Commentario del 23.07.2019

IN PRIMA PAGINA
Politica, maggioranza di nuovo divisa. Governo, chiarimento in alto mare, Conte convoca le parti sociali (Sole); "Può esserci il Big bang del governo" (Zaia sul Corriere); Camera ardente, in subbuglio per il taglio dei deputati (Libero); Pronto il ribaltone per far fuori Salvini (Verità); infine su Messaggero Le nuove regole M5S: Raggi e Appendino non più ricandidabili.
Tra politica e giustizia: da Salvini a Gianni Letta, il pressing di Arata per Siri (Corriere), i nuovi audio di Arata sul Messaggero: "La nomina di Siri l'ho pilotata io, ci aiuta e lo pago"; Arata sponsor di Siri: "Ne ho parlato anche con Berlusconi e Letta" (Repubblica); Bomba Arata sul governo: "Salvini mi chiamò per Siri" (Giornale); infine, su Verità Lo scandalo dei finti omissis alle intercettazioni del senatore Siri.
Giustizia, i funerali di Borrelli: all'addio si ritrova il pool, Di Pietro isolato (Repubblica); Ex pm tra lacrime e sceneggiate per l'ultimo saluto a Borrelli (Giornale); Di Pietro protagonista, Borrelli solo gregario (Libero); infine, Formigoni esce di galera (Libero).
Cronaca, il sabotaggio dell'alta velocità alla stazione di Firenze Rovezzano: Treni nel caos (Corriere); Un attentato blocca la Tav (Messaggero); L'Italia paralizzata, il governo anche peggio (Repubblica); L'Italia spezzata dagli anarchici (Stampa); Più cretini che anarchici (Giornale); Treni ad alta velocità bloccati da un idiota (Libero); Attentato anarchico manda in tilt i treni, La Lega ne approfitta: "Il M5S dica sì alla Tav" (Verità).
Economia, le imprese: autonomia per più efficienza, ma va tutelata l'unità (Sole); Unicredit pronta a nuovi tagli, a rischio 10 mila posti di lavoro (Stampa); Bloomberg rivela: "Unicredit taglierà10.000 posti di lavoro", sindacati sulle barricate (Verità).
Tra economia ed esteri, le interviste al fondatore e presidente del colosso tlc cinese Hauwei: "Non sono il principe del male, Huawei più forte degli attacchi Usa" (Sole); Mister Huawei: "Sfido gli Usa con il mio 5G" (Repubblica); Il capo di Huawei: "Sbagliate, non sono il principe del male" (Stampa); intanto La Cina sorpassa gli Stati Uniti nella classifica Fortune Global (MF).
Esteri: Le accuse di Macron all'Italia sui migranti (Corriere); Teheran: catturate 17 spie della Cia, ma Trump smentisce (Stampa).

ECONOMIA
Unicredit studia un piano da diecimila esuberi. La banca punta sulla crescita organica e su maggiori efficienze (Stampa p.18). L'ad Mustier ha come primo obiettivo la riduzione dei costi operativi del 10% nel periodo 2020-2023. L'80% dei tagli dovrebbe colpire i dipendenti in Italia. La Fabi sulle barricate: faremo a cazzotti (Messaggero p.15). Le banche al capolinea nell'era dei tassi a zero il commento di Andrea Greco (Repubblica p.22).
Il made in Italy e il progetto per far rientrare i cervelli in fuga. Una missione quasi impossibile: far tornare in Italia parte dei giovani andati all'estero - oltre 123 mila nell'ultimo anno - il 30% laureati. Ci hanno provato a Londra alcuni grandi marchi del Made in Italy come Ferrari, Chiesi Farmaceutici, Snam, Cdp, Elica e Goldenpoint chiamati dalla start up Employerland che ha selezionato oltre 1.500 italiani che lavorano nella City: «Dobbiamo riprenderci i nostri talenti». Un obiettivo che ha trovato risposta nelle offerte di lavoro delle aziende. E l'80% dei cervelli in fuga selezionati potrebbe presto tornare a casa (Corriere p.30).
