Commetario del 24.01.2018

IN PRIMA PAGINA
In primo piano le mosse di Trump sul commercio internazionale. Nuovi dazi contro l'Asia (Sole). Dal Forum di Davos la protesta dei Grandi: no al protezionismo (Messaggero). La mossa di Trump scatena la rabbia di Pechino e Seul (Stampa).
Ampio spazio anche alla politica. i vincoli Ue dividono Salvini e Berlusconi (Corriere, Messaggero). Il leader di Fi convince l'Ue con i numeri sulla flat tax (Giornale). Weber al Messaggeri: "Con Berlusconi certezza di europeismo nella coalizione". Intanto, Salvini fonda un'altra Lega (Libero e altri), per il Fatto vuole liberarsi del vecchio Carroccio per non dover pagare i debiti. "Lega-M5S, la tentazione di Di Maio" (Stampa). Intanto, Grillo lancia il suo blog senza i 5S (Corriere e altri). In vista del voto, su Libero un sondaggio sugli astenuti, che spiegano perchè non andranno alle urne.
Sul Corriere parla Sala: "L'Italia segua Milano, altrimenti faremo da soli".
Europa, sul Messaggero il piano di Prodi sulle infrastrutture.

ITALIA-ECONOMIA
Il segretario dell'Ocse, Angel Gurria, a Repubblica (p.6) ragione sul voto italiano: "Le elezioni potrebbero anche confermare il trend economico positivo. C'è molto in gioco. Le riforme fatte negli anni recenti stanno sortendo i loro effetti, a partire dai 950 mila posti di lavoro creati con il Jobs Act. Sono cose che hanno avuto effetti positivi sulla crescita. E anche le misure per stabilizzare il sistema bancario sono positive. Ora c'è la base per una robusta ripresa".
"L'obbligo di intervenire sul debito": su Repubblica (in prima e p.28) l'economista Messoni segnala la necessità di intervenire per abbassare il rapporto debito pubblico/Pil, ormai attestatosi al di sopra del 130%.  Le regole europee tracciano la strada più diretta, grazie alla quale il debito pubblico può essere messo in sicurezza, ma si dovrebbero imporre vincoli di bilancio più severi di quelli richiesti. Ma c'è un'altra via, basata su due pilastri: creazione di un fondo patrimoniale nazionale, costituito da attività vendibili del patrimonio pubblico, e copertura da parte dell'Esm delle differenze annuali fra l'aggiustamento del bilancio italiano, che sarebbe richiesto dalla regola europea del debito, e l'aggiustamento imposto dalla meno severa regola del deficit, che è effettivamente realizzato. In questo modo l'Italia diventerebbe in grado di ridurre il proprio rapporto al di sotto del 100% in un decennio; e, alla fine dei 12 anni di accordo con l'Esm, di spingere tale rapporto al di sotto del 90%.
Sul Messaggero (p.15) la ristrutturazione dell'Agenzia delle Entrate annunciata a Milano dal direttore Ruffini. Due grandi divisioni, una per i contribuenti, l'altra per i servizi. "Ci stiamo adattando alla realtà che ci circonda" ha dichiarato Ruffini.

ITALIA-POLITICA
I vincoli Ue dividono Salvini e Berlusconi (Corriere e tutti): scontro sul 3% del rapporto deficit/pil. Dopo le rassicurazioni del leader di Fi all'Europa sul rispetto del tetto, la replica del Carroccio: "Se danneggia imprese e famiglie, per noi non esiste". E il Carroccio candida economisti anti-Euro (Libero, Messaggero e altri). Il presidente del Ppe, Weber, intervistato dal Messaggero (p.3): "Il leader è Berlusconi, è lui la certezza di europeismo". Per Barber (FT p.9) "Berlusconi è l'alternativa più credibile al governo con la crisi del Pd, ma una sua vittoria comporterebbe un ulteriore distacco tra opinione pubblica e partiti. Perciò l'Italia rappresenta un pericolo per l'Ue". Resta alta l'attenzione anche intorno alla proposta di Berlusconi di una flat tax al 23%: il suo piano ha convinto l'Europa (Giornale in prima e p.5). La reazione del ministro Padoan: "Fa parte di quelle che chiamiamo proposte della 'fatina blu'". Messaggero (p.2) analizza la proposta, che per essere introdotta deve superare due ostacoli: la progressività imposta e la sua sostenibilità finanziaria.
Intanto, Salvini lancia un'altra Lega (Libero). Fatto (in prima e p.6) polemico: serve a seppellire il vecchio Carroccio inseguito da sequestri e proteggere i proventi del 2 per mille.
M5S, l'addio di Grillo con il blog (Corriere e tutti). Il distacco netto del fondatore evidenziato dall'assenza del Movimento del nuovo sito. Di Maio: "Nessun parricidio, il Movimento va avanti da solo, come ha detto tante volte Grillo, che resta il padre nobile" (Messaggero p.5). Corriere (p.8) intervista Luca Eleuteri, socio fondatore della Casaleggio Associati: "Già nel 2016 con il blog delle Stelle aveva lasciato molto spazio alle questioni del Movimento, riducendo quello del Grillo artista. Ora Beppe recupera quella parte di sé". Intanto, per la Stampa (in prima e p.3) Di Maio sposta il M5S verso l'alleanza con La Lega.
"Il rifiuto delle urne": su Libero (in prima e p.2) il sondaggio MagnaCarta sugli astenuti. Il 39% si dichiara disgustato e il 13% indifferente, questa fascia di elettorato è difficilmente coinvolgibile. Mentre il 10% si dichiara in attesa, stessa percentuale di chi si dice arrabbiato, questa è la fascia che può essere ancora convinta.

ESTERI
Trump firma i dazi doganali su pannelli e lavatrici, minacciando misure anche su acciaio e alluminio. Dal World Economic Forum di Davos la reazione dei Grandi, che dicono "no" all'isolazionismo: "Non risolve i problemi" (Corriere in prima e p.2 e tutti). Il segretario dell'Ocse Gurria a Repubblica (p.6): "Il protezionismo è molto diffuso ma il benessere si conquista senza le frontiere". Sul Sole (p.2) parla Emma Marcegaglia,  presidente di BusinessEurope: "I protezionismi hanno il solo effetto di rafforzare la Cina. Europa e Usa devono diventare protagonisti degli scambi internazionali".
Resta caldo il tema Russiagate negli Stati Uniti: ora raggiunge il governo (Corriere p.10). Sentito Sessions, e presto toccherà a Trump (Messaggero p.9).
Il piano di Prodi per le infrastrutture: sul Messaggero (p.15) e altri le proposte contenute nel rapporto della Task Force guidata dall'ex permier italiano per un intervento congiunto pubblico-privato a partire dal 2019 per risolvere la carenza di investimenti, "che vale 100-150 mld". Corriere (p.30) parla di "patto europeo delle Cdp" nel progetto "New Deal per l'infrastruttura sociale".
Paradisi fiscali, 8 Paesi fuori dalla black list: c'è pure Panama (Messaggero p. 15 e su altri). La riduzione è stata effettuata dalla Ecofin che ha tolto dall'elenco Barbados, Grenada, Corea del Sud, Macao, Mongolia, Emirati Arabi, Tunisia e, appunto, Panama. Polemica a Bruxelles perchè gli 8 Stati "graziati" non hanno l'obbligo di rivelare quali impegni hanno assunto.

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