Commentario del 11.10.2015

IN PRIMA PAGINA
Turchia, la strage dei pacifisti (Stampa, Repubblica, Giornale): Ankara-choc, le vittime sono 97, oltre 400 i feriti (Messaggero). Erdogan: attentato all'unità. Ma dai cortei il grido: "Stato assassino" (Corriere). Altro focolaio di guerra a Gerusalemme: nuovi agguati e morti (Stampa). Israele richiama i riservisti (Messaggero). Gentiloni a Repubblica: "Bombe e rivolte, c'è chi teme la pace in Medio Oriente" (Repubblica). Dall'interno, Roma ancora in primo piano su tutti i giornali, con l'ultimatum del premier a Marino: "Via tu o tutti a casa" (Corriere). Alfano al Messaggero: "Basta giochi sulla pelle di Roma". "Da Marino minacce gravi, con il commissariamento salveremo il Giubileo". Ma la "resistenza" del sindaco è finita: "Mi dimetto domani" (Messaggero e altri). Resta l'amarezza: "Io trattato peggio di Provenzano, sono stati solo i partiti a fermarmi" (Messaggero). Il Fatto attacca: Renzi come Marino. "Le sue cene le pagava sempre il Comune". Anche Libero contro il premier: Renzi ruba il voto ai romani, puntando a rinviare le elezioni per via del Giubileo. Ma per Repubblica e Messaggero non ci sarà rinvio: election day a giugno. Ieri il via al road show dagli industriali di Treviso: sgravi a chi investe (Corriere, Stampa, Messaggero) e i bonus povertà (Messaggero). Su tutti Mattarella che premia gli eroi del quotidiano (Messaggero, QN, Avvenire).

POLITICA
Da Renzi ultimatum a Marino: o le dimissioni lunedì o la sfiducia dei consiglieri comunali dem (Corriere p.13, Messaggero p.4). Senza un passo indietro del sindaco pronti al passo indietro anche gli assessori. Renzi sembra stoppare anche l'ipotesi di Zanda di rinviare il voto a dopo il Giubileo: per il Messaggero (p.4) l'idea è quella di votare a giugno, come nelle altre grandi città, cercando candidati autorevoli da passare poi al vaglio delle primarie. Idem Repubblica (p.12) che parla di dimissioni domani – "irrevocabili tra 20 giorni" – ed election day il 12 giugno. Contro il sindaco anche Alfano, che al Messaggero (p.3) dice: "Basta giocare con Roma. Il comportamento e le minacce del sindaco sono gravissimi e ingiustificabili". Presto la nomina di un commissario per salvare il Giubileo. "Nomi validi in campo ce ne sono tanti: sceglieremo quello che potrà assicurare il pieno raccordo col governo". Alfano freddo sul rinvio del voto: "Ci vorrebbe una legge, ma il mio compito è assicurare la tempestività del commissario". Su tutti i giornali il totocandidato: Cantone si sfila – "Resto all'Anac" (Messaggero p.4 e su tutti) – idem Malagò (Libero p.3). Sabella disponibile "solo a ruoli tecnici": "Io commissario nella capitale? – dice a Repubblica p.15 e a l'Unità p.5 – Sono disposto a farlo". L'Unità (p.4) per il dopo Marino lancia l'ipotesi Morcone commissario. Per QN (p.3) Renzi vuole un manager come super commissario e la Madia candidato sindaco. In subordine Maturo Moretti, oggi a capo di Finmeccanica. Berlusconi pensa alla carta Marchini (Messaggero p.9) specie dopo che anche la Meloni ha fatto un passo indietro. Nell'intervista al Messaggero (p.3) Alfano avverte Renzi sulle Unioni civili: "Questa legge non è un'emergenza nazionale. Vogliamo una buona legge che dia diritti anche alle coppie dello stesso sesso ma non devono esserci norme che diventino il veicolo per l'adozione".  Rosato: "La scadenza è cambiata, impossibili le Unioni civili per fine anno. E' un'opportunità per trovare un'intesa che non tenga fuori nessuno" (Unità p. 7). Sull'Unità (p.7) intervista al vicesegretario Guerini: "Sulle riforme vince la coerenza del Pd". "Abbiamo iniziato col Vietnam, finiamo col partito che vota unito. E grazie a noi il centrodestra è in frantumi".

