Commentario del 10.06.2022

PRIME PAGINE
Bce, stretta su tassi e bond (Corriere). Tassi, la svolta della Bce fa ripartire lo spread (Repubblica). Svolta Bce: su i tassi, giù le Borse (Stampa). Italia, fine della ricreazione (MF). Sta tornando l'incubo spread, Draghi alla Ue: ci serve aiuto (Libero). Benzina, grano, auto, pay tv: un inferno di rincari e la Bce ci mette il carico (Giornale). Giorgetti: "L'auto elettrica un danno per l'industria" (Messaggero). Indotto auto, SOS delle imprese (Sole). "Auto elettrica, colpo all'Italia" (Mattino). A scoppio ritardato (Manifesto).
Riscaldamenti razionati per il prossimo inverno (Fatto).
Zelensky e la "sfida cruciale" nel Donbass, i filorussi: a morte 3 combattenti stranieri (Corriere). "Pena di morte per due inglesi" (Repubblica). Mosca condanna a morte tre stranieri (Manifesto). Occidentali a morte, Putin da Zar a boia (Giornale). I tribunali del terrore di Putin (Foglio). Ultimo fronte a Est (Avvenire).
Caso Shalabayeva, assoluzione per tutti "Giustizia è fatta" (Messaggero).
5.000 euro per morire (Libero).
Privacy, sanzioni a casaccio (Italia Oggi).
I fondi esteri sospetti dell'uomo che voleva portare Salvini a Mosca (Verità).

ECONOMIA
La Bce accelera la stretta sui tassi, paura sui mercati: allarme spread (Repubblica prima e p.2 e tutti). Lagarde chiude la stagione del denaro "facile", priorità alla lotta all'inflazione, stop all'acquisto di titoli di Stato, due rialzi del costo del denaro in arrivo a luglio e settembre. Ma c'è incertezza sullo scudo per i debiti sovrani. L'inflazione è dunque il mostro da abbattere, ha raggiunto l'inquietante primato dell'8,1% a maggio, e secondo Lagarde, "rimarrà indesideratamente alta ancora per un bel po'". De Mattia su Messaggero (prima e p.22), critica: "la Bce nei due anni trascorsi ha sbagliato clamorosamente considerando transitorio l'aumento dei prezzi, ma ora cerca di non cadere nell'errore opposto abbracciando la gradualità degli interventi". Fubini su Corriere (p.3), "l'accelerazione decisa dalla Bce nell'alzare i tassi d'interesse deriva in primo luogo da Putin. È lui ad aver scatenato una guerra che impedisce al costo di gas, petrolio, fertilizzanti o grano di scendere, anzi tende a proiettarli in alto". Anche Cottarelli su Stampa (p.27): "la Bce si sta muovendo cautamente – scrive - il timore è quello di esagerare e di causare una recessione con un ritorno a tassi di inflazione ben al di sotto del 2%, come abbiamo avuto dal 2013 al 2020, una situazione molto difficile da gestire". Giornale (prima e p.2), critica: Benzina, grano, auto, pay tv, un inferno di rincari e la Bce ci mette il carico. MF (prima) titola, Italia, fine della ricreazione.
E c'è l'invito di Draghi, alla Ue, "prestiti agli Stati contro il caro-bollette" su Messaggero (p.2 e altri). Dal vertice dell'Ocse di Parigi, il premier rilancia il Sure 2.0, uno strumento a tassi di favore
potrebbe convincere i "falchi". Draghi è convinto di riuscire a spingere i Ventisette a istituire un nuovo fondo simile a quello voluto per sostenere l'occupazione dei singoli Stati durante la pandemia.
Il Ministro Giorgetti, il giorno dopo il voto a Strasburgo tira le somme della scelta del Parlamento di
mettere al bando le vetture a benzina e diesel dal 2035 (Repubblica prima e p.26 e tutti). "Sono deluso, l'inversione di tendenza che avevo auspicato non c'è stata me lo aspettavo, ma così si rischia l'eutanasia di una parte della nostra industria e la dipendenza dalla Cina". I timori di Giorgetti sono gli stessi delle associazioni della filiera automotive, come l'Anfia, che indica in almeno 70 mila i posti a rischio e in circa 450 le imprese esposte. Giorgetti, a colloquio con il Messaggero (prima e p.5), sostiene che sia "un grave errore puntare solo sull'elettrico, colpita la nostra industria. Il voto sul Green deal è pura scelta ideologica che l'Italia pagherà caro". A scoppio ritardato – titola Manifesto (prima), il ministro Cingolani, con i partiti di destra, contro lo stop europeo alle auto a benzina e diesel con l'alibi dei posti di lavoro e del costo elevato.
E sul salario minimo, su Corriere (p.15), c'è la lettera del Ministro, Brunetta che parla di "grande malinteso, mescolate tre questioni che, invece, devono restare distinte – scrive - la criticità strutturale dei salari italiani, le misure per i cosiddetti "working poor" e il fenomeno dei contratti "pirata". Le soluzioni, secondo Brunetta, sarebbero più controlli ispettivi, insistere su detassazione del Salario variabile e decontribuzione di quello di produttività.
Superbonus 110%, già spesi tutti i fondi – segnala Corriere (p.41): al 31 maggio, prenotate
detrazioni per 33,7 mld contro i 33,3 stanziati, diversi sussidi sono andati a chi non ne aveva bisogno – ha detto Giorgetti.
Le imprese balneari a conduzione familiare possono tirare un sospiro di sollievo, nessuno tsunami per loro con la messa a gara delle concessioni nel 2023-2024, "perché – assicura il Ministro Garavaglia – per loro sarà previsto un trattamento particolare". (Messaggero p.11)
L'allarme di Draghi all'Ocse, "sblocchiamo il grano nei porti, eviteremo la crisi alimentare, senza approvvigionamenti si rischia la catastrofe umanitaria" (Stampa p.8),

