Commentario del 15.09.2022

PRIME PAGINE
Scontro sui soldi da Mosca (Corriere). Soldi da Mosca, c'è l'Italia nel dossier Usa (Repubblica). I rubli di Putin avvelenano le elezioni (QN). Voto, fondi russi e interferenze Usa. Urso (Copasir): "L'Italia non c'entra" (Messaggero). Libero: la sinistra e Repubblica provano a truccare il voto. Sui finanziamenti da Mosca, Giornale scrive: fuori i nomi, basta pizzini. Von der Leyen: "La Ue combatterà le influenze maligne e i fondi occulti" (Repubblica).
Italia-Politica. La Meloni: "Salvini? Critica più me degli avversari" (Corriere).
Prezzo del gas, nuovo rinvio (Messaggero). No price cap, sì austerity: Ursula delude l'Italia (Giornale).
Italia-Economia. Il vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis alla Stampa avverte l'Italia: "Via i soldi se toccate il Recovery". Lavoro, 1 mld  per le imprese. Obiettivo creare nuove competenze (Sole).
Esteri-Ucraina. Zelensky al fronte: "Avanti fino alla Crimea" (Repubblica). Von der Leyen: la Ue è con Kiev, le sanzioni restano (Corriere).
Esteri-Svezia. Si dimette la premier socialdemocratica Andersson, trionfo dei nazionalisti di Akesson (Stampa).

POLITICA
Soldi russi, è scontro dopo il dossier dell'intelligence Usa. Domani al Copasir l'audizione di Gabrielli. "Al momento l'Italia non risulta tra i Paesi coinvolti – dice Adolfo Urso, presidente del Copasir -, ma le cose possono sempre cambiare nei prossimi giorni" (Corriere p.2 e tutti). La nota del Dipartimento di Stato americano è stata recapitata a Palazzo Chigi, ma non contiene indicazioni precise: si tratta della sintesi di un documento più dettagliato che sarà recapitato alle Cancellerie europee nei prossimi giorni (Repubblica p.2). Urso, in tour a Washington, spiega: "Non facciamo il gioco di Putin. Minare la fiducia nei partiti è l'obiettivo dei regimi" (Corriere p.4). Enrico Letta chiede "chiarezza", ma Libero (in prima e p.2) attacca: la sinistra gioca sporco per truccare il voto, ma l'Italia non c'entra con i soldi di Putin. Secondo il Giornale (p.2) il nuovo dossier "puzza di bruciato". Dopo le polemiche dei giorni scorsi, Salvini attacca: "Mai chiesto un rublo, penso che stiamo parlando del nulla". Ma – secondo la Stampa (p.6) – la destra si sente sulla graticola, con Berlusconi che dice "noi non c'entriamo" e FdI che esprime cautela: "E' importante sapere se c'è stata influenza". Repubblica (p.4) ricorda il precedente del 2020: un documento Usa evidenziava i soldi di Mosca alla Lega di Salvini. Ma il Carroccio rovescia le accuse sulla sinistra: "Sono loro che hanno votato per Putin" (Giornale p.4). Intanto, l'ex dirigente dei servizi segreti Alfredo Mantici, intervistato dal Messaggero (p.7), parla di "chiara ingerenza americana", lanciando un sospetto sui tempi del dossier visto che gli Usa "hanno aspettato 5 anni per parlare". E si fa largo l'ipotesi – secondo il Corriere (p.3) - che il dossier possa essere secretato e il sospetto che si tratti di un "avviso" al prossimo governo. Giuseppe Conte al Messaggero (p.6): "In gioco la sicurezza nazionale, indaghi il Copasir. Ma c'è preoccupazione che la parte finale della campagna elettorale possa essere inquinata da fattori esterni". La Commissione europea, con Ursula von der Leyen, lancia l'allarme: "Serve un piano Ue contro le ingerenze russe" (Repubblica p.8).
Intanto, la campagna in Italia vede le crescenti tensioni tra Meloni e Salvini. "Quasi nemici" li definisce la Stampa (p.8) dopo il contrattacco della leader di FdI, che ha detto: "Salvini polemizza più con me che con gli avversari". Al Messaggero (p.6) invece Giuseppe Conte spiega la linea del M5S: "Assolutamente no a un governo di unità nazionale: in questo momento al Paese serve un progetto politico, non certo galleggiare. Il Pd? Ha fatto harakiri con una manovra opportunistica. Pensavano fossimo in picchiata, adesso devono prendere atto che la loro strategia è fallimentare". Letta intanto va in tour nei collegi in bilico: "Rimonta possibile – dice -, vinciamo noi" (Repubblica p.13).

