Commentario del 19.07.2019

IN PRIMA PAGINA
Politica: scontro Lega-M5S, governo in bilico (Sole); Governo, tensioni e minacce di crisi (Corriere); Strappo di Salvini, venti di crisi (Messaggero e Stampa); La crisi c'è, ma non si dice (Repubblica); sul Giornale "il piano di Salvini per andare a votare", e Giorgetti choc: "Rinuncio a fare il commissario europeo"; per Libero la parola d'ordine è "sfiduciare Salvini", con la mozione presentata dalla Boschi, mentre la contromossa sarà chiedere il voto a Mattarella; "Matteo il russo sfascia tutto", mette in evidenza il Fatto; infine, per Verità "Salvini torna da Mosca e mette Di Maio con le spalle al muro", mentre il Russiagate si rivela "solo un petardo la bomba de L'Espresso".
Economia: l'avviso sul debito, Von der Leyen: "Sarete monitorati" (Corriere); su Libero, il sottosegretario Durigon avverte: "Potete scordarvi il salario minimo", ma intanto "i bergamaschi sputano sul reddito M5S: solo 220 su 122mila chiedono il sussidio"; infine, il Sole analizza "le mani della mafia su 30 settori".
Roma, dalle tasse alle multe, flop della riscossione: i maxi-tagli di Roma (Messaggero).
Esteri, Von der Leyen: "Mosca viola le leggi e vuole un'altra Europa", "Risposte umane all'immigrazione"; Monti: "Siamo i nemici di Bruxelles" (Repubblica); Ue, 99 vertici per fregarci sui migranti (Giornale); Violenze e populismi, le vene aperte dell'America Latina (Stampa);
Cronaca, su tutti la morte di De Crescenzo a seguito di Camilleri: "DeCrescenzo, l'amico di tutta la vita" (Renzo Arbore al Corriere); Così salutò Bellavista (Messaggero); Dai greci alla tv, così parlò De Crescenzo (Repubblica); De Crescenzo, il filosofo pop: raccontò Napoli con Nietzsche (Giornale), Il filosofo più amato e snobbato (Libero); "Fanno santo Camilleri e pure le sue bestemmie", accusa Verità.
Sport, la Roma prende forma: oggi arriva Veretout, rinforzo in mezzo (Messaggero).

ECONOMIA
I Grandi ci provano ancora: prima intesa sulla web tax. Tassazione minima per evitare la concorrenza fiscale e fronte comune contro Libra. A dispetto delle previsioni, il G7 delle Finanze di Chantilly si è chiuso ieri con un buon risultato sul problema della tassazione del digitale. Dopo una notte di trattative, i ministri di Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti hanno raggiunto un consenso di massima sul fatto che le attività delle multinazionali, in particolare quelle attive nel digitale, vadano tassate anche quando non hanno una «presenza fisica» in un Paese (Corriere p.34).
Inflazione, regalo di Mario Draghi a Cristine Lagarde che prenderà il suo posto alla guida della Banca centrale europea a novembre. Secondo indiscrezioni, non commentate da Francoforte, la Bce si appresterebbe a modificare il proprio target statutario di inflazione portandolo più in alto. Secondo S&P la Bce potrebbe acquistare 15 miliardi di euro di attività nette al mese a partire dal prossimo ottobre (Repubblica p.26).
Rapporto Mediobanca sui servizi e trasporti: la corsa degli aeroporti, bus e tram in rosso. Scali, profitti per 1,6 miliardi. Primato a Milano (Corriere p.34).
Crisi aziendali raddoppia a giugno la cassa integrazione più 42,6%. Raddoppiano le ore di cassa integrazione straordinaria, il sussidio erogato ai lavoratori di aziende sopra i 15 dipendenti fallite o in crisi profonda. In giugno salgono del 99,8% sul 2018 (Repubblica p.26).
«La forza dell'Italia è ancora il risparmio. Ma va investito per spingere il Pil». Una follia che ci siano in banca 1.360 miliardi, è una delle ragioni per cui l'Europa non migliora. A dirlo è Larry Fink l'uomo di finanza più potente al mondo capo di BlackRock che gestisce 6.500 miliardi di dollari dei clienti, pari a tre volte e mezzo il prodotto lordo italiano (Corriere p.12).
