Commentario del 26.10.2022

PRIME PAGINE
Fisco e riforme, il sì a Meloni (Corriere). "Il mio piano per l'Italia" (Messaggero). "Datemi fiducia" (Avvenire). Meloni: in manovra solo il caro bollette, sfruttare di più i giacimenti di gas italiani (Sole). Il manifesto di Meloni: cambio l'Italia (QN). Il discorso del presidente: avanti a destra (Libero). L'Italia secondo Meloni (Stampa). Giorgia cambia marcia (Giornale). "Meloni l'equilibrista" titola Repubblica.
Migranti, "norme violate": stretta del Viminale sulle Ong in mare (Corriere). Il ministro dell'Interno Piantedosi inizia la crociata contro le ong: porti chiusi (Repubblica). Sugli sbarchi – titola il Tempo – l'aria è cambiata.
Energia, trivellazioni in Adriatico: si parte. E c'è il via libera al rigassificatore (Messaggero).
Esteri-Ucraina, per la trattativa di pace Mosca apre al ruolo del Papa (Sole). Lo spiraglio di Putin: trattare con il Papa (Libero).
Inghilterra, comincia l'era Sunak: così i figli dei profughi trasformano in realtà il sogno britannico (Repubblica).
Bce, i governi contro Lagarde: nel mirino la stretta sui tassi d'interesse (MF).

ECONOMIA
Meno Irpef a chi ha figli, flat tax a 100 mila euro e la tregua con l'Erario (Messaggero p.4-5 e altri). Quoziente familiare e tassa piatta sui redditi incrementali del triennio. Cancellazione delle mini-cartelle e una nuova rottamazione dei ruoli. Sul fronte delle pensioni per Quota 102 e Ape ci sarà una proroga. Il primo obiettivo è rinnovare le misure in scadenza, compresa Opzione Donna. In una seconda fase la flessibilità: verso Quota 41 con il vincolo di età. "Stop al caro bollette e subito tregua fiscale" questa l'Italia secondo Meloni, come titola Stampa (p.2-3). Nel primo discorso alla Camera il piano del governo. E promette: "Cambio il reddito di cittadinanza".  Tregua sulle cartelle esattoriali, ma le opposizioni attaccano: no ai condoni (Corriere p.6). Sarà taglio graduale del cuneo fiscale: "Non disturberemo chi vuole fare", e Bonomi approva: "Condivisibile". Secondo Landini "la priorità è il reddito dei dipendenti". Per il cuneo fiscale sarà taglio graduale: "Serve arrivare a cinque punti". IN programma anche una super deduzione del costo del lavoro per chi assume di più e il potenziamento di premi di produttività, fringe benefit e welfare aziendale.
Soldi soltanto per le bollette, patto in tre punti sul fisco e c'è la stretta sul Reddito, titola ancora Stampa (p.6). Nel programma tassa piatta per le partite Iva ma le misure più ambiziose slitteranno. L'altolà del commissario Gentiloni: sul Recovery non si può ricominciare da zero. Ma proprio sul Pnrr è forte il rischio di gare deserte con l'aumento di prezzi (Messaggero p.7). Allarme che arriva dall'Ance: opere in ritardo di 6 mesi, coperto solo il 15% del rincaro dei materiali. Meloni: "Sono necessari aggiustamenti".
Secondo il Giornale (p.11) slitta ancora il price cap: la Ue lo rimanda alla fine dell'autunno. Pichetto ottimista, ma il prossimo Consiglio sarà tra un mese. Via libera invece al rigassificatore.
Anche secondo il Sole (p.7) sul prezzo del Gas la Ue è ancora divisa: un mese per negoziare. La presidenza ceca punta a trovare un'intesa sui principi per il 24 novembre. L'Italia preme per definire i dettagli.
Il Messaggero (p.6) parla di via libera a Piombino e di decreto pronto per l'estrazione in Italia. Continuità con Cingolani: nell'Adriatico si possono ricavare 6 miliardi di metri cubi. La Toscana autorizza il rigassificatore, ma il sindaco non ci sta: faremo ricorso al Tar.
Per Stampa (p.24) Meloni sfida la Bce: un azzardo alzare i tassi, ma Francoforte è pronta al maxi-aumento. LA premier sulle linea di Macron e Marin: "Rischi per il credito delle famiglie". Stretta sui sostegni alle banche. Domani la riunione che può incrementare dello 0,75% il costo del denaro. Gli analisti: "L'inflazione resta il problema più urgente".
Repubblica (p.30) fa invece i conti allo smart working: risparmi più alle aziende che ai lavoratori. Con l'emergenza energia aumenta il ricorso all'impiego da remoto. Le imprese recuperano fino a 500 euro a postazione, ma solo il 13% offre al personale forme di compensazione per le spese in casa.

