Commentario del 28.09.2022

PRIME PAGINE
Meloni, primi passi verso il governo (Corriere). La leader di FdI si blinda: ipotesi Tajani e Salvini vicepremier (Giornale). Ma per la Stampa Meloni non cede su Salvini: "Non lo voglio, è filo-russo". Nel Carroccio, i big processano Salvini: fiducia a tempo, Regionali decisive (Messaggero e altri). Nel toto-ministri, MF segnala il pressing del centrodestra su Descalzi alla Farnesina.  Calenda alla Stampa: "Destra litigiosa, dura al massimo sei mesi". Intanto Repubblica segnala il "patto Meloni-Draghi" nei rapporti con la Ue. "Ora segua la linea Draghi. L'Ue ci serve" dice il cardinale Ruini al Corriere.
Nel Pd è già iniziato il dopo Letta (Giornale). Il Fatto attacca il segretario dem: "Così ha regalato il governo a Meloni".
Italia-Economia. L'avviso dei mercati: s'impenna lo spread. Dalla Ue 21 mld per il Pnrr di Draghi (Stampa). Arriva l'assegno da 21 mld del Pnrr e Draghi accelera sulla terza tranche (Sole). La ricetta economica della Meloni: flat tax e svolta bonus (QN). Il caro-Btp avverte Meloni (MF).
Esteri. Sabotaggio ai gasdotti Nord Stream, scambio di accuse Kiev-Mosca (Sole, Fatto). Esplodono i gasdotti. "Sabotaggio russo" (Repubblica e tutti): è allarme ambientale nel Baltico. Attacco al gas europeo (Messaggero).

ECONOMIA
Pnrr, via libera all'assegno Ue da 21 mld per gli obiettivi chiusi a giugno (Sole in prima e p.3 e tutti). La Commissione dà l'ok e avverte sulla necessità di onorare anche i prossimi impegni. Per ottenere la prossima tranche da 21,8 mld bisognerà raggiungere entro fine anno 55 obiettivi, per questo Draghi ha chiesto ai ministeri di accelerare e anticipare le scadenze, in modo da agevolare la transizione tra vecchio e nuovo esecutivo. Anticipo per 29 scadenze su 55, così – sottolinea il Sole – Draghi blinda la terza rata. Intanto il governo targato FdI si prepara a rivedere il Pnrr: il piano di Meloni punta a modifiche concordate con la Ue (Sole p.2). Maurizio Leo, responsabile economico di FdI, al Corriere (p.9) dice: "Vogliamo vedere se alcune risorse possono essere orientate al servizio del caro-bollette". "Bollette, 20 miliardi dai fondi Ue": ora la Meloni chiede aiuto a Bruxelles (Repubblica p.9). Fdi vuole utilizzare le risorse "strutturali" non spese per frenare i rincari. Ma non bastano e serve il via libera europeo. Sarebbe questo il primo intervento economico del nuovo governo. Nils Schmid, responsabile Esteri della Spd, a Repubblica (p.9), spiega: "Il Pnrr può cambiare, ma dipende cosa ha in mente Meloni. È legittimo chiedere aiuto. Ma per l'alto debito pubblico l'Italia deve fare attenzione ai vincoli di bilancio".
Intanto, dal nervosismo dei mercati arriva il segnale all'esecutivo in costruzione: la Borsa di Milano chiude in rosso (-1,16%) e lo spread corre oltre i 250 punti. Ora il rendimento dei titoli di Stato italiani sfiora il proprio record, avvicinandosi al 5% del 2012 (MF in prima e p.3 e altri).
Servono già 40 mld per la manovra (Corriere p.9): domani il governo Draghi varerà la Nadef che correggerà al ribasso le previsioni sul Pil per il 2023, non più al 2,3% ma allo 0,5%. Ma – scrive MF (p.2) – il premier uscente è ottimsta sul 2022, con le stime sul Pil a +4%. Ma le stime per il 2023 fanno presagire margini di manovra per il prossimo esecutivo più stretti. Maurizio Leo al Corriere (p.9) dice: "Serve prudenza: faremo gradualmente la riforma fiscale e aspettiamo di vedere la Nadef per capire se si trovano le risorse per le misure emergenziali di dicembre. Ma ci sono delle priorità: in primis il caro-bollette. Il decreto Aiuti Ter va convertito assolutamente, ma bisogna riscrivere la norma sugli extraprofitti". L'avvertimento al futuro governo Meloni arriva da Jean Claude Juncker, ex presidente della Commissione Ue, che alla Stampa (pp.20-21) dice: "Se l'Italia applica delle misure di consolidamento del bilancio, l'Ue è lì per  accompagnarla. Se invece dovesse rifiutarsi, sarebbe difficile organizzare la solidarietà da parte degli altri Paesi membri".

