Commentario del 20.07.2016

IN PRIMA PAGINA
Le banche tornano in primo piano per l'allarme del Fmi: "Le banche italiane minacciano la ripresa" (Repubblica). Soros al Corriere: "Italia punto debole dell'euro, a Renzi serve un compromesso". Sui salvataggi bancari la corte Ue apre ma non c'è accordo con Roma (Corriere). Dal Fmi il taglio del pil e il richiamo sulle tasse: "Troppa evasione". Per il Giornale su 756 mld evasi quasi 180 non sono dovuti. In primo piano anche la politica, con lo strappo di Schifani: in Senato i numeri tornano a ballare (Messaggero). Napolitano al Foglio: "Serve un nuovo patto per l'Italia". In evidenza anche i fronti esteri aperti. In Turchia epurazioni a quota 50 mila. Il Sole: inaccettabile. Libero: Erdogan è come Hitler. Sul Corriere gli occhi e i sorrisi delle vite spente a Nizza. Su Repubblica l'insospettabile profugo afgano diventato in Germania soldato Is. Sul Messaggero la Russia in bilico sui Giochi di Rio: è guerra fredda tra il Cio e Mosca. Negli Usa nomination con plagio per Trump (Repubblica). Sul Sole come Lady Trump ha "copiato" Michelle Obama. Sul Corriere il programma del candidato: trasformare le paure in voti. A Milano la Statale trasloca all'Expo (Corriere). A Roma tornano i centurioni (Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
"Italia punto debole dell'euro. A Renzi serve un compromesso": sul Corriere (p.13) parla George Soros, che della crisi di Roma, stretta tra banche e M5S, dice: "L'Italia è un punto di domanda per l'euro per la debolezza del sistema bancario. Renzi deve trovare il modo di risolverlo e la Germania può sostenerlo ad arrivare a una soluzione". La burocrazia europea farà di tutto per garantire che le regole siano rispettate ma per Soros sull'applicazione del bail in "va trovato un qualche punto di compromesso", salvaguardando "il pubblico non informato adeguatamente dei rischi". Quanto al rischio stabilità politica con l'avvento del M5S Soros si dice meno preoccupato: "Renzi è abbastanza abile da non permettere che si arrivi a un referendum che lui rischia di perdere". Ieri doccia fredda dal Fmi, che come previsto ha tagliato le stime di crescita dell'Italia (0,9% nel 2016, 1% nel 2017) per effetto della Brexit (Corriere p.13 e tutti). Per il Giornale (p.2) si rischia una manovra da 15 miliardi nella prossima Stabilità solo per evitare gli aumenti dell'Iva. Su Repubblica (p.13) il focus del Fmi sulle banche italiane, considerate fattore di alto rischio insieme alle tensioni geopolitiche. Sulla Stampa (p.18) e Italia Oggi (p.39) il richiamo del Fmi sul fisco: "In Italia trionfa l'evasione", solo sull'Iva perdita di gettito del 30%. E' il paradosso italiano: tasse molto alte e una bassa propensione a farle pagare. Per il Fmi bisogna rivedere le scadenze e riorganizzare la macchina, superando le sovrapposizione fra Finanze, Entrate, Equitalia, Guardia di Finanza. "All'Agenzia delle Entrate va riconosciuta l'autonomia". Il Giornale (p.3) del rapporto Fmi-Ocse sul fisco sottolinea "lo scandalo delle tasse inventate": il 22% di quanto richiesto ai cittadini sarebbe frutto di errori, perciò non dovuto. Altro tema del giorno le banche: ieri la Corte Europea ha stabilito la legittimità del bail in ma anche delle deroghe (Sole in apertura e a p.3 su tutti). E l'Eba ha rassicurato gli istituti: "Al termine degli stress test non chiederemo ricapitalizzazioni" (Sole p.3).Ma resta il problema di Mps e delle altre banche italiane in crisi, alle quali il governo vorrebbe evitare l'applicazione integrale del bail in: tutto si gioca sul riconoscimento o meno di Bruxelles delle "circostanze eccezionali" evocate da Roma (Sole p.3). Sul Sole (p.14) la frenata delle assunzioni stabili:-10% i nuovi contratti a tempo indeterminato; in crescita i voucher. Pesano le incertezze del quadro economico e la riduzione dello sconto fiscale per i nuovi contratti. Sul Messaggero (p.15) e altri il sostegno per l'inclusione messo a punto da Poletti: ai poveri carta da 320 euro al mese. Il sostegno, che scatterà da settembre riguarda 200 mila famiglie con bambini.

ITALIA-POLITICA
 "Serve un nuovo patto per l'Italia" dice Napolitano in un'intervista a tutto campo al Foglio (in prima e a p.4). "Maggioranza e opposizione devono ragionare su un percorso condiviso per definire urgentemente un nuovo patto per l'Italia". Patto che consolidi l'europeismo italiano, che ribadisca la necessità delle riforme, magari imperfette ma necessarie, e che contempli un piano per la crescita, la lotta al terrorismo internazionale e un'unità di intenti sull'immigrazione. Sul referendum Napolitano ripete: "Non è pro o contro Renzi ma a favore o contro una svolta per il complessivo progresso dell'Italia". E se passerà il sì poi toccherà alle altre riforme, in primis della giustizia. Sull'Italicum: "I tempi rispetto ai quali è stato concepito sono cambiati. Col tripolarismo che si è consolidato una revisione del sistema elettorale è da considerare, nel senso di non puntare a tutti i costi sul ballottaggio, che rischia di lasciare la direzione del paese a una forza politica di troppo ristretta legittimazione nel voto del primo turno. Vedo che Renzi non esclude modifiche ma non può rinviare al Parlamento e dopo il referendum. E' anche segretario del Pd e una modifica della legge può avvenire anche su iniziativa politica dei gruppi parlamentari del partito e poi cercare larghe convergenze". Per Cerasa, Napolitano sembra evocare la legge Mattarella. Ieri il lancio del "Mattarellum 2.0" da parte della sinistra Pd (Sole p.19 e tutti). La proposta prevede il ritorno dei collegi uninominali, premio ridotto di maggioranza e nessun ballottaggio (Corriere p.17). Bersani: "Con l'Italicum una lista che abbia il 20% dei voti può prendersi il 55% dei seggi. Con questa proposta abbiamo messo una camicia di forza a una pentola a pressione". Speranza: "Non è una minaccia o un aut aut ma con queste modifiche il  "Sì" può vincere". Gelo di Renzi. "Legge elettorale? La priorità è il referendum" (Messaggero p.10). Orfini: "Proposta che si può approfondire". Rosato apre: "Contributo utile, ma prima c'è il referendum. I No del Pd dettati dall'astio" (Corriere p.17). Il M5S chiude. Sul Sole (p.19) D'Alimonte stronca il possibile ritorno dei collegi uninominali.
 
EUROPA
In Turchia la repressione di Erdogan continua: epurazioni di massa dentro scuole e moschee (Stampa in apertura e a p.2 e su tutti). 10 mila gli arresti, 50 mila le epurazioni: dopo soldati, poliziotti e magistrati nel mirino finiscono insegnanti, professori universitari, giornalisti e imam, tutti accusati di essere al servizio di Gulen. "Inaccettabile", il commento di Tramballi sul Sole (in prima e a p.6): di fronte a quello che sta accadendo appare ormai superata anche la minaccia Ue – ripetuta dal ministro Gentiloni – di negare l'ingresso nella Ue in caso di ripristino della pena di morte. In Turchia sta accadendo di peggio, scrive Tramballi, che paragona Erdogan ad Al Sisi: dittatori in pectore che sono i più efficaci incubatori di quell'estremismo che dicono di combattere. Su l'Unità (p.3) l'affondo di Fitoussi contro l'Unione: "Rappresenta solo la politica dell'impotenza. Si è voluto costruire una Ue debole e costosa. Siamo in guerra e bisogna coniugare sicurezza e diritto". Sul Corriere (p.13) l'analisi di Georg Soros: "Erdogan cerca una riconciliazione con la Russia, forse vuole diventare un fattore di equilibrio tra Europa e Russia. Ma la Ue, dopo Brexit, è in pericolo mortale". Per Soros cruciale sarà la gestione del fenomeno dell'immigrazione. Sulla Stampa (p.13) la stroncatura di Calenda: "Commissione senza coraggio sul piano europeo dell'immigrazione. Poteva essere l'occasione del suo rilancio, ma ormai si limitano da soli. Siamo all'autocensura". Idem il vice ministro Giro: "Il nostro Migration Compact era un grido, il documento della Commissione è appena un bisbiglio". 


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