Commentario del 22.10.2015

IN PRIMA PAGINA
"L'informazione è malata. Il Papa invece sta bene" (Avvenire): lo "scoop" di QN sul presunto tumore del Papa, immediatamente smentito dalla Santa Sede, in apertura su tutti i quotidiani. Per il Vaticano notizia "infondata e irresponsabile". "Il discredito è mortale" avvverte il direttore di Avvenire nell'editoriale. "Il Papa: falsità sulla mia salute" (Corriere). "Non è malato, veleni sul Papa" titola il Messaggero che parla di "resa dei conti" tra intrighi e carte Vatileaks che agitano Oltretevere. "Ira del Vaticano" secondo il Mattino che, nell'editoriale di Introvigne, si chiede: "chi ha paura di Francesco?". Titolo simile per l'apertura del Giornale: "Chi vuole morto il Papa". "L'ombra del complotto in Vaticano" per Repubblica che all'interno intervista il cardinale Kasper: "lo vedo tutti i giorni e sta benissimo, basta con i tentativi di bloccare il Sinodo". "Questa è la strategia dell'Apocalisse per fermare il Papa provano a screditarlo" spiega sempre a Repubblica monsignor Fernandez. "La calunnia per fermare il cambiamento" commenta Riotta nell'editoriale della Stampa che, in un retroscena, parla di "un solo filo a unire troppi veleni": dal coming out di Charamsa alla notizia del tumore. Ma QN si difende - "ecco i riscontri" - e nell'editoriale aggiunge: "nessun complotto". Il Sole apre con l'Ipo del Cavallino: "Ferrari corre a Wall Street. Fca riapre il dossier alleanze": valore di 10,4 miliardi di dollari. Marchionne a Class Cnbc: "nell'auto di lusso siamo unici, super tecnologici e molto redditizi" (MF). Per la politica, in evidenza "Renzi pronto alla fiducia sul contante" (Corriere e tutti) e le dimissioni del sottosegretario Barracciu, indagate per le spese pazze in Sardegna.

ECONOMIA
"Sui contanti pronto alla fiducia" (Sole p.8 e tutti): Renzi tira dritto sulla manovra e cita Berlusconi, "meno tasse per tutti, ma noi lo facciamo davvero". Non ci crede Luca Ricolfi che su Panorama (p.67) spiega "perché non pagheremo meno tasse". Critici anche Alesina e Giavazzi (Corriere prima e p.30) che parlano di una "manovra con poca crescita". Renzi ha anche assicurato lo stop agli "aumenti delle tasse locali. L'Iva può salire al 24% nel 2017" (Messaggero p.7): la manovra è ancora attesa al Senato ma si vanno precisando le cifre in bilico. Per i contratti pubblici 300 milioni di cui 75 alla polizia, turn over al 25%. Per il taglio Ires, con il via libera della Ue alla clausola migranti riduzione dell'imposta nel 2016 dal 27,5% al 24,5%. Positivo il giudizio di Pignataro (Sole prima e p.6) sul fatto che il governo si discosti dalle regole Ue: "gli alti avanzi primari, in fase di bassa crescita, non sono compatibili con i livelli di sviluppo di cui il nostro Paese ha bisogno". Ma ieri è arrivato anche il monito del Commissario Dombrovskis: "alcune scelte fiscali italiane non sono in linea con le raccomandazioni Ue" (Sole p.8).
Ma intanto sulla Tasi arriva l'allarme Confedilizia per le seconde abitazioni (Messaggero p.6). Il presidente Giorgio Spaziani Testa parla a Libero (p.2): "sul mattone in arrivo 2 miliardi di tasse in più". Su l'Unità (prima) editoriale di Sandro Gozi a difesa della "manovra europea".
Su vari quotidiani la conferma di Antonio Patuelli alla guida di Abi fino al 2018 (Sole p.39).
"Visita del Fmi all'Agenzia delle Entrate" (Corriere p.8): gli ispettori in missione a Roma, richiesta di collaborazione sulla riforma fiscale. Altro addio per Orlandi: lascia la responsabile del ruling internazionale Cappelleri.  

