Commentario del 18.09.18

IN PRIMA PAGINA
Manovra, Genova, Olimpiadi, il governo non riesce a decidere: in apertura su Repubblica e tutti il braccio di ferro tra Lega e M5S sui temi caldi del momento. Il Giornale: sono nel pallone. Manovra bollente (Avvenire): lo scontro è su deficit e condono (Fatto). Per la Verità si va verso un deficit al 2,5% del pil. Di Maio contro Tria e la Lega sul reddito di cittadinanza (Stampa). Spunta il taglio sui ticket sanitari (Messaggero). Sulle Olimpiadi il M5S frena su Milano, dossier a rischio (Messaggero). Sala resiste, è cortocircuito tra leghisti e grillini (Stampa).Tensioni tra M5S e Lega anche sulla Rai: "Berlusconi resti fuori dalla partita" (QN). 
Politica, la guerra delle cene fa crollare il Pd (Giornale). Calenda rinuncia: "E' tutto inutile" (QN). E ora il Pd rischia di perdere anche le 4 regioni dove comanda (Italia Oggi). Alla festa della Meloni arriva il guru di Trump (Tempo).
Esteri. Sulla Stampa intervista a Bill Gates: portare l'istruzione in Africa per fermare i migranti. Sul Giornale le tensioni tra Roma e Vienna sul passaporto agli altoatesini: Moavero diserta la visita in Austria. Sul Fatto l'Italia sguarnita di ambasciatore e Servizi in Libia.
Scuola al via, è boom di disabili (Messaggero). Ma in aula mancano 12 mila insegnanti di sostegno (Stampa). Mattarella: basta odio in aula (Messaggero). "Sono bulli non solo i figli ma anche certi genitori" (Stampa, QN).
In cronaca. Su Corriere e Messaggero il dramma di Lele dei Negramaro: emorragia e prognosi riservata. La band ai fans: "Pensate a lui, forte forte".

ITALIA-ECONOMIA
Tre ore di duello sulla manovra (Corriere), lo scontro più acceso su deficit e condono (Fatto). Lega e M5S decisi a sforare il deficit, ma il Tesoro non molla (Stampa). L'ira di Di Maio per i "no" di Tria. Fermo anche il decreto Genova (Repubblica). In manovra anche un piano-anti sprechi da 3 miliardi e la riduzione dei ticket sanitari su farmaci e visite, finanziato con la revisione delle detrazioni fiscali (Messaggero). Palazzo Chigi parla di "summit in totale armonia" ma tutti i giornali riferiscono lo scontro di Di Maio con la Lega sulla pace fiscale fino a un milione di euro voluta dalla Lega – "Non siamo disponibili a votare alcun condono" – e il rilancio sul reddito di cittadinanza, contro Tria: "Se non ci aiuta a fare il reddito lo faremo da soli. Il governo del cambiamento ha senso solo se c'è cambiamento". Per reperire risorse rispunta l'ipotesi di utilizzare gli 80 euro del bonus Renzi. Buio sul deficit. Conte: "Sarà l'ultima cosa che saprete" dice Conte ai giornalisti (Corriere). Tria blinda il disavanzo all'1,6% ma per la Verità il tetto del deficit/pil viaggerebbe verso il 2,5%. Aperto anche il capitolo pensioni: per il taglio alle pensioni d'oro la soglia si assesta a 4.500 euro invece di 4.000, scrive il Messaggero. Per l'uscita anticipata si continua a lavorare a una quota 100 per 62 anni di età, ma molto dipenderà dai dettagli: possibile la reintroduzione delle "finestre" pre-Fornero, Quanto alla "pensione di cittadinanza", la minima a 780 euro promossa dal M5S, l'idea è arrivarci assorbendo tutte le attuali maggiorazioni, compresa la quattordicesima. "Pensioni M5S troppo coste, scelta ingiusta" dice al Corriere l'esperto Alberto Brambilla, vicino alla Lega. "La pensione di cittadinanza costerebbe troppo, sarebbe pagata dalle giovani generazioni e spaccherebbe lo stato sociale". Al contrario, "quota 100" per anticipare il pensionamento "è una proposta gestibile". Su Repubblica parla il sottosegretario al Tesoro Bitonci (Lega): "Non proponiamo il condono ma un concordato fiscale, a regime, permanente: chi è in difficoltà va all'Agenzia delle Entrate per verificare, rateizzare e ridurre l'importo. Ma non è un condono tombale".
Intanto le entrate fiscali aumentano il doppio del Pil (Libero p.2): il Mise infatti ha certificato che nei primi 7 mesi 2018 le entrate tributarie sono aumentate del 2% (7.680 mld) rispetto al 2017.

