo. Cantone (Anac) ai quotidiani (Stampa, Repubblica, Messaggero): "Non mi pento per Milano capitale morale, il potere opaco è a Roma. Il Paese sta reagendo, il nostro arrivo ha evitato che finisse tutto nelle mani dei clan". Ma a preoccupare il governo è l'inchiesta romana, che coinvolge indirettamente Alfano. Mozioni di sfiducia di M5S e Lega contro il ministro dell'Interno, che si difende: "Resto, non farò come Lupi" (Corriere in prima e p.8 e tutti). Renzi lo blinda, e per Repubblica (p.11) non può essere "mollato" perchè servirà a rallentare l'azione dei senatori dissidenti. Ncd, infatti, si sfalda: una decina di senatori chiedono l'appoggio esterno (su tutti). La prova del nove sarà martedì, quando dovrà essere approvata a maggioranza (161 Sì) la riforma del bilancio degli enti locali. "Il governo è solido – assicura Rosato (Pd) alla Stampa (p.5) -.Quelli di Ncd sono problemi interni". La modifica dell'Italicum è la partita sostanziale. Per Folli (Repubblica p.17) dire a Ncd che il confronto sulla legge elettorale è aperto potrebbe non bastare, soprattutto se fosse confermato il trend verso la vittoria del "No" ad ottobre. Per questo la difesa di Renzi della legge elettorale è più formale che sostanziale. La linea del Pd è aprire il dialogo ma dopo il referendum. Ma il sottosegretario alle riforme, Pizzetti al Corriere (p.12), dice: "Doppio turno come in Francia, così si cambia la legge. La modifica può piacere anche a Fi, M5S e Ncd. Premio di coalizione e nostalgie dell'Ulivo non servono. Se il castello cade, cade per tutti". Intanto, secondo un retroscena riportato dalla Stampa (in prima e p.7), Renzi starebbe pensando di non lasciare la guida del Pd in caso di vittoria del "No" ad ottobre, mentre sarebbe confermato l'addio al governo. Unità (p.6) cita un sondaggio Ipsos che vedrebbe il "Sì" tornare in vantaggio 51% a 49%. Fiano (Pd) all'Unità (in prima e p.6) spiega a cosa serve il referendum e si dice convinto della vittoria del "Si". Per Cerasa (Foglio p.1) la vittoria di Renzi al referendum non può passare dalla "strategia della paura", ma bisogna spingere sulla necessaria rimozione dello status quo. "Se gli italiani bocciano la riforma sfiduciato tutto il Parlamento, non solo il governo – dice Zanda al Sole -. Un delitto minare la stabilità". Sacconi (Ncd) al Corriere (p.8): "Siamo di fronte al pericolo di una tempesta perfetta per cui dovremmo pretendere l'apertura del governo a larghe intese costituzionali", ma per Libero (p.9) rinasce l'asse Lega, Fi, Fdi per colpire il premier. Toti (Fi) al Corriere (p.8): "Siamo per il No alle riforme, in caso di caduta del governo potrebbe esserci un governo tecnico, a cui dovrebbero partecipare anche le forze che devono costruire il futuro come M5S, che duri poche settimane per darci una legge elettorale che ci faccia subito tornare a votare".

EUROPA/ESTERI
Iraq, l'inchiesta inchioda Blair: "Quella guerra era sbagliata" (Repubblica prima e p. 2 e su tutti). La conclusione del rapporto Chilcot sull'attacco a Saddam nel 2003 diventa un atto d'accusa contro l'ex primo ministro britannico. I familiari delle vittime: "Un criminale da perseguire". E l'ex premier si difende in conferenza stampa: "Ho fatto la cosa giusta. Accetto la mia responsabilità per gli errori descritti dal rapporto Chilcot, ma riprenderei la stessa decisione: non ho ingannato il mio Paese" (Repubblica p.2). E sull'accusa secondo cui la guerra ha aumentato il rischio di terrorismo per Londra, dice: "saremo stati colpiti comunque, ci sono stati attentati anche in Belgio e Francia". E conclude sostenendo che "avremmo dovuto pianificare meglio il dopo guerra e condividere certi documenti con tutto il governo". Sul Foglio (prima e p. 5) si evidenzia come, nonostante la durezza del rapporto-Chilcot, che ha evidenziato la "non necessità" di una guerra contro Saddam, non si è comunque riuscito a dimostrare le bugie di Blair e la "non crocifissione" del leader laburista ha in parte attenuato l'incessante protesta di chi ha sempre inneggiato il coro "Blair criminale di guerra" facendo tornare d'attualità le teorie del complotto su cui si fonda la leadership di Corbyn. Nell'analisi di Negri, sul Sole (p. 14) il caos di oggi è figlio di quanto accaduto in Iraq dal '91, da quando cioè fu Bush padre ad attaccare Saddam Hussein liberando il Kuwait ma lasciando gli sciiti in balia di loro stessi e della vendetta dello stesso Saddam. Un "vaso di Pandora" come lo definisce Negri, i cui effetti si vedono ancora oggi.

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