Commentario del 2.10.2015

IN PRIMA PAGINA
Addio vecchio Senato (Unità). Riforme, approvato l'articolo 1 con il "canguro", i sì arrivano a 177. Oggi l'incognita dei voti segreti (Sole). Primi bombardamenti di Renzi e Verdini sulla Costituzione, titola il Fatto. E da Grasso "aiutino" al governo (Giornale). In primo piano anche l'economia e la legge di Stabilità. Sale il reddito, le famiglie spendono di più (QN). Cantone alla Stampa: "La ripresa è a rischio. Troppi episodi di corruzione". Spesa pubblica, il governo taglierà meno del previsto (Stampa). Si spera nella voluntary, già a quota 28 mld: "Suicida non approfittarne" dice la Orlandi a Italia Oggi. Sul Sole tutte le strade per la pensione anticipata. Sul Messaggero tetto a stipendi, stop maxi bonus dei manager pubblici. Dagli esteri, la nuova strage in un college americano - 13 morti. Il killer: ditemi la religione (Sole, Corriere) – e l'escalation in Siria. Accuse Usa a Putin: colpiti i ribelli addestrati dalla Cia (Sole). E in Siria c'è anche l'Iran (Avvenire). Prodi a Repubblica: "Obama si rassegni, non si fa guerra per procura, aiutiamo l'esercito di Assad". C'è anche un caso Libia, con l'Italia che contesta la nomina di un tedesco al posto del mediatore Onu Leon (QN): la Volpona del deserto soffia la Libia a Renzi (Libero). Sul Corriere le frizioni Renzi-Mogherini. In cronaca la nuova alluvione in Sardegna, e a Olbia viene demolito il ponte appena ricostruito (Libero).

ECONOMIA
Spesa pubblica, il governo taglierà meno del previsto (Stampa in apertura e a p.3): la spending scende da 1' a 6-7 miliardi rispetto a una legge di Stabilità da 27 mld. Meno sacrifici per sanità, Regioni e Comuni, niente tagli alle agevolazioni fiscali e alle partecipate; e per i Ministeri tornano i tagli lineari del 3%. Per far tornare i conti si spera nella voluntary – "Suicida non approfittarne", dice la Orlandi a Italia Oggi – e nell'indulgenza della Commissione Juncker, approfittando della momentanea debolezza della Merkel. Per Bruxelles è pronto il piano di investimenti da 5 miliardi in co-finanziamento: prevede interventi su banda larga, autostrade, ferrovie, scuole, dissesto idrogeologico (Stampa p.2 e su tutti). Nella "Stabilità" anche il taglio dell'Ires alle pmi del Sud (dal 27,5% al 20%) e un piano anti povertà da 1,5 mld (Repubblica p.32). Dall'economia reale: a settembre il mercato delle auto cresce del 17% (Sole p.11), di cui Fiat il 27%. "Le famiglie tornano a respirare: crescono redditi e potere d'acquisto" (QN p.21), con la capacità di spesa tornata ai livelli pre-crisi. Ma Cantone (Anac) alla Stampa (p.7): "Attenti, la corruzione rischia di bloccare la ripresa" . "Gli stranieri, per investire, ci chiedono efficienza e niente mazzette". Ieri a Milano il meeting dei fondi esteri: Audi conferma investimenti per 1,4 mld  in Italia (Stampa p.18). Intanto il Mef "difende" il taglio della Tasi: "Equo e non recessivo" (Sole p.5). Solo il 3% del gettito sulla prima casa riguarda proprietari con redditi superiori ai 75 mila euro; il 74% dei contribuenti Tasi si concentra piuttosto sulla classe medio bassa dei proprietari immobiliari. Alla luce di questo l'eliminazione della Tasi può essere considerata una misura di ulteriore sostegno alla domanda interna. Difende il taglio della Tasi anche De Albertis (Ance) che all'Unità (p.3) dice: "Tagliando la Tasi diamo forza alla ripresa". Il Sole (p.2 e 3) torna invece sulle pensioni anticipate, già previste anche nel Jobs Act, con i contratti di solidarietà espansiva. Allo studio del governo per la prossima"Stabilità" una soluzione definitiva al problema esodati e una proroga per il ritiro anticipato delle donne con 58 anni e 35 di contributi. Da Prodi, intervistato da Scalfari su Repubblica (p.8) stoccata a Renzi su Europa ed economia: "La ripresa comincia a manifestarsi e Renzi è molto bravo a trasformarla in consenso ma non dipende solto dalla politica del governo. Molto dipende da Draghi, uno dei pochissimi che vuole gli Stati Uniti d'Europa e usa gli strumenti a sua disposizione per spingere su quella strada". Renzi no.

