Commentario del 13.10.2022

PRIME PAGINE
Politica. Camere, voto ad alta tensione (Corriere). La marcia su Roma parte con una rissa (Fatto). Il Cavaliere è tornato, il centrodestra quasi (Giornale). Silvio rientra in Parlamento, finisce l'esilio della vergogna (Libero). Parte la legislatura, La Russa al Senato (QN). Divisi alla meta (Repubblica). Lite Berlusconi-Meloni, destra al palo (Stampa).
Esteri. Gas, minacce di Putin. Primo patto in Europa (Corriere). Sul price cap ci sono convergenze, Putin ne ha paura e minaccia (Foglio). Ancora stragi di civili, ma Kiev ha il super-scudo (Giornale).
Putin trema e cerca l'incontro con Biden (Libero). Gazprom: l'Ue non supera l'inverno, e Putin: con il price cap niente gas (Messaggero). Mosca apre alla mediazione di Erdogan (Repubblica).

ECONOMIA
Emergenza bollette su Messaggero (p.6 e altri). In Europa si cerca la convergenza sulle misure contro il caro-energia. Le posizioni si avvicinano, in particolare - dopo l'apertura di Germania e Paesi Bassi - sugli acquisti congiunti per riempire gli stock di gas nella prossima primavera e sulla messa a punto di un indice di mercato alternativo all'olandese Ttf, ma tra gli Stati membri manca ancora l'intesa sulla praticabilità di un "price cap" e, soprattutto, su come disegnarlo.
I Ventisette litigano ancora sui paletti alle quotazioni del gas per produrre elettricità. Intanto si va verso una nuova riunione straordinaria dei ministri Ue, Bruxelles: "vedremo se c'è spazio per il tetto ai prezzi" (Corriere p.13). I ministri dell'Energia dei 27 Paesi Ue, riuniti in un Consiglio informale a Praga, hanno "raggiunto un accordo generale per procedere con gli acquisti comuni, esercitare la solidarietà, ridurre i consumi, rendere più resiliente il sistema di formazione del prezzo dell'elettricità e limitare i picchi dei prezzi". Sono le parole sono del ministro dell'Industria ceco, Jozef Síkela.
Messaggero (p.7) segnala i costi delle opere del Pnrr che volano alle stelle e salgono del 50% per gli aumenti delle bollette. L'allarme viene lanciato dall'Unione delle province italiane: "i cantieri sono a rischio stop per effetto del caro energia". Un esempio, per una scuola, per cui erano stati preventivati dieci milioni, ora ne servono quindici. Insomma, il rischio che il Pnrr si arresti non è più tanto remoto.
Il responsabile del Fondo per l'Italia, Fanizza, parla a Repubblica (p.6): "Il governo stia attento alle spese in deficit, aiuti solo ai deboli – cosa accadrà l'anno prossimo non si sa, dipende dall'aggressione verso l'Ucraina. Ci sono rischi molto grandi, l'inflazione avrà un effetto avverso sulla domanda, per cui le proiezioni del Fondo sono di una leggera recessione. Bisogna stare attenti, le politiche devono adeguarsi alla situazione che cambia - poi sul Pnrr - è fondamentale proseguire e accelerare la messa in opera, se iniziamo a discutere tutto si rallenta il processo mentre la flat tax si può fare solo se si taglia da un'altra parte". "Per aiutare le famiglie e le imprese va alleggerita la pressione fiscale", lo dice il presidente dell'Abi, Patuelli al Mattino (prima e p.6): "Le imprese, soprattutto, e le famiglie pagano molto di più le forniture energetiche ma senza beneficiare di alcun abbattimento delle aliquote fiscali che, al contrario, garantirebbe loro un sollievo immediato, senza ulteriori costi burocratici".