POLITICA
Ancora fratture nel Pd. Il Corriere (p.6) rivela una cena "riservata dei dissidenti anti manovra" nella quale è comparso anche un documento che evoca la scissione. Nove pagine preparate dal modenese Carlo Galli dal titolo "molte fini, un nuovo inizio". Si pensa a un nuovo partito "ulivista" a sinistra del Pd. Ma secondo il Foglio (in prima) la strategia renziana prevede di "creare consenso attorno al governo dando spazio alla sinistra Pd". Intanto si dimette il sottosegretario Barracciu che andrà a processo per le spese pazze in Sardegna (su tutti). "Innocente, ma lascio" (Messaggero p.4). E "nel Governo tre posti restano vacanti" (Corriere p.10).
Nel centrodestra, Berlusconi torna al Ppe "incontrerà anche Merkel" (Corriere p.12) mentre il Tempo (p.8) intervista Fitto che dice "no a nuova Cosa Bianca. Le nostre radici nel centrodestra".
"De Magistris assolto resta sindaco di Napoli" (Messaggero p.5 e tutti) e Renzi assicura che la legge Severino non verrà cambiata. "Rischio sospensione, la vera partita si gioca su De Luca" sottolinea il Mattino (p.6).
"Riforma Rai, primo sì: più poteri al dg, nuovo Cda a 7 membri" (Messaggero p.10): il testo torna al Senato, il governo vuole l'ok definitivo entro novembre. Repubblica (p.9) intervista Monica Maggioni: "uomini e talk show, alla Rai cambieremo tutto". "Non sarà la politica a gestire la Rai" assicura Antonello Giacomelli intervistato dall'Unità (p.7).
Sul Tempo (p.9) consueto sondaggio settimanale di Datamedia: "Grillo a 6 punti dal Pd".
Intanto aumentano le preoccupazioni per la sicurezza nel Paese. Ieri vertice del Consiglio supremo di difesa, scatta l'allerta per il Giubileo: "Ora il terrorismo minaccia anche l'Italia" (su tutti).
Marino sfida il Pd a sfiduciarlo pubblicamente: possibile passo indietro sulle dimissioni sfruttando la battaglia della minoranza dem contro Orfini (Repubblica p.13). Messaggero (p.9) parla di "ultima trappola" ma il Pd non abbocca: eviteremo il voto in aula. Per il Fatto (p.4) i dem non hanno i numeri per cacciare il Marziano che, secondo la Stampa (p.7), vuole un riconoscimento dal premier, altrimenti potrebbe candidarsi alle primarie. Rutelli al Sole (p.32) ribadisce il "no" ad una sua candidatura e parla di "catastrofe tecnico-amministrativa" a Roma.  

EUROPA
Su tutti i quotidiani la svolta di Putin che riceve Assad a Mosca: "Al via la transizione" (Repubblica p.17 e tutti): al vertice si è discusso della situazione militare in Siria e soprattutto della "soluzione politica" del conflitto. Putin ha assicurato che il futuro del Paese è nelle mani dei siriani e Assad ha aggiunto che si impegnerà affinchè a scegliere le sorti della Siria non sarà solo il partito che guida la transizione, ma tutto il Paese. Intanto domani si incontreranno a Mosca i ministri degli Esteri di Siria, America, Russia e Turchia per discutere un piano politico per la soluzione del conflitto a Damasco (Foglio in prima e p.4). I negoziati restano difficili, a complicare la discussione è il ruolo di Assad che, secondo Mosca, dovrebbe guidare la transizione verso il futuro del Paese mentre restano scettici gli altri interlocutori.  
Migranti, proseguono le tensioni nei Paesi dell'Est: Juncker chiede maggiore cooperazione e domenica è atteso un vertice Ue che sarebbe stato richiesto dalla Germania che chiede una strategia comune per evitare "misure solo di carattere nazionale" (Avvenire p.9). Intanto proseguono i ricollocamenti: ieri 69 profughi hanno lasciato l'Italia, oggi ne partiranno altri 70. Per Alfano "ha vinto il valore dell'Europa e dell'Italia. Adesso ci occuperemo del rimpatrio degli irregolari".

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