Commentario del 23.10.2022

PRIME PAGINE
Meloni, esordio europeista (Stampa). La premier: "Al lavoro, con orgoglio" (Corriere). "Avanti con orgoglio e responsabilità" dice Meloni (Messaggero). Il governo Meloni – titola il Fatto – già rinnega Giorgia. Il governo parte in bolletta (Repubblica). Biden e la Ue, segnali per Meloni: "Impazienti di lavorare con voi" (Messaggero). Meloni, esordio nel segno di Ue e Usa (QN). L'Europa con la Meloni e la sinistra impazzisce (Giornale). "Chi proverà a fermarli", Libero guarda ai nemici del governo Meloni: occhio a magistrati, cancellerie straniere e mercati. E dalla Ue Gentiloni minaccia. Crosetto a Repubblica: "Tenuta sociale a rischio, Mosca soffia sulla rabbia delle piazze".
Italia-Economia. Il piano per i primi cento giorni del governo (Libero): subito intervento sulle bollette. Poi tocca a pensioni, natalità e riforme. Bonomi (Confindustria): "Bollette, ora servono aiuti". I sindacati aprono: niente pregiudizi (Messaggero).
Esteri-Cina, il Congresso: con Xi tornano le purghe, sbattuto fuori Hu Jintao (Stampa). Xi Jinping, il potere assoluto e le purghe (Repubblica). "Purga" in diretta tv, Xi più potente di Mao (Giornale). Poteri assoluti per Xi Jinping, Taiwan trema (Corriere).
Ucraina, al confine 5 mila soldati Usa: non accadeva dal '45 (Giornale).
Esteri, il caso Africa. La guerra "mondiale" e il ruolo di Usa e Cina (Messaggero).

ECONOMIA
Repubblica (p.2-3) fa subito il punto sui primi cento giorni. A rischio le misure-spot, fondi solo per le bollette: la partenza è ad ostacoli. Caro-energia priorità del governo: i soldi disponibili dirottati su quel capitolo, sperando in un aiuto della Ue. Difficili interventi drastici su pensioni e flat tax. Verrà rivisto il reddito di cittadinanza. Anche Libero (p.2-3) rilancia sul tema: subito giù le bollette, poi pensioni e lavoro. Ecco il piano di Giorgia per i primi 100 giorni. Al Corriere (p.6) parla il neoministro Lollobrigida: "Difenderò le nostre eccellenze, la sovranità alimentare non è un concetto fascista". Poi spiega: "E' un principio che governi socialisti hanno addirittura inserito in Costituzione. No a degenerazioni come la carne in laboratorio". E sul tema il Messaggero (p.15) parla di stop ai falsi Dop: arriva la difesa del Made in Italy. Imitazioni e contraffazioni estere dei marchi tricolori causano un danno da oltre 100 miliardi di euro.
Sempre il Corriere (p.7) analizza anche le sfide del ministro Giorgetti. Gas e mercati, i dilemmi di Giorgetti. I calcoli su pensioni e fisco e Gentiloni avverte: niente ritardi. Pnrr, cruciale spendere i 141 miliardi previsti per il 2023. Il commissario Ue: "Non saremo benevoli". L'aumento dei tassi della Bce e il nodo scostamenti. A Stampa (p.6) parla invece Paolo Zangrillo: "Fannulloni non solo tra gli statali, così renderò più moderna la Pa". Il neo ministro scherza sull'errore nell'assegnare gli incarichi: "Ci ho riso sopra". E rilancia: "Sfatiamo il mito del posto comodo, misuriamo la soddisfazione degli utenti".
Al Messaggero (p.6) parla Carlo Bonommi: "Esecutivo storico, subito aiuti sulle bollette". Sul gas nel solco di Draghi. Il presidente degli industriali: "Giudizio sui fatti. Il cuneo fiscale deve essere tagliato". Il neo ministro alla Transizione Pichetto pronto a proseguire la battaglia sul price cap.
Spunta il progetto "Quota flessibile": sessantenni in pensione con 35 anni di contributi, sottolinea Repubblica (p.8). E' l'idea a cui guarda la neoministra del Lavoro Calderone per superare la legge Fornero. In linea con le proposte di FdI. Farebbe uscire 470 mila lavoratori, ma serve un taglio dell'assegno. Più flessibilità sulle pensioni, il Reddito resta ma riscritto, titola anche Stampa (p.9). Sindacati in piazza e Calderone apre: "Ascolterò tutte le parti sociali". Il piano sulla previdenza: uscita tra 61 e 66 anni con 35 di contributi.

