Commentario del 22.06.2022

PRIME PAGINE
Il voto compatto del Senato sulla risoluzione per l'invio delle armi all'Ucraina e la scissione nel M5S in primo piano. Draghi e l'Ucraina, via alla mozione di maggioranza. Di Maio annuncia l'uscita dal M5S (Sole). Draghi vince sulle armi, ma ora – per il Giornale – teme crepe nella maggioranza. Sì pro Kiev, 5S spaccati (Avvenire). Draghi piega Conte, Di Maio addio al M5S (Stampa). Draghi vince, ma ora rischia grosso (Libero). Terremoto Di Maio sui 5 Stelle (Corriere). Di Maio lascia, scissione M5S (Messaggero). Alla fine – scrive il QN – è Di maio a espellere i 5 Stelle. Polvere di 5 Stelle (Repubblica). Libero: Di Maio lascia, M5S esplode. Per il Giornale è il "funerale" del grillismo. Per il Fatto Di Maio libera i 5S e fonda la nuova Udeur.
Guerra in Ucraina. Gli Usa a Mosca: su Kaliningrad la Nato al fianco della Lituania (Repubblica). A Kaliningrad rischio escalation (Giornale).
Italia-Economia. Irpef, Catasto, sconti Ires: oggi il sì alla delega per la riforma del Fisco (Sole).
Esteri-Francia. Ascesa e caduta di Macron, l'arrogante al potere

ECONOMIA
Tetto al gas, avanza il piano italiano. Cingolani: acquisti con garanzia pubblica (Corriere p.13-14 e altri). Apertura tedesca alla proposta di Roma. Yellen: sul tavolo del G7 il "price cap" sul petrolio. Resta il livello di preallarme. Il governo invita Snam ad alzare le scorte. Sulla crisi del gas scatta la corsa al carbone, scrive il Messaggero (p.7) che parla anche di terza proroga al taglia-bollette. Il Comitato di emergenza non alza l'allarme ma spinge all'uso del fossile. Oggi Consiglio dei ministri sui sostegni, in arrivo aiuti pubblici per gli stoccaggi. Anche il Sole (p.7) parla di garanzia pubblica per spingere gli stoccaggi di gas. Cingolani: "Al lavoro per dare copertura agli operatori".
Intanto, come riportato dal Giornale (p.14) la delega fiscale è legge. Obiettivo Irpef più bassa e cancellazione dell'Irap. Oggi il voto alla Camera. Il centrodestra salva la cedolare secca e la flat tax per le partite Iva. Il Messaggero (p.9) segnala scintille sul catasto: riforma al voto finale. La maggioranza si spacca sulla casa ma alla fine il compromesso resiste. Le nuove rendite non potranno essere usate come base per calcolare le imposte.  Emergenza siccità, tensione sulle dighe. Le Regioni chiedono di aumentare l'acqua per i campi (Messaggero p.8). I governatori in pressing sugli operatori idroelettrici: "Serve lo stato di emergenza". La proposta è di attivare subito i razionamenti per evitare lo stop di parchi acquatici e piscine. Secondo il Sole (p.8) le Regioni sono costrette a muoversi in anticipo con misure straordinarie. Gli enti chiedono a gran voce lo stato di emergenzam, ma intanto c'è chi vieta l'utilizzo dell'acqua di notte, chi richiama i cittadini al senso civico e chi firma i primi decreti come l'Emilia Romagna, che paga la situazione del Po. Il governo sembra comunque deciso a varare lo stato di emergenza, ma la delibera non arriverà prima di luglio. La Stampa (p.14) segnala invece l'incontro di oggi fra i governatori e il responsabile della Protezione civile Curcio, anche se la decisione sullo stato d'emergenza potrebbe arrivare la prossima settimana. I raccolti però sono in pericolo. Gli agricoltori temono di non riuscire a portare a termine le coltivazioni: c'è già chi sta scegliendo quali terreni irrigare, e a soffrire è anche l'allevamento.
Su Repubblica (p.15) un focus sul "lato oscuro" dei bonus edilizi: le truffe superano i cinque miliardi. Facciate in primis poi sisma e incentivi al 110%: i risultati dell'ultima ricognizione di Agenzia delle entrate e Guardia di Finanza.
Scuola, gli intellettuali bocciano il concorso per i prof: "Troppi errori nei quiz" (Repubblica p.16, Stampa p.18). La denuncia in un documento: "Un'offesa all'oggettività e al merito". Il ministero si giustifica, ma adesso le graduatorie sono a rischio.