Il presidente dell'Ance Gabriele Buia attacca il Progetto Italia: "C'è un rischio di posizione dominante perché l'aggregazione avrà quasi il 70% del mercato delle opere pubbliche sopra i 100 milioni. Concorrenza in pericolo con le nozze Salini-Astaldi. Servono garanzie chiare per tutta la filiera. Regole uguali per tutti: non si può fare figli e figliastri" (Stampa p.20).
Il ministro diserta il tavolo Almaviva, l'ira dei sindacati "Di Maio snobba i lavoratori" e torna lo spettro del licenziamento per i lavoratori, di nuovo in strada a protestare a Palermo contro i tagli prospettati dall'azienda che coinvolgeranno da settembre 1600 dipendenti su 2800 (Stampa p.20).
«Nessuno vuole il salario minimo del M5S» Intervista a Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro che svela il fronte di industriali e sindacati contro il piano grillino (Libero p.6). Solo 220 su 122mila chiedono il sussidio I bergamaschi sputano sul reddito dei Cinque Stelle (Libero p.9).
Toninelli blocca la Gronda Protestano sindacati e imprese. La realizzazione della bretella spetterebbe ad Autostrade. Il ministro: "Potrebbe arrivare la revoca della concessione". L'opera, di cui si discute da 15 anni, è tornata alla ribalta dopo il crollo del Morandi. La società: "L'iter del progetto è già concluso" (Repubbblica p.26).
Creare un nuovo reddito di contadinanza. Susanna Tamaro e Andrea Segrè lanciano sul Corriere un appello ai "Presidenti". L'agricoltura e le aree rurali del nostro Paese rappresentano un patrimonio straordinario che ancora non riusciamo a valorizzare al meglio. Proponiamo alcuni interventi per favorire il ritorno alla terra e al lavoro agricolo dei più giovani e dei disoccupati. Signori Presidenti, ci aiutate con misure concrete per favorire lo sviluppo di una nuova #contadinanza? (Corriere p.23).

POLITICA
Il giorno più difficile nel governo. Le accuse, i veleni, le retromarce. Alta tensione tra gli alleati (Corriere p.2). Lega e 5 Stelle a un passo dalla rottura. Salvini ora pensa alla crisi di governo. Voci sul leghista pronto a salire al Colle. Lui: non ancora. Mattarella non auspica il voto né altre maggioranze. Ma i partiti dovranno fare i conti con la legge di Bilancio per il 2020 (Stampa p.2). Duello Salvini-Di Maio 24 ore di stoccate sull'orlo della crisi. Il leghista attacca il leader 5S: "Non ha più la mia fiducia". In serata frena: "Il governo non cadrà". Il vicepremier grillino: "Mi hanno colpito alle spalle, ma se si vuole lavorare una soluzione si trova" (Repubblica p.2).
"Persa la fiducia in Di Maio". Ma i 5S: copre il caso Savoini. Il capo politico del Movimento: "Troppe offese e falsità dagli alleati". L'attacco al vertice mattutino a Helsinki: "Sono stato tradito dai 5 Stelle". Al comizio serale in Brianza i militanti lo incalzano: mollali, vai con Meloni  (Stampa p.2). «È finita la fiducia, anche personale». Poi Salvini si corregge «Di Maio è per bene. O questo governo o il voto» (Corriere p.3). In 48 ore la decisione. Il leghista non esclude le urne in autunno.
In caso di elezioni tra ottobre e dicembre scatterebbe l'aumento Iva (Stampa p.3). Ue, Giorgetti rinuncia: non sono un kamikaze. La Lega a mani vuote. Il sottosegretario al Colle. La presidente della Commissione: l'Italia ha diritto di presentare i suoi candidati e io di chiedere altri nomi. C'è l'ipotesi Moavero (Messaggero p.4).
Salvini fa saltare l'incontro col capo dello Stato, lo accusa di voler far precipitare gli eventi. Ma il Colle mantiene la linea: se si aprirà una crisi sarà obbligatorio verificare l'esistenza di una maggioranza con un occhio ai conti. La dottrina Mattarella il Quirinale vuole restare neutrale (Repubblica p.3).
Il Colle e la finestra del voto: i partiti decidano subito. I timori di Mattarella per l'esercizio provvisorio. E a Giorgetti dice: non lavorerò ad altri governi. Conte: senza un chiarimento rapido salta tutto. E Di Maio chiede un incontro al leader leghista. Il Quirinale fa notare che con le urne in piena sessione di bilancio può scattare l'aumento dell'Iva: la responsabilità cadrebbe su M5S e Lega (Messaggero p.3).