POLITICA
Il governo giura: "Serviremo l'Italia con orgoglio" (Messaggero p.2-3 e tutti). Meloni pronuncia la formula di rito a memoria. Sorrisi con Salvini. Regna la sobrietà, e le ministre tutte rigorosamente in pantaloni. Il ciao ciao alla figlia, le frasi a Mattarella: ora Meloni è premier (Corriere p.2-3). Il giuramento della squadra nel Salone delle Feste. Tajani ripete una parola, Salvini inforca gli occhiali, lei riserva all'amico Crosetto uno sguardo intenerito. A Repubblica (p.7) parla il neo ministro alla Difesa Guido Crosetto: "Tenuta sociale a rischio, e Mosca soffia sulla rabbia delle piazze". Poi chiarisce: "Io non ho conflitti di interessi: lascio incarichi e società. Sulle armi a Kiev seguiremo gli Alleati". L'analisi dei ministeri la fa anche il Giornale (p.7) con la Giustizia. Nordio, sfida sui codici e carriere dei magistrati. Il ministro: "Quello penale fu scritto dal Duce…". Il suo faro saranno garantismo e processi più veloci.
Per quanto riguarda gli incarichi, ora il risiko dei vice per placare i delusi: Forza Italia però è pronta a dare battaglia. I posti da assegnare nei ministeri sono una quarantina. Fazzolari, fedelissimo di Meloni, verso Palazzo Chigi con delega all'attuazione del programma (Corriere p.9 e altri).
Sul fronte dei diritti la Stampa (p.11) segnala Roccella già sotto attacco: "La 194? Spetta alla Sanità". Timori per la linea della titolare della Famiglia contro aborto e unioni civili, dubbi di movimenti e opposizione. Malpezzi: "Sembra un ministero di Orban". Sul fronte dei migranti al Messaggero (p.9) parla il ministro dell'Interno Piantedosi: "L'emergenza migranti è competenza degli Stati". Poi aggiunge: "Grande attenzione alle periferie e ai disagi dovuti al caro-energia. Gestiremo le proteste in piazza con equilibrio".
Sul fronte delle opposizioni Calenda e Renzi lanciano l'opa ostile sul Pd (Stampa p.13). Il leader di Azione: costruiamo un'area comune con i riformisti dem. E propone un'alleanza in vista delle Regionali in Lombardia e Lazio. Il Corriere (p.10) racconta invece delle ultime ore a Palazzo Chigi di Draghi: periodo di vacanza? Chiederò a mia moglie. A chi domanda cosa farà risponde: vedremo, ancora non so. Le lodi ai dipendenti della presidenza del Consiglio: un onore servire l'Italia con voi, ho visto la vostra dedizione.

ESTERI
Le reazioni del mondo dopo il giuramento del nuovo governo. I sovranisti europei esultano: "I patrioti prendono il potere". Da Orban a Le Pen le destre brindano. Ma felicitazioni anche dagli Usa: "Pronti a collaborare" (Stampa p.4). Da Biden a Von der Leyen, i leader "impazienti di lavorare con Giorgia", titola anche il Messaggero (p.4). Il presidente Usa: "Affrontiamo insieme le sfide globali". Benvenuto anche da Blinken. Colloqui con la leader della Ue e con Metsola, poi messaggio a Zelensky: noi dalla vostra parte. Il politologo francese Lazar a Stampa (p.4): "Su energia, debito e Ucraina Roma e Parigi sulla stessa linea". E aggiunge: "Gli interessi di Meloni e Macron convergono".
Cina, le purghe di Xi Jinping (Sole p.8 e tutti): l'ex presidente Hu Jintao "invitato" a lasciare l'assemblea del 20esimo Congresso del partito Comunista cinese davanti a 200 delegati che assistono impietriti. E' il simbolo di un potere sempre più assoluto che spazza via le vecchie cordate. Ora – secondo il Corriere (in prima e p.17) – Taiwan trema. I servizi taiwanesi e americani vedono uno scenario imminente in cui il governo di Pechino tenterà di portare il piccolo Paese democratico sotto il controllo cinese. Prima di un'invasione potrebbe esserci un blocco navale o uno sbarco su un'isoletta. Repubblica (p.19) segnala la svolta cinese su Taiwan: nella Carta entra per la prima volta un nuovo linguaggio che impegna a "opporsi con determinazione a scoraggiare i separatisti che cercano di ottenere l'indipendenza di Taiwan". Secondo gli analisti, il linguaggio potrebbe aprire presto la strada a una legge per la riunificazione. Con Taipei che replica: "E' l'ora di abbandonare la vecchia mentalità aggressiva e conflittuale". Pechino – commenta Sergio Romano sul Corriere (p.17) – non può ignorare i legami economici con l'Europa: nel 2020 la Cina ha assunto la posizione di principale partner commerciale dell'Ue per quanto riguarda le merci superando gli Stati Uniti, con una quota complessiva del 16,1 % rispetto al 15,2 % degli Usa.
Intanto in Ucraina spazzati via ponti e chiatte: gli ucraini stringono su Kherson. Silenzio dei vertici militari, le conferme dell'avanzata arrivano da collaborazionisti e autorità locali filo-Cremlino: "Lasciamo la regione", dicono. La Stampa (p.18) pone l'accento sull'arma del freddo. Sulla linea del fronte tra i civili tagliati fuori dal mondo, dove si resiste senza luce ne acqua. Evhen guida ogni giorno il suo van carico di cibo e medicine per chi vive sotto le cannonate.
Dopo le dimissioni di Truss nel Regno Unito è "una poltrona per due", come titola Stampa (p.20). La corsa per la successione è una sfida tra Snauk e Johnson. L'ex ministro delle Finanze avanti nelle preferenze dei Tory, Mordaunt terza incomoda.

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