Commentario del 09.10.2015

IN PRIMA PAGINA
Marino lascia e avverte: tiro giù tutti (Corriere). Renzi: intanto tolto di mezzo, poi vedremo (Corriere). Marino alla Stampa: "Temo torni la mafia". In primo piano su tutti la resa tra i veleni di Marino (Messaggero). Libero parla di dimissioni per finta: Marino affossa Renzi. Avvenire di "sbandata capitale". Sul Messaggero il distacco del Vaticano: "Giubileo, nulla cambia". Il Sole: il Giubileo non resti appeso alla fortuna. Altra notizia del giorno, l'Antimafia indaga su Palenzona numero due di Unicredit (Stampa, Repubblica): "Favori alla mafia" (Fatto). La difesa: ipotesi di reato totalmente infondata (Sole). Ieri intanto è arrivato l'okay della Borsa alla quotazione di Poste Italiane (Sole). Scalda i motori anche la Ferrari, con Renzi e Marchionne che ieri hanno presentato il dossier agli investitori (Italia Oggi). Ed è polemica sul volo di Stato che ha portato il premier a Modena (Fatto). Da Montezemolo assist a Renzi: "Bene le riforme, ora la fase due" (Corriere). Per la legge di Stabilità si conferma il taglio della Tasi anche ai ricchi (Repubblica) mentre resta incerta la flessibilità sulle pensioni. Sul Sole intervento di Campo Dall'Orto: "Una Rai libera, creativa e per un vasto pubblico". Sul Corriere il cao Auditel: svelati i nomi delle famiglie. Su tutti il Nobel della letteratura a Aleksievic, la voce anti-Putin (Corriere). Svetlana: "Amo la Russia, non Putin" (Repubblica). Gentiloni al Corriere: "Un vertice in Italia per cambiare la Ue".

ECONOMIA
Poste, c'è l'ok di Borsa italiana alla quotazione (Sole in prima e a p.35). Oggi il via libera della Consob. Valore della quotazione fino a 10 miliardi (Messaggero p.19). Il prezzo delle azioni tra 6 e 7,5 euro. E' l'unica, vera, grande privatizzazione fatta dallo Stato quest'anno. Anche la Ferrari scalda i motori in vista della quotazione. Ieri a Modena l'incontro di Marchionne e Elkann con i grandi investitori internazionali. E a sorpresa arriva anche Renzi a spingere il Cavallino (Italia Oggi p.12). Trema invece Unicredit, col numero due, Fabrizio Palenzona, indagato dall'Antimafia a Firenze (Sole in prima e a p.14): avrebbe aiutato un costruttore catanese sospettato di complicità con il boss Messina Denaro. La difesa: ipotesi di reato totalmente infondata. Su Repubblica (p.21) l'irresistibile ascesa del Maradona delle poltrone, dai tir all'alta finanza.
Intanto si continua a lavorare alla legge di Stabilità. Si conferma il via alla Tasi anche ai più ricchi (Repubblica p.13): ville, palazzi e castelli "salvi" se prime case. E per le seconde case si va verso l'unione di Imu e Tasi (Sole p.11). Sulle pensioni perde quota il prestito previdenziale (Sole p.11). Per il Corriere (p.12) il pacchetto è pronto e prevede la possibilità di lasciare il lavoro fino a quattro anni con un taglio del 3,8% dell'assegno ma i costi sarebbero alti per questo non dovrebbe entrare in Stabilità. E questo mentre si ripresenta il caso Iva: lo stop all'aumento vale solo per il 2016 (Messaggero p.11). Il problema sarebbe stato solo rimandato di 12 mesi ma così facendo ulteriormente ingigantito. Una misura che pesa 16 mld sui 27 complessivi della manovra, e che dovrebbe lievitare a 26,2 mld nel 2017. Morando: "Bisognerà lavorarci e da subito". Intanto dalle Camere arriva il via libera al Def, con il rinvio del pareggio di bilancio. Dal rientro dei capitali introiti per 2,9 mld., annuncia Zanetti. Montezemolo al Corriere (p.12): "Renzi ha riportato fiducia ma ora serve una fase due": "Veniamo da troppi anni di immobilismo legato alla struttura dello Stato,  serve un violento, profondo intervento sui processi di funzionamento dell'amministrazione centrale e locale. C'è poi la necessità di un vero e proprio piano industriale per il Paese. Tra le priorità turismo, nuova manifattura, accelerazione sulla concorrenza.

