Commentario del 13.09.18

IN PRIMA PAGINA
Caso Orbàn e copyright, sconfitta dei populisti (Stampa). In primo piano su tutti i giornali il voto del Parlamento europeo che ha detto sì alle sanzioni contro il premier ungherese e ha approvato la riforma che tutela il copyright (Sole e tutti). Il Messaggero: ora i big del web paghino il dovuto. Ma i grillini stanno con i pirati (Giornale). Di Maio: "Vergogna, questa è censura".
Di Maio va all'assalto anche di Tria sul reddito di cittadinanza (Messaggero). Tria a Conte: se sono il problema posso lasciare (Stampa, Corriere, Repubblica). Sul Sole la brusca frenata della produzione industriale. Il Giornale: Di Maio frena l'Italia.
Su Sole e QN l'altolà di Mattarella a Salvini: nessuno è al di sopra della legge. E lui: vado avanti. D'Alimonte a Italia Oggi: "Salvini è forte perché mantiene le promesse". Ma è caccia al tesoro della Lega: i pm in Lussemburgo (Fatto e altri).
Sul Corriere le ferite di Genova un mese dopo. Sul Fatto i manager di Ansaldo e Fincantieri che se la ridono sotto il ponte. Toti non sarà commissario (Corriere, Repubblica). Cerchiai (Autostrade) al Messaggero: "Rifare il ponte è nostro dovere, Fincantieri ok". Per la Stampa sarà scontro legale su ogni atto. Il cardinal Bagnasco al Corriere: "Qualunque ritardo sarebbe imperdonabile". Confindustria: "Colpa del governo se il ponte non si fa" (Giornale).
Su tutti i giornali la mossa del Papa: contro gli abusi chiama i vescovi in Vaticano. Un altro cardinale verso le dimissioni (Verità). Il Tempo: e se gli emeriti diventassero due?
In cronaca: sul Corriere la giovane mamma morta in autostrada per proteggere le figlie. Era scesa per mettere il triangolo. Su QN il gioco di morte di Igor, 14 anni, strangolato nella sua cameretta per una sfida estrema raccolta sul web. Sulla Verità le accuse alla regione Emilia Romagna sulla febbre del Nilo: morti taciute per evitare il panico. Sul Messaggero il baby sitter boom: si trovano sul web e costano meno.

