Commentario del 4.09.18

IN PRIMA PAGINA
Crisi libica ancora in primo piano su tutti i giornali: Al Serraj sotto assedio, Tripoli senza padroni (Fatto). L'Italia tratta con i miliziani ribelli per salvare Al Sarraj (Stampa). Salvini attacca: la colpa è dei francesi (Repubblica). Ora è allarme profughi (Corriere), rischia di saltare l'intesa sui migranti (Messaggero). Minniti alla Stampa: "Per far saltare l'Ue il governo usa i migranti". MF: comunque vada, in Libia il conto lo pagherà l'Eni.
In primo piano anche la frenata dello spread. Salvini prudente su conti e regole (Corriere). Varoufakis alla Stampa: "L'economia italiana non è più sostenibile". Sul Messaggero l'ultima sulle pensioni alte: tagli a tempo. Sul Giornale la frenata sulla pace fiscale. Sulla Stampa la Confindustria pronta alla protesta con i lavoratori dell'Ilva. Sul Sole l'affondo contro la burocrazia: per un'opera pubblica servono 15 anni.
Spazio anche alla politica: su QN il sorpasso della Lega sul M5S, 34% a 27%. Fico alza il tiro su Salvini (Fatto), Renzi su Zingaretti: "Non c'è solo lui" (Corriere).
Dall'Estero. Su Corriere e Stampa il rogo che ha cancellato la memoria del Brasile. L'Argentina avvia l'austerità contro il crollo del peso (MF). Sulla Verità allarme per la Cina: con altri 60 miliardi si compra l'Africa.
In cronaca: liberi i tre ragazzi accusati dello stupro di turiste a Como. Prove non certe (Corriere). Su Libero tutte le porcate che mangiamo al ristorante.
Calcio, Juventus già padrona. Campionato segnato? (Corriere). Sul Messaggero lo sfogo di Mancini: "L'Italia del calcio agli italiani".

ITALIA-ECONOMIA
Salvini prudente sui conti: "Sarà una manovra che farà pagare meno tasse agli italiani e sarà rispettosa di tutte le regole". Lo spread ferma la sua corsa a quota 285 (Corriere e tutti). Per la Stampa la Lega cerca l'intesa sui conti pubblici: Salvini vuole il deficit al 2% del pil. Anche per il Giornale Salvini smorza i toni e lancia l'assist a Tria per rassicurare i mercati. Ma negli Stati Uniti crescono i timori per un aumento del debito pubblico, scrive il Messaggero riprendendo il Wsj. Varoufakis alla Stampa: "Se fossi un'agenzia di rating avredi detto le stesse cose: anch'io avrei atteso di vedere cosa fanno Salvini e Di Maio prima di dare il voto al Paese. Da capire come si misurano con le sfide del fiscal compact: il quadro italiano non è sostenibile nell'attuale eurozona". Per l'ex ministro delle Finanze greco "siamo alla combinazione tra un debito insostenibile e un'austerità impraticabile. Una spirale fatale". Politicamente, poi, "l'Italia con Salvini è in un momento fascista". Il sottosegretario Buffagni (M5S) al Corriere: "Subito misure su Fisco e reddito di cittadinanza già dal 2019. Le coperture? Dai tagli dei privilegi, come abbiamo fatto con i vitalizi. Il taglio alle pensioni d'oro è una questione di giustizia sociale". Quanto alla tensione sui Btp "stiamo lavorando per farla rientrare. In questa fase la domanda dei titoli alle aste non manca".
Sul Corriere il supervertice oggi al Viminale di tutti gli esponenti leghisti che si occupano di economia. Salvini: "Ci incontreremo per accordare la chitarra". Per il Corriere il vicepremier ha deciso di cambiare rotta rispetto ai toni incendiari di qualche settimane fa. Priorità alla flat tax al 15% ma solo per le partite Iva e per le società di capitale. Le persone fisiche dovranno aspettare il 2019. Via anche alla pace fiscale e primi passi verso il superamento della Fornero. Il sottosegretario Rixi (M5S) al Corriere: "Partiamo con la flat tax: serve un segnale per chi vuole investire". Quanto allo spread "a settembre sale sempre, è come le foglie quando cadono in autunno. Noi dobbiamo mantenere gli impegni: il nostro obiettivo è che il Paese esca da questa pseudo crisi".
Il Messaggero torna sul dossier pensioni d'oro: se ne parlerà al vertice di oggi tra leghisti. Obiettivo, ammorbidire gli interventi sugli assegni oltre i 4000 euro. L'eventuale tagli sarebbe temporaneo. 
Il Giornale torna invece sulla "pace fiscale", su cui il ministro Tria starebbe valutando una mezza retromarcia. Doveva essere il motore della rivoluzione fiscale promessa dal governo, ma i grillini stanno boicottando la pace fiscale cara alla Lega e frenano sul piano di chiudere le liti con Equitalia. Il progetto all'attenzione di Tria ricalca quelli dei precedenti esecutivi.

ITALIA-POLITICA
Sorpasso della Lega (34%) sul M5S (27%): in apertura sul QN il sondaggio di Noto che evidenzia il balzo in avanti del Carroccio ad agosto, trainato dalla gestione della tragedia di Genova e dal caso Diciotti. Il consenso della maggioranza resta intorno al 60%: i numeri per Noto dimostrano che i flussi di voto si sono spostati prevalentemente tra i due partiti di governo, anche se la Lega ha rosicchiato qualcosa anche a Fi. Il Pd al 17% e non riesce ad attrarre chi nel M5S non condivide la linea dura di Lega e governo sui migranti. "Sorpasso di governo" segnalato anche da Fatto e altri quotidiani, che riprendono il sondaggio Swg per La7 che indica Lega al 32,2 e il M5S al 28,3%.
Il segretario dem Martina al Corriere (p.8) prova ad attrarre i delusi del M5S: "Molti loro elettori sono in sofferenza per l'egemonia di Salvini sul governo. Dobbiamo costruire un'alternativa per quei cittadini che hanno scelto il M5S ma si sono pentiti". Poi, in vista del Congresso, Martina dice: "Io e Zingaretti insieme? Ora do il massimo come segretario, poi valuteremo". Zingaretti avvia il risiko delle correnti: Franceschini, Orlando e Martina lo sostengono contro l'asse renziani-Orfini (Tempo p.8). La rete del governatore del Lazio oltre la sinistra: con lui Gentiloni, sindacalisti e cattolici (Repubblica p.5). Intanto, torna a parlare Renzi, che in tv si sfila dalla partita delle primarie: "Non mi candido" (su tutti). L'ex premier prende le distanze da Zingaretti - "Ci sarà qualcun altro da votare" - e accusa "il fuoco amico nel Pd che ha fatto fallire due volte il nostro progetto". Alla Festa dell'Unità, applausi per Roberto Fico, che critica la linea Salvini sui migranti. E avverte i suoi: "Il M5S non andrà troppo in là" (Corriere p.9). Fico è il primo grillino nella tana dem, ma i militanti non credono a intese future (Repubblica p.4). Sull'immigrazione interviene l'ex ministro Minniti alla Stampa (p.6): "Con questo tema vogliono far saltare l'Ue, ma così facendo l'Italia resta isolata. Il Pd deve riconquistare la società parlando alle paure della gente, non per alimentarle ma per superarle". Intanto cade per Salvini l'accusa di arresto illegale (Corriere p.11 e altri). Nell'ambito delle indagini, intanto, la procura valuta accertamenti su altri ministri che, con i loro tweet e le loro dichiarazioni, hanno rafforzato il messaggio che il ministro dell'Interno voleva mandare all'Europa (Repubblica p.17).
Daspo, sfida tra Bonafede e Forza Italia (Repubblica). Il guardasigilli lancia su Facebook la nuova legge spazzacorrotti, che andrà in consiglio dei Ministri tra giovedì e venerdì per essere poi incardinata alla Camera. Ma FI alza le barricate. Costa: "E' aria fritta". Rotondi: "E' un feroce mostro incostituzionale". Bonafede parla di ddl "rivoluzionario" perché darà agli inquirenti gli strumenti per spezzare il patto tra corri e corruttori". Essenziale la figura dell'infiltrato. Quanto al Daspo per i corrotti sarà "un deterrente fondamentale" che impedirà al condannato di avere a che fare con la Pa tutta la vita. "Così il poliziotto infiltrato scoprirà più tangentisti" dice al Fatto (in apertura) l'ex procuratore anti-mafia Roberti. Di parere diverso l'ex procuratore di Milano Bruti Liberati: "Condivisibile l'esigenza di una più efficace repressione della corruzione ma il problema fondamentale resta quello di scoprire i casi di corruzione e poi concludere i processi piuttosto che aumentare le sanzioni".
Centrodestra, azzurri in pressing sulla Lega per l'accordo alle Regionali (Giornale p.12): serve un'intesa sul voto amministrativo per tenere in vita la coalizione. Per il Messaggero (p.8) Salvini chiama Berlusconi: il disgelo nel centrodestra passa dalla presidenza Rai. La Lega ferma sul nome di Foa e minaccia "indagini" sull'elezione di Orfeo a Dg Rai (Fatto in prima e p.3).