POLITICA
Riforme, con l'approvazione dell'articolo 1 addio al vecchio Senato (Avvenire e Unità in prima): 172 i sì grazie a Verdini, ex M5S e fuoriusciti di Fi. Grasso taglia i voti segreti e le opposizioni lo attaccano (Repubblica p 10 Corriere p.8). Su tutti la guerriglia ieri in aula sugli emendamenti, tra accuse, dollari falsi e veleni sui verdiniani. Oggi il test decisivo per il governo (Messaggero p.2). Sul Corriere (p.8) la "solitudine del numero primo", il presidente Grasso, solo e inviso a tutti, sia al governo che alle opposizioni.  Su Repubblica (p.10) l'iper attivismo di Verdini, il "ciambellano costituente": "Resto in aula, risolvo problemi". Il Fatto (p.4) scrive che per lui è pronto il seggio degli italiani all'estero, in America del Sud, dove nessuno lo conosce e bastano 15 mila voti per essere eletti. Per la Stampa (p.4) la traversata dei verdiniani ormai è compiuta: pronti a indossare la casacca renziana. "Non chiedono posti ma si aspettano da Renzi un riconoscimento tangibile": al Senato puntano alle presidenza di Giustizia e Lavori Pubblici. E sul territorio si prepara una lista, i Moderati per Renzi, alleata del Pd, nella convinzione che Renzi cambierà l'Italicum col premio di maggioranza alla coalizione. Per il Giornale (p.5) anche il Ncd prepara i bagagli per trasferirsi nel Pd. Lorenzin: "Alle Comunali liste con Renzi". Idea "inaccettabile" per Quagliariello. Mastella al Fatto (p.4): "Si stanno suicidando, come le balene. Renzi li fregherà: vuole avere mano libera". Per Forza Italia invece "cambi in arrivo" (Giornale p.6): Berlusconi sarebbe pronto a un restyling profondo, dai coordinatori regionali in giù. Parallelamente andrà avanti il progetto della Fondazione per aggregare big della società civile. E a breve Berlusconi vedrà Salvini: il patto con la Lega va siglato.  

EUROPA
Siria, nuovi raid russi. Usa: "Colpiti ribelli addestrati dalla Cia" ma Mosca smentisce (Repubblica in prima e p.6-7 e tutti). Prodi, in una lunga intervista a Scalfari su Repubblica (in prima e p.8): "Credo che Obama e Putin vadano verso un accordo anche se resta il nodo Assad. Nessuno vuole inviare truppe in Siria ma l'Is non si batte solo con i bombardamenti, anche Obama deve rafforzare l'esercito di Assad, che è l'unico sul campo. La questione siriana chiama in causa anche il problema Ucraina: Putin vuole trasformarla in uno "stato-cuscinetto" ma sono difficilmente accettabili le sue proposte sulle regioni russofone". "Con Putin ci sarà un baratto. Lui cederà su Assad, noi sull'Ucraina" spiega l'ex ministro degli Esteri francese, Kouchner, al Corriere (p.5). "Siria, Ucraina e Iran sono un triagolo con Putin in mezzo: senza di lui non si fa niente. Ma credo che la politica di forza di Putin non sia un bene per noi". Dugin, ideologo vicino al Cremlino spiega al Fatto (p.15): "Da qui al 2020 ci sarà un cambiamento epocale nella strategia russa contro il vecchio conflitto tra Russia potenza di terra e Usa e Nato potenza di mare. La crisi siriana dà l'avvio a questa fase: se gli Usa non accetteranno la posizione russa potrebbe essere la sua fine come unica superpotenza, per questo Obama si terrà lontano dalla Siria ma se Mosca tradisse Assad sarebbe un duro colpo per l'identità politica russa". Intanto Assad è pronto a sferrare un'offensiva di terra con iraniani ed Hezbollah, ipotesi di azioni anche in Iraq con la protezione aerea russa. Per il Messaggero (p.11) però l'offensiva potrebbe essere un boomerang per Putin tra costi alti e rischio terrorismo. Intanto a tenere banco in Ue è la polemica tra l'Italia e la Mogherini sulla Libia e sulla sostituzione dell'inviato Onu, Bernardino Lèon. Roma punti i piedi: "No alla sostituzione" (Corriere p.6 e altri). Gentiloni: "Nessuno approfitti della scadenza di mandato per cambiare, c'è il rischio che la situazione possa degenerare". Il generale Camporini a QN (p.6): "L'Onu ha fallito perchè non ha fatto nulla nel dopo Gheddafi. Sostituire Lèon potrebbe delegittimare la trattativa, ma in pratica non c'è speranza di risolvere la questione in poche settimane anche con la permanenza Lèon". Intanto nuovo allarme dall'Unhcr: in due anni 1,4 mln di rifugiati in Ue, principalmente provenienti dalla Siria, valanga di arrivi previsti anche da Iraq, Afghanistan e Africa (Sole p.8).

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