Commentario del 9 ottobre 2022

PRIME PAGINE
La piazza divide la sinistra (Repubblica). "Più lavoro, meno sovranismo" (Stampa). Pregiudizio in piazza (Giornale). L'agenda rossa (Manifesto).
Meloni e gli alleati: ora si accelera (Messaggero). Meloni incalza gli alleati (Corriere). Prima intesa sul governo (Libero).
B. prenota la Giustizia: il suo legale o Casellati (Fatto).
Le stime di Confindustria: Per l'Italia è allarme Pil: si va verso la crescita zero (Giornale). Le imprese: crescita zero nel 2023 (Sole). Gli industriali: è emergenza nazionale (QN). Aiuti per il caro bollette: Spuntano 20 miliardi (Tempo).
Energia, il tetto Ue beffa l'Italia: sull'elettricità favoriti i tedeschi (Messaggero).
Camion bomba sul ponte Kerch, il simbolo dell'aggressione russa (Repubblica). Crimea, in fiamme il ponte dello Zar (Stampa). Attacco in Crimea, oltraggio a Putin (Messaggero). Attacco in Crimea al ponte di Putin, scambio di accuse tra Kiev e Mosca (Corriere). Alti fuochi di guerra (Avvenire). Scacco a Putin (QN).

ECONOMIA
Il corteo a Roma della Cgil su tutti. La Cgil torna in piazza, il segretario generale, Landini assicura: "Per il lavoro non contro qualcuno, i governi sia di destra che di sinistra non ci hanno ascoltato, il nuovo governo ci ascolti prima di decidere, non è il momento dei sovranismi nazionali e della flat tax" (Repubblica prima e p.2, Stampa prima e p.6 e tutti). La manifestazione viene organizzata a un anno dall'assalto alla sede di Corso d'Italia con partecipanti da tutta Italia. In piazza per il lavoro, per un fisco equo "che faccia pagare meno tasse a chi le paga", per mettere fine alla guerra e a quella speculazione che porta le bollette a livelli mai visti e impoverisce i lavoratori. E tra la folla c'è anche il leader del M5s, Conte: selfie e strette di mano col numero uno grillino. La delegata: se citi i dem in fabbrica urlano ma la maggioranza fa fatica a trovare riferimenti: "Politicamente ormai siamo orfani". Giornale (prima e p.4-5) critica: protesta senza senso, pregiudizio in piazza, paradosso rosso, sinistra e sindacati manifestano contro un governo che non si è ancora insediato. E Libero (prima e p.7) scrive di sinistra anti-italiana in piazza contro Giorgia.  
L'allarme di Confindustria (Repubblica p.4 e tutti) "crescita zero nel 2023. Un tetto al gas o l'Italia si ferma". Il "caro energia" rappresenta "una emergenza nazionale che non riguarda più solo imprese e industria, ma tutti". Con queste parole, la direttrice generale di Confindustria, Francesca Mariotti, si è rivolta al nuovo governo che si sta per formare sotto la guida di Meloni. "Occorre un'azione concertata - continua - a livello di Ue. Questa è una crisi che richiede più Europa. Servono interventi strutturali condivisi, quest'anno per le imprese la bolletta energetica sale di 110 miliardi, il nuovo governo dovrà fare i conti con un'emergenza nazionale, serve il price cap". De Scalzi, ad di Eni, su Stampa (p.10) e Corriere (p.15) avvisa: "stoccaggi e rigassificatori o il prossimo inverno sarà più duro, servono infrastrutture se no i flussi vanno altrove".
Elettricità, tetto ai ricavi ma è una beffa per l'Italia (Messaggero p.5): l'Ue fissa un limite di 180 euro al prezzo di eolico, solare, olio combustibile e lignite, il "cap" però si applica solo a poche centrali italiane. In Germania invece incassi miliardari. Un primo passo verso un tetto al prezzo dell'energia elettrica l'Europa lo ha compiuto ma la decisione rischia di essere una beffa per l'Italia. Anche questa volta, infatti, ad avvantaggiarsene, potrebbero essere paesi come la Germania, già finita nell'occhio del ciclone per i 200 miliardi di aiuti decisi per le proprie imprese. Carlo Calenda al Messaggero (p.5): "Uno tsunami su famiglie e imprese, avanti da soli, non aspettiamo la Ue – se non ci muoviamo rapidamente sarà un disastro, Meloni ha ricevuto le nostre proposte".
Prezzo del gas e riforma elettrica, ecco le ultime mosse di Draghi (Corriere p.15): il premier torna da Praga convinto di aver fatto il massimo per spingere l'Europa verso una soluzione concreta alla crisi dell'energia. Su Tempo (prima e p.2) si parla di un tesoretto da 20 mld che Meloni potrebbe ritrovarsi tra le mani per contrastare l'aumento delle bollette. Una somma generata dai fondi strutturali Ue degli anni dal 2014 al 2020 non spesi e che l'Italia potrebbe chiedere di impiegare a Bruxelles, una possibilità già concessa durante la pandemia.

