Commentario del 01.10.2015

PRIME PAGINE
Lavoro, 325 mila nuovi posti in un anno (Stampa). Disoccupazione sotto il 12% (Sole) ai minimi dal 2013 (Avvenire). Renzi: "Fuori dalle sabbie mobili". Per il Messaggero cade la leggenda della ripresa senza nuovi posti. Ma per il Corriere c'è da ringraziare il boom del turismo. Ora lo scontro si sposta sui tagli alla sanità (Repubblica e altri). A Renzi il primo round del Senato (Messaggero, QN): sì di Grasso al Pd, "blindato" l'articolo 2 (Sole). Aggirati i voti segreti sul Senato. Le opposizioni: un colpo di mano (Corriere). Il Fatto: se questa è democrazia. Ma Renzi vede i sorci Verdini titola Libero in apertura: come Partito della Nazione il Pd scenderebbe al 25%, battuto da M5S e centrodestra unito. Su tutti la nuova crisi tra Usa e Russia sui raid aerei in Siria. Gli Usa: avete colpito i ribelli, non l'Isis (Sole). Su tutti anche gli sviluppi del caso Volkswagen. primi stop in fabbrica. Schaeuble: non sarà più la stessa (Sole). Sul Sole il silenzio della Merkel e dei sindacati.
Sul Corriere il caso Milano – con gli impiegati comunali arrestati con mazzette e lingotti – e il caso Palermo, dove il Tribunale è in crisi di credibilità. Su Giornale e Messaggero ancora il caso Roma. Sul Giornale la nuova balla del marziano Marino: è andato a New York a spese del Comune. Sul Messaggero l'emergenza Atac.

ECONOMIA
Lavoro, 325 mila nuovi posti in un anno (Stampa in prima e a p.7), ad agosto 69 mila posti in più. disoccupazione sotto il 12%, il dato più basso dal 2013. A trainare la ripresa turismo e servizi alla persona, alle imprese, finanziari e assicurativi. L'industria ancora non riparte (Corriere in prima e a p.5). Renzi: "Con il Jobs Act missione compiuta, abbiamo portato l'Italia fuori dalle sabbie mobili". Per Fortis (Messaggero in prima e a p.24) cade la leggenda della ripresa senza nuovi posti di lavoro. "Frottole" per Brunetta. Ma la disoccupazione giovanile sale al 40,7%. I sindacati: troppo presto per esultare. Da Renzi nuova conferma del taglio della Tasi - "per tutti e per sempre" – taglio dell'Irap nel 2017 e dell'Irpef nel 2018, no al reddito di cittadinanza e sulla sanità: "Non tagliamo, e sulle cure siamo pronti a cambiare" (Messaggero p.4). Ma a fronte dei 113 mld di spesa previsti nel 2016 ci si fermerà a 111. Chiamparino: "Bisognerà trovare una nuova intesa con le Regioni prima della legge di stabilità". Riaperto anche il dossier partecipate: entro un anno 3.200 saranno liquidate (Messaggero p.5). Baretta sull'Unità (p.2) torna sul tema pensioni: "Per la flessibilità si coinvolgano le aziende". "La priorità per l'uscita flessibile andrà a donne e a chi non ha lavoro. Ma tutto va fatto tenendo conto di risorse e sostenibilità. Molto importante sarà coinvolgere le imprese, interessate al ricambio generazionale". E boccia il reddito di cittadinanza: "Vogliamo evitare soluzioni puramente assistenziali e favorire situazioni che creano occupazione". Sul Sole (p.7) nuovo focus sulla spending review: i ministeri frenano, difficile raggiungere i 10 mld previsti, finora assicurati 6 mld che potrebbero arrivare a 7/8. Italia Oggi (p.8) riprende invece le dichiarazioni di Guerra a Ballarò: l'ex consigliere del premier ha parlato della necessità di dotarsi "di una propria congiuntura economica: solo così sarà possibile fare nuovi investimenti, creare lavoro, dare slancio a uno sviluppo duraturo". Potrebbe trattarsi del famoso "tagliadebito" spinto da MF e valutato anche da Carrai, per ridurre di 2-300 mld il debito pubblico e liberare risorse. Intanto i fondi sovrani "sondano" l'Italia: ieri a Milano l'assemblea della loro organizzazione, presente Cdp, Fsi e il ministro Padoan. Grandi aperture di credito al governo e attenzione a reti e privatizzazioni (Stampa p.7). Padoan: "Le opportunità ci sono, investite in Italia" (Messaggero p.5).

