Commentario del 16.09.18

IN PRIMA PAGINA
Genova, sul ponte tensioni su Palazzo Chigi (Corriere, Repubblica). M5S e Lega contro Conte: "Ha fatto tutto da solo". Poi la frenata: c'è intesa (Stampa). Intanto l'Anas fa un passo avanti. Armani a Repubblica: "Possiamo sostituire Autostrade". La Verità contro Autostrade: chiede ai dipendenti i soldi per le vittime del ponte. Il Giornale contro Toninelli: ride sui morti, non può essere ministro. Libero lo difende: attaccarlo sul sorriso è una scemenza.
Ampio spazio anche a politica ed economia. Su tutti il richiamo di Mattarella: la libertà di stampa è democrazia (Corriere, QN), stop ai tentativi di fiaccarne l'autonomia (Messaggero, Repubblica). Sulla Stampa i timori del Colle sui prossimi decreti e nomine del governo. Salvini apre un nuovo fronte di scontro sulla legittima difesa. Sul Corriere il gelo di Bonafede: "Non rincorriamo la Lega".  Sul Giornale l'ira delle toghe: "E' omicidio". Salvini: "Non invadete il campo" (Messaggero). Stasera il vertice Berlusconi-Salvini (Giornale). Sul Mattino l'offerta di Tajani alla Lega: "Pronti a votare flat tax, non il reddito". Sul Corriere e tutti la resa di Orfini: sciogliamo il Pd. Zingaretti: vuole soltanto evitare il congresso (Repubblica). Sulla Stampa l'affondo di Letta: basta imitare i sovranisti, impossibile ripartire insultando chi ha vinto. Sul Fatto il giallo dell'Air Force Renzi: spariti 13 milioni di Stato.
Su Libero l'allarme di Savona su conti e Europa: "O mi ascoltano o affondiamo". Sul Giornale la previsione di Roubini: "2020, l'Italia a picco". Sul Messaggero la nuova Irpef: tre aliquote dal 2020 ma è tensione sulla flat tax. Sul Corriere e tutti la sanatoria fiscale in arrivo: un tetto ai contenziosi fino a un milione. Avvenire e Giornale: la pace fiscale ora è condono. Sul Messaggero gli stipendi degli statali a rischio taglio dal 2019. Sul Sole la riforma della class action al via, ultimi ritocchi sui fallimenti.
Su tutti il grido del Papa a Palermo: "Mafiosi, convertitevi. Il denaro non rende liberi" (Sole). Non si può credere in Dio ed essere nei clan. E critica l'antimafia degli appelli (Repubblica).
Sul Messaggero la domenica sportiva: Roma-Chievo all'Olimpico, la Lazio di scena a Empoli. Crollo Inter, il Napoli riparte.

