Commentario del 27.09.2022

PRIME PAGINE
Letta lascia la guida del Pd (Corriere). Crosetto: "Sarà il governo dei migliori" (Messaggero). "Costituzione vecchia, Pnrr da rifare" (Corriere). Il caso Salvini (Repubblica). "Costituzione vecchia, Pnrr da rifare" (Stampa). Vincitori e vinti (Tempo). Meloni scrive la lista dei ministri (QN). Sfracelli d'Italia (Manifesto). Come rosicano (Libero). Belli ciao (Giornale). Pd-5S: Letta si ritira e Conte si allarga (Fatto). Ecco il terremoto Meloni (Avvenire).
Interviste del Corriere: Berlusconi, "Populismo? Vigiliamo noi" e Renzi, "Opposizione dura ma civile".
Economia. Per la manovra servono 40 miliardi (Sole). Una manovra da 30 mld (MF). Mancano decine di miliardi per la manovra e la Meloni vuole fare cassa svuotando il reddito di cittadinanza (Notizia). Pnrr, più spazio ai privati (Italia Oggi). La Borsa premia la svolta elettorale, gli operatori credono nella stabilità (Messaggero).
Esteri. "Putin è disposto a trattare", nessuna smentita da Mosca (Messaggero). Ucraina, "duello" nucleare Mosca minaccia, Usa pronti (Avvenire).

ECONOMIA
Elezioni 2022. Primo scoglio, la manovra, in primo piano su Sole (prima e p.3) e Mf (prima e p.2-4): servono 40 mld, questa la cifra con cui il prossimo esecutivo dovrà misurarsi quando metterà mano alla sua prima legge di bilancio. La legge di bilancio una delle priorità della nuova squadra di governo ribadisce anche Verderami su Corriere (p.3) "per la prima volta nella storia repubblicana, la staffetta a Palazzo Chigi avverrà nel pieno della sessione di bilancio, peraltro nel bel mezzo di una situazione economico-finanziaria molto negativa. Non sarà possibile varare la prossima legge di Stabilità entro il termine del 20 ottobre, visto che la prima seduta del nuovo Parlamento avverrà solo il 13 ottobre – e aggiunge - Palazzo Chigi ha fatto sapere che presenterà in settimana il Nadef ma il nodo è la legge di Stabilità: FdI auspica che ci sia un impianto su cui lavorare per redigere la Finanziaria mentre fonti dell'attuale gabinetto avvisano che non esistono bozze, al momento". Lollobrigida a Stampa (p.4) assicura: "il Pnrr può cambiare, più fondi all'energia, prossima settimana il confronto leale con Draghi per impostare la legge di bilancio". Repubblica (p.27) ricorda la crisi energetica, prima grana per la nuova maggioranza di centrodestra che si avvia a governare. Giovedì prossimo, infatti, l'Authority per l'energia annuncerà i nuovi aumenti delle bollette, in vigore per i prossimi tre mesi. Secondo le prime indiscrezioni, si tratta di aumenti che andranno a superare il 100% rispetto alla tariffa del trimestre precedente. E nel giorno in cui la vittoria alle urne del centrodestra di Meloni diventa una certezza, i listini azionari salgono (Repubblica p.26 e altri). Fiammata dello spread, la Bce: "Non copriremo gli errori dei governi". Borse, la reazione dei mercati, Milano in rialzo, spread a 242 (Corriere p.25). La Borsa premia la svolta elettorale, gli operatori credono e scommettono nella stabilità (Messaggero prima e p.17 e altri).

