Commentario del 25.05.2022

PRIME PAGINE
Piano di pace, il no di Mosca (Corriere). Grano ucraino, primi sblocchi (Messaggero). Oligarchi, il pugno dell'Europa (Stampa). I russi rubano il grano, rischio carestia (QN). Battaglia per il Donbass (che almeno sia l'ultima) (Avvenire). Niet a tutto (Manifesto). Un'Europa cum grano salis. Perché la pace passa dal cibo (Foglio). Via alla battaglia del grano, Mosca: no al piano italiano (Giornale).
Intesa più vicina sui balneari, il nodo indennizzi (Corriere). Balneari, l'accordo c'è, proroga fino al 2024 in caso di contenziosi (Messaggero). "Putin affama il mondo" (Repubblica). Tregua sui balneari lite Salvini-Letta, Giovannini: sul Pnrr non ci sono allarmi (Stampa). Appalti, ecco come cambiano le regole, concorrenza, ultimi ritocchi all'intesa (Sole). La rendita di cittadinanza (Tempo). Crociata contro i poveri, Renzi ci riprova col referendum per eliminare il reddito di cittadinanza (Notizia). Un indennizzo per i balneari (Italia Oggi). Truffa sulla spesa (Giornale).
Il Papa sceglie Zuppi, il cardinale degli ultimi (Repubblica). Nel nome del Signore (Stampa). "Una chiesa che parla a tutti", Zuppi nominato presidente Cei (Avvenire).
Il Corriere prepara la trappola per Giorgia (Libero). "L'antimafia di Draghi?C'è aria di 'liberi tutti'" (Fatto).
La strage dei bambini a scuola (Corriere e tutti). Massacro nella scuola elementare, uccisi 14 bambini e un maestro (Repubblica).
Roma è la tua notte (Messaggero). Operazione Tirana (Tempo).

ECONOMIA
Riforma sbloccata. Balneari, c'è il tentativo di chiudere, l'ultima trattativa è sugli indennizzi (Corriere p.12, Messaggero p.9 e tutti): il tempo stringe e c'è una legge da approvare, quella sulla Concorrenza, la richiesta del premier Draghi è di far presto, pare che l'intesa sia vicina. Questa mattina a Palazzo Madama, una nuova riunione di maggioranza che darà il via finale all'accordo sulle concessioni balneari che da mesi tiene bloccato il disegno di legge Concorrenza. Ancora da sciogliere il nodo indennizzi. Accordo all'ultima spiaggia – titola Stampa (p.10) – sì dei partiti ma Salvini frena: "L'intesa non è pronta, bisogna lavorarci" e Letta lo accusa: "Fa di tutto per fare cadere Draghi".
"Concorrenza, i problemi ci sono, l'Europa ci sprona, non ci bacchetta", lo dice il Ministro Giovannini a Stampa (p.11): "le raccomandazioni di Bruxelles in linea con i rischi evidenziati nel Def, sul Pnrr stiamo procedendo, finora i ritmi sono stati sostenuti non vedo alcun allarme - abbiamo rispettato gli impegni e non è facile perché le differenze fra i partiti restano - dei 300 mld previsti per il piano infrastrutture, 230 sono già stati allocati" conclude.
E domani invece Draghi riunirà il Cdm per chiedere alla squadra di governo di "correre
sui progetti del Pnrr", perché le scadenze vanno rispettate (Corriere p.13 e altri). La maggioranza sta dando segnali di collaborazione. Il piano di Chigi per rispettare tutti gli impegni in evidenza su Repubblica (p.13): Pnrr, obiettivo giugno, lo sprint del governo vale 21 mld, dal piano per i rifiuti alla spending review, dei 45 "target" previsti, ne mancano ancora 31.
Renzi (Iv) dice "no al reddito di cittadinanza" e dà il via alla raccolta firme, obiettivo: referendum. "Il reddito di cittadinanza ci costa 21 mld che non hanno risolto il problema della povertà – spiega - noi vogliamo consentire ai ragazzi di uscire dalla precarietà. Sì alla lotta contro il reddito di cittadinanza, dal 15 giugno al 15 settembre c'è la possibilità di raccogliere le firme" (Corriere p.17). La coppia Renzi-Meloni all'assalto del reddito di cittadinanza (Repubblica p.14). Tempo (prima) ironizza: la rendita di cittadinanza, doveva abolire la povertà, si è trasformato in un assegno che allontana dal lavoro.
Cottarelli su Repubblica (p.32) fa un'analisi degli avvertimenti dei giorni scorsi, della Commissione europea all'Italia, sulle regole dei conti pubblici e su cosa dovrebbero fare con le politiche economiche. "Almeno nell'immediato – scrive –non ci sono implicazioni per l'Italia - il vero vincolo ai nostri conti pubblici non è mai venuto dalle regole europee, ma dal comportamento dei mercati finanziari". Su Sole (p.5), l'intervista a Irene Tinagli, Presidente commissione Affari economici Parlamento Ue, "La commissione Ue sta sostenendo l'Italia, ora la riforma del Patto".

