Commentario del 10.10.2015

IN PRIMA PAGINA
Roma e le crisi nel Medio Oriente in evidenza su tutti i quotidiani. "I morti della nuova intifada" in apertura sul Corriere: sette palestinesi uccisi negli scontri al confine. "Quanti errori sull'Isis" afferma Romano Prodi nell'intervista con la quale apre QN: "Siria nel caos, utile sostenere Assad. E via le sanzioni a Putin. No a bombe spot. Libia? Il premier non mi ha voluto mediatore Onu". Avvenire parla di "pace possibile" commentando l'assegnazione del Nobel al "quartetto" della società civile che ha favorito la transizione democratica in Tunisia. E accostando a questa notizia la nascita di un governo di unità nazionale in Libia. Gli altri quotidiani aprono con Roma dove, per Repubblica, c'è la "resistenza di Marino, sfida con il Pd": tentativo del sindaco di creare una giunta bis. Per Renzi, invece, "ora deve andarsene". E il Messaggero descrive il piano del premier per il dopo Marino: pronto un comitato d'emergenza con 9 commissari per il Giubileo. Ipotesi voto a giugno. Il Corriere intervista Rutelli: "un commissario di alto profilo. Come fu Ciampi vent'anni fa". Secondo Libero Marino "briga per restare e Sel apre le porte al tentativo. Se fallisse, l'allegro chirurgo vuole farla pagare al suo partito presentandosi alle elezioni con una lista civica" scrive Belpietro.

POLITICA
Roma, dopo l'annuncio delle dimissioni, Marino prende tempo per l'addio, rinviato a lunedì (Corriere). E' resistenza del sindaco che sfida il Pd (Repubblica) ma i renziani avvertono: "non esiste che ritiri le dimissioni". Ora si ragiona sul commissario: Cantone tra i nomi in lizza. oltre a Frattasi, Vulpiani, Morcone e Carpino (Corriere p.8 e altri) ma secondo il Messaggero (in prima e p.3) sarebbe pronto un comitato d'urgenza con 9 commissari per il Giubileo. "Serve una figura di altissimo profilo" spiega Rutelli al Corriere (p.8) mentre nei partiti è iniziata la corsa per il voto. Zanda al Messaggero (p.5): "Se si vota con il Giubileo rischio ordine pubblico. Sarebbe giusto far slittare le urne" ma le opposizioni non ci stanno. Renzi intanto tentato dallo stop alle primarie (Stampa p.3) ma Speranza a Repubblica (p.10) dice "No a diktat sul nome o vincerà Grillo, primarie inevitabili". I dem provano a scippare Marchini al centrodestra (su tutti) dove è lite Lega-Fi sui nomi (Messaggero p.7) mentre nel M5S si guarda ad un nome proveniente dalla società civile ma è pressing su Di Battista (su tutti). Nel frattempo arriva il duro attacco dell'Osservatore Romano a Marino: "L'unica certezza in vista del Giubileo sono le macerie".
L'altro tema in primo piano sono le riforme. Sul Senato "sì a tutti gli articoli. Premier vicino al traguardo: 'visto come è andata?'" (Corriere p.9 e tutti): nel voto segreto la maggioranza cala a 142 ma martedì si chiude con il voto finale. Sul Mattino (prima e p.8) il piano per le nuove Regioni: otto su venti spariscono, l'ipotetica nuova geografia nell'odg approvato al Senato. Per Renzi i problemi sembrano arrivare, invece, dalla magistratura: sul caso del prestito al padre, infatti, tre giorni fa la Guardia di Finanza si è recata negli uffici di Fidi Toscana e ora "si muove anche la Corte dei Conti" (Corriere p.9 e altri).

ECONOMIA
"L'Italia accelera e sorprende tutti" (Messaggero p.9 e altri): il ministro Padoan ha sintetizzato così gli umori che ha raccolto a Lima al meeting annuale dell'Fmi e della Banca Mondiale. "La potenzialità di crescita dell'Italia è elevata, e piano piano si farà sentire". Ma dal Perù arriva anche l'avvertimento di Mario Draghi: "Paesi ad alto debito, attenti al rialzo dei tassi" (Sole p.4): Bce comunque pronta a cambiare entità e durata del Qe ma la Buba frena.
Sul lavoro, Poletti "rompe tutti i tabù. 'E' tempo di contratti aziendali" (QN p.25): il ministro conferma anche i bonus produttività nella legge di Stabilità. "Se sindacati e imprese non trovano un'intesa interverrà il governo – ha ribadito ieri – non aspetteremo in eterno". Sempre in vista della manovra, il pacchetto imprese dovrebbe contenere 1,8 miliardi e intanto "si stringe sui tagli" (Sole p.4). Secondo la Stampa (p.11), invece, il taglio dell'Ires slitta al 2017: "nella manovra si allontana il taglio delle tasse alle imprese". Sul Sole (p.5) l'indagine Bankitalia-Sole che certifica il miglioramento delle aspettative delle imprese sull'economia.
"Vendita Poste da lunedì sul mercato fino al 38,2%. Tesoro punta a 3,7 miliardi" (Repubblica p.34 e altri): forchetta del prezzo tra 6 e 7,5 euro per azioni. Per il governo, "operazione che rafforza la società". In dirittura d'arrivo anche la quotazione di Ferrari, in questo caso a Wall Street, "vale 10 miliardi" (Repubblica p.35 e altri).

EUROPA
Libia, l'Onu annuncia: "Ecco il governo di unità" e l'Italia avverte: "Fate presto" (Repubblica p.22). Primi passi verso la pace: l'Onu dà i nomi del nuovo governo (Stampa p.8). Ora la lista, prodotta dopo sei mesi di negoziati in Marocco dalle delegazioni, passerà al vaglio dei parlamenti di Tripoli e Tobruk. Il premier proposto è Fayez Serraj, membro del Parlamento di Tobruk. "Questo governo avrà bisogno del sostegno di tutti i libici" ha detto l'inviato Onu, che ha guidato la mediazione, Bernardino Lèon. Restano però le polemiche tra le fazioni opposte con Tripoli che parla di "disastro" e dalla delegazione spiegano: "Non ci sentiamo parte di questo governo". Gentiloni: "si tratta di un'importante tappa verso l'auspicabile creazione di un governo di unità nazionale" ma per il Fatto (p.15) l'azzardo di Lèon non convince i litiganti libici che restano diffidenti sulla soluzione proposta e non gradiscono il "primo ministro" Serraj. Scettico anche Prodi: "Accordo assai fragile ma spero vada in porto. Le migrazioni dureranno ancora, non si possono regolare se c'è uno Stato anarchico" (QN p.6). Ora si fa più vicina la missione di peace keeping, Roma pronta con 500 uomini (Stampa p.8). L'accordo apre la strada alla fase di "stabilizzazione". Gli inglesi premono per fare parte della missione, che sarà guidata dall'Italia. L'Italia si prepara con mezzi, armi e militari a guidarla ma si attende un segnale da Tripoli (Repubblica p.22). Intanto è arrivato anche il via libera Ue alla risoluzione per un'azione contro i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo.
Migranti, partiti i primi 19 profughi (Messaggero p.15): via al piano Ue di ricollocamento: decollati da Ciampino verso la Svezia i primi profughi. Per Alfano "è simbolo di vittoria", nelle prossime settimane toccherà ad altri 100.

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