POLITICA
Fiducia alla Camera per il presidente Meloni con 235 sì. Dai diritti alle riforme, il manifesto della Meloni (Corriere p.2 e tutti). "Stop al caro bollette e subito la tregua fiscale. Basta restrizioni Covid" alcuni dei punti toccati nel primo discorso davanti ai deputati (Stampa p.2). Secondo il QN (p.2) puntando su orgoglio, nazione e futuro, la prima donna premier racconta un'altra Italia. Ma sul piano per rilanciare la natalità le associazioni si dividono: i pro vita accolgono con favore la ricetta contro la "glaciazione demografica" mentre il mondo Lgbt chiede attenzione e avverte: "Non ci fermiano" (Stampa p.13). Massimo Franco sul Corriere (p.2) sottolinea come dal primo discorso si intuisca quanto sarà difficile imporre alla premier un'agenda diversa da quella che ha in testa. Il ministro della Difesa Crosetto al Corriere (p.12): "Per la prima volta abbiamo un presidente che disegna un orizzonte di 10 anni con un discorso serio, di alto livello". Il Fatto (p.2) lancia l'affodono contro una Meloni "al servizio dei padroni" tra condono fiscale e stop al Reddito di cittadinanza. Tra parole e omissioni, Repubblica (p.6-7) evidenzia le 5 sfide del neo-premier: in economia si parte dai sostegni emergenziali, ma resta la vaghezza e l'assenza di dettagli; sui rapporti con l'Europa la leader di FdI ha garantito lealtà ma su ogni punto toccato nel discorso è apparsa l'insofferenza nei confronti di Bruxelles; sulle riforme ha rilanciato "l'azzardo presidenzialista"; sull'innovazione Repubblica critica l'assenza di un ministro dedicato e parla di "rivoluzione digitale" già finita; sui migranti si parte con porti chiusi e guerra alle ong. E arriva il primo stop del Viminale a due navi straniere: "Violano – dice il ministro Piantedosi – le norme italiane" (Messaggero e tutti). Pronti, via: fermato – scrive Giornale (p.11) – due barconi. Il titolare degli Interni a colloquio con la Stampa (p.11): "Se i migranti sono su navi stranieri si può vietare lo sbarco in Italia". Dal fronte delle opposizioni, Iv offre una sponda alla Meloni sulla commissione Covid mentre Conte boccia la Meloni "draghiana" (Repubblica p.8 e tutti). Libero (p.6) parla di sinistra allo sbando con il Pd che si divide ancora: Letta annuncia una "opposizione durissima" mentre Orfini lo punge e chiede subito il Congresso dem. Per il Giornale (p.8) le opposizioni sono irrecuperabili.