Reddito di cittadinanza stop al 40% delle domande. Lo rivelano i dati Inps: su 1,4 milioni di richieste ne sono state accolte soltanto 895 mila. Tra gli esclusi molti stranieri. E 850 milioni già andati a chi ha i requisiti per lavorare (Repubblica p.24).
A Firenze 200 rider diventano dipendenti. Duecento assunzioni a tempo indeterminato per altrettanti rider, fino a ieri impiegati come collaboratori. Accade per la prima volta a Firenze a valle di un accordo tra Runner Pizza e i sindacati dei trasporti (Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti). Lo scorso gennaio la corte d'appello di Torino aveva richiesto per i rider una retribuzione equiparata al contratto della logistica. Senza però imporre anche l'assunzione (Corriere p.30).
«Il salario minimo? Così apriamo al far west» Casasco (presidente Confapi): il rischio è la fuga dal contratto collettivo (Corriere p.32). Ma il provvedimento fa un miracolo: resuscita il Cnel (Repubblica p.22).
«Licenziati» tutti i prof con solo il diploma. Niente più cattedra per i docenti che hanno il titolo magistrale: 55mila posti a rischio. La sentenza della Cassazione (Giornale p.16).
Così l'Intelligenza artificiale cambia le professioni. Dal medico all'intermediario finanziario passando per l'avvocato: come si rinnovano i mestieri (Corriere p.33).
Ren Zhengfei, il fondatore e presidente del colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei, parla con la stampa italiana. Lo fa rilasciando quattro interviste a Corriere Repubblica Stampa e Sole: «Telefonia e 5G Europa e Cina sono complementari. E accuso gli Usa. Senza i nostri apparati arriverete in ritardo. Mia figlia? Non ha commesso alcun reato» (Corriere p.31). "Se ci fossero backdoor nei nostri prodotti nessuno li acquisterebbe. I ricavi scenderanno ma sopravviveremo agli attacchi americani, l'Europa è il secondo mercato. Non sono il principe del male Un equivoco le sanzioni Usa. Il Golden Power può rendere più difficili gli affari in Italia, ma abbiamo fiducia nel governo" (Stampa p.11). «Non sono il principe del male Huawei più forte degli attacchi Usa» (Sole p.5). "Gli Usa contro il nostro 5G perché è a prova di spie. Se il governo cinese ci chiedesse di mettere accessi segreti sui nostri dispositivi io userei il mio potere di veto. Altrimenti l'azienda fallirebbe. Per noi l'Europa è fondamentale Italia e Germania vogliono standard di sicurezza uguali per tutti. Penso che sia una misura giusta" (Repubblica p.23).

POLITICA
Rogo doloso contro l'Alta velocità. Caos e treni bloccati in tutta Italia. Il sabotaggio a una centralina hi-tech di Firenze. Soppressi 42 convogli, altri cento in ritardo fino a 240minuti (Corriere p.2). Odissea per i passeggeri. L'Italia per ore divisa in due. Salvini: "Spero finiscano in galera". E Toninelli: "Non temiamo attacchi" (Stampa p.2). «La strategia della lumaca». Si indaga sugli anarchici e l'ipotesi della vendetta Il blitz nel giorno della condanna di 28 militanti per attentato( Corriere p.3). Troppo facile bloccare la circolazione, allo studio misure di sicurezza. Rfi: "Vanno valutati i costi degli interventi". Il punto debole della rete ferroviaria italiana. Ventimila chilometri di cavi lungo i binari (Stampa p.2). In campo aerei e droni il piano per controllare una rete vulnerabile. L'azienda che gestisce i binari chiede l'intervento dell'Aeronautica militare (Messaggero p.4). Lega e Cinque stelle usano il caos ferroviario per regolare i conti (Foglio p.4).