ITALIA-ECONOMIA
"O si cresce o si collassa. Cara Ue, fai tu i compiti": in un'intervista a Libero il ministro Savona smentisce le voci di sue possibili dimissioni – "speranze, prive di fondamento, degli avversari" -  illustra il documento spedito a Bruxelles: "Bisogna stimolare l'economica, altrimenti non ci si salva. Se non si stimola la crescita reale in un mercato che spontaneamente non la produce non c'è palliativo monetario che possa sventare il collasso". Sull'eventuale aiuto della Bce all'Italia Savona sottolinea che quello di Draghi è stato "un avvertimento, non un rifiuto. E' l'invito a preparare un bilancio che impedisca attacchi speculativo. E' il minimo che possa dire un governatore di Banca centrale". Lo scudo sull'Italia deve arrivare dall'Europa ma "non si può avere un mercato unico e una politica monetaria disgiunta dalle politiche fiscali nazionali". Quanto all'euro "se non si cambiano le regole sparirà. Non è un auspicio ma un avvertimento". Sul Giornale la profezia di Roubini, il guru che anticipò la crisi del 2008: "Nel 2020 saranno mature le condizioni per una crisi finanziaria, seguita da una recessione globale". Colpa essenzialmente delle politiche fiscali e commerciali degli Usa ma anche delle "politiche populiste di Paesi come l'Italia, che potrebbero tradursi in dinamiche del debito insostenibili dentro l'Eurozona". Per il Giornale il governo cerca di ricucire con Draghi. Giorgetti: "Basta dichiarazioni, ora fatti". Ma l'ala anti euro spara su Francoforte. Bagnai: "Bce incresciosa". Libero attacca; l'euro è in coma: lasciamolo crepare.
Su tutti i giornali anticipazioni della manovra: "I primi numeri li metteremo la settimana prossima – dicono Salvini e Di Maio – sarà una manovra in cui vengono prima la crescita poi i vincoli". Sul Corriere e tutti il pacchetto fiscale che entrerà nella manovra: tetto sui contenzioni fiscali fino a un milione di euro e una flat tax non rigida. Il Giornale parla di condono fino a un milione e sanatoria anche per le multe. Il sottosegretario Bitonci (Lega) al Corriere: "Via multe e cartelle, ma i grandi evasori resteranno fuori". "Noi pensiamo a una pace fiscale più ampia possibile come una tantum che chiuda tutte le liti pendenti per le cartelle, il contenzioso tributario, le multe amministrative e le multe di vario genere esclusa l'Iva e la previdenza. Il tetto a un milione di euro significa che abbiamo lasciato all'amministrazione finanziaria l'accertamento, la discussione e il contenzioso relativo alla grande evasione, cosa richiesta dal M5S". Bitonci conferma il fondo da 500 mln destinato ai risparmiatori delle crisi bancarie: "Un fondo a rotazione alimentato di anno in anno, una somma cinque volte superiore all'elemosina del Pd". Quanto alla flat tax "primo passo sarà l'estensione del regime forfetario del 15% fino a 65 mila euro, poi un 5% incrementale tra i 65 mila e i 100 mila euro per imprese, ditte individuali, professionisti, snc, sas e srl. Per le start up dei giovani sotto i 35 anni prevediamo un'aliquota del 5% per tre anni. Per l'Ires la riduzione dell'aliquota dal 24 al 15% per le aziende che investono gli utili in macchinari, ricerca e assunzioni". Sul Mattino l'apertura di Tajani: "Forza Italia pronta a votare la flat tax, non il reddito di cittadinanza. Impossibile realizzarle entrambe. Salvini non deve cedere ai 5Stelle: giovani e Sud hanno bisogno di altro".
Sul Messaggero in apertura le ipotesi allo studio sull'Irpef: frenata del governo nel 2019 ma dal 2020 le aliquote saranno tre, 15, 30 e 43%. Sul Sole in apertura la riforma della class action in discussione da martedì alla Camera e gli ultimi ritocchi sulla riforma del diritto fallimentare. A breve la nuova versione della disciplina della crisi d'impresa sarà invitata dalla Giustizia a Mef e Mise con l'obiettivo di andare in consiglio dei Ministri a inizio ottobre. Architrave del decreto legislativo è quanto uscito dalla commissione Rordorf con alcuni significativi aggiustamenti. Sulla class action si riparte dalla versione approvata la scorsa legislatura solo alla Camera.