POLITICA
Il voto in Senato sulle armi all'Ucraina e il caos nel M5S per l'uscita di Di Maio agitano la politica. Alla fine arriva l'ok a Draghi dopo una giornata sul filo (Repubblica in prima e p.6 e tutti). Via libera del Senato con 219 voti a favore alla risoluzione sulla politica estera. Una linea intrecciata con gli obiettivi dell'Europa e del G7, che non può cambiare: "Dobbiamo continuare con le sanzioni, che sono efficaci e costeranno alla Russia oltre l'8% del Pil" dice il premier (Corriere p.8). Prima lo scontro, poi il sì a Draghi: "L'unità è essenziale" (Stampa p.2). Il M5S alla fine vota con la maggioranza, ma Di Maio strappa con il Movimento ed è scissione. Conte in ritirata: cede al premier. Prima tenta il blitz, ma poi i 5S votano l'invio delle armi (Giornale p.4 e tutti). Movimento in frantumi, Conte vuole rilanciare e pensa al rimpasto: l'esecutivo può tornare in bilico (Stampa p.3). Ma Draghi lo stoppa: con una nuova maggioranza si apre la crisi (Giornale p.5). Di Maio, in polemica con le posizioni di Conte sulla politica estera, spiega le ragioni della scissione: "Non possiamo stare dalla parte sbagliata della Storia". Esce dal M5S, con lui 60 parlamentari (Repubblica p.2 e tutti). Alla fine è Di Maio a espellere i 5S – titola il QN (in prima e p.2) -. Il ministro rinnega il passato e saluta: "Uno non vale uno, basta popolusmi". Uno strappo che è nato nel vertice notturno con i fedelissimi dopo l'attacco di Fico, secondo la ricostruzione del Corriere (p.3). "Insieme per il futuro" è il nome della creatura politica del ministro degli Esteri che potrà contare su una folta truppa di esponenti dell'esecutivo. "Ma niente partito personale" spiega Di Maio, secondo cui "ora il governo è più forte" (Messaggero p.2). La deputata "dimaiana" Ruocco a Repubblica (p.2): "Le uscite di Conte sulla politica estera hanno creato confusione e danneggiato il nostro Paese: non si poteva andare avanti così. Il M5S è finito". Altro senatore che segue Di Maio è Presutto, che al Giornale (p.2) conferma: "Il Movimento non esisteva più da tempo". Ora i 5S non sono più i primi in Parlamento (Corriere p.4): il Movimento perde circa un quarto della sua forza, la Lega passa in testa alle Camere. Secondo Sorgi (Stampa p.29) il governo è più debole e il centrodestra brinda. Ora si apre il tema delle alleanze politiche: Di Maio guarda al Centro, contatti con i sindaci Sala e Brugnaro, ma c'è il dialogo anche con Giorgetti (Repubblica p.3). La Stampa (p.7) lo definisce il "cantiere dei futuristi". Calenda, intervistato dal Messaggero (p.5), prende le distanze da Di Maio: "Noi pronti a fare il partito per Draghi premier. Di Maio disastroso al Mise: contano i fatti, non può far parte di una nuova stagione fondata sul pragmatismo". In bilico la posizione del Pd, Letta: "Non si gioca sull'interesse nazionale". A rischio il campo largo (Repubblica p.4). Il leader dem: "L'uscita di Di Maio mette in sicurezza Draghi. Conte non ha più i numeri per farlo cadere".

ESTERI
La diplomazia del Cremlino, Lavrov convoca l'ambasciatore l'ambasciatore italiano: "Stop agli attacchi mediatici" (Repubblica p.9, Corriere p.10, Messaggero p.4). Contestate a Starace le "fughe di notizie" dopo l'incontro di Razov alla Farnesina e una "campagna diffamatoria" dettata dai servizi. In stile diplomatico si chiama "reciprocità": se tu fai qualcosa a me, io farò lo stesso con te. Dunque sarebbe questo, il senso della convocazione del nostro ambasciatore a Mosca, Giorgio Starace, da parte del ministero degli Esteri russo: una solenne tirata d'orecchi a quindici giorni esatti dalla analoga convocazione alla Farnesina dell'ambasciatore russo a Roma, Sergej Razov
Alta tensione su Kaliningrad. La Russia potrebbe isolare i Paesi baltici. Gli Usa: "La Nato pronta a difendervi" (Repubblica e Stampa p.8, Corriere p.10, Messaggero p.6). Vilnius estende al trasporto su gomma lo stop alle merci sanzionate. Le misure riguardano il 50% dei prodotti trasportati tra cui l'acciaio. Rischio di escalation a Kaliningrad. Che il "blocco di Kaliningrad" abbia alzato il livello di tensione lo dimostra il fatto che Nikolaj Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza del Cremlino, uno dei pochi consiglieri fidati di Putin, sia volato nell'exclave russa sul Baltico: "La Russia reagirà a tali atti ostili. Le misure appropriate sono in fase di elaborazione a livello interministeriale e saranno adottate presto".
I generali turchi a Mosca per trattare ancora sul grano Kiev frena: "Intesa lontana".  Gli ucraini non smineranno i porti (Repubblica p.8, Messaggero p.6). Ankara rilancia il negoziato: linea di comunicazione con russi e ucraini. Riparte la diplomazia del grano, e il selfmarketing di Erdogan, l'ultimo mediatore di una guerra per la quale Putin, fin qui, non ha chiesto mediatori. La prossima settimana nuovi colloqui a Istanbul con Erdogan e Guterres.
Bombe russe sul fiume: "Lugansk è ormai perduta" (Corriere p.12). Gli ucraini in pausa prima di tornare in trincea: "Per quanto tempo potremo ancora resistere?". Lysychansk cuore dello scontro. Kharkiv: 15 civili uccisi. Missili e piattaforme La battaglia del Mar Nero che preoccupa Mosca. Putin gioca con il tempo e punta ad arrivare all'inverno.
Francia, Macron sonda i partiti a caccia di alleati all'Eliseo: "Serve una grande coalizione". Stop dei Repubblicani: "Non siamo la ruota di scorta" (Corriere p.14, Stampa p.12, Messaggero p.10). Respinte le dimissioni della premier. Ricevuta anche la Le Pen: mai come dopo le elezioni legislative di domenica si può dire che i tempi sono radicalmente cambiati. Il presidente Macron, privo di maggioranza, l'ha convocata come la leader del partito di opposizione più numeroso all'Assemblea nazionale (89 seggi). L'ex premier Philippe indica la strada. "No" dei gollisti. La coalizione Ensemble ha bisogno di 44 voti in Parlamento. Ipotesi di esecutivo di minoranza.

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