ECONOMIA
Energia, via al piano Ue, ma sul tetto al metano l'Europa resta spaccata (Messaggero p.8-9 e altri). Nuovo rinvio sul price cap alle forniture acquistate dagli Stati aderenti all'Unione. Von der Leyen e le commissarie vestite dei colori ucraini lanciano la sfida a Putin. "Gas, esempio virtuoso della ceramica italiana", così Von der Leyen loda le aziende del Centro: "Operai in fabbrica alle 5 per risparmiare". Dal distretto di Civita Castellana all'Umbria: così le imprese si muovono per salvaguardare la produzione. Sei miliardi dagli extraprofitti, e ora si muove anche la Ue, scrive invece Repubblica (p.21). La stima aggiornata del governo sul contributo delle compagnie energetiche entro fine anno. Bruxelles presenta invece il suo piano. Von der Leyen: 140 miliardi dalle aziende per allegerire le bollette. Sul gas fermata la bolla sui derivati, e anche l'Italia guadagna tempo, secondo il Sole (p.5). I fondi stanziati dai paesi Ue per le utility riducono i riacquisti di fatture sul gas. Con il prezzo a 200 euro non serve l'intervento per le aziende italiane. Da inizio mese cessati i rialzi causati dagli stoccaggi. Sui tagli alla corrente elettrica il Messaggero (p.10) segnala la beffa delle pompe di calore: "Non sarà facile scaldarsi". Con la riduzione di potenza ai contatori le macchine potrebbero non funzionare. Penalizzate oltre un milione di famiglie, che hanno già abbandonato il metano. Tra picchi, fasce orarie ed elettrodomestici, come funzionerà in casa il taglio del 5%?, spiega il Corriere (p.13). La potenza dei contatori verrà ridotta nelle ore di punta (dalle 9 alle 12). Rischio blackout per chi userà più apparecchiature contemporaneamente. Libero (p.8) invece accusa: il piano europeo contro la crisi non prevede il tetto ai prezzi ma tasse a palate. A Strasburgo, la Von der Leyen parla molto di Ucraina e poco di soluzioni sul gas. E ha idee controproducenti: fisco punitivo per chi genera elettricità a bassi costi.
A Stampa (p.3) parla intanto Valdis Dombrovskis: "L'Italia non ridiscuta il Recovery, c'è il rischio di perdere i fondi". Il vice presidente della Commissione: "Possibili soltanto piccoli aggiustamenti, ma i tempi sono stretti, non torniamo indietro su obiettivi e traguardi concordati".
Intanto, secondo Stampa (p.15) per i dirigenti pubblici il governo fa tornare il tetto agli stipendi. Telefonata Draghi-Mattarella e Palazzo Chigi interviene, il nuovo emendamento cancella la deroga sui compensi.
Lavoro: decreto da 1 miliardo per il Fondo nuove competenze, segnala invece il Sole (p.7). Il ministro Orlando ha infatti firmato il provvedimento per gestire la transizione ecologica e digitale. Premialità a chi avvia percorsi di riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario. Atteso l'ok da parte del Mef.

ESTERI
Il Papa contro la guerra di Putin "Quanti morti servono ancora?" (Repubblica p.15, Stampa p.19). Il Papa ai leader religiosi: "Mai giustificare la violenza". Dal Kazakhstan papa Francesco guarda con preoccupazione ai "tanti luoghi martoriati dalla guerra, soprattutto alla cara Ucraina". La guerra in Ucraina ha incrinato però il rapporto. Kirill ha fornito a Putin la giustificazione spirituale della guerra. Manda anche segnali di fumo a Pechino. Cina e Vaticano stanno per rinnovare uno storico accordo sulle nomine dei vescovi. Le difficoltà non mancano, ma il canale è aperto
Blitz di Zelensky nei territori liberati: "Arriveremo in Crimea. Vedo gli orrori tipici dei russi". La nuova Bucha (Repubblica p.14, Corriere p.11, Stampa p.18, Messaggero p.11). Il presidente ucraino arriva a sorpresa a Izyum, città devastata a pochi chilometri dal fronte: "In questi luoghi i russi hanno commesso crimini come a Bucha. Torture, scuole bombardate e civili uccisi: ormai non ci stupiamo neanche più". "Dovremmo mandare messaggi alla nostra gente – ha detto - dovunque essi siano ancora sotto occupazione. Il mio messaggio al popolo della Crimea è: Non so quando e non lo sa nessuno, ma arriveremo perché è la nostra terra e la nostra gente". Kiev: "Funzionari russi ci propongono di negoziare". Il governo non accetta.
In Svezia la premier si dimette: postfascisti verso il governo (Repubblica p.8, Corriere p.4, Stampa p.16, Messaggero p.11). La socialdemocratica Andersson ammette la sconfitta alle elezioni. Negoziati tra moderati ed estrema destra. Magdalena Andersson si è dimessa da primo ministro. L'annuncio nel discorso con cui ha riconosciuto la vittoria di domenica della coalizione formata dalla destra – Moderati, Cristiano-democratici e Liberali – e dall'estrema destra dei Democratici Svedesi: hanno conquistato 176 seggi, il centrosinistra 173. "Gli avversari hanno conquistato una piccola maggioranza ma pur sempre una maggioranza oggi presenterò le mie dimissioni da primo ministro".
La grande processione. Tamburi e lacrime (e la famiglia riunita) per scortare Elisabetta fino a Westminster (Corriere p.20-21, Repubblica p.17, Stampa p.21). Il feretro è partito alle 2.22 del pomeriggio per Westminster Hall, dove un milione di persone saranno in coda. Il percorso della fila perla camera ardente lungo 16 chilometri. Per il funerale attesi a Londra in 2 milioni. Audience prevista: 4 miliardi (due volte Diana).

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