POLITICA
Tensioni in maggioranza sulla questione ucraina: il M5S cerca lo scontro sulle armi (Sole p.13 e altri). Draghi domani non riferirà in Aula. Il Senato ha respinto la richiesta del M5S, appoggiata da FdI, di sentire il premier in vista del Consiglio Ue: è un altro schiaffo a Conte e al Movimento (Tempo p.5 e altri). Per il Fatto (p.5) Draghi fugge ancora di fronte al discorso Ucraina e i giallorosa vanno in pezzi. Scatta infatti l'ira nel M5S, dove ora cresce la voglia di strappo: "Non siamo rispettati" (Repubblica p.14). Secondo il vice-capogruppo Ferrara "è giusto chiedersi se continuare a sostenere il governo". Qualcuno spinge per una formula in voga nella Prima Repubblica: l'appoggio esterno. Ma Conte frena e assicura: "Non vogliamo la crisi". Secondo Sorgi (Stampa p.12) sono le difficoltà che stanno riscontrando Lega e M5S ad allontanare una crisi di governo. Secondo Repubblica (p.15) la strategia degli attacchi a Draghi non fa bene a M5S e Lega: i continui distinguo con il premier sono un boomerang elettorale. I sondaggisti dicono infatti che le continue prese di distanza di Salvini e Conte dal governo rischiano di penalizzare i due partiti alle urne, favorendo Pd e Forza Italia: il gradimento ancora alto per Draghi finirebbe infatti per premiare le forze di maggioranza più leali. Intanto nel Movimento si apre il dibattito sulle regole e sul superamento della soglia del secondo mandato. Il trucco per il terzo mandato – scrive la Stampa (p.13) – sarebbe quello di candidarsi in Regione dopo il doppio giro in Parlamento: in questo modo verrebbe aggirata la regola del limite di due mandati. Le tensioni interne al M5S riguardano però anche il simbolo: fronda interna contro il nome di Conte nel logo (Libero p.5). Ma fa discutere anche la composizione del vertice del Movimento: sono già sulla graticola i 5 vice di Conte (Corriere p.13). Gubitosa, Ricciardi, Taverna, Todde e Turco considerati "inadeguati" da molte voci critiche, che ora avvertono: "Aspettiamo il voto delle Comunali, poi qualcuno dovrà assumersi meriti o demeriti". Per quanto riguarda le Amministrative delle prossime settimane, il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere (p.17) si concentra su Palermo: si prefigura uno scontro testa a testa tra il candidato di centrosinistra Micelli e quello del centrodestra Lagalla.

ESTERI
Mosca boccia il piano italiano, chiuse le vie dei negoziati (Corriere p.2-3 e altri). Il nostro ministro degli Esteri ammette: "siamo agli inizi, ci vorrà tempo". Stallo anche sul blocco del petrolio russo: Orban annuncia il veto e blocca ogni decisione Ue. E l'Ucraina lancia l'offensiva al forum di Davos: "Ora dateci armi più potenti". Vitrenko, uomo fra i più vicini a Zelensky: "Il leader russo capisce solo la forza". L'ex viceministra all'Economia, Yulia Klimenko, fornisce la lista di aiuti militati necessari per vincere. Repubblica (p.4) riferisce di una Von der Leyen in trincea: "Putin affama il mondo". La Cina: canale per il grano. La presidente della Commissione evoca i "metodi sovietici" e la carestia staliniana e annuncia una conferenza per affrontare l'emergenza in Africa e Medio Oriente. Il Messaggero (p.2-3) parla di spiraglio per i rifornimenti: ieri primo treno arrivato in Lituania. Il Cremlino concede alle navi straniere di lasciare Mariupol. Soros, proprio a Davos, propone la sua ricetta per vincere la guerra: "Bisogna staccare subito la spina del metano per bloccare Putin", e incorona Draghi: "E' lui l'uomo più capace".
Intanto però i russi avanzano e isolano Severodonetsk, resistenza ucraina appesa alle armi Usa. Le truppe di Mosca viaggiano verso Sloviansk e Kiev chiede all'America i lanciarazzi Himars. Secondo Forbes, il 20% dell'Ucraina è controllato dai russi, prima del conflitto era il 7% (Messaggero p.4). Il Giornale (p.10) riferisce di un Putin "stretto" tra due fuochi: i falchi vogliono più guerra, ma monta l'ira per le sanzioni. Pressioni sul Cremlino per uscire dall'impasse. Politici e imprenditori gli chiedono di fermarsi, ma lo Zar non può tornare indietro dopo le migliaia di soldati russi morti.
Dopo le parole di Biden sulla Cina, arriva la risposta: jet russo-cinesi sul Pacifico, Pechino risponde così (Stampa p.7). Sei aerei coinvolti in manovre militari ai confini con il Giappone, il presidente Usa al vertice di Tokio "arruola" anche India e Australia. Per Repubblica (p.10), Biden trova alleati nell'Indo-Pacifico: sfida a Pechino sulla polizia dei mari. Accordo sul controllo della navigazione, ma la "Nato asiatica" già inciampa su Putin.

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