ITALIA-ECONOMIA
Ultimatum M5S a Tria sul reddito di cittadinanza. Poi Di Maio frena, ma lo spread risale (Sole). Tria minaccia le dimissioni (Stampa). Ancora fibrillazioni nella maggioranza in vista del varo della legge di Bilancio. Ieri sono circolate voci di una pressione del M5S sul ministro Tria per l'avvio del reddito di cittadinanza: "o mette in manovra 10 mld per il reddito o fa le valige, altrimenti sarebbe stato il Movimento a chiederne le dimissioni". Voci poi smentite ma i rumors hanno fatto risalire lo spread a 254 punti. Di Maio si sarebbe indispettito per gli stop alla spesa e per il parere favorevole a Tav e Tap di Tria, letti come un "atto ostile", uno sconfinamento dalle competenze di un ministro che "non ha ruolo politico". Sul Corriere l'ira del ministro contro Di Maio: non faccio il capro espiatorio. Telefonata con il premier Conte: "Basta attacchi o lascio" (Repubblica). Per Repubblica il "libro dei sogni" gialloverdi costa dai 23 ai 28 miliardi. Ma il rapporto deficit/pil all'1,6% - il massimo della flessibilità che l'Europa può consentire e la soglia di sicurezza per i mercati – basterebbe solo per sei mesi di reddito di cittadinanza.
Boccia alla Stampa (p.6): "La manovra non faccia salire lo spread". "Con scelte sbagliate si ripiomba nella crisi. Non possiamo accettare politiche che paralizzino il Paese" dice il presidente di Confindustria. "Il nostro obiettivo non è far cadere questo esecutivo ma evitare che lo spread salga e incentivare la crescita. La politica non può essere portavoce del popolo ma interprete degli interessi del Paese". E da Torino, dove ieri gli industriali del Nord Ovest si sono riuniti per ribadire il loro sì alla Tav Boccia chiede lo sblocco delle grandi opere: "Serve un grande piano infrastrutturale. Genova deve essere la svolta: il ponte si deve fare presto e bene, la città ha bisogno di risposte rapide e efficienti. Occorre evitare conflitti tra istituzioni e il gioco pericoloso dei ricorsi".
In apertura sul Sole e su tutti la gelata inattesa sull'industria: a luglio primo calo annuo (-1,3%) da giugno 2016. In rosso quasi tutti i settori. Europa sempre più lontana (Sole p.3): peggio dell'Italia solo Malta e Irlanda. Per il Corriere lo stop industriale apre un'incognita sul 2019: l'aumento del pil potrebbe essere sotto l'1%.
Boccia, alla Stampa: "L'Italia sta venendo lentamente fuori dalla crisi ma se sbaglia le sue scelte, e la manovra sarà il banco di prova, potrebbe ripiombarci dentro". Montanino (CsC) al Sole: "Un dato così negativo è stato una sorpresa, sta emergendo un problema molto forte di export. E' la conseguenza delle tensioni commerciali su alcuni nostri partner importanti come la Germania". Per Montanino "la Ue deve essere chiaramente a favore di una linea di apertura al commercio: la tendenza alla chiusura di alcuni Paesi penalizza l'Italia che è un Paese esportatore". Trend invece favorevole per l'occupazione che torna ai livelli del 2008: 23,32 milioni gli occupati, 230 mila in più rispetto al periodo precedente, 387 mila su base annua; il tasso di disoccupazione è ai minimi al 10,7%, accompagnato da una frenata degli inattivi.

ITALIA-POLITICA
Orbàn, sconfitta dei populisti (Corriere in apertura e tutti). L'Europarlamento vota il via alle sanzioni contro l'Ungheria per le riforme "contrarie ai valori europei". Per Libero (p.7) Bruxelles punisce Orbàn per far paura a Salvini. La votazione spacca Lega e M5S: Salvini forza la linea del governo e si oppone alle sanzioni, mentre il M5S si è espresso in senso contrario (Corriere p.3). Giornale (p.7) parla di "eurorissa" tra Carroccio e grillini. E Conte sparisce in silenzio, alle prese con un dilemma: scegliere Salvini o Di Maio. Anche per la Stampa (p.3) lo scontro Lega-M5S mette in crisi la linea di Conte. Per il Messaggero (p.5) dietro la spaccatura su Orbàn c'è la competition tra Carroccio e M5S per arrivare primi alle europee del 2019 e per decidere i nuovi Commissari. Sorgi (Stampa p.10) parla di "bivio europeo per la coppia gialloverde". D'Alimonte a Italia Oggi (in prima e p.7): "A Salvini in questa fase non conviene rompere con il M5S. Questo governo gli sta dando tantissimo in termini di consenso. I suoi consensi crescono perchè sta facendo quello che ha promesso. Gli conviene andare avanti con i 5S fin quando non vedrà l'alternativa a portata di mano". Ma per il Giornale la votazione europea su Orbàn compatta il centrodestra, con Lega e Fi che votano contro le sanzioni. "E' solo una coincidenza" dice al Messaggero (p.7) Tajani.
Su Sole e QN in prima e su tutti il richiamo di Mattarella a Salvini sulla "Diciotti": "Nessuno è al di sopra della legge" (Messaggero p.8 e tutti). Ma il titolare del Viminale rilancia la sfida: "Ha ragione. Per questo, rispettando la legge, la Costituzione e l'impegno preso con gli italiani, ho chiuso e chiuderò i porti agli scafisti. Indagatemi e processatemi, io vado avanti" (Stampa p.10 e altri). Ma sulla Diciotti, nella informativa al Senato, Conte smentisce Salvini: "Il Viminale fu informato del possibile intervento della Guardia Costiera in acque maltesi", mentre Salvini dichiarò di non aver saputo nulla del barcone (Fatto p.4).
Lega sotto tiro anche per i fondi: magistrati in Lussemburgo per trovare i soldi (Corriere, Fatto in apertura e tutti): rogatoria nel Granducato, magistrati e finanzieri cercano tracce di una parte dei fondi da sequestrare al Carroccio. Nel mirino l'operazione da 3 mln tramite la Sparkasse che, secondo pm e GdF, potrebbe aver permesso il rientro di soldi sospetti nell'era Salvini. Ma la banca parla di iniziativa autonoma (Stampa). Sul Messaggero le verifiche sui fondi per la Lega transitati tramite "Più Voci", l'associazione finanziata dal costruttore romano Parnasi, coinvolto nell'inchiesta sullo stadio della Roma.
Bagarre in Aula sulla fiducia al Milleproroghe (Corriere p.10 e tutti). E' la prima volta, dopo 100 giorni di governo, che l'esecutivo pone la fiducia ma è scontro con le opposizioni. Il Pd ha occupato l'Aula parlando di "atto grave". La richiesta della fiducia è "illegittima" anche per Fi e FdI. Ma per il ministro Fraccaro è "un atto dovuto". In polemica anche l'Anci per i tagli ai soldi alle periferie del Milleproproghe: "Conte li restituisca o via ai ricorsi" (QN p.10 e tutti).

EUROPA
L'Europarlamento approva la riforma: in vista più tutele per il copyright (Sole p.19). La Ue batte Google e Facebook (MF): il diritto d'autore va pagato anche online (Stampa). Ma Lega e M5S votano contro. Di Maio: "Vergogna, questa è censura preventiva". E promette battaglia: "Stiamo entrando in uno scenario da Grande Fratello, ci batteremo contro la verifica dei contenuti caricati on line e la link tax" (Stampa). E alle lobby degli editori manda a dire: "Questi sono gli ultimi vostri colpi di coda. Nel 2019 i cittadini vi spazzeranno via". Crimi alla Stampa: "La trattativa sulla direttiva sarà lunga, noi puntiamo ad arrivare al voto finale dopo il voto europeo". Tajani: vittoria dei cittadini. Ora la palla passa a Commissione e Consiglio per i ltesto definitivo. "Questa direttiva garantisce l'indipendenza dei giornali" dice alla Stampa Carlo Perrone, consigliere Gedi e presidente dell'associazione degli editori europei. "Non riguarda solo la modernizzazione del diritto d'autore ma la sua funzione fondamentale nelle nostre democrazie".
"L'euro dovrà pesare di più sui mercati mondiali": sul Sole (p.17) e tutti il discorso di Juncker sullo stato dell'Unione, durante il quale ha presentato 18 iniziative legislative, dall'immigrazione alle fake news, dalla cooperazione con l'Africa alla lotta al riciclaggio. La prospettive è quella del rilancio dell'immagine di una Europa che protegge e di un euro come moneta con un vero ruolo internazionale. "Aberrante" per Juncker che la Ue importi l'80% del suo fabbisogno energetico in dollari quando dagli Usa arriva solo il 2% dei materie prime. All'Eba maggiori poteri contro il riciclaggio come risposta agli scandali bancari. Quanto al dilagare del populismo Juncker ha lodato il "patriottismo illuminato" mettendo in guardia dal "nazionalismo malsano" e messo in guarda da un "nuovo conflitto in Europa". Da Juncker – scrive la Cerretelli sul Sole – proposte ottime per un'Europa stanca di progetti difficili da attuare. Ma la frattura con l'Est è destinata ad accentuarsi.

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