ESTERI
La Meloni al telefono con Joe Biden poi viaggio a Kiev e bollette (Repubblica p.14, Stampa p.18). La premier pianifica le mosse del suo esecutivo: dopo il nodo sottosegretari si parte subito con la prova di atlantismo. Ieri sera colloquio con il presidente Usa, già in calendario gli incontri con il segretario Nato e con il leader ucraino Zelensky. Giorgia Meloni deve correre e agire con urgenza sui dossier che rischiano di affossarla già in partenza. Sul primo, l'atlantismo, è zavorrata dal solido rapporto con Mosca di Matteo Salvini e dagli audio filoputiniani di Silvio Berlusconi. A sera, sente al telefono il presidente Usa Joe Biden, sottolineando "l'importanza della partnership transatlantica, soprattutto alla luce delle storiche sfide che le democrazie occidentali stanno affrontando, come la guerra in Ucraina e la crisi energetica e alimentare". Poi, appena possibile, visiterà Kiev.
Presto vertice Meloni-Stoltenberg: "Bene la premier ma ora servono più aiuti" (Stampa p.18). Nato, pressing per nuovo decreto armi entro novembre. In cima all'agenda di Giorgia Meloni è segnato un incontro con il segretario della Nato Jens Stoltenberg. Sarà uno dei primi vertici della premier. Una scelta precisa, simbolica, per scacciare ogni possibile ombra sulla linea atlantica che il nuovo governo continuerà a perseguire. Il faccia a faccia sarà "presto", spiega una fonte autorevole dell'esecutivo, forse già la prossima settimana.
All'Onu il dossier russo contro Kiev (Repubblica p.20, Messaggero p.14). Al Palazzo di Vetro le accuse di Mosca contro la "bomba sporca" e sui laboratori biologici sviluppati con l'aiuto degli Usa. Kiev risponde aprendo agli ispettori internazionali tutti i siti contestati, per smentire le accuse con i fatti. Lunedì sera l'ambasciatore Vasilij Nebenzia ha inviato una lettera al Consiglio di Sicurezza e al segretario generale António Guterres, avvertendo che "considereremmo l'uso di una "bomba sporca" da parte di Kiev come un atto di terrorismo nucleare". Quindi ha chiesto di esaminare la questione durante un incontro avvenuto ieri a porte chiuse, aggiungendo di indagare sui laboratori per le armi biologiche che gli Usa avrebbero sviluppato in Ucraina. Ma il Cremlino apre al Papa: "Pronti a discutere con lui" (Stampa p.18). Mosca apre al dialogo chiesto da Macron e Vaticano. Resta da chiarire lo spessore della mossa di Emmanuel Macron a Roma, che ha proposto di coinvolgere il Papa e la dirigenza americana per tentare il rilancio dei dialoghi con Mosca. Sia il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, che il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, hanno espresso un generico interesse per l'iniziativa francese, che non sembra sia stata coordinata con Bruxelles. Cautela in Vaticano. Parolin: "La disponibilità è comunque un segnale".
Shojgu chiama gli europei e accusa Kiev: "Bomba sporca pronta all'uso". Austin: "No a pretesti per l'escalation" (Repubblica p.15, e altri). Potrebbe essere il preludio di una nuova escalation o la premessa di un negoziato per un cessate-il-fuoco. In una mossa inedita in 9 mesi di "operazione militare speciale" in Ucraina, il ministro della Difesa russo, Serghej Shojgu ieri ha chiamato i suoi omologhi e, in quello che è stato il loro secondo colloquio in una settimana e il terzo dal 24 febbraio, il capo del Pentagono Austin negli Usa. Secondo i comunicati della Difesa russa, Shojgu ha discusso del "rapido deterioramento della situazione".
In Ucraina le città liberate, quasi deserte (Repubblica p.14, Stampa p.16). Per 8 mesi Dementiivka è stato al centro di combattimenti brutali e senza sosta. In paesi come questi il tempo sembra essere tornato indietro di un secolo.
L'imperatore Xi III: leader assoluto circondato dai 7 fedelissimi (Repubblica p. 18, e tutti). Il presidente cinese come Mao: storico terzo mandato alla guida del Partito comunista. Espulse tutte le donne.

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