POLITICA
Trattativa a oltranza, verso La Russa al Senato (Corriere p.2-3 e tutti). Si va al voto per le presidenze delle Camere fra le tensioni. Vertici separati tra gli alleati, e c'è Molinari a Montecitorio. Per il Viminale rispunta la Lega, e Nordio verso la Giustizia (Messaggero p.3-4). All'Interno, oltre a Piantedosi, torna il nome di Molteni. Rebus invece per il Mise. FdI frena sulle richieste dei leghisti e offre a Forza Italia sei caselle. Secondo la Stampa (p.2-3) la destra parte nel caos. Nella maggioranza manca l'intesa, salta il vertice a tre con Meloni, Salvini e Berlusconi. Oggi la prima seduta in Aula. "Meloni in ritardo sui nomi", ma la media è di 46 giorni. Su Giornale (p.5) si analizzano i tempi per la formazione dei governi precedenti, che smentiscono le accuse. Conte ce ne mise 89, Letta 62. Per Libero (p.5) la sinistra già rosica per La Russa presidente. Oggi si vota per Camera e Senato. Il fondatore di Fratelli D'Italia a un passo dalla seconda carica dello Stato. Questa mattina l'ultimo vertice. E Gad Lerner attacca: "Un ex fascista dichiarato". Segre e Ignazio Benito La Russa: al Senato la staffetta degli opposti, scrive nella sua analisi su Stampa (p.6) Concita De Gregorio. La senatrice a vita presiede la prima seduta e potrebbe passare il testimone all'ex missino. E' la sceneggiatura che siamo destinati a vedere dopo la storica vittoria della destra.
Sul fronte opposto il Corriere (p.9) segnala l'Opa ostile del M5S su sinistra e Pd: il sogno di Conte è di tornare al 30%. Il leader punta sulla piazza per la pace di Arci e Acli, e sul rapporto con i dem dice: noi dritti per la nostra strada. Pd invece al sit-in davanti all'ambasciata russa: "Mai equidistanti da aggressori e aggrediti". Oggi la manifestazione per l'Ucraina, Enrico Letta sprona i neoeletti. Assente Conte, ci sarà Calenda. Per la leadership Orlando pronto a sfidare Bonaccini: "Candidarmi? Non lo escluderei". Franceschini intanto tratta con il M5S un accordo su Copasir e Vigilanza Rai: in pole Guerini e Patuanelli. Renzi all'attacco: "Ci escludono, un fatto gravissimo". Possibile conferma delle capigruppo dem. Secondo Libero (p.6), i compagni litigano per le poltroncine delle commissioni. Per il Copasir in corsa Borghi e Guerini, M5S si deve accontentare della Giunta per le elezioni, Renzi spinge la Boschi in Vigilanza Rai.

ESTERI
Gas, il ricatto dello Zar (Stampa p.14, Messaggero p.8 e altri): stop alle forniture in caso di price cap, il Cremlino minaccia l'Europa e accusa gli Usa, "Le falle nel Nord Stream favoriscono il loro Gnl". Berlino: "Russia non più affidabile". Niente forniture energetiche dunque a chi adotta il price cap, è questo il nuovo ricatto energetico lanciato da Putin all'Europa. Mentre Ue e G7 discutono di un possibile tetto al prezzo degli idrocarburi – coi cui proventi Mosca finanzia anche l'invasione dell'Ucraina – il presidente russo definisce il price cap "un trucco scorretto" e lancia un duro avvertimento: "La Russia non agirà contro il buonsenso, pagando di tasca propria per il benessere degli altri. Non forniremo energia a quegli Stati che impongono un tetto ai prezzi dell'energia. Le infrastrutture nel mirino – Messaggero (p.9) - crescono le rappresaglie su gasdotti, oleodotti, centrali elettriche e ferrovie, ancora bombe su obiettivi civili, sette morti in un mercato nel Donetsk.
Marine Le Pen al Corriere (p.15): "L' equilibrio europeo si sposta sulle Nazioni, il mio futuro politico? Potrei ricandidarmi - poi sul governo italiano - noi più vicini a Salvini, ma Meloni è dalla parte giusta. Siamo mille volte più vicini alla visione di Meloni che a quella di Draghi". Intanto tra Draghi e Macron cena privata all'Eliseo (Repubblica p.7 e altri), con quest'ultimo che sonda Draghi per la Nato, ma il premier non vuole altri incarichi, sul tavolo il dossier gas con i fondi europei.
"Non possiamo accettare che il nostro partner americano ci venda il suo Gnl a un prezzo quatto volte superiore a quello al quale vende agli industriali americani". Lo ha detto il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire su Sole (prima e p.3). "La guerra in Ucraina non deve sfociare in una dominazione americana e a un indebolimento dell'Unione europea".
Dodici persone arrestate, cinque cittadini russi, e altri di nazionalità ucraina e armena. Sono accusati da Mosca, di aver organizzato l'attacco terroristico contro il ponte di Crimea. Ad annunciarlo è stato ieri il Servizio perla sicurezza federale (Corriere p.11 e altri). Erdogan vola da Putin con un piano negoziale, "Europei e Usa al tavolo" (Repubblica p.10). Oggi il vertice bilaterale ad Astana. Mosca annuncia: "I turchi offrono la loro mediazione", i nodi: cessate il fuoco, sì ad alcune annessioni, zone cuscinetto e trattative allargate.  
Il leader Usa, Biden, e il possibile incontro al G20: "Possiamo parlare di scambi di prigionieri", il Cremlino: "Mai dire mai". Più chance per la mediazione di Erdogan, oggi vede lo Zar (Stampa p.15).

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