POLITICA
Senato, il primo round è per Renzi (Messaggero p.9 e altri). Siglata la tregua con Grasso, scatta la mannaia Pd sugli emendamenti e voti segreti, attraverso un escamotage che porta la firma del senatore Cociancich. Le opposizioni insorgono: "Attacco alla democrazia". Maggioranza fiduciosa: "Strada in discesa, si può chiudere anche prima del 13" (Messaggero p.9). Sui quotidiani ipotesi e retroscena sul "disgelo" tra Renzi e Grasso, consumatosi ieri ai funerali di Ingrao, e il ritratto di Cociancich, il capo scout di Renzi, bersagliato da insulti pesanti delle opposizioni. "Ma non sono un soldatino" dice al Corriere (p.9).
Sempre in primo piano anche il legame tra Renzi e Verdini: con lui il Pd al terzo posto (Libero p.5). Secondo un sondaggio Euromedia Research (ieri sull'Huffington Post, oggi in apertura su Libero e Fatto e su tutti) il Partito della Nazione (con gli ex azzurri dentro) costerebbe a Renzi la sconfitta per mano di Grillo, col M5S al 31,6%, il Pd al 25,1% e una sinistra al 12,7%. Il centrodestra unito in un listone avrebbe il 29,1%. Dati, scrive il Fatto (p.5) che stridono con quelli del sondaggio sempre di Euromedia uscito su Ballarò, che dava il Pd al 32%, M5S al 26%, Lega al 15%, Fi al 12,5%. Ma Renzi, scrive Verderami sul Corriere (p.9) sembra procedere sulla strada della doppia maggioranza, quella col Ncd e quella con i verdiniani: il ritorno del Ponte dello Stretto e il taglio dell'Imu servono a cementarla.
Berlusconi ieri faccia a faccia con i suoi parlamentari, sembra fare un passo indietro: "Io leader? Meglio regista" (QN p.11). "Arruoliamo imprenditori, ora opposizione dura" (Corriere p.13). E mano tesa a Salvini: "Ci sarà l'intesa" (Messaggero p.11). Ma Fitto lo stoppa: "Berlusconi blocca il centrodestra. Primarie obbligatorie" dice alla Stampa (p.11) in sintonia con Salvini e la Meloni. In primo piano anche l'intervista "riparatrice" di Renzi alla Berlinguer, dopo le tensioni su Rai e Tg3 "non allineate" al nuovo corso del Pd. "Rai indipendente, non faccio editti bulgari" dice Renzi. "Il governo si occupa di creare posti di lavoro non di cacciare le  persone". Ma la storia di "Telekabul" e della direzione Berlinguer è agli sgoccioli, scrive il Messaggero (p.11). Giannini al Fatto (p.2): "Partita la caccia, il premier ha slegato i cani".

EUROPA
"Volkswagen, primi stop negli impianti" (Sole p.8): a Salzgitter eliminato un turno e Schauble ammette che la causa automobilistica "non sarà più la stessa, ci saranno molti cambiamenti". Intanto Blume al vertice di Porsche e le famiglie Porsche e Piech sostengono la nomina di Poetsch a presidente del Consiglio di Sorveglianza. Sul fronte giudiziario la Francia ha anunciato l'apertura di un'inchiesta e anche in Italia il governo "potrebbe costituirsi parte civile" mentre negli Usa scatta l'inchiesta penale: si va verso la prima incriminazione per violazione delle leggi sulle emissioni auto. Merli sul Sole (prima e p.8) critica il silenzio della Merkel che "risulta ancora più assordante" se messo in relazione alle dichiarazioni di ieri di Schauble. E a proposito di "grandi assenti", Bricco (Sole prima e p.8) evidenzia il silenzio di Ig Metal, il sindacato tedesco, sulla vicenda: il cds di Vw è composto per metà dai rappresentanti dei lavoratori. Secondo il Giornale (p.23) "Wolfsburg prepara lo spezzatino" in vista dell'assemblea dei soci del 9 novembre con la divisione del gruppo in tre holding.

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