POLITICA
Ancora strascichi di polemiche sul tema della transizione energetica e sullo stop Ue alle auto diesel e benzina dal 2035. Salvini, in una lettera alla Stampa (in prima e p.8), scrive: Enrico Letta dovrebbe sapere che rinunciare di colpo a veicoli benzina e diesel dal 2035 (di fatto senza gradualità, come invece proposto dalla Lega) danneggia la produzione automobilistica europea, un settore che è sempre stato strategico per l'Europa. Ciò nonostante il Vecchio Continente contribuisce solo per il 9% alle emissioni di anidride carbonica in tutto il mondo. Inoltre – scrive il leader della Lega -, l'Italia non produce batterie e l'Europa ha un rilievo marginale: vogliamo veramente mettere la nostra mobilità nelle mani cinesi? Ma è tutto il centrodestra a schierarsi contro lo stop ai motori termici dal 2035 (Giornale): oltre alla Lega, anche Fi, Azione e Iv denunciano l'autogol di Pd e M5S sul voto. Il Commissario Ue, Breton alla Stampa (p.7) però avverte: "L'Europa non torna indietro, ora investiamo sulle batterie".
Domenica il voto delle amministrative. Tregua e abbracci tra Meloni e Salvini, ma in gioco c'è il primato a destra (Repubblica p.4 e altri). I due leader a Verona, insieme sul palco per spingere la candidatura di Sboarina, dicono: "Non faremo la fine di Romeo e Giulietta". La Stampa (p.16) titola: "Verona, sfida a destra". Nella città in cui la coalizione si è separata da Forza Italia, che appoggia la candidatura di Tosi, Meloni abbraccia Salvini per la pace elettorale. Ma i due partiti sono divisi nel Nord Italia, dove è corsa per contendersi il primato nella coalizione (Messaggero p.9). Ma Maurizio Lupi (Noi con l'Italia) al Corriere (p.13) avverte: "Basta corse interne tra noi, stiamo ancora pagando le rotture su governo ed elezione di Mattarella. E' chiaro che, se la coalizione non ritrova il valore politico dello stare insieme, rischia di sfaldarsi". La vera sfida per Fratelli d'Italia – secondo Repubblica (p.4) – è per il posto assoluto di primo partito con il Pd: i sondaggi vedono lo schieramento della Meloni leggermente avanti, ma i dem sperano di uscire dalla tornata elettorale in vetta.

ESTERI
Intesa sul tetto al gas per frenare l'effetto della crisi energetica. Le resistenze della Germania e dei nordici. Anche il Messaggero (p.2-3) pone l'accento sull'invito di Draghi alla Ue: "Prestiti agli Stati contro il caro-bollette". E' agguato a Bruxelles su gas e nucleare pulito. Sulla tassonomia verde è in arrivo un nuovo colpo basso dell'Europarlamento. Una maggioranza trasversale è pronta a far saltare l'intesa tra Berlino e Parigi.  Altro tema è quello delle auto elettriche, con Stampa (p.7) che propone un colloquio con il commissario Ue, Breton: "L'Europa sul tema non torna indietro, ora investiamo sulle batterie". Poi aggiunge: "I veicoli a motore termico si potranno vendere fuori dal continente, serve un piano per assicurarci le materie prime che serviranno per la svolta elettrica".
Guerra, Severodonetsk tra le bombe e informazioni nascoste: Biden teme il vicolo cieco (Messaggero p.6). Zelensky chiede più armi, ma tace i dettagli agli alleati. E i suoi non sanno usare i cannoni. Nel Donbass fa acqua la strategia di difesa, resta in piedi l'ipotesi di ritirata dall'area. "A Severodonetsk la sfida cruciale", le parole del presidente ucraino riportate dal Corriere (p.5), e spiega: "questa è la battaglia decisiva per le sorti dell'Est. Alte le perdite da entrambe le parti, ma l'offensiva al Sud potrebbe creare problemi a Mosca. La Russia intanto usa il pugno duro sui volontari stranieri, per i quali arriva la condanna a morte" (Repubblica p.10). Sono due britannici e un marocchino, si erano asserragliati dentro all'Azovstal. Su Stampa (p.9) la visita di Von der Leyen che per la prima volta, incontra Mattarella al Quirinale: "Ricostruiamo l'Ucraina" e annuncia "un piano dell'Europa per attenuare l'impatto sociale della guerra".
Lucia Annunziata su Stampa (p.10) parla di "guerra dei mondi". La rincorsa della Russia verso l'Europa, che neppure l'Urss aveva fermato, è finita. Si confrontano di nuovo due visioni dell'ordine globale e Mosca non è affatto sola.
Altro tema è quello del grano. Al Corriere (p.8) parla l'ammiraglio, Enrico Credendino: "Nel Mediterraneo diciotto navi russe, noi pronti a scortare i cargo con il grano. Le nostre fregate monitorano i sommergibili armati. La mancanza di cibo innescherà l'aumento dei flussi migratori". Più costi, meno grano: è l'equazione della crisi che affama il mondo e può colpire Mosca, scrive il Giornale (p.7). Secondo il dossier della Fao, importazioni record per 1,8 trilioni di dollari: "Ma volumi diminuiti, colpiti i Paesi più deboli, e anche la Russia è a rischio". E Draghi sostiene l'Ucraina nell'Ue, mentre sulla crisi di cibo chiede di "aiutare i poveri". Il presidente del Consiglio prova a convincere Parigi ad aprire a Kiev: "Le trasformazioni oggi sono veloci".

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