POLITICA
Lo stallo di Arcore, evidenzia Repubblica (p.6): "Se non troviamo in fretta soluzioni, ci mostriamo deboli. E se diamo l'impressione di essere deboli, otterremo altri no". Giorgia Meloni fa sfoggio di allarmato pragmatismo, nel salone di Arcore. Il senso dei suoi ragionamenti condensa l'assenza di un patto tra alleati. Niente accordo sulla Presidenza del Senato che vede lo scontro tra La Russa e Calderoli. Le ipotesi Casellati alla Giustizia e Piantedosi all'Interno. Meloni-Salvini-Berlusconi: subito la lista dei ministri, nessun tecnico della Lega, il Carroccio avverte: "I non politici non vanno contati nella nostra quota e sulle trattative Meloni accelera e il Colle offre la sponda, consultazioni il prossimo fine settimana" (Messaggero p.6-7). Su Corriere (p.8), Meloni tratta con gli alleati: "voglio solo un esecutivo forte". Se e quando dovesse ricevere dal capo dello Stato, Mattarella l'incarico di formare un governo, lei vuol farsi trovare pronta. Le urgenze del Paese sono così pressanti che non si può perdere tempo. Perciò "voglio solo un esecutivo forte e non di basso profilo", ha detto. I paletti di Giorgia, ancora duello su Ronzulli, Giustizia, Berlusconi gioca la carta Casellati (Corriere p.9). Fatto (prima e p.10) attacca: Berlusconi prenota la Giustizia, il suo legale o Casellati. Libero titola: Prima intesa sul governo, quattro ministeri per ogni partito, più quattro tecnici scelti dal nuovo premier, Calderoli verso la presidenza del Senato ma resta aperta la partita sul Viminale. Su Messaggero (p.9), focus su come cambia il Parlamento, rimossi 188 seggi, arriva un nuovo maxi-schermo digitale, la Cassazione proclama gli ultimi sei eletti, giovedì si inizia.
Intanto Meloni va all'attacco sul caso Francia, "la sinistra non difende l'Italia" (Stampa p.12): FdI contro il Pd su due fronti: l'Europa e le piazze. All'indomani dello scontro a distanza con la ministra francese Boone, il partito di Meloni attacca a testa bassa quello di Letta, accusato di tacere di fronte alle critiche giunte da Oltralpe: "Nemmeno una parola in difesa dell'Italia?".
Pd, la faida delle donne (Stampa p.15). La conferenza delle parlamentari apre una nuova falla nel partito. C'è chi chiede di azzerare i vertici ma la presidente D'Elia non molla Cirinnà: "Noi come gli uomini".

ESTERI
Brucia il ponte di Putin, il gioiello dello Zar colpito in Crimea. Una terrificante esplosione illumina le acque del Mar D'Azov poco prima dell'alba di sabato (su tutti). Centinaia di chili di tritolo nascosti nel retro di un camion che doveva trasportare pellet, deflagrano all'improvviso. Una delle corsie del viadotto più lungo d'Europa, 19 chilometri che uniscono la Crimea alla regione russa di Krasnodar, l'unico collegamento terrestre con la penisola annessa nel 2014, collassa e finisce in mare. Kiev esulta: "Buon compleanno, Putin". In serata ripristinato parzialmente il traffico (Repubblica p.10). Di falla nella sicurezza parla il Messaggero (p.3) con il camion con l'esplosivo ispezionato e fatto passare, azione kamikaze o mezzo detonato a distanza. C'è anche l'ipotesi del drone. Il consigliere di Zelensky, Podolyak al Corriere (p.2) parla di obiettivo legittimo "ma non è opera nostra – dice - è un conflitto fra i servizi segreti e la Difesa dello zar".
Ian Bremmer, presidente di Eurasia Group a Stampa (p.4) dice: "Ora probabile una nuova escalation, Mosca vuole coinvolgere la Nato nel conflitto. Momento incredibilmente pericoloso, il ricorso al nucleare non è da escludere" e sul sostegno all'Ucraina: "L'Europa è compatta, mi preoccupa l'America che potrebbe essere divisa da Trump".
Intanto il "dopo Putin" non è più un tabù, tra i papabili, falchi e mediatori (Repubblica p.12). Il leader del Cremlino più longevo dopo Stalin non è più ritenuto "eterno", Medvedev, Kirienko, Djumin e Sobjanin i più accreditati a sostituirlo ma accanto a loro ci sono anche personaggi rimasti a lungo in silenzio.

© riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento