Commentario del 10.09.18

IN PRIMA PAGINA
Sull'Europa la scossa svedese (Stampa). In Svezia cresce l'onda nera ma i sovranisti non sfondano (Repubblica). Adesso il Paese è ingovernabile (Giornale). Sul Messaggero parla l'ideologo Bannon: "In Europa un unico gruppo populista".
Sul fronte interno notizia del giorno è l'annuncio di Di Maio sui negozi chiusi di domenica. Posti a rischio (Messaggero). I ragazzi degli scaffali: lasciateci lavorare (Repubblica). Sul Sole chi guadagna con la flat tax: più benefici al centro-nord e agli over 40. Su A&F  la pioggia di soldi pubblici a ferrovie, cinema, industria e circo: 47 miliardi. Su QN la fuga dai sindacati tra choc e mea culpa: "L'errore più grave è stato sui giovani". Sulla Stampa parla la ministra Lezzi: "Il M5S dirà no a Tap e condoni". Sulla Verità parla Boccia (Confindustria): "Addio piazza, nuova fase con il governo".
Politica. Salvini rilancia: giustizia da cambiare. Di Maio alza i toni, la tregua è già finita (QN). Il leader 5 Stelle "Basta avere paura di Salvini" (Stampa). Conte scivola ancora: "L'otto settembre l'Italia rinacque" (QN). ). Il Pd chiude la festa di Ravenna con la paura di "affondare come la Concordia" (Fatto).
Genova, si dimette ispettore indagato. Scontro finale tra Toninelli e Toti sulla ricostruzione (Repubblica, Giornale). Toti: "Pronto a lasciare" (Stampa). Sulla Verità parla il sindaco di Genova Bucci: "Se perdono tempo porterò a Roma tutte le barche della mia Genova". Sul Secolo XIX l'offerta di Calatrava per il ponte: "Grazie, c'è Piano".
In cronaca: su Repubblica Far West Italia: ora è più facile comprare un kalashnikov. Sul Corriere l'allarme polmonite a Brescia, i timori per l'apertura delle scuole. Sul Messaggero il Leone di Venezia a "Roma" tra le polemiche. Il film di Netflix non sarà nelle sale. "Ma è il futuro".
Su Stampa e QN lo sport in tilt: la rabbia di Serena Williams, la follia di Fenati. Sfuriata di Serena: "Arbitro bugiardo, ladro e sessista". Ai 200 all'ora Fenati tira il freno di Manzi in sorpasso.

ITALIA-ECONOMIA
"Entro l'anno negozi chiusi di domenica": in primo piano su tutti i giornali l'annuncio di Di Maio dell'approvazione di una legge del M5S che prevede solo 8 aperture su 52 domeniche. Per il vicepremier la liberalizzazione delle aperture "sta distruggendo le famiglie italiane". La Chiesa apprezza (Corriere). Soddisfazione di Confcommercio e anche dei sindacati dei dipendenti. Divisa la grande distribuzione. Bassi (Coop di consumo): "Serve equilibrio tra le varie esigenze". Pugliese (Conad): "La domenica è il secondo maggior giorno di vendite e incide per il 10% dei ricavi. Se si riduce l'orario di apertura dei supermercati sarà inevitabile ridurre la orza lavoro, nella misuta di 40/50 mila posti". In allarme supermarket e franchising: in bilico oltre 400 mila posti di lavoro (Messaggero). Gradara (Federdistribuzione) al Corriere): "Si perdono consumi e 40 mila posti di lavoro. Il commercio on-line crescerà ancora". Sul Messaggero la voce del popolo dei centri commerciali: "Lavoro tutta la settimana? Come farò?". Su Repubblica i timori dei ragazzi degli scaffali: "Restiamo aperti ma pagateci di più".
Manovra, Tria a Cernobbio rassicura i mercati (Corriere): "Inutile fare deficit se lo spread ti punisce" (Stampa). Davanti alla platea del Forum Ambrosetti Tria rilancia la sua linea, che è quella delle riforme graduali e conti in ordine (Verità). Flat tax, reddito di cittadinanza e quota 100 vedranno la luce ma in versione light. Ma il sottosegretario Siri, intervistato da Corriere e Verità.  rilancia: "Nessuna retromarcia, lavoriamo per dare concretezza ai provvedimenti nel contratto di governo: avvio della flat tax al 15% per partite Iva e imprese che investono gli utili in posti di lavoro o rafforzano il capitale. Inizio di taglio di imposta per le persone fisiche partendo dallo scaglione più basso. Pace fiscale e riforma della Fornero con l'introduzione di quota 100". Quanto allo stop dell'Europa "è più una suggestione che una realtà. La Commissione Ue guarda all'Italia con attenzione e senza ostilità. Se supereremo di poco il 2% significa che i nostri provvedimenti non impatteremo così tanto sui conti pubblici e finalmente avremo un bilancio reale". Sulle grandi opere discorso aperto: "Sulla Tav Lega e M5S hanno idee diverse ma non inconciliabili. Il Tap si farà, è un'opera strategica per il Paese:farlo significa ridurre il costo delle bollette". Di diverso avviso la Lezzi, ministro per il Sud: "La Tap? Non è strategica, coprirebbe il 2 per cento del fabbisogno nazionale e dunque non ci liberiamo dalla Russia e da Putin  – dice alla Stampa – La pace fiscale si può fare solo su piccole somme: nessun condono per gli evasori milionari". Per il M5S la priorità è il reddito di cittadinanza: "Da subito risorse per un milione e mezzo di giovani delle famiglie povere". Sulla Verità intervista a Boccia, che apre una "seconda fase" nei rapporti tra Confindustria e governo: "Adesso la prospettiva è cambiata. Ora il banco di prova è la legge di bilancio". Boccia promuove Di Maio sull'Ilva e Salvini sul programma di governo spalmato nel medio termine: "Noi lo chiedevamo da tempo". Ma Confindustria resta neutrale: "Noi valutiamo provvedimenti e non governi. Non siamo contro. Siamo neutrali". E avanza 6 proposte su cui collaborare.

ITALIA-POLITICA
Scontro nella maggioranza, Salvini sfida i 5S: "Nessuna telefonata da Di Maio, non ho bisogno di suggeritori. Non ho fatto né un attacco alla magistratura né, il giorno dopo, una retromarcia" (Repubblica p.8). Ma dal Movimento confermano il colloquio: aumentano le distanze tra i due alleati (Corriere p.10). Il senatore 5S Ferrara al Mattino: "Attaccare i giudici è una prassi da Prima Repubblica, va rispettata l'autonomia della magistratura e il ministro Bonafede è stato chiaro su questo punto". Intanto, per la Stampa (p.7) Di Maio inaugura la fase 2: basta avere paura di Salvini. Il capo grillino confida nella sponda di Mattarella che "non permetterà elezioni anticipate". L'ex premier Monti alla Stampa: "Per ora vedo poco cambiamento in questo governo e si evidenziano le incoerenze su società ed economia fra i due partiti della maggioranza".
Scontro giudici-Salvini. Il ministro rilancia sulla giustizia e propone l'eliminazione dell'obbligatorietà dell'azione penale (su tutti), ma le toghe non ci stanno. Finita la tregua tra il ministro e i magistrati (Giornale p.4). "I giudici anti-Salvini tifano immigrazione" attacca Libero (p.2). Salvini all'attacco di Magistratura democratica per aver "sposato la campagna pro-immigrazione" (Corriere p.10). Intanto, sull'indagine su Salvini relativa alle vicende della nave Diciotti, Giornale (p.5) definisce il procuratore Patronaggio "complice" del ministro: indagava sul sequestro e salì sulla nave: per legge aveva l'obbligo di intervenire.
Migranti, il Viminale apre il dossier espulsioni (Corriere p.6 e tutti): "Con questi ritmi servono 80 anni per i rimpatri" dice Salvini, che annuncia accordi imminenti con i Paesi di provenienza per accelerare. Il sottosegretario Molteni parla al Messaggero (p.13): "Siamo il Paese che rimpatria meno, ancora una volta il problema è l'Ue". In arrivo un decreto per "riportare a 180 giorni il periodo di trattenimento nei cpr" e per "tagliare i percorsi di integrazione, che non hanno funzionato. Inoltre – aggiunge Molteni – abbiamo tagliato i permessi di soggiorno per motivi di protezione umanitaria". Ed è pronto un blitz a tappeto nei centri che ospitano i migranti (Giornale).
In prima pagina sul QN lo "scivolone storico" del premier: alla Fiera del Levante di Bari, Conte parla dell'8 settembre '43 e segnala gli sforzi dell'esecutivo per "ricreare quel clima di fiducia. Fu l'inizio – ha detto – di un periodo di ricostruzione prima morale e poi materiale del nostro Paese". Le frasi del premier finiscono sotto attacco da parte delle opposizioni e scatenano un coro sarcastico sui social (Repubblica p.8).

ESTERI
Svezia, avanzata degli anti-euro (Messaggero): uno su 6 sceglie i sovranisti (Corriere). Socialdemocratici in crisi ma restano primi (Repubblica). Ora formare un governo sarà più difficile (Giornale). In primo piano su tutti i giornali le elezioni politiche svedese, che vedono schizzare al 17,6% il partito anti-immigrazione Svezia Democratica. I socialdemocratici calano intorno al 26-28% ma restano il primo partito del paese; i Verdi rischiano l'esclusione dal Parlamento. Centrosinistra e centrodestra quasi alla pari. Così si va a un Parlamento ingessato dove sarà difficile trovare una maggioranza, ma in Svezia, scrive il Corriere, alle alchimie politiche sono abituati. Al leader di Sd Jimmie Akesson le congratulazioni di Salvini. Che del voto svedese dice: "E' un avviso di sfratto ai socialisti" (Repubblica). Su Stampa e Messaggero ritratto di Akesson, il sovranista che rifiuta le alleanze e mette paura all'Ue: web designer malato di videopoker, in 10 anni ha fatto crescere l'ultradestra epurandola dai nazisti. Ora punta a costringere i rivali alla Grande Coalizione. "Akesson più moderato di Salvini, Stoccolma non diventerà come Budapest, qui non arriva nessun Orbàn" dice al Corriere l'ex premier svedese Carl Bildt. Su Repubblica parla lo scrittore svedese Hakan Nesser: "Dai sovranisti soltanto rabbia, ma gli altri hanno sbagliato tutti". Mario Monti alla Stampa: "Dal voto in Svezia un colpo al processo di integrazione. Il modo migliore per suicidarsi per gli Stati è pretendere di riprendersi la sovranità a semi-cottura che c'è oggi a Bruxelles e farla sparire a livello nazionale". Sul Messaggero parla Bannon, l'ex ideologo di Trump: "Alle prossime Europee la questione migratoria sarà fondamentale. Salvini ormai è un leader mondiale, un simbolo: chiudendo i porti ha dimostrato che si può passare dalle parole ai fatti. Come Trump. E l'Italia è un laboratorio politico". Sul fronte europeo "Merkel e Macron sono sempre più minoritari, ora serve un super-gruppo di populisti in Europa".

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