Salvini: "Ora via Toninelli". Il leghista contro il ministro dei Trasporti. Doveva essere sostituito a marzo ma poi il premier fermò il rimpasto (Stampa p.4). La Lega boccia Toninelli e i grillini lo lasciano solo (Messaggero p.5). Salvini: «Toninelli blocca tutto». E lui: trovi i colpevoli di Firenze (Corriere p.5). Toninelli licenzia il sì Tav. Ira di Salvini. Lite tra ministri dopo il siluramento dell'esperto della commissione costi-benefici favorevole all'opera (Repubblica p.6). Coppola ex tecnico del Mit a favore dell'opera "Licenziato via mail senza spiegazioni" (Stampa p.4). "Cacciato ma di quella linea non mi occupo da mesi" (Repubblia p.6). E da Bologna Bugani, socio di Casaleggio, evoca le dimissioni di Toninelli (Corriere p.6).
Ma Conte è pronto a dire sì ai cantieri della Torino-Lione. Rischio caos nei 5 Stelle. La decisione entro venerdì. Con un rinvio fondi in bilico (Corriere p.5). Conte valuta l'ok all'alta velocità "La Lega punta solo a logorarmi". Le mire di Salvini su Palazzo Chigi? "I grillini non gli daranno mai i voti" (Repubblica p.7).
L' autonomia per le Regioni verso il rinvio. I Cinque Stelle: dibattito in Parlamento. Oggi vertice a Palazzo Chigi, ma il premier non porterà nuove proposte. Anche la Lega ha bisogno di tempo. Zaia: E' la politica del carciofo, via un petalo al giorno per arrivare al cuore. Ma stiano attenti. Fontana: Io firmo se c'è autonomia finanziaria. Noi non chiediamo un euro in più (Stampa p.6). Flavio Contin, l'indipendentista che 22 anni fa assaltò Venezia "Salvini non la vuole davvero. Pensa ai nuovi elettori al Sud" (Stampa p.6). La vera partita è l'Iva. Roma non arretra sulle pretese del Nord. Le Regioni: una parte dell'imposta vada a noi. Il nodo dell'aliquota che cala se sale il gettito (Giornale p.6). Zaia: «Lo stop può diventare il Big bang del governo. Ora un conclave con Conte. Chiudiamoci in una stanza e decidiamo». La spinta degli industriali di Vicenza: basta ipocrisie (Corriere p.8).
Fondi da Mosca e fiducia sul dl sicurezza la maggioranza si ricompatta alle Camere. I due passaggi dovrebbero consentire al capo dell'esecutivo di ribadire che l'alleanza tiene. Giovedì il consiglio dei ministri sullo spacca-italia sarà l'occasione per un chiarimento tra i tre protagonisti (Messaggero p.8). Governo sul filo, tre giorni decisivi. La mina inchieste, le autonomie e la Tav alimentano lo scontro. Ancora gelo tra Salvini e Di Maio. Le parti sociali convocate sul fisco il 25 luglio. Il premier prepara l'intervento di domani sul Russiagate (Sole p.2).
Un solo programma: teniamoci stretta la poltrona. Pronto il ribaltone per far fuori Salvini. ll «premier marionetta» ora viene considerato un grande statista perché, intrallazzando con l'establishment italiano ed europeo, garantirebbe ai 5 stelle una maggioranza alternativa in caso di crisi di governo. Alla faccia degli elettori. E del famoso cambiamento (Verita p.2). Le truppe leghiste sono pronte: «Se Salvini dà l'ordine si va tutti a casa». Domani il premier riferirà in aula sui russi. Il Carroccio non esclude di calare il sipario e ripresentarsi alle elezioni da solo (Verita p.2). Camera ardente. Parlamentari in subbuglio per i tagli. Gigino: la Lega vuol rompere per non ridurre gli onorevoli. Ma Salvini i suoi li aumenterà comunque (Libero p.3),
Renzi-Calenda, barricate su Franceschini che flirta coi 5S (Stampa p.7). Il Pd si spacca sull'intesa con M5S E ora Renzi minaccia la scissione. L'ex leader: non voterò mai la fiducia a un governo con Di Maio. Dura polemica con Franceschini. Zingaretti esclude un esecutivo con i grillini, «ma occorre dividere i giallo-verdi». Calenda: mai con loro o lascio il partito (Messaggero p.7). Cacciari: «Lega e Movimento sono incompatibili I dem furono miopi» (Corriere p.9). 5stelle-Pd, eppur qualcosa si muove, il commento di Franco Monaco sul Fatto (p.13). Giachetti al Foglio. No caro Franceschini, tra Pd e M5s non ci possono essere intese. I grillini sono per l'assistenzialismo, il giustizialismo, il populismo, il dilettantismo. Quali sarebbero i punti di contatto? (Foglio p.3). Di Maio spegne il forno Pd: mai con voi. Il grillino risponde alle avances di Franceschini e copre d'insulti i dem (Giornale p.7). Franceschini evoca un accordo sui valori istituzionali e innesca la rivolta dei renziani. Interviene il leader che ora abbandona la diplomazia. Zanda "Giusto provare a scardinare l'alleanza gialloverde La politica è dialogo. Nessuno di noi pensa a intese con i Cinquestelle ma chi può augurarsi che continuino a governare con la Lega? Le due forze politiche sono complici nella distruzione del sistema democratico. Stare a guardare con la tattica del popcorn è sbagliato". Faraone minaccia la scissione (Repubblica p.12).