POLITICA
Marino lascia, "licenziato" dal Pd (Repubblica) ma avverte: tiro giù tutti (Corriere). "Pur di cacciarmi mi avrebbero messo la cocaina in tasca" dice alla Stampa (p.3). Voleva l'onore delle armi, scrivono Repubblica (p.2) e Corriere (p.3) ma Renzi glielo nega: "Toglietemelo di torno" (QN p.3). Voto in primavera: vana la ricerca del premier di un cavillo per evitare le urne in concomitanza con Torino, Napoli e Milano (Fatto p.3). Belpietro: questo disastro porta la firma di Renzi; avrebbe dovuto cacciare Marino fin dallo scandalo di Mafia Capitale, così ha solo allungato l'agonia della città. Sui quotidiani è già toto nomi per le elezioni. Renzi: "Niente primarie, il nome lo scelgo io" (Repubblica p.4): ma Gabrielli e Giachetti nicchiano. Per QN (p.5) e il Tempo (p.8) il premier pensa a Marchini, conteso da Pd e Fi. Il Corriere (p.8) fa i nomi di Cantone, Franceschini, Malagò e Giachetti per il Pd. Anche il Giornale (p.3) fa il nome di Cantone. Per il Tempo (p.8) spunta anche Veltroni. L'Unità (p.2) parla di Gentiloni, Giachetti e Madia e intervista Gabrielli: "Mai sarò in corsa per il Campidoglio".  "A destra si scalda Meloni ma si spera in Marchini" (Corriere p.9, Giornale p.3, Repubblica p.6, Libero p.2). Ma i favoriti restano i 5 Stelle: in campo le ipotesi Lombardi e Di Battista, che a Repubblica (p.6) dice: "ora tocca al M5S, io non sono in corsa. Resterò parlamentare". Per Avvenire (p.7) il M5S punterà sui consiglieri grillini già in Campidoglio e il più accreditato è De Vito, che sfidò Marino e Alemanno nel 2013.
Nella giornata segnata dallo psicodramma romano delle dimissioni di Marino, al Senato passa il primo sì al taglio delle Regioni (Corriere p.15, Messaggero p.9): un ordine del giorno a firma Ranucci fatto proprio dal governo spinge verso la riduzione a 10 e alla trasformazione in enti di pianificazione territoriale. Sì del Senato anche all'eliminazione delle materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni. Torna allo Stato il potere decisionale su ambiente, beni culturali, trasporti e energia, infrastrutture e grandi reti di trasporto. Potranno essere devolute alle Regioni politiche sociali, commercio estero e sanità (Sole p.31).

EUROPA
Migranti, ieri i ministri degli Interni Ue hanno discusso di frontiere e rimpatri. A dicembre sarà presentato dalla Commissione Europea un piano che dà maggiori poteri a Frontex e alla polizia Ue per il controllo dei confini (Repubblica p.16 e tutti). Deciso il via libera ai "rimpatri più facili" degli irregolari. "Con gli ultimi vertici abbiamo fatto un pezzo di strada nella condivisione dello sforzo di accoglienza" spiega il Ministro Gentiloni al Corriere (in prima e p.11). "Ora si lavora su tre obiettivi: rendere permanenti le quote volontarie, arrivare a regole comuni sul diritto d'asilo e fissare politiche comuni di rimpatrio per coloro che non hanno diritto d'asilo" spiega ancora il titolare della Farnesina che annuncia l'invio di una lettera "per rilanciare l'integrazione Ue" a Germania, Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo. Restano però le divisioni sugli aiuti ai Paesi d'origine dei migranti economici da rimpatriare. Alfano avverte i Paesi africani: "Daremo i soldi della comunità internazionale solo se ci aiutano" (Messaggero p.14 e altri). Intanto parte la redistribuzione Ue: 18 eritrei lasceranno oggi l'Italia per essere ospitati dalla Svezia (Stampa p.11 e altri) e per il numero uno del Viminale "è la sconfitta di coloro che credevano che non avremmo fatto passi avanti, come Salvini". Intanto per la partenza degli eritrei da Ciampino è atteso anche il commissario per l'immigrazione Avramopoulos. In Germania, dopo le polemiche e gli scontri sul numero di rifugiati da accogliere, Matthias Schmidt, influente deputato dell'Spd, parla alla Stampa (p.11): "Merkel ha ragione, nessun limite ai profughi, ogni rifugiato ha diritto a una procedura individuale seria".

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