POLITICA
Meloni, primi passi per il governo (Corriere in prima e p.2). "Voglio un esecutivo con personalità anche politiche di alto profilo, inattaccabile, che mi faccia fare bella figura in Italia e all'estero" dice la presidente di FdI. Si va verso consultazioni rapide al Quirinale per consentire l'avvio dei lavori sulla legge di bilancio il prima possibile (Repubblica p.7): partiti al Colle già nel weekend del 14 e 15 ottobre. Nel toto-ministri, Giornale (in prima e p.3) segnala l'ipotesi di Tajani e Salvini vicepremier: una mossa che consentirebbe alla Meloni di blindare il nuovo governo. Tajani al Messaggero (p.7): "Faremo un governo di alto profilo, non riconfermeremo nessuno degli uscenti". E al Giornale (p.9) rassicura sulla direzione del futuro esecutivo: "Nessun pericolo di derive sovraniste". Ieri vertice tra FdI e Forza Italia, intanto Salvini deve fare i conti con un partito inquieto: alcuni big chiedono un cambio al vertice, anche se dopo quattro ore di riunione la Lega conferma la fiducia al segretario. Salvini resta ma è commissariato, scrive la Stampa (p.10). Dal Carroccio arriva la richiesta di un ministero, ma Salvini non avrà il Viminale (Messaggero p.6 e tutti). Ipotesi vicepremier e delega minore al governo per il segretario leghista (Repubblica p.6). Per Verderami (Corriere p.6) è partita la dura trattativa sulle richieste leghista: è guerriglia tra Meloni e Salvini, con il leghista che tenta di prendersi una rinvicita. La Stampa (in prima e p.7) sottolinea l'ostilità dentro FdI nei confronti di Salvini, considerato troppo ingombrante a causa dei suoi rapporti con la Russia. "Niente veti, ma evitare i bilancini" spiega Lollobrigida al Messaggero (p.7). L'obiettivo della Meloni – secondo la Stampa - è quello di un esecutivo di pacificazione, sia nei confronti dell'opposizione – a cui potrebbe essere concessa la presidenza di una Camera – sia con gli alleati, ma con un occhio attento anche nei confronti dei partner internazionali. Repubblica (p.2) guarda alle mosse in chiave europea di FdI: Meloni deve superare lo stigma "postfascista" per entrare nei salotti buoni della Ue, per questo lavora a un patto tra Popolari e Conservatori europei che potrebbe passare da una "Fiuggi 2" e dalla collaborazione con il Ppe in vista di una candidatura condivisa per la presidenza della Commissione europea tra un anno e mezzo. Meloni prosegue con il silenzio in pubblico, ma – per rimarcare la collocazione internazionale del futuro governo - risponde a Zelensky che dice di contare su una "proficua collaborazione" (Corriere e altri): in un tweet, la leader del centrodestra assicura "leale sostegno alla causa della libertà del popolo ucraino". A fare da garante in Europa per il futuro governo si sarebbe già mosso Mario Draghi. Secondo Repubblica (p.3) il premier uscente ha avuto contatti con Macron, Scholz e von der Leyen per rassicurarli su tre punti fondamentali nell'azione del futuro esecutivo: sostegno all'Ucraina, fedeltà alla Nato e politiche attente al debito italiano.
Nel Pd è già iniziato il dopo Letta: ressa di candidati in vista del congresso e lite sul rapporto con i 5S (Giornale p.10). Mentre si agitano già "venti di scissione" tra i dem con le voci sempre più insistenti sulla nascita di una "cosa rossa" (Stampa p.14), il vice presidente del M5S Gubitosa al Corriere (p.11) dice: "Con questo Pd al momento non c'è dialogo".

ESTERI
Sabotaggio al Nord Stream, tre fughe di gas in due giorni. Ucraina e Polonia: attentato russo. (Repubblica p.28-29, Stampa e Messaggero p.2-3, Corriere p.20,). La Svezia: "Esplosioni nel Baltico, gravi perdite di gas", frutto di un "atto deliberato" contro i gasdotti. Schizza il prezzo del metano: +10 %. La Cia aveva avvisato i tedeschi del pericolo imminente. La Danimarca apre un'inchiesta. Scambio di accuse tra Russia e Ue. Le intelligence non escludono nemmeno che l'autore dell'attacco sia Kiev. Per i Paesi del Mar Baltico le tre falle improvvise apertesi lunedì nei gasdotti Nord Stream 1 e 2, che collegano direttamente Germania e Russia, non sono un caso. Anche il ministro dell'Energia tedesco, Robert Habeck, ha parlato di "attacco all'infrastruttura", ma senza fare ipotesi sui colpevoli. L'Europa teme altri blitz: "La Nato sorvegli gli impianti".
Russia, secondo Alexandra Prokopenko, ex consigliera della Banca centrale russa, "Putin ha soldi, ma solo per un anno. Usare l'atomica? La Cina lo bloccherà" (Corriere p.21). Intanto, sui referendum farsa in Donbass, per Mosca è un plebiscito. Ma a Kherson hanno votato in 5mila.  Nelle regioni occupate "il 95% vuole diventare russo": il 4 ottobre l'annessione (Repubblica p.28, Stampa p.22, Corriere p.23, Messaggero p.3). Mosca ha fretta di finire l'annessione: già annunciato il Sì delle quattro regioni. Putin potrebbe annunciare l'integrazione già venerdì. I media russi: il "sì" vince con il 97%. Blinken: "Il voto non cambia nulla, non riconosceremo mai cambi di sovranità. Gli Usa non si opporranno se Kiev userà le armi verso le 4 regioni".
Europa, 15 governi chiedono il price cap (Repubblica p.9, Stampa p.3). Anche la Francia ha aderito alla proposta avanzata dall'Italia e da altri tredici paesi Ue, alla commissaria Ue all'Energia, Kadri Simpon, per un tetto al prezzo del gas a tutte le importazioni, non solo a quelle russe. Nella lettera si chiede "di discutere la proposta al Consiglio straordinario dell'Energia del 30 settembre, seguito da una proposta legislativa quanto prima". Riserve sufficienti solo per l'inverno, poi problemi negli stoccaggi. Il prezzo sul mercato ha toccato i 210 euro Megawattora (+21%).

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