La strategia d'attesa di Conte. Sente il Colle e vede l'opposizione. Salvini sotto pressione su Europa e governo. Base e dirigenza sono insofferenti ai 5 Stelle scrive Francesco Verderami (Corriere p.5). Matteo e quei sospetti sul premier: è bifronte, in Europa tratta per sé. Salvini convinto che Conte abbia lavorato per nomi diversi da Giorgetti. I fedelissimi: «È ora di staccare la spina» Ma il leader non ha sciolto gli ultimi dubbi. L'insofferenza per l'ostruzionismo dei Cinquestelle su autonomia e giustizia, l'irritazione per il silenzio degli alleati su Garavaglia (Messaggero p.5).
I fronti aperti. Flat Tax, Regioni salario minimo: contratto ridotto a scatola vuota. Si moltiplicano i campi minati sui quali l'incidente parlamentare è dietro l'angolo. Torna rovente anche il clima sulle infrastrutture (Sole p.2).
Il terrore di Di Maio e dei suoi: truppe a pezzi e l'ombra di Conte nella corsa per la leadership, Consiglio di guerra con i colonnelli: logoriamo la Lega ma arrivare alla rottura non ci conviene (Messaggero p.5).
«Il D-Day è arrivato, decida Matteo. Dai 5 Stelle solo sospetti e odio sociale». Il governatore Zaia: con la loro cultura del no il Paese va a gambe all'aria (Corriere p.8). Matteo pronto alla crisi di governo. Chiederà a Mattarella di votare. Il leghista non andrà al prossimo Cdm: i rapporti con i grillini sono ai minimi pure a livello personale. Poi accusa: il Movimento va a braccetto con i democratici, per ora a Bruxelles (Libero p.2). Il Piano di Salvini per andare a votare (Giornale p.2). Pd e Cinquestelle al lavoro insieme. Parola d'ordine: sfiduciare Salvini. Il Partito democratico prepara il trappolone in Parlamento: la Boschi presenta una mozione contro il vicepremier per i presunti finanziamenti russi. È il detonatore per far saltare tutto e varare un Conte-bis (Libero p.3).
Di Maio fa il bullo ma lascia che a rompere sia il capo della Lega. Dopo l'accordo con gli europeisti i pentastellati si sentono forti e si sfogano sugli alleati: «Gravissimo il vostro comportamento». Minacce di ritorsioni sulla scelta del commissario europeo (Libero p.4). Salvini minaccia la crisi, festa leghista su Twitter: "Era ora" (Fatto p.2). Il Capitano adesso ha la pistola in mano (Verità p.3).
Il pressing renziano sulla sfiducia fa infuriare Zingaretti. La proposta rilanciata da Boschi nonostante il no del vertice dem. Il sospetto di una mossa dettata dalla paura di non essere ricandidati (Repubblica p.2). Zingaretti: è un favore al governo (Messaggero p.7). Renzi e Boschi in soccorso del governo: mozione di sfiducia per ricompattarlo (Fatto p.2). Boschi: "Se i 5S sono coerenti voteranno la sfiducia a Matteo". L'ex ministra: il governo è già in crisi, litigano su tutto. Una soluzione però c'è e si chiama elezioni. Noi vogliamo che l'opposizione faccia l'opposizione. Qui non stiamo discutendo dei renziani (Stampa p.5). Le cinquanta sfumature del (non) dialogo con i Cinque stelle: da "senza di me" alle riserve della repubblica. Tutti quelli che nel Pd vogliono o non vogliono avere a che fare con i grillini (Foglio p.3).
Ma Mosca dimostra il flop degli sherpa gialloverdi scrive Augusto Minzolini. Dall'Europa al Russiagate i flop dei mediatori gialloverdi, folli che, però, provocano grossi guai. «Noi abbiamo bisogno di rinnovare – confida a mezza bocca, Andrea Crippa, neo vicesegretario della Lega – per avere una classe dirigente che sia all'altezza del 40% di italiani che rappresentiamo. Che sappia guidare una Ferrari e non il triciclo che eravamo!» (Giornale p.5). Il Paese merita chiarezza sul futuro del governo è il commento di Massimo Franco (Corriere p.6). Il leghista braccato per De robertis sul Qn (p.2), Più dramma che commedia sostiene Folli su Repubblica. Che il governo Conte sia esaurito come una candela consumata è evidente e non da oggi. Che il duopolio Salvini-Di Maio non abbia futuro è tutto tranne che una sorpresa. Ma dichiarare aperta la crisi sul piano istituzionale, attraverso un passaggio formale e non in qualche studio televisivo o con una frase a effetto su Twitter, è molto difficile. C'è sempre una ragione per tentare l'ultima ricucitura, per rinviare a domani ogni decisione, per rinfacciarsi l'un l'altro le responsabilità con parole di fuoco, ma senza l'unico gesto che avrebbe senso: comunicare al presidente del Consiglio che la frattura è definitiva e spingerlo a correre al Quirinale per presentare le dimissioni del gabinetto. È quello che sta accadendo? Non proprio o almeno non ancora (Repubblica p.35). Marcello Sorgi si sofferma sul cotè europeo: Armi spuntate per Conte in Europa (Stampa p.3). Netto Giuliano Ferrara: Una crisi seria di persone non serie. O si continua con nuove maschere di carnevale o si va a elezioni confuse in cui la Truceria sarà l'unico punto certo. Ma meglio una nuova battaglia in cui si registri il fallimento del nazional populismo e del grillismo di un ignoto che danneggia tutti (Foglio p.1).
E per chiudere l'esperienza (interessata) di Pierferdinando Casini intervistato dal Qn: «Una sceneggiata e comunque non si vota. Nessun automatismo tra crisi ed elezioni, ci sono alternative in Parlamento» (Qn p.3).
Monti: "Politica estera stravolta dal governo. Così l'Italia si fa male". Salvini non può andare in Russia a blandire gli avversari dell'Europa. È un'azione gravissima contro l'Italia e la Ue. La nostra agenda europea ha solo due punti: "Prendetevi gli immigrati e non rompete le scatole sui conti". Ma ci servono alleanze, non parole (Repubblica p.4).
La cena di Salvini con Savoini alla vigilia del Metropol. E spunta un altro incontro «segreto» (Corriere p.9). "I negoziati in Russia di Savoini proseguiti per mesi". L'Espresso pubblica altri documenti sulle discussioni per il petrolio. La Finanza analizza i file sequestrati al leghista e ai due del Metropol (Repubblica p.6). Il manager dell'Eni e gli amici leghisti. Ferlenghi e i fondatori di Lombardia-Russia a tavola col ministro. Per il vicepremier anche un incontro di «massima riservatezza» (Stampa p.4). Russia, il quarto uomo e i misteri di Confindustria (Fatto p.5). Parla l'uomo che ha firmato la lettera per Rosneft. "Meranda trattava per la banca. Da gennaio ha fatto di testa sua" (Repubblica p.7). La registrazione dell'audio è di «matrice italiana». I sospetti degli inquirenti sull'incontro al Metropol. Meranda non risponde ai pm. Secondo anticipazioni di stampa, negoziate con i russi altre due offerte (Messaggero p.7). Triangolo Mosca-Eni-Lega: l'audio è di uno dei 3 italiani. È andata avanti per mesi la trattativa che doveva portare 65 milioni di dollari nelle casse del Carroccio per le elezioni europee (Fatto p.4).
Autonomia, su scuola e risorse niente intesa Palazzo Chigi prova a smussare le posizioni. Il premier incontra i ministri Bussetti e Stefani e poi i tecnici del Mef. Oggi vertice politico ma senza Salvini (Messaggero p.3).
Migranti, stop all'Italia Ma è stretta sulle Ong. Non passa la proposta di abolire il principio del «porto più vicino». Von der Leyen: solidali con Roma l'accordo di Dublino è fallimentare. L'asse con Malta. Tra i nodi la redistribuzione nei paesi Ue di chi non ha diritto all'asilo (Messaggero p.9). Europa divisa sui migranti. L'Italia sfida Berlino e Parigi (Corriere p.20). Il vertice in Finlandia Francia e Germania contro Italia e Malta: «I migranti sono fatti vostri, arrangiatevi» (Libero p.10). L'agguato sui migranti di Parigi e Berlino (dopo 99 vertici inutili). Helsinki, l'idea degli sbarchi nei porti più vicini. L'Italia rompe. E in 4 anni nessuna alternativa. Convocato un nuovo incontro a settembre: si terrà a Malta (Giornale p.7)
Carola: "Lascio Sea Watch e spero nella nuova Europa" (Fatto p.18). Nuovo interrogatorio con i pm ieri in procura per l'accusa di favoreggiamento (Messaggero p.9).
Formigoni cambia linea: «Accetto la mia condanna». Milano, la richiesta dei domiciliari e di fare volontariato in un convento di suore (Corriere p.21).
Non solo missili, ma soldati politici. L'estrema destra sceglie la guerra. Mercenari per 400 euro al mese in Donbass come i vecchi camerati negli anni Settanta e Ottanta in Libano. Casa Pound e Forza Nuova si riorganizzano. Il militante filorusso: "Io e quella cena con Dugin e Savoini". Non ho mai incontrato Salvini ma lui è filo Trump. Il suo sostegno al Tap in realtà nasce per sottrarre mercato alla Russia (Repubblica p.13).

ESTERI
Due lunghe interviste al presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen che tracciano una sorta di agenda di lavoro della Commssione. La prima sulla Stampa e la seconda su Repubblica. "L'Italia rispetti le regole sui conti pubblici. Ma ci sono i margini per una maggiore flessibilità che va usata per gli investimenti. Dialogo con la Russia da posizioni di forza In Europa serve unità" La neo presidente della Commissione Ue spiega che è diritto di ciascuno Stato proporre i suoi commissari, ma è anche suo diritto "chiedere altri nomi qualora si ravvisino buone ragioni" e ribadisce che le donne saranno la metà. "Quando la Russia tenta di influenzare i social media, il modo per scoprire le cose è usare i mezzi migliori che si hanno: è la forza dei paesi liberi con una stampa libera. Sull'ambiente dobbiamo agire. L'inquinamento ha un prezzo, deve indurci a cambiare e diminuire le emissioni di CO2. L'industria può fare di più. Sul tema dei migranti, il dovere è salvare le persone dall'angoscia di trovarsi in alto mare. Ma il nostro dovere è anche di agire contro la causa di questo disagio. C'è la consapevolezza del bisogno di coordinare le nostre forze più da vicino per essere preparati nel caso in cui l'Ue sia obbligata ad agire. Non vogliamo una Brexit difficile. Abbiamo un buon accordo di uscita. Una Brexit senza accordo porterebbe a conseguenze negative enormi per entrambe le parti (Stampa p.6). Von der Leyen avvisa sul debito pubblico: sarete monitorati. La neo-leader Ue: il sistema di Dublino è disfunzionale (Corriere p.13). "La Russia vuole dividere l'Europa Noi risponderemo". Sui conti l'Italia sarà monitorata molto da vicino. Ma sì al dialogo e alla flessibilità: dal 2015 Roma ha avuto 30 miliardi. Risposte umane all'immigrazione. Dobbiamo riformare Dublino. Chi è illegale non ha diritto all'asilo. La Ue deve essere assertiva, unita e forte. E ha un ruolo da giocare in questo mondo. Il mondo reclama più Europa. Il nostro privilegio di democrazie è quello di replicare a Mosca con trasparenza, libertà di stampa e dibattito aperto (Repubblica p.11).
Sequestrata dai Pasdaran la petroliera degli Emirati Sparita domenica nello stretto di Hormuz.. Trump: abbattuto drone iraniano (Stampa p.9). Trump risponde all'Iran: giù un drone. Nuovo scambio di colpi nello stretto di Hormuz: Teheran ferma una nave emiratina, gli Usa abbattono il velivolo (Corriere p.15).
Violenza e populismo dal Messico al Brasile. Il disordine che ferisce l'America Latina. Camminare per le strade di grandi città latinoamericane sta diventando un'attività ad alto rischio. Restarsene a casa, anche». Sono passati quasi vent'anni da quando lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano ha pronunciato questa frase e da allora la realtà non ha fatto altro che confermarla. Negli ultimi decenni le disuguaglianze sono cresciute, mentre dilaga la corruzione. Lo scetticismo e la paura si diffondono tra gli operatori economici. Il reportage di Juan Luis Cebrián (Stampa p.10).
Erdogan resta senza F35. E Putin è pronto a dargli i jet. Sale la tensione fra Turchia e Stati Uniti e Mosca è pronta ad approfittarne nuovamente offrendo a Erdogan caccia da combattimento per sostituire gli F35 che Washington ha negato alla Turchia (Stampa p.17).
Ebola. In Congo torna l'epidemia e ora minaccia il Ruanda Oms: emergenza mondiale
Si riaffaccia lo spettro di Ebola e le sue febbri emorragiche tornano a spaventare il mondo come accadde nel 2013 e nel 2014, quando il contagio del micidiale virus falciò 11 mila vite in tre Paesi dell'Africa occidentale, Sierra Leone, Liberia e Guinea Conakry (Repubblica p.14).

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