ECONOMIA
"Sconti alle aziende che investono e fondi per bambini poveri" (Corriere p.10, Repubblica p.19 e su tutti): così Renzi anticipa altre novità della legge di Stabilità agli imprenditori di Treviso. "Chi nel 2016 investirà in beni strumentali della propria azienda potrà portare in ammortamento non il 100 ma il 140%. Sarà in automatico e varrà un anno solo". Per Imu e Tasi la conferma del taglio totale. Un'abolizione che per il Messaggero (p.13) vale 5,3mld. "Ma ai sindaci non sarà tolto neanche un centesimo". E per i sindaci che hanno soldi in cassa, "li spendano perché saranno conteggiati fuori dal patto di Stabilità". "Road show per spiegare la legge di Stabilità o anticipo della campagna elettorale per le Comunali 2016?" si chiede Di Vico sul Corriere (p.11) riguardo all'intervento del premier dal palco di Unindustria Treviso. Il Giornale (p.2) non ha dubbi: Renzi è già in campagna elettorale ma bluffa: per chi affitta casa sua arriverà la stangata. In ogni caso gli imprenditori hanno apprezzato. E anche Tosi e Zaia. Giovedì il testo della manovra in consiglio dei Ministri. Sulle pensioni confermati un intervento sugli esodati e l'estensione di Opzione donna e una piccola sperimentazione sulla flessibilità delle pensioni con il part time negli ultimi due anni di lavoro (Corriere p.10). Sul canone Rai in bolletta torna Guido Bortoni, presidente dell'Autorità per l'energia: non chiude la porta ma non nasconde le criticità dell'operazione. Per gas e luce "via graduale al mercato: prepariamo famiglie e pmi alla svolta del 2018". Intanto la Ferrari prepara il debutto a Wall Street: sarà il 21 ottobre (Messaggero p.18). Collocamento lampo del 10% per quasi un miliardo (Sole p.6). Domani al via l'offerta pubblica di Poste italiane (Sole p.7): offerta pubblica di vendita di 453 milioni di azioni. Sul Sole (in apertura e a p.2 e 3) il rating alle riforme: attuazione salita al 63%; al palo i decreti della delega della pubblica amministrazione.

EUROPA
Choc ad Ankara, 97 morti al corteo per la pace. Tutti i quotidiani concordi nel parlare di "trame oscure" (Giornale p.10) ma le versioni sugli autori e gli obiettivi della strage sono diverse. Un attacco "dei nemici della pace in Medio Oriente" secondo il ministro Gentiloni intervistato da Repubblica (p.8), "Un'azione contro il dialogo" concorda Monsignor Pelatre (Mattino p.3) e l'esperto Silvestri vede "un rischio autoritario dietro la strategia della tensione". Ma secondo Cagaptay (Centro ricerca sulla Turchia del Washington Institute on Near East) "le bombe non cambieranno l'esito elettorale". Per il Sole (p.22), invece, l'obiettivo è "destabilizzare Erdogan". E la Stampa (p.3) sottolinea che ormai il Sultano "conta i suoi nemici" da Mosca all'Iran, passando per i ribelli. Per Vittorio Emanuele Parsi, intervistato da QN (p.9) Erdogan si allontana sempre di più anche dall'Europa: "troppi passi indietro". Vede nero Haas (capo del Council on Foreign Relations) secondo il quale l'Isis adesso "potrebbe attaccare i sauditi" e le crisi "possono essere solo tamponate". Dalla Libia, intanto, parla uno dei figli di Gheddafi: "Pronto a combattere e a tornare al potere" dice al Fatto (p.10) che ricostruisce "le trame degli sconfitti" dall'accordo raggiunto tra le varie fazioni sotto la regia di Leon: in primo piano per far saltare tutto ex fedelissimi del Rais e Isis. Sempre sulla Libia parla a QN (p.10) il sottosegretario Della Vedova: "era difficile sostenere Prodi. C'era già De Mistura per la Siria". "Doccia fredda anche dall'Onu: non c'erano nomi italiani in lizza" (QN p.10).

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