Di Maio e l'aritmetica del mandato numero zero (Stampa p.7). Il mandato zero di Di Maio per i candidati. Sindache fuori. La neo lingua dei 5 Stelle partorisce un nuovo capolavoro: il «mandato zero». Non volendo spiegare ai militanti che il tetto del doppio mandato è stato un errore, perché ha privato il Movimento di una classe dirigente, si è pensato a una deroga per i consiglieri comunali. Ma la parola «deroga» sa di vecchia politica. Meglio spiegare che c'è un «mandato zero», a cui segue un mandato uno e poi un mandato due, che fanno tre. Anche se il terzo è il due. Comunque la somma fa il totale. Peccato che nella somma non siano incluse le sindache Raggi e Appendino, che, con la nuova norma, non si potranno ricandidare. Non è la prima volta che M5S fa un uso creativo delle parole. Gli onorevoli sono «portavoce», lo statuto è il «non statuto» (come il «bollito non bollito» di Bottura), i bandi della Tav «avis de marchés», le ong «taxi del mare», il Pd il «partito di Bibbiano». I giornalisti «zombi», diceva Grillo, prima di diventare a sua volta un «morto vivente» (Corriere p.6).
Inchiesta Siri, Arata disse: "I politici li devi pagare". L'ex parlamentare azzurro intercettato con il figlio: «Sono come le banche, li devi usare. E ogni volta che li usi paghi. Basta! Non c'è l'amico politico, non c'è l'amicizia in politica». Il leghista «voleva sapere quale delega, ma i 5S non volevano fare i viceministri» (Stampa p.7). Arata favorì la nomina di Siri. «Fa quello che vogliamo noi». Nelle nuove carte le raccomandazioni per l'ex viceministro: presenta la legge e lo pago. Contatti con politici e alti prelati: «A casa ha chiamato Salvini». Ma il pm smentisce (Messaggero p.7). Grosso guaio per Salvini: Siri incontrò Nicastri (legato a Messina Denaro) e andò al governo grazie ai ras di Fi. Mazzette per la norma pro eolico stoppata da "un testa di cazzo dei 5stelle" (Fatto p.2). Caso Siri, bomba Arata su Salvini Nelle nuove intercettazioni, l'ex deputato si vanta di aver spinto l'amico al governo. L'ira di Di Maio: «Gravissimo, ora chiarezza». E i dem vogliono trascinare il Capitano in Aula. Il capo M5s: «Norme sull'eolico bloccate da noi». De Micheli (Pd): «Ombre pesanti» (Giornale p.8).
Addio a Borrelli. La camera ardente in tribunale con i "suoi" pm (Stampa p.17). Borrelli, l'abbraccio del pool Di Pietro piange e mette la toga. L'addio di Milano all'ex capo della Procura: «Sognava un'Italia pulita». C'è Cusani (Corriere p.16). Francesco Borrelli smontato da cavallo. La falsificante immagine elitaria di un inquisitore non poi diverso da Tonino (Foglio p.3).