ITALIA-POLITICA
Nuovo round tra Salvini e i magistrati, ora lo scontro è sulla legittima difesa (Corriere p.4). Il presidente dell'Anm Minisci definisce il ddl del Carroccio "inutile e rischioso" e blocca la legge. La replica del ministro dell'Interno: "Invasione di campo, tiro dritto. La difesa è sacrosanta e non si tocca" (Giornale p.12 e tutti). Il Corriere (p.5) evidenzia la presa di distanza del Guardasigilli Bonafede: "Chi sta scrivendo il cambiamento non può pensare di far tornare il Paese nella Seconda Repubblica". Bonafede contrario all'attacco generalizzato alle toghe, nonostante sia infastidito è convinto che non sia il caso di inseguire il leghista su questo fronte e punta sul ddl anticorruzione. Intanto il pm Minisci ha espresso preoccupazione anche per una eventuale liberalizzazione della vendita delle armi. Messaggero (p.10) intervista il sottosegretario Molteni, che sull'intervento dell'Anm dice : "Disponibili al confronto. Sono d'accordo con Bonafede che la magistratura debba essere indipendente, ma oltre al diritto di critica si dovrebbe dare maggior peso al dovere di confronto. La legittima difesa – aggiunge -  per noi è una priorità: non produce gli effetti paventati e soprattutto non farà esplodere la vendita delle armi, che non è nella legge".
"La stampa libera non si tocca": in primo piano su tutti il monito di Mattarella contro "le insidie volte a fiaccare l'autonomia della stampa, che costituisce elemento fondante della democrazia". Per il Corriere e tutti è difficile non cogliere un avvertimento a quanti alimentano continui attacchi per delegittimare la stampa "nemica", come hanno fatto di recente esponenti del M5S. Stampa (p.3) parla di "campagna preventiva del Colle per evitare strappi alla Costituzione". Fieg e Fnsi plaudono alla presa di posizione del Colle, chiesto l'avvio di un confronto condiviso (Messaggero p.11).
Centrodestra. Stasera Salvini da Berlusconi: punto di svolta (Giornale p.2). Incontro a cena, sul tavolo Rai ed elezioni (Libero p.6). Potrebbe arrivare il via libera del leader di Fi al nome di Foa per la presidenza Rai. Tajani al Mattino (in prima e p.11): "In ballo non ci sono poltrone, ma sarà un confronto politico sulle regole che tengono in piedi la coalizione. Nessun partito unico, vogliamo andare uniti nelle regioni e puntare su un governo di centrodestra". Ma nel menù di stasera ci sarà anche la richiesta di garanzie per Mediaset (Stampa p.2). Tra tv, fisco e giustizia, il vertice Salvini-Berlusconi imbarazza il M5S (Repubblica p.4). Nei sondaggi la Lega vola e Salvini gongola: "Io più forte se mi attaccano" (Giornale p.3). L'Espresso dedica la copertina al "camaleonte" Salvini: nel commento di Damilano l'analisi sul partito che "cambia pelle per non cambiare nulla".
Pd, verso il congresso arriva la proposta choc di Orfini per fermare Zingaretti: "Il Pd va sciolto e rifondato" (QN p.9 e tutti). "Resti il nome, ma buttiamo lo statuto e ricostruiamo. Il partito com'è oggi non funziona, mettiamo insieme un pezzo di Paese che non condivide le politiche del governo" ha spiegato il presidente dem. Zingaretti: "E' un'altra scusa per non fare il congresso. Hanno paura di perdere e preferiscono chiudere il partito" (Repubblica p.9).  Per Repubblica (p.8) c'è il sospetto che l'ala renziana voglia far slittare il congresso a dopo le Europee per mancanza di un candidato forte da contrapporre a Zingaretti. Ma Renzi si dice all'oscuro della mossa di Orfini. Intanto, atto di accusa di Enrico Letta: smettiamo di imitare i sovranisti. 

ESTERI
Migranti, l'Italia prova a uscire dall'isolamento: asse con Berlino sulla missione Sophia (Messaggero p.7). Giovedì l'incontro a Salisburgo per trattare le nuove regole sui soccorsi nel Mediterraneo. Il governo italiano punta al sostegno della Germania. Intanto, dopo aver accolto 20 dei migranti della Diciotti, il premier albanese Ilir Met al messaggero (p.4) dice: "Noi albanesi siamo pronti a fare altri sforzi. Verso l'Italia o la Grecia faremo le cose giuste in relazione alle nelle nostre possibilità e alla necessità di salvaguardare i nostri confini. Eppure crediamo che uno o più Paesi non possano sostituirsi alla Ue nella gestione del fenomeno dell'immigrazione. Con la nostra scelta di accogliere i 20 migranti, non a caso, abbiamo voluto dire all'Europa di gestire diversamente questa problematica, l'Italia non può essere lasciata sola".
In tema migranti, intanto, pressing di Salvini sulla Tunisia: "Rimpatri rapidi, dobbiamo rivedere l'accordo" (Stampa p.8). L'obiettivo è imbarcare sui charter i nordafricani arrivati a Lampedusa con i barchini. Martedì il vertice a Roma. Ma la Tunisia mette i paletti per i rimpatri: niente iter speciale (Corriere p.13).
Libia, l'Alto commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, ad Avvenire: "Non si può pensare solo a consolidare un organismo, come la Guardia costiera libica, senza intervenire su tutto il resto. Serve uno sforzo coordinato che coinvolga anche altre strutture. In caso contrario si intasano i centri di detenzione governativi senza poter dare risposte adeguate a migranti e richiedenti asilo. Anche per questo un suggerimento che abbiamo dato al governo italiano, come ad altri governi europei, è di concentrarsi sulla Libia per creare canali umanitari. È inutile negare che esistono differenze di vedute tra Paesi, ad esempio proprio tra Italia e Francia, ma il mio suggerimento è ancora quello di lavorare insieme per risolvere il problema in Libia". Intanto, da Tripoli arriva l'appello: "Non fidatevi di Haftar" (Messaggero p.5). Le milizie del Sud del Paese contro la Francia, "responsabile di aver fatto saltare l'intesa di pace".

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