POLITICA
Elezioni, il centrodestra a valanga blinda Camera e Senato (Stampa p.10 e tutti). 235 senatori e 112 deputati per la coalizione guidata dalla Meloni. In 98 province su 105, il centrodestra è primo grazie al ciclone FdI che cambia colore all'Italia (Repubblica p.17): la nuova geografia politica conferma la forza del M5S al Sud mentre il Pd non riesce ad allargarsi. Ora Meloni prepara il governo, lavora ai dossier economici e telefona a Mario Draghi. Priorità a bollette e povertà: "Noi parleremo con i fatti" (Messaggero p.2). Spazio già alla riflessione sulle riforme costituzionali e sulla proposta del presidenzialismo: "La Costituzione va cambiata. La Carta è bella – ha detto il fedelissimo Lollobrigida - ma ormai ha 70 anni" (su tutti). Nessuna dichiarazione pubblica per la presidente di FdI, che lavora alla costruzione dell'esecutivo. Nel totonomi, si ipotizza Tajani agli Esteri, con il pressing su Panetta per il Tesoro, che potrebbe essere spacchettato: alle Finanze andrebbe Leo (Messaggero p.5). Tra i nomi in primo piano c'è quello di Guido Crosetto, che al Messaggero (p.3) assicura: "Al governo solo i migliori. Sceglieremo i ministri senza manuale Cencelli". "Nessun compromesso sul governo" è l'avvertimento che Meloni lancia agli alleati (Corriere p.2): la leader di FdI rimarca il risultato chiaro emerso dalle urne e ammonisce: "Niente giochini". Messaggero (p.2) segnala il veto su Salvini: "Non avrà ministeri chiave". Meloni punta a neutralizzare l'alleato e per il Viminale pensa a Piantedosi o Pecoraro. Ma il segretario del Carroccio resiste alle dinamiche interne al suo partito - con la base che esprime la propria rabbia per il "tracollo" elettorale e i governatori che chiedono di essere ascoltati di più (Corriere p.11 e tutti) – e chiede di tornare al Viminale (Repubblica p.3). Salvini prova a rilanciare la sua leadership nonostante i voti persi. "Paghiamo il sostegno a Draghi – spiega il numero uno della Lega -, ma rifarei tutto" (Corriere p.10). Il leghista riparte dal 9%: "nel nuovo governo conteremo di più" (Libero p.12). Pesa però il ribaltone al Nord, dove nelle regioni storicamente a trazione leghista FdI ha ottenuto il doppio dei consensi del Carroccio (Corriere p.12). Berlusconi intanto torna in Senato, per lui probabilmente niente incarichi: "Ma – sottolinea – sarò il regista" (Repubblica p.4). Intervistato dal Corriere (in prima e p.13), assicura: "Siamo e saremo protagonisti del futuro di questo Paese: la collocazione internazionale per noi è una questione di fondamentale importanza".
Nel Pd arriva il passo indietro di Letta: "Ora il congresso, io non correrò" (su tutti). Il segretario si assume le sue responsabilità e si propone come traghettatore in vista del confronto interno, che potrebbe essere anticipato a gennaio. Per la segreteria sarà derby Bonaccini-Schlein (Stampa p.14 e altri). Ma sarebbe pronto a scendere in campo anche Provenzano: al centro dei progetti del nuovo Pd torna il dialogo con il M5S, anche in vista del voto in Lombardia e Lazio (Repubblica p.13). Il dem Boccia al Corriere (p.9) dice: "Pd e M5S? Organizziamoci per il futuro". Da Conte arriva una parziale apertura, ma solo dopo il congresso dem: "Il campo largo? Valuteremo che Pd sarà" (Fatto p.11). Per la Stampa (p.17) Reddito di cittadinanza e sudore hanno fatto nascere il Partito di Conte. Con il Movimento che, secondo il Giornale (p.18), è la Lega del Sud. Questo risultato era "inimmaginabile settimane fa" commenta Taverna alla Stampa (p.16): "Ora – dice – rilanciamo il partito al Nord". Libero (p.16) attacca: esultanza fuori misura per i 5S che perdono 6 mln di voti.
Il Terzo Polo di Azione e Italia viva si colloca al sesto posto. Il flop non frena Renzi: "Per noi c'è un futuro" (Repubblica p.18). Al Corriere (p.17), Renzi dice: "Per noi risultato strepitoso: in sei settimane siamo all'8%, ora che abbiamo tempo per lavorare insieme faremo la differenza. Vigileremo con un'opposizione durissima". Anche Calenda lancia la sfida: "Per noi è solo l'inizio" (Messaggero p.13). Libero (p.19) però attacca: altro che Terzo polo, flop di Renzi e Calenda.

ESTERI
Ue e Usa pronti al dialogo: "Speriamo di lavorare ancora con voi". Orban fa subito da sponda, gelo di Parigi e Berlino (Repubblica p.28, e altri). In festa l'ultradestra europea. Il premier polacco: "Insieme contro comunisti e lgbt" Il pragmatismo di Bruxelles, Francia preoccupata per i diritti, Germania per i conti, aprono alla Meloni ma attendono i fatti. C'è chi, come Orbán, parla di "vittoria più che meritata" e non vede l'ora di "avviare la futura collaborazione", e chi, invece, come Borne, annuncia che la Francia sarà "attenta al rispetto dei diritti umani e del diritto all'aborto in Italia". Liz Truss: "Congratulazioni a Giorgia Meloni". Eric Mamer, portavoce Ue: "Lavoriamo con i governi eletti: speriamo in una cooperazione costruttiva". Blinken, segretario di Stato Usa "L'Italia alleato vitale, vogliamo lavorare con il governo sui nostri obiettivi condivisi". Elisabeth Borne, premier francese: "In Ue ci sono valori da garantire sui diritti umani, in particolare il diritto all'aborto".
Cina e Russia festeggiano: "Ora il continente è più debole" (Repubblica p.28, Messaggero p.16). Peskov: "Pronti ad accogliere le forze politiche più costruttive verso Mosca". Una speranza accomuna Mosca e Pechino, che la vittoria della destra in Italia indebolisca il fronte europeo.
"Putin pensa di negoziare", il Cremlino non smentisce (Messaggero p.23). Lo zar lo ha ammesso durante i colloqui col presidente turco Erdogan a Samarcanda. Su Repubblica (p.32 e altri), i russi fuggiti in Georgia: "Abbiamo perso tutto ma non moriamo per Putin", 261 mila sono già scappati.

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