Salvini snobba il summit sui migranti. "Non prendiamo ordini da Macron". All'Eliseo intesa sulla redistribuzione fra 14 Stati. Il ministro: non saremo l'hotspot d'Europa. Macron: Alcuni hanno scelto di non venire alla riunione. Non si guadagna mai nulla senza cooperazione. Salvini: Quella riunione è stata un flop: se Macron vuole parlare di immigrati venga pure a Roma (Stampa p.9). Quattordici Paesi per la redistribuzione dei migranti, ma Roma dovrebbe aprire i porti (Corriere p.11). "Accordo europeo, l'Italia non c'è" (Repubblica p.14).

ESTERI
Teheran: catturate 17 spie al soldo della Cia. Trump smentisce: "È una storia inventata". Sono cittadini iraniani che lavoravano per strutture strategiche. Alcuni di loro sarebbero già stati giustiziati (Stampa p.10). Londra: aiuto dall'Ue per le petroliere (Corriere p.12). I pasdaran denunciano complotti organizzati dagli 007 a Dubai. Ma la guerra fredda ormai è cyber scrive Gutdo Olimpio (Corriere p.12). Il grande gioco di Hormuz fra Trump e gli ayatollah di Gianni Riotta (Stampa p.23). Trump e l'Iran. Un gioco (sempre più) pericoloso. Il capo della superpotenza Usa e le massime gerarchie di Teheran stanno seguendo una strategia che li accomuna e che rischia di deflagrare in anticipo rispetto ai loro calcoli. Nel Golfo Persico gli equilibri interni sono fragili: quanto potrà durare questo esercizio di provocazioni? L'unica certezza. L'Iran ha deciso di sfidare il mondo aumentando progressivamente la quantità e l'arricchimento dell'uranio. L'editoriale di Franco Venturini (Corriere p.1).
Gb e Brexit. Il bambino che voleva essere re. Boris Johnson l'ex ministro sarà eletto oggi a capo dei Tories e domani si insedia a Downing Street. L'infanzia difficile tra traslochi e semi sordità e l'ascesa cominciata da un cambio di nome (Corriere p.13). Londra, Johnson neanche arriva ed è già in crisi. Nell'ultimo giorno da premier di May, tre Tories si dimettono: l'uomo del no deal è favorito alle primarie (Fatto p.19). L'intervista all'ex leader britannico Tony Blair: "Johnson più pericoloso della Lega". Il populismo del leader Tory è concentrato su un solo punto, la Brexit. E ora sta andando oltre. Alla fine capiremo tutti che c'è soltanto una soluzione per uscire da questo vicolo: un nuovo referendum (Repubblica p.14).
Spagna. Pedro Sánchez chiede la fiducia Ma con Podemos non c'è l'accordo (Stampa p.17). Sánchez guarda a sinistra ma Podemos vuole di più (Corriere p.15).
Hong Kong, le Triadi cinesi contro la rivolta democratica. L'ombra della mafia. Chi domenica aveva protestato per le ingerenze di Pechino è stato pestato alla stazione. Avvenne la stessa cosa nel 2014 con Occupy Central (Fatto p.18). Pechino assolda i gangster per picchiare a Hong Kong. Rabbia dopo l'aggressione di teppisti mascherati. La polizia arriva tardi e li accomuna al popolo anti cinese (Giornale p.14). Violenze e scontri a Hong Kong caccia ai "picchiatori bianchi". Le bande con maglietta chiara legati a clan della Triade: forse aiutati dalla polizia (Repubblica p.20).
Ucraina. A sorpresa, Zelenskiy verso la maggioranza assoluta. Volodymyr Zelenskiy cercava una conferma nel voto parlamentare di domenica, potrebbe aver trovato molto di più. Il nuovo presidente ucraino sembra infatti avviato a conquistare la maggioranza assoluta nella nuova Verkhovna Rada, il Parlamento unicamerale, con la possibilità di portare a compimento le riforme in uno scenario di stabilità politica (Sole p.17). Kiev cambia rotta. L'Ucraina guarda a Putin e molla schiaffi all'Ue. La vittoria del partito del presidente Zelensky è chiaro sintomo della volontà della gente di trovare un accordo coi russi (Libero p.13).

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