ITALIA-POLITICA
Tra Berlusconi e Salvini è amore, titola Libero: due incontri in tre giorni. Dopo il vertice di domenica sera ad Arcore, stasera l'appuntamento è a Palazzo Grazioli, presente anche Meloni. Ma le notizie di un'intesa ritrovata su Rai, pubblicità e amministrative fa infuriare i Cinque Stelle (Messaggero, QN). Di Maio: "Il tempo per la Rai scade questa settimana, se non si può mettere Foa ce ne faremo una ragione. Berlusconi non metterà le mani sulla Rai". Quanto al piano Crimi sull'editoria "nessuna garanzia a Berlusconi: il piano va avanti". Tajani al Corriere: "Il governo non dura, Salvini ci dica da che parte sta". Quanto all'esistenza del centrodestra "lo stiamo verificando: il clima è positivo. Sulla Rai non stiamo facendo il mercato delle vacche ma un discorso complessivo di strategia sulle elezioni regionali e sul centrodestra. Salvini vuole andare avanti con il centrodestra ma una cosa sono le parole, un'altra i fatti. Per noi i Cinque Stelle sono una prosecuzione del Pd".
Il Pd litiga anche a cena: Calenda rinuncia (Corriere, Messaggero e tutti). Alla mossa dell'ex ministro, che aveva chiamato a casa sua Renzi, Gentiloni e Minniti per "essere operativi in vista del congresso", replica Zingaretti, pronto a una cena in trattoria con un operaio, un imprenditore, uno studente e un professore "per chiedere loro dove abbiamo sbagliato". Anche Renzi si sfila: "Quelli del governo levano i vaccini e i nostri parlano delle cene? Roba da matti". E ieri sera in serata Calenda via tweet annulla l'invito. Gentiloni: "Non è a tavola che si risolvono i problemi dei partiti ma con il congresso". Parisi a Repubblica: "Abbiamo perso 6 mesi a recriminare. L'idea di Orfini di ricominciare tutto da capo è la prova dello sbandamento che attraversa il Pd". Il Pd è uno e trino, scrive il Fatto, diviso tra Renzi, Zingaretti e Calenda: si va verso una ri-divisione tra Ds e Margherita. Martina intanto continua il suo tour in Italia: ieri era a Piacenza, ai cancelli di Amazon. Libero: Martina da solo davanti a Amazon, hanno capito che è un "pacco".
Un conto per i sequestri ma gli stipendi salvi: su Corriere e Messaggero la bozza di intesa tra Lega e pm dopo il sì alla confisca dei 49 milioni di euro spariti. La Procura attingerà gradualmente ai fondi del partito. Sul Fatto (in apertura) la beffa della legge salva-cognato di Renzi: se Salvini non costituisce la Lega parte civile nel processo milanese contro Bossi e Belsito sull'appropriazione indebita di 3 milioni di euro i due la faranno franca.

ESTERI
"Per fermare i flussi migratori dall'Africa bisogna creare una classe media": sulla Stampa parla Bill Gates. "Investire nello sviluppo dell'Africa è una delle scelte più strategiche: instabilità e povertà sono alla radice di fenomeni epocali come le migrazioni di massa. Negli ultimi anni gli aiuti hanno avuto successo, dimezzando la povertà estrema. Ora però rischiamo di tornare indietro per il boom demografico nell'Africa sub-sahariana. Per prevenire questo rischio bisogna investire di più nel capitale umano del continente".
Libia, nuovi scontri a Tripoli, Sarraj arma i corpi speciali (Libero). Sul Fatto la ritirata italiana: l'ambasciatore Perrone, "sgradito" a Haftar, dopo le ferie, difficilmente tornerà in Libia. Verso la sostituzione anche il capo del servizio segreto estero Manenti, che fin qui aveva gestito la crisi. Salvini ne ha disposto la sostituzione ma lo stallo tra Lega e M5S sulle nomine potrebbe prorogarne la missione. Le condizioni peggiori per preparare la conferenza di pace di Sciacca, prevista a novembre per bilanciare l'attivismo di Macron.
Doppio passaporto agli altoatesini, Moavero diserta la visita (Giornale): "L'Austria mina la fiducia" (Stampa). In una nota ufficiale la Farnesina giudica "inopportuna" e "capace di incrinare il clima di serenità e fiducia reciproca" l'idea del governo Kurz di concedere la cittadinanza agli altoatesini di lingua tedesca, specie in concomitanza del centenario della fine della Grande Guerra. Libero critico: ora ci mettiamo a fare la guerra all'Austria. E proprio nel giorno in cui Conte riceve Kurz a Roma, in vista del Consiglio europeo informale di domani a Salisburgo sui migranti.

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