ESTERI
Libia, l'Italia tratta con i miliziani ribelli per salvare Al-Sarraj (Stampa in apertura). Il premier ha incassato l'appoggio delle milizie di Misurata, ma anche Haftar trova rinforzi. L'Onu tenta la mediazione e cerca di riunire tutte le milizie intorno ad un tavolo (Messaggero p.2). L'Italia esclude l'intervento militare, ma è l'unico Paese "in prima linea" con 6 navi, 5 aerei e 500 soldati in campo (Giornale p.4). Per evitare l'escalation si punta sull'asse anti-crisi con Ue e Usa: i ministri Moavero e Trenta al lavoro sul fronte diplomatico per rilanciare la conferenza sul Paese africano (Messaggero p.3). Libia ostaggio delle milizie e dell'incertezza Ue (Sole in prima e p.5). L'esperto dell'Ispi Varvelli al Giornale: "L'errore dell'Europa è non riuscire a trovare una politica comune: ognuno parla con la propria tribù alimentando la crisi interna". Oggi vertice a Palazzo Chigi. Salvini e Fico concordi negli attacchi alla Francia, duro il ministro dell'Interno: "Qualcuno – dice - per motivi economici nazionali mette a rischio la stabilità del Nord Africa e quindi anche dell'Europa" (su tutti). Ora è allarme profughi (Corriere in prima e p.3): il caos a Tripoli rischia di far saltare l'intesa sui flussi migratori. Timori per la fuga di massa dalle carceri: tra i galeotti anche terroristi. Saltato il dispositivo di sicurezza, la Guardia costiera non può intervenire in Libia: impossibile per le motovedette rifornirsi sulla costa. Intanto, la crisi libica ha anche risvolti economici per l'Italia: energia e fondi di investimento, rischi per gli interessi (Giornale p.4). L'incertezza pesa sulle partecipate della Libyan Investment Authority, coinvolgendo Salini, Techint, Ansaldo e Iveco Sirti. Il caos pesa anche sull'Eni, che prova a minimizzare: Paese strategico, per ora nessun impatto (Sole p.5). Ma il gruppo ha deciso di ridimensionare la produzione in Libia per puntare a una strategia di diversificazione in Egitto, Algeria ed Emirati (Messaggero p.3). L'analisi di Libero (p.11) analizza il ruolo francese nella crisi libica: Macron